4 MARZO/PAOLA BINETTI: CATTOLICI PD? CIARLIERI FUORI, MUTI IN AULA – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 20 febbraio 2018
E’ a Paola Binetti la prima di tre ampie interviste alla vigilia del voto politico del 4 marzo. L’elezione nel 2006 nella Margherita, poi Pd; l’abbandono, l’Udc, infine l’approdo – con tale gruppo – nel centro-destra. Nel Pd nessuno spazio per una concreta testimonianza cattolica. Renzi si vanta di leggi sovvertitrici dell’antropologia cristiana della vita e della famiglia, che il mondo cattolico istituzionale ha colpevolmente avallato: “Siamo stati lasciati soli”.
In vista delle elezioni politiche italiane del 4 marzo, abbiamo pensato a tre interviste non casuali, ben mirate. La prima è quella che segue, rilasciataci da Paola Binetti, deputato uscente del gruppo Udc-Idea e rappresentante della coalizione di centro-destra (sotto la denominazione “Noi con l’Italia-Udc) nel collegio uninominale per il Senato di Roma 3, denominato ‘Portuense’ e che comprende però una zona molto vasta con Appio Latino, Ardeatino, EUR, Giuliano Dalmata, Ostiense, Portuense, Primavalle, Casalotti, La Pisana, Mezzocammino, Tor di Valle, Torrino, Magliana Vecchia e quattro suburbi: Aurelio, Gianicolense, Portuense, Trionfale.
Paola Binetti è anche stata indicata esplicitamente all’apprezzamento degli elettori da Massimo Gandolfini, coordinatore del Comitato ‘Difendiamo i nostri figli’ (organizzatore dei ‘Family Day’) insieme con altri candidati della coalizione di centro-destra : (in ordine alfabetico) Gian Marco Centinaio (Lega), Giancarlo Cerrelli (Lega), Massimiliano Fedriga (Lega), Maurizio Gasparri (Forza Italia), Giancarlo Giorgetti (Lega), Federico Iadicicco (Fratelli d’Italia), Lucio Malan (Forza Italia), Domenico Menorello (Noi con l’Italia-Udc), Nicola Molteni (Lega), Alessandro Pagano (Lega), Antonio Palmieri (Forza Italia), Simone Pillon (Lega), Gaetano Quagliariello (Noi con l’Italia-Idc), Eugenia Roccella (Noi con l’Italia-Udc), Olimpia Tarzia (Forza Italia).
Nell’intervista a Paola Binetti partiamo da lontano…
Paola Binetti, quando e perché è entrata in politica attiva, dopo aver presieduto il ‘Comitato nazionale Scienza e Vita’ e aver vinto la battaglia contro il referendum lanciato per abrogare la legge 40/2004 sulla fecondazione assistita?
Sono entrata in politica – come dico scherzando a volte – dopo quarant’anni di onesto lavoro professionale come medico, professore universitario, persona che ha contribuito a dare al mondo della sanità una spinta per recuperare quelle che comunemente sono chiamate le scienze mediche umane. Non a caso il Campus biomedico di Roma, che ho contribuito a fondare, è stata la prima università a introdurre tale disciplina. Quando mi fu chiesto di presiedere il ‘Comitato Scienza e Vita’, io ho accettato nella piena consapevolezza che oggi una medicina che non abbia costantemente presente il modello antropologico non è una medicina che soddisfi tutti i bisogni di cura che l’uomo moderno pone. La battaglia per la difesa della legge 40 sulla fecondazione artificiale ebbe nel giugno 2005 un esito che può apparire quasi miracoloso: la grande maggioranza del popolo italiano si rifiutò di votare su una legge che garantiva il diritto alla vita.
