ACCATTOLI-RUSCONI: QUINTO ROUND, CON UNA SQUADRA IN AFFANNO – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 15 giugno 2017
Quinto dibattito Accattoli-Rusconi presso l’Università popolare Upter di Roma. Al centro dell’incontro le considerazioni sul viaggio del Papa in Egitto, i rapporti con l’Islam, il pellegrinaggio a Fatima. Si è discusso tra l’altro della ‘libertà di parola’ - a titolo anche personale - in pubblico di cui fa ampio uso Jorge Mario Bergoglio. Prossimo appuntamento presso la Cappellania Universitaria de ‘La Sapienza’ di Roma martedì 27 giugno alle 18.30.
Sapete com’è. C’è una partita e c’è la squadra del tic-toc, che, giocando prevalentemente a centrocampo, è molto brava a imporre un ritmo lento, ‘nascondendo’ nel contempo la palla. Marpioni collaudati. E c’è l’altra squadra, che cerca invece di rubar palla e, riuscendoci a volte assai spesso, punta direttamente alla porta ‘nemica’, costringendo l’avversaria a retrocedere precipitosamente, buttare la palla in tribuna, salvarsi in calcio d’angolo, rischiare l’autogol, raccogliere comunque ogni tanto il pallone in fondo alla rete.
In sintesi è quello che è accaduto durante il quinto dibattito su papa Francesco tra Luigi Accattoli e Giuseppe Rusconi, dove il primo è andato più volte in affanno per gli affondi del secondo. L’incontro si è svolto martedì 30 maggio, mentre fuori Roma soffocava già per la prima ondata di calore, dentro lo stadiolo dell’Università popolare Upter di Roma, situato sopra Piazza Venezia, là dove via IV Novembre sta per trasformarsi in via Nazionale.
Due i temi di discussione previsti: i viaggi del Papa in Egitto e a Fatima. Se ne è poi aggiunto un terzo, relativo alle tante ‘parole in libertà’ caratteristica tra le più evidenti del Pontefice argentino e gesuita. Anche qui se ne sono sentite delle belle, pure su pungolo di chi tra il pubblico chiedeva chiarimenti in materia.
Riguardo all’Egitto, Accattoli ha evidenziato il grande successo della visita papale. Francesco ha saputo parlare con coraggio e lucidità presso l’Università di al-Azhar, evidenziando l’incompatibilità esistente tra religione e violenza. Rusconi ha riconosciuto volentieri il valore della presenza fisica solidale del Papa in un Paese percorso da fremiti fondamentalisti e insanguinato dal sangue di tanti cristiani. Così come la potenza psicologica di gesti quali l’abbraccio tra Francesco e il Grande Imam di al-Azhar, gesti che inducono a prospettare nella platea sterminata che li vede in tv o su internet la possibilità concreta che cristiani e musulmani possano convivere in pace.
Tuttavia Rusconi si è chiesto se tali gesti non rischino di restare nel concreto solo dei ‘bei gesti’, senza ricadute positive nella quotidianità di popoli come quello egiziano. Nell’intervento a al-Azhar poi il Papa non ha parlato di una richiesta concreta molto importante per i cristiani nel Paese e in genere nel mondo arabo musulmano: che essi possano considerati cittadini come gli altri, non di serie B. Secondo Rusconi certe affermazioni ripetute del Papa, possono indurre a credere che Francesco ponga de facto le religioni sullo stesso piano: vedi ad esempio quanto ha detto al rientro da Cracovia a fine luglio del 2016 sui “fondamentalismi”, evidenziando che ce ne sarebbero anche nel cattolicesimo, come proverebbero i drammi in famiglia che accadono nell’Italia cattolica. Paragoni questi ultimi poco felici anche per Accattoli, che però contesta quanto detto da Rusconi (“affermazioni sovrabbondanti”) sulla sostanziale equiparazione che Francesco fa tra le religioni.
Passiamo a Fatima. Rusconi ha letto brani significativi del messaggio di Fatima nelle sue tre parti, dalla visione dell’inferno all’annuncio di una nuova guerra, dalla richiesta della consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria alla stessa Russia che, se non convertita, promuoverà guerre e persecuzioni alla Chiesa, dalla visione dell’Angelo con la spada di fuoco che grida “Penitenza!”, al Vescovo vestito di bianco ucciso da un gruppo di soldati. Di tutto questo, rileva Rusconi non si trova quasi traccia negli interventi di papa Francesco a Fatima, come quello del 12 maggio sera nella Cappellina delle Apparizioni, incentrato sull’esigenza di anteporre la misericordia al giudizio. De facto tutti si salvano… e qui si sente l’eco di Martin Lutero.
