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    LA MIA SVIZZERA: INTERVISTA A PABLO COLINO

    LA MIA SVIZZERA: INTERVISTA A PABLO COLINO – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 18 settembre 2023

    Dopo aver raccontato i suoi ricordi di Ungheria, il maestro Pablo Colino – quasi novantenne – rivive i suoi viaggi nella Confederazione elvetica…

     

    Pablo, oggi riandiamo con la memoria ai tuoi viaggi in qualche altro Paese europeo. L’ultima volta ti abbiamo rivissuto in Ungheria (vedi https://www.rossoporpora.org/rubriche/cultura/1103-la-mia-ungheria-intervista-a-pablo-colino.html ) … e oggi?

    Direi che oggi possiamo andare in Svizzera…

    A tale proposito la prima cosa che mi viene in mente sei tu, seduto nell’estate del 1984 nella grande piazza di Giubiasco a far cosa?

    A contare le sfumature di verde che riuscivo a individuare dalla panchina…

    Un bel panorama variegato … dal Borghetto alla chiesa, dal municipio alla Cimapiazza, dai monti di Paudo alla collina di Lôro alla Valle Morobbia ai monti sopra Camorino…

    Stavo aspettando i miei familiari (mia madre, mia sorella e mio fratello, ospitati per una settimana presso l’Istituto Santa Maria di Bellinzona) e ho passato una mezz’ora con la pupilla attenta a ogni minima differenza… pensa un po’… ho trovato 34 sfumature di verde…non era una cartolina, era tutto un rilievo…

    Un exploit penso difficilmente replicabile…però per te non era la prima volta in Svizzera… torniamo allora al 1955, quando tu eri un seminarista diciannovenne che studiava a San Sebastian, al primo anno di teologia…

    Le vacanze le trascorrevo con la famiglia in Cantabria, vicino a Comillas, luogo celebre perché vi era stata fondata a fine Ottocento un’università gesuitica (poi trasferita a Madrid). Proprio nel periodo estivo avevo conosciuto lì padre Ignacio Prieto, famoso compositore e direttore di cori che dal 1932 per 25 anni diresse la Schola Cantorum dell’Università. Capitò che un giorno padre Prieto venne in Seminario a San Sebastian per salutarmi e mi disse: ‘Guarda, Pablo, cercami un quartetto con le voci più belle del Seminario, un tenore primo, un tenore secondo, un baritono e un basso perché durante le vacanze di luglio-agosto-settembre vi vorrei a disposizione così che possiate venire a Parigi, dai Piccoli Cantori de la Croix de Bois nella parrocchia di Saint Laurent’: lì, osservò padre Prieto, il coro di ragazzi quindicenni e sedicenni è ben strutturato, ma le voci maschili sono a volte un po’ deboli…hanno bisogno di rinforzi per le loro tournées…

    E tu? Immagino il tuo entusiasmo…

    Naturalmente… non capitava tutti i giorni di poter trascorrere le vacanze in tal modo… Così ho cercato e ‘arruolato’ tra i miei compagni il tenore primo, Ignacio; il baritono, Ramon; il basso Zubillaga. Io facevo il tenore secondo. Siamo partiti per Parigi all’inizio di luglio del 1955 e abbiamo raggiunto la parrocchia, trovandovi un prete musicista molto competente e molto dinamico, don Peter Zurfluh..

    A orecchio doveva essere di origine svizzera, scaturito dalle pendici del massiccio del san Gottardo…

    Difatti ci ha ‘ingaggiato’ per una tournée di quaranta giorni in buona parte in Svizzera, soprattutto nel canton Vallese. Il nostro mezzo di locomozione era un autobus da cinquanta posti, per quei tempi favoloso. Ci siamo diretti verso la Confederazione elvetica, facendo una prima sosta nel Giura francese. Poi ecco Losanna, il lago Lemano, infine abbiamo risalito il Vallese fino a Sion, una cittadina indimenticabile…

    con i suoi castelli…

    Sì, uno spettacolo magnifico… a Sion ci siamo fermati per almeno un paio di settimane. Il nostro quartier generale era nel collegio dei Salesiani, dove animavamo le messe cantate. Io mi occupavo del canto gregoriano. Con l’autobus abbiamo scorrazzato per le valli… a Saas Fee, a Zermatt, anche a Briga. Cantavamo nelle parrocchie…

    Ti ricordi una tappa in particolare?

    Quella di Montana, dove abbiamo cantato in un parco, con tanta gente entusiasta e poi abbiamo mangiato salsicce e bevuto birra… i camerieri erano spagnoli…

    Qual era il vostro repertorio?

    In genere dapprima l’Introito della messa da Requiem di un famoso compositore francese, poi canti popolari come La Furée, Là-haut sur la montagne, Auprès de ma blonde, Sur le pont d’Avignon… noi spagnoli ci esibivamo anche in canzoni basche…

    Dopo Sion dove siete andati?

    Dall’alto Vallese siamo passati nel canton Berna attraverso il passo del Grimsel… e lassù c’era ancora la neve! Abbiamo visto Berna – dove abbiamo cantato e pernottato - poi Lucerna (anche lì abbiamo cantato, con lo sfondo del monte Pilatus), Zurigo e San Gallo.

    … e da San Gallo?