LA SCELTA DELLA MARGHERITA DI RUTELLI, POI LA SOFFERENZA NEL PD
Vinta la battaglia, venne poi una scelta che a suo tempo fece molto discutere in campo cattolico: quella di candidarsi nel 2006 per il centro-sinistra, nel caso per la Margherita…
Eravamo consapevoli che la legge 40, per cui combattemmo vittoriosamente, era stata votata in Parlamento da una maggioranza trasversale, che comprendeva la Margherita di Rutelli, compatta nell’esprimere un’adesione convinta. La Margherita era in quel momento il gruppo politico con la maggiore attenzione al sociale in piena coerenza con gli orientamenti della dottrina cattolica. Quando mi fu chiesto da Rutelli – che della Margherita era il coordinatore - di candidarmi, mi sembrò che questa potesse essere l’occasione migliore per difendere i valori cattolici presidiando una linea di frontiera: tu cioè condividi la linea sociale, dopo di che porti avanti i valori in cui credi profondamente da tutta una vita.
Ma già nel 2007 la Margherita si sciolse nel nuovo Partito democratico…
Il fatto è che gli ex-comunisti del Pds erano molto più forti di noi e ci assorbirono nel Partito democratico. La nostra anima genuinamente cattolica perse molta rilevanza nel nuovo partito…
L’ABBANDONO DEL PD, IL RIFUGIO NELL’UDC
Con la fusione Lei ha cominciato a soffrire…Però nel 2008 si presentò sotto le insegne del nuovo partito, il Pd, e fu eletta. Ma non poteva durare a lungo: infatti all’inizio del 2010 decise di abbandonare il Pd...
Alla fine del 2009 il Pd decise di candidare la Bonino alla Regione Lazio. Mai avrei potuto sottoscrivere una simile candidatura. Impossibile permanere in un partito da cui sistematicamente devi prendere le distanze! Si può mantenere la libertà di pensiero e tu puoi votare su qualche punto in dissenso dal tuo partito. Ma quando il dissenso è sistematico, frutto di una serie di provocazioni legislative di carattere antropologico… già si parlava di testamento biologico, di unioni civili, di allentamenti della legge 40…. Insomma in coscienza non potevo più restare.
Ma i Suoi elettori l’avevano eletta nel Pd…
Diciamolo chiaro: anche nella legislatura precedente molti mi avevano scelto perché ero Paola Binetti, con una storia personale di grande coerenza nella difesa dei valori umani e cristiani. Mutando il contesto in cui ero stata eletta, la mia presenza lì non aveva più senso: come avrei potuto concretizzare in quelle condizioni l’impegno per vita e famiglia? Ad esempio per il Pd già la famiglia non era più quella connotata dalla presenza di una madre e di un padre. Insomma le ragioni stesse della mia presenza erano venute meno. Non sono io che sono cambiata, è il Pd che ha cambiato pelle, che ha cambiato identità.
Molti elettori si scandalizzano se un deputato cambia casacca, pensando spesso a ragioni attinenti al potere, alla poltrona, al denaro…
Invece io posso rassicurare chi mi ha votato: nell’arco di questi dieci anni di attività parlamentare, ho difeso sempre gli stessi valori, ho mantenuto sempre le mie posizioni antropologiche. L’ho fatto quando ero nella Margherita, ho provato a farlo quando la Margherita era appena entrata nel Pd, inutilmente. Allora sono uscita dal Pd e sono entrata nell’Udc, in cui sono sempre rimasta. E dove, devo riconoscere, i valori della vita umana sono sempre stati difesi, al centro dell’attenzione.
L’APPRODO – CON UDC-IDEA – NELLA COALIZIONE DI CENTRO-DESTRA
Entrata nell’Udc ed eletta alla Camera nel 2013l, a Camera nel 2013, Lei ha appoggiato successivamente il Governo Monti (entrando con altri deputati Udc in ‘Scelta civica’), il governo Letta e il governo Renzi (quest’ultimo fino al dicembre 2016 come deputato di Area popolare (Ucd-Ncd di Alfano). Dal dicembre 2016 è nel Gruppo Misto Udc-Idea e dunque non fa più parte dell’area di sostegno al governo di centro-sinistra. A leggere i vari passaggi effettuati viene spontaneo pensare a un grande travaglio ideologico, tale da spingerla infine a confluire nello schieramento di centro-destra, per il quale si presenta alle prossime elezioni. Spieghi un po’ ai nostri lettori i motivi del travaglio e della scelta di schieramento operata nel dicembre 2016.
