UNIONI CIVILI/ L’ AVVENIRE GALANTINO? TAPPETINO PER PALAZZO CHIGI - di GIUSEPPE RUSCONI – www.rosssoporpora.org – 12 maggio 2016
Ieri 11 maggio la Camera dei deputati ha approvato in via definitiva (salvo eventuali interventi del presidente della Repubblica e della Corte Costituzionale) il disegno di legge Cirinnà-Boschi sulle ‘unioni civili’: 522 i votanti, 372 i ‘sì’, 51 i ‘no’, 99 le astensioni. L’ “Avvenire” di oggi, a partire dalla prima pagina, certifica il disastro della linea seguita dalla Cei di Galantino, ma insiste su quella strada, che si può definire di sostanziale e vergognosa complicità con il Governo Renzi-Boschi-Alfano-Verdini.
Poco dopo le sette della sera di mercoledì 11 maggio 2016 la Camera dei deputati ha dato luce arcobaleno al disegno di legge Cirinnà-Boschi sulle ‘unioni civili’. Dei contenuti di tale articolo unico con 69 commi abbiamo già scritto dettagliatamente: sono tali da de facto equiparare le ‘unioni’ tra persone dello stesso sesso al matrimonio così come stabilito dai padri costituenti, mentre si rifanno alla situazione vigente in materia di adozioni (già vi sono giudici che riconoscono le adozioni per ‘unioni’ omosessuali); inoltre impongono alle coppie di fatto eterosessuali di registrarsi, se vogliono aver diritto a determinati vantaggi economici. Il tutto facendo strame di quanto prescrive la Costituzione italiana e tra errori marchiani di carattere tecnico-giuridico.
Naturalmente solo i fessi o gli ipocriti (soprattutto i ‘cattolici poltronisti’ e quelli “inciucisti”, spesso in talare o in clergyman) potevano supporre che la nota lobby si sarebbe accontentata del testo approvato ieri. Fin da subito è partito il tam-tam per propugnare l’equiparazione anche de jure delle ‘unioni civili’ al matrimonio e il riconoscimento dell’adozione per le ‘unioni’ omosessuali. A ruota si prevede l’approvazione di altre norme liberticide come la legge ‘contro l’omofobia’ di Scalfarotto o la legge pro-gender della Fedeli. Eutanasia e droga libera seguiranno. Così come le conseguenze sociali di gravità inaudita che gli irresponsabili di oggi fingono di ignorare.
Per il presidente del Consiglio è stato “un giorno di festa” e per la sua garrula ministra l’occasione per testimoniare la propria fede esibendo sulla giacca una coccarda arcobaleno. Ma Renzi e la Boschi in fondo piacciono a una parte del mondo cosiddetto ‘cattolico’. Il primo, come no, è “uno di noi”, viene dai boy-scout dell’Agesci (quelli ‘buoni’), va a messa e fa la Comunione tutte le domeniche; la seconda, beh, insomma, è pure “una di noi”, ex-madonnina del presepe, ex-catechista, ex-entusiasta delle GMG, assidua anche lei alla messa e alla Comunione, vera e propria innocenza primigenia e incarnata. Per evocare Dante: la Maria Elena “par che sia una cosa venuta da cielo in terra a miracol mostrare” e “mostrasi sì piacente a chi la mira/che dà per li occhi una dolcezza al core/ch’intender no la può chi no la prova”… le tante anime belle spuntate negli ultimi tre anni certo vanno in brodo di giuggiole davanti a tale dono del Cielo planato per vie celestiali su Palazzo Chigi.
Il quotidiano galantino (aggettivo) della Cei oggi, 12 maggio, naturalmente ‘apre’ con il disastro. Ma come ne riferisce? Al di là di schermaglie sostanzialmente salottiere, confermando di essere uno dei ‘tappetini’ di palazzo Chigi. Ma vediamo nei dettagli.
Titoli di prima pagina
Titolo di apertura: “Una legge sbagliata”. Sbagliata? Una vera e propria galantineria, una notazione neutra, fredda per definire una legge vergognosa e incostituzionale,.
Occhiello: “Il Governo avrebbe potuto aprire una ‘via italiana’ per regolare i rapporti fra persone dello stesso sesso, ma ha blindato ambiguità e forzature”. Avrebbe potuto? ‘Via italiana’? Ambiguità e forzature? Ma com’è galantino l’ “Avvenire”!
Sommario: “Seconda fiducia e sì definitivo alle unioni civili. Renzi: giorno di festa. Nel testo restano criticità”. Restano criticità? Esemplare il linguaggio di “Avvenire”: “Restano criticità”… niente di più, perché altrimenti il linguaggio scadrebbe a livelli leghisti di comunicazione. Non sia giammai!”. Da notare anche la notazione sulla gioia di Renzi: ma qui è probabile che il tanto verboso quanto suscettibile segretario generale della Cei si sia infastidito personalmente per tale reazione. Eppure il povero Galantino ha fatto tanto per ostacolare e bloccare la reazione del popolo cattolico (quello che prende sul serio la Dottrina sociale della Chiesa): non si meritava una gioia renziana così plateale, ah...destino cinico e baro (che gli fa capire che il suo peso a Palazzo Chigi è irrilevante)!
L’editoriale a firma di Francesco D’Agostino
L’editoriale racchiude la ‘summa’ del pensiero galantino in materia. Già a partire dal titolo: “Ora e sempre resilienza”. Resilienza? Un termine che non è di comprensione immediata come “resistenza”? Si vede che mettere “resistenza” nel titolo avrebbe potuto irritare qualcuno, almeno a Palazzo Chigi… e allora mettiamo “resilienza”… che pochi lo capiscono.