Accattoli ha obiettato che non è così, che il Papa nella sua predicazione non dice nulla di simile, che il Papa continua a invitare alla penitenza per i peccati. Anche le frasi di Francesco su Maria (“Quale Maria?”) sono parte della catechesi per la formazione, necessaria per correggere una mariologia bisognosa di aggiustamenti perché sia espressione di “una giusta pietà popolare”.
Nelle domande del pubblico dapprima la questione dell’Islam, che – ha detto un intervenuto – “non è una religione di pace come quella cristiana”.
Qui Rusconi ha citato qualche passo del Corano e della Sunna (il complesso degli atti e detti di Maometto) che testimoniano inequivocabilmente che nell’Islam la componente bellica è fondamentale. Accattoli ha invece rilevato che anche nella storia del cattolicesimo è ben presente la violenza. La differenza è, ha replicato Rusconi, che – diversamente dal Corano – la violenza nel Vangelo non c’è: gli atti di violenza dei cristiani nella storia (pensiamo ad esempio alla strage di san Bartolomeo o alla guerra dei Trent’Anni) non si fondano sui testi sacri.
E’ qui che Accattoli ha evocato – a mo’ di replica - la bolla “Inter coetera” (1493) di Alessandro VI, con cui il Papa autorizzava i re spagnoli e portoghesi alla colonizzazione delle Americhe. In realtà, ha fatto notare uno dei presenti (vedi discussione sul blog di Accattoli, www.luigiaccattoli.it, “Il dibattito con Rusconi e due sue parole sovrabbondanti”, 31 maggio 2017), nella bolla di Alessandro VI non c’è alcun riferimento “a un legittimo uso della violenza – fino alla uccisione – ai fini della conversione”. Accattoli allora nel suo blog ha ristabilito la verità storica, nel senso che la bolla incriminata non è di Alessandro VI, ma di Niccolo V (1452, “Dum diversas”), poi sconfessata da Paolo III (1537, “Sublimis Deus”).
Sempre a proposito di Islam in un’altra domanda si è chiesto del rapporto dell’Islam con le donne. Anche qui Rusconi ha citato passi inequivocabili del Corano e Accattoli ha invece evidenziato come anche nel cristianesimo la donna sia stata considerata come sottomessa (parole di San Paolo sull’uomo “capo della donna”, funzione del velo). Dimenticandosi comunque di valorizzare l’atteggiamento di Gesù verso la donna.
Ampio spazio è stato poi dedicato alla questione delle ‘parole in libertà’ di papa Francesco. Rusconi ha evidenziato le conseguenze gravi di tale comportamento su non pochi cattolici, confusi e smarriti (spesso indignati) per certe affermazioni. Per Accattoli Francesco “è mosso dall’idea di comunicare, avendo cura di rivolgersi a quelli che non sono nell’ovile. Per questo sconcerta una parte di fedeli. Potrebbe stare più attento, rivedere i testi”. E’ chiaro, ha detto Accattoli, che la questione di fondo è quella “del parlare per farsi capire dagli uomini d’oggi” e ciò richiede “di uscire dal linguaggio tradizionale, codificato”. Certo Francesco “sta facendo correre dei rischi alla Chiesa, ma deve farlo: è già tardi, molto tardi”.
Per Rusconi non è opportuno e neanche giusto che il Papa, specie ma non solo nelle conferenze-stampa in aereo, esprima opinioni personali: “E’ il Papa di oltre un miliardo di cattolici quando parla in pubblico – o almeno così viene inteso dalle masse che lo ascoltano o lo leggono- Non è la persona Jorge Mario Bergoglio!”.
Accattoli invece ritiene che ciò sia buona cosa: “E’ questa una delle facce della riforma del papato, che Francesco sta concretizzando nei fatti. Ritengo che tale riforma sia urgente e papa Bergoglio ha fatto uno scatto in avanti”. Anche nel ‘recupero’ della “libertà soggettiva” (come osserva su www.luigiaccattoli.it) che si traduce nell’espressione di opinioni personali.
Prossimo appuntamento? Martedì 27 giugno presso l’Auditorium della Cappellania dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma con inizio alle 18.30 (ingresso principale e monumentale, piazzale Aldo Moro, poi a sinistra).