Ripeto che, dopo l’abbandono del Pd, sono sempre stata nell’Udc. Però noi eravamo pochi e, per cercare di far sì che la testimonianza sui valori si trasformasse in concretezza a livello di discussione parlamentare su temi antropologici, siamo stati costretti a cercare prima una sistemazione nel contenitore montiano (di triste memoria) di ‘Scelta civica’, poi in un’alleanza con il Nuovo centrodestra (Ncd) di Alfano. Però poi lo stesso Ncd - . nel contesto della discussione di alcune leggi come quella sulle unioni civili - ha assunto posizioni che noi non potevamo sostenere e allora ci siamo rifugiati nel Gruppo Misto. Lì si sono uniti a noi i deputati del Gruppo Idea, fondato da Quagliariello, comprendente al Senato Giovanardi, Sacconi e altri: Eugenia Roccella e Guglielmo Vaccaro. Abbiamo deciso di schierarci con il centro-destra, poiché l’esperienza ci ha mostrato che questo centro-sinistra è incompatibile con i nostri valori.
LE LEGGI SOVVERTITRICI DELLA LEGGE NATURALE PROMOSSE DAL CENTRO-SINISTRA
Che cosa vi attendete dalla nuova legislatura?
Non ci siamo mai ancorati a giochi di potere. Nella prossima XVIII legislatura vogliamo dare un fortissimo segnale di discontinuità rispetto alla XVII. Dove in particolare cinque leggi ci hanno messo in difficoltà: quella sulle unioni civili, sul testamento biologico, sul divorzio breve, sulla liberalizzazione della droga, oltre a quella che voleva inserire la teoria del gender nell’ambito della cosiddetta ‘Buona scuola’… Abbiamo cercato di contrastare con ogni mezzo lecito questi disegni di legge connotati dall’aggressione alla vita (sostituita la difesa della vita con il diritto alla morte), alla famiglia (si è cercato di sostituirle un modello talmente vago che qualunque tipo di unione è stata omologata alla famiglia), alla scuola, alla dignità umana con i tentativi di liberalizzare la droga: in quest’ultimo caso l’enfasi è stata messa sull’uso terapeutico, ma non ce n’era bisogno, poiché già la legge sulle cure palliative già prevedeva questo. La realtà vera dice che a Roma, come conseguenza della legge, hanno ad oggi aperto quattro negozi in cui è possibile acquistare cannabis… formalmente si dice che tale cannabis è perfettamente legale (con valori al di sotto del limite fissato dalla legge), ma purtroppo la quotidianità mostra che si sta diffondendo l’abitudine malsana di andare al negozio a comprare cannabis. Non possiamo accettare tale tipo di ‘cultura’: noi vogliamo una cultura che associ la libertà al senso di responsabilità…perciò niente droga, che limita irresponsabilmente la libertà e de facto rende schiavi di una sostanza pericolosa per la persona umana e devastante anche per chi le sta intorno. Come la cronaca mostra con drammatica chiarezza.
Dal centro-sinistra al centro-destra… cambiano i compagni di strada…
Noi abbiamo contribuito a creare nel centro-destra una quarta forza (detta ‘quarta gamba’) nella quale sono confluite le diverse anime che in gran parte costituiscono il centro parlamentare. Aderiamo al centro-destra, mantenendo le nostre specificità: portiamo un messaggio in cui si riconoscano le nostre radici cattoliche, siamo europeisti per convinzione, liberali contro la statolatria, in favore di una meritocrazia che dia giusto spazio a chi vale e si impegna.
Ci viene in mente uno degli ultimi libri di Ettore Gotti Tedeschi: “Dio è meritocratico” …
Sì, è vero. Voglio aggiungere che noi vogliamo portare la nostra sensibilità sociale verso il punto d’equilibrio tra sicurezza e solidarietà. Salvini è tutto orientato alla sicurezza, per noi invece è la solidarietà che orienta la sicurezza, E dunque nell’ambito del grande tema dell’immigrazione, dello ius culturae, per noi è dominante la cultura politica della prudenza. Essa ti permette di regolamentare certi processi avendo presenti i diritti degli uni e i diritti degli altri. Questo Paese è spaventato da una presenza immigratoria che troppo spesso assume le caratteristiche di rischio e anche di aggressione. Vogliamo restituire agli italiani la certezza che a casa loro possano stare tranquilli. E agli stranieri che in qualche modo accogliamo vogliamo offrire l’opportunità che possano mettersi in gioco per collaborare alla costruzione del bene comune, non solo per gironzolare agli angoli delle strade.