L’editorialista è l’illustre Francesco D’Agostino, naturalmente ‘allineato’ al nuovo corso, la penna galantina giusta per erudire i lettori con i termini giusti sulla via giusta da percorrere. Qualche assaggio.
D’Agostino mette subito le cose in chiaro. Da una parte c’è chi esulta per “la definitiva approvazione”, dall’altra “coloro che si sono opposti nelle più diverse maniere” e “manifestano sentimenti di sconcerto e ancor più di desolazione, propri di coloro che non possono non riconoscere la sconfitta”. E lui, D’Agostino, che parla in nome di “Avvenire” - un quotidiano in cui lavorano ancora diversi bravi colleghi a partire dal direttore, purtroppo tutti costretti all’obbedienza galantina (perché “o mangi questa minestra o salti dalla finestra”- da che parte sta? Per D’Agostino-Galantino (mettiamoci magari anche Carron e….) c’è una terza categoria in campo: “Sconfitti sono anche coloro che, in particolare da queste pagine (NdR: di ‘Avvenire’) avevano auspicato una ‘via italiana’ alla regolazione ‘solidale’, ma limpidamente ‘non matrimoniale’ dei rapporti tra persone dello stesso sesso”. Una frase sublime per illustrare un’ “arrampicata sui vetri” da Guinness dei primati.
Continua l’ ‘allineato’ D’Agostino: “E’ facile prevedere quali saranno le prossime mosse di ambedue gli schieramenti”, di cui evidentemente ‘Avvenire’ non fa parte. Qui ci trapassa la mente il richiamo a Dante nell’Anti-inferno, che incontra gli ignavi, “a Dio spiacenti e a nimici sui’ “. Che cosa scrive D’Agostino sulle ‘prossime mosse’ dello schieramento ostile alla Cirinnà-Boschi? Rileva che”potrebbe far riferimento allo slogan (sia pur nato e usato in ben altro contesto) resistere, resistere, resistere”. Da notare qui il velato disdegno di D’Agostino verso gli oppositori della deriva antropologica, che per lui è meno preoccupante della lotta alla corruzione (sviluppatasi “in ben altro contesto”; certo più grave, si sottintende).
Considera D’Agostino: “Le possibilità di fare resistenza da parte di chi lotta per la famiglia (…) possono essere diverse e utilmente creative”. C’è tuttavia un ‘ma’ di non poco conto.
Sentenzia (e par di vedere lo sguardo severo e il dito ammonitore) D’Agostino-Galantino: “Pare altrettanto utile, però, segnalare con franchezza che non appaiono tali la prospettiva - evocata da alcuni – di una battaglia referendaria per abolire totalmente la nuova legge né quella di fare appello all’obiezione di coscienza di quanti saranno chiamati a registrare (come a celebrare, come qualcuno pretenderebbe) le unioni civili previste e regolare dalla legge: non è questa la strada maestra lungo la quale sviluppare un impegno “contro” nessuno, “per “ la famiglia e “per” un umanesimo che custodisce l’originalità della persona”.
E’ questo un passo estremamente rivelatore del pensiero galantino di D’Agostino. Primo: D’Agostino è contro il referendum. Secondo. D’Agostino è contro il richiamo all’obiezione di coscienza. Mica si vorranno seguire gli inviti di un barbaro leghista come Salvini, di decine di sindaci, di diverse associazioni cattoliche all’obiezione di coscienza (e anche di mons. Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale) contro una legge contraria alla dignità umana? Guardate invece a come si comportano statisti alla Renzi o alla Boschi, che già – nella sua innocenza celestiale – ha avvertito i sindaci che devono rispettare le leggi dello Stato. Poi: bisogna essere “per”, non “contro”, preposizione da inserire nel nuovo Indice delle locuzioni proibite, emanato dagli Amici di Santa Marta.
Prosegue D’Agostino-Galantino: “Da una parte e dall’altra, quindi, c’è un ribollire di progetti, prospettive, appelli propagandistici”. Da notare che l’editorialista di “Avvenire” qui ribadisce la distanza, venata da una sfumatura di disprezzo, anche dal movimento del Family Day, considerato nello stesso modo che la nota lobby.
Come fare allora per “resistere”? Ecco la ricetta di D’Agostino-Galantino: “Soprattutto, come questo giornale ha scritto e riscritto anche negli ultimi mesi , non possiamo che vivere in modo buono e giusto la famiglia”. Traduzione: scegliamo i focolari domestici, le sacristie, ripieghiamo sul vissuto familiare, senza coinvolgere la piazza. Ovvero, diciamo noi per concludere, mandiamo in soffitta la Dottrina sociale della Chiesa , che richiede un impegno chiaro e palese nella comunità per affermare i valori antropologici di tutta una civiltà giudaico-cristiana che anche l’ Avvenire galantino (insieme con Renzi, Boschi, Alfano, Verdini) ritiene manifestamente ormai obsoleta.
P.S. Da segnalare una risposta in materia, data stamattina 12 maggio dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, a margine di una conferenza-stampa in Vaticano su ‘Casa Italia paraolimpica a Rio 2016’: “Ci sono visioni diverse e lo Stato è giusto che faccia la sua parte. Vorremmo ci si impegnasse tutti di più per la famiglia, ma diciamo anche che lo Stato fa delle scelte che sono sue proprie”. Ognuno commenti da sé.