    Un altro giro meraviglioso in Germania e Austria. Dapprima abbiamo raggiunto in Baviera l’abbazia benedettina di Ottobeuren,  nei cui dintorni siamo stati alcuni giorni, ospitati da diverse famiglie e cantando in alcune parrocchie. Abbiamo pernottato poi presso un’altra celebre abbazia, quella di Altötting, dove abbiamo constatato la grande devozione dei fedeli, tutti inginocchiati sul pavimento. Siamo stati perfino in una cittadina turistica alpina, Berchtesgaden…

    Presumo siate poi passati in Austria…

    Abbiamo puntato con il nostro meraviglioso autobus su Vienna, pernottando in una residenza universitaria nei dintorni. L’ambasciatore di Francia ci ha invitato per un concerto in sede, davanti a una piazza tra le più belle. Mi ricordo che lì abbiamo cantato in francese, con un arrangiamento corale bellissimo, il Bel Danubio blu. I giorni di Vienna li ho sempre nella memoria… c’era euforia in giro, dopo che il 15 maggio 1955 era stato firmato da Unione Sovietica, Gran Bretagna, Stati Uniti e Francia il trattato che restituiva l’indipendenza all’Austria occupata.

    Ho l’impressione che, dopo tante belle esperienze fatte durante il viaggio di andata, il ritorno sia stato più rapido…

    Ci siamo però fermati di nuovo in Svizzera, all’abbazia di Einsiedeln, nel canton Svitto, presso la Madonna Nera – cui sono sempre stato molto devoto – per i Vespri dell’Assunta… dopo la processione abbiamo cantato in francese il salmo 150 di César Frank. Poi siamo rientrati direttamente a Parigi. E’ stata un’esperienza molto gratificante per un seminarista come me, che mai de facto era uscito dalla Spagna. Mi accompagna sempre, anche oggi che ho quasi novant’anni…


    I CONTATTI CON IL CANTON TICINO: IL CONSOLE ZACCARINI, SUOR DOLORES BOZZETTI…

     

    Non è stata per te l’unica esperienza elvetica, perché poi, negli Anni Settanta e Ottanta, sei stato più volte nel canton Ticino, lì dove ci sono i tanti verdi della piazza di Giubiasco…

    . Il primo contatto è avvenuto grazie alla mia attività di Direttore dei cori dell’Accademia Filarmonica Romana…

    dove cantava pure il giovane Corrado Augias…

    …in quel coro misto di cui era parte la moglie di un diplomatico della Farnesina, il ministro Zaccarini, che poi divenne Console generale d’Italia a Lugano. Devo aggiungere che Francesca Zaccarini mandò a cantare anche la prole, comprendente la deliziosa Carolina, grande voce, grande doppiatrice. Eravamo negli Anni Settanta e io a Roma avevo già presentato in alcune scuole la traduzione italiana, pubblicata dalle edizioni San Paolo, (se ne fecero tre edizioni) del metodo di canto dei fanciulli cantori dell’Abbazia di Montserrat.  

    Intuisco…quando Zaccarini fu nominato a Lugano…

    . … la moglie mi pregò di presentare il manuale anche in Svizzera. Così andai a Lugano e il Console mi fece conoscere un artista molto importante, il maestro Alberto Vicari, esperto per la formazione musicale di tutti gli ordini di scuola del canton Ticino. Vicari mi preparò una presentazione coi fiocchi in un’aula della Scuola Magistrale di Locarno. Una mattinata meravigliosa… tra i presenti c’era una suorina della Congregazione della Santa Croce di Menzingen, suor Cecilia… ‘Ma noi abbiamo una grande scuola a Bellinzona, l’Istituto Santa Maria… venga da noi! Ci sono andato e ho conosciuto l’inclita suor Dolores Bozzetti, la vulcanica direttrice. La quale, presa da subito entusiasmo, in quattro e quattr’otto mi dettato l’agenda per altri viaggi a breve Roma-Bellinzona, così da istruire tutta un’altra serie di maestrine ticinesi: ‘Parti da Roma il venerdì sera, viaggi con il treno notturno, arrivi alle sei di mattina, celebri la messa, stiamo insieme tutta la mattina, pranzi con noi e poi torni a Roma, in tempo per essere a San Pietro la domenica mattina! Grande organizzatrice, suor Dolores… E così avvenne.

    Tu portasti nel Ticino anche i tuoi cori…

    Per la trasferta del coro femminile ho chiesto una mano al Console generale  Zaccarini… oltre che a suor Dolores, che ci ha ospitato a Santa Maria. Abbiamo cantato nella cattedrale di San Lorenzo a Lugano, al Collegio Papio di Ascona, al santuario della Madonna del Sasso a Locarno/Orselina, a Santa Maria a Bellinzona.  Grazie all’allora direttore della Sezione pedagogica cantonale Sergio Caratti (poi direttore del Corriere del Ticino) e a sua moglie Elena (aveva anche dei figli bravissimi) abbiamo cantato anche nel Palazzo del Governo.

    Ma nel Ticino venne anche il coro misto dell’Accademia Filarmonica Romana…

    Per il centenario dell’Istituto Santa Maria… per l’occasione cantammo anche nella Collegiata di Bellinzona e nella Sala grande del Consolato generale d’Italia a Lugano. Intanto suor Dolores aveva lasciato Bellinzona, era stata in Inghilterra, approdando a Roma nel 1982 presso la Biblioteca apostolica vaticana e come segretaria dell’allora rettore della Lateranense, il ticinese monsignor Franco Biffi, esperto di Dottrina sociale della Chiesa. Suor Dolores mi aiutava molto nell’organizzazione dei concerti: arrivava sempre per prima, registrava, pubblicava – si dimostrò una collaboratrice molto incisiva e appassionata che ringrazierò sempre per la sua opera - fino a quando non è stata richiamata nel Ticino anche a causa della sua salute ed è stata ospitata nella casa delle suore a Brione sopra Minusio, dove è morta poco tempo fa. Mi ricordo di aver partecipato a Menzingen al suo cinquantesimo di professione… Ma adesso devo pensare alla prossima puntata dedicata alla memoria di quanto Dio nella vita mi ha regalato, con grande generosità…

     

     

     

     

     

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