CATTOLICI DI CENTRO-SINISTRA IRRILEVANTI ANCHE PER UN MALINTESO SENSO DELLA LAICITA’
Paola Binetti, In questi anni troviamo cattolici dichiarati alla presidenza del Consiglio e anche alla Presidenza della Repubblica. Nel contempo però per molti elettori cattolici l’impressione è che costoro e chi li ha appoggiati e appoggia si siano resi complici per debolezza o per opportunismo della deriva legislativa in ambito antropologico cui abbiamo tutti assistito…. I cattolici del centro-sinistra sono ormai o complici o irrilevanti?
Il nodo cruciale di questa brutta situazione sta in un malinteso senso della laicità. Nella nostra società si intende troppo spesso la laicità come indifferenza, come rinuncia a prendere una posizione, come rinuncia a testimoniare i valori concreti cui fino a quel momento abbiamo ispirato la nostra condotta. Invece la laicità va intesa come rispetto dell’altro, non come rinuncia ad esprimere i propri valori.
E in Parlamento che cosa succede allora?
Molto spesso in aula, quando si discutono norme di forti implicazioni antropologiche, i colleghi cattolici del centro-sinistra tacciono, sembrano aver perso la parola. Se Lei rivede il resoconto del dibattito sulle leggi antropologiche, vedrà che non ci sono stati colleghi in quell’area che si siano distanziati dal proprio gruppo: c’è una sorta di disciplina di partito, per cui se il partito prende una posizione, automaticamente il dissenso emerge alla buvette o in Transatlantico, ma non in Aula. Ciarlieri fuori, muti dentro l’Aula. Ad esempio, se si parla di scuola cattolica, mai che nel centro-sinistra e nel M5S emerga chi la difenda: constato poi però che non raramente gli stessi che pubblicamente si connotano per il laicismo delle dichiarazioni, mandano i loro figli proprio alle scuole cattoliche. Lo stesso capita in materia di sanità: gli stessi che levano pubblicamente la propria voce contro i sussidi agli ospedali cattolici, si raccomandano, fanno la coda per essere ammessi al Gemelli, al Campus Biomedico, al Santa Lucia quando si ammalano… Gemelli, al Campus biomedico, al Santa Lucia.
L’APPELLO DI RENZI AI CATTOLICI: NON C’E’ LIMITE AL PEGGIO
E’ di domenica 18 febbraio l’appello seguente di Matteo Renzi, segretario del Pd, ai ‘cattolici’ (è stato fatto all’Istituto gesuitico Massimo di Roma ed è – come minimo – curioso che tale istituto, che si definisce ‘super partes’ , neghi la possibilità di parlare a relatori di centro-destra, ma ospiti in pompa magna Matteo Renzi): “Da Roma voglio dire al modo cattolico di riflettere bene. Faccio un appello alle persone che vivono le parrocchie e le realtà associative”. Dato che “oggi abbiamo un bivio: il centro-destra di oggi non è a trazione moderata. Abbiamo avuto punti di discussione con una parte importante del mondo cattolico sulle unioni civili e sul biotestamento. Ma siamo quelli del ‘Dopo di noi’ (NdR: legge sull’assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare), del terzo settore, della legge sul sociale, quelli della legge contro lo spreco alimentare, sulla cooperazione internazionale. Abbiamo restituito attenzione al creato con la legge contro i reati ambientali, con gli interventi per abbattere la piaga del caporalato e la corruzione”. Le va di dire qualcosa su tale appello del segretario del Pd?
Che tolla! Peccato che tutte le volte che nella legislatura abbiamo avuto a che fare con queste proposte di natura sociale, in molti casi esse erano nate da noi. Ad esempio la legge ‘Dopo di noi’, quelle sul Terzo Settore e sul volontariato, sono nostre e sono passate perché noi le abbiamo sostenute e anche migliorate in corso di processo. Peccato che la legge sul bio-testamento abbia già prodotto tre morti per eutanasia. Peccato che questo lui non voglia riconoscerlo, che non abbia saputo e voluto prendere una posizione chiara nascondendosi dietro lo scudo di una libertà sprovvista della necessaria responsabilità: nel biotestamentol’unico principio che il Pd ha voluto adottare è quello di autodeterminazione, sprovvisto di paletti, di punti di riferimento.
Ci si può chiedere a che serva veramente la legge sul biotestamento…
A che serve? Bisogna dirlo con chiarezza: tu, malato, puoi chiedere quello che vuoi, quando vuoi e come vuoi. E che dice questa legge al medico? Tu non preoccuparti. Se tu fai quello che dice il malato, nessuno ti potrà toccare. Insomma questa legge sovverte alla radice il sentire sia della libertà, sia della vita, sia della responsabilità del medico. Se Renzi si vanta di questo, credo che avrà sulla coscienza tutte quelle persone che noi vedremo morire.
Al Massimo il segretario del Pd ha anche ribadito di essere orgoglioso della legge sulle unioni civili. Di più: “Sono orgoglioso di aver chiesto la fiducia sulle unioni civili, lo rifarei, anche se non ho scordato il ‘Renzi ce ne ricorderemo’ del Family Day”.
Renzi rivendica orgogliosamente la legge sulle unioni civili? Certo può essere orgoglioso di aver banalizzato e gravemente indebolito il concetto di famiglia! Orgoglioso di aver chiesto la fiducia? E come no? Ha manipolato il Parlamento. Non si rende conto che chiedere la fiducia su temi delicati come quelli antropologici è contrario alla Costituzione italiana? Ci troviamo confrontati con una deriva ideologica drammatica…
SPINTI NELL’ANGOLO DAL MONDO CATTOLICO ISTITUZIONALE; CHE HA AVALLATO LEGGI DALLE CONSEGUENZE DRAMMATICHE
Purtroppo il mondo cattolico istituzionale non vi ha di certo aiutato. A cominciare dal quotidiano della Conferenza episcopale italiana…
In effetti - dobbiamo riconoscerlo con amarezza e dolore - siamo stati lasciati soli. In molte occasioni noi che siamo impegnati in Parlamento a difendere principi e valori che caratterizzano la nostra identità cristiana, le nostre radici, abbiamo sperimentato la solitudine di chi è spinto in un angolo come voce sgradita. Stiamo soffrendo, stiamo faticando molto in questo momento: quello che è accaduto prima sulle unioni civili, poi sul biotestamento è uno specchio della drammaticità della situazione. Si è avallata irresponsabilmente una legge che porterà alla morte procurata molte persone, non sapremo nemmeno quante. Noi siamo una piccola minoranza, però tenace. Non prendiamo ordini da nessuno, seguiamo la nostra coscienza. Cerchiamo di testimoniare, ma la testimonianza non basta. Vorremmo essere anche incisivi, più incisivi. Ed è per questo che chiediamo il voto degli italiani.
NONO CONFRONTO ACCATTOLI-RUSCONI SU PAPA FRANCESCO PROMOSSO DALLA CAPPELLANIA UNIVERSITARIA DE ‘LA SAPIENZA’ GIOVEDI’ 22 FEBBRAIO 2018, CON INIZIO ALLE ORE 18.00
Dopo l’ottava puntata del 10 gennaio, ospiti del Circolo svizzero di Roma, Luigi Accattoli e Giuseppe Rusconi si ritroveranno per il loro ormai tradizionale (ma sempre nuovo) confronto mensile attorno all’odierno magistero papale GIOVEDI’ 22 FEBBRAIO, CON INIZIO ALLE ORE 18.00, presso l’auditorium della Cappellania universitaria de ‘La Sapienza’ (entrata da piazzale Aldo Moro, poi a sinistra). Libero l’ingresso all’incontro, definito nella locandina “Dibattito senza censure su papa Francesco”.