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    RIARMO/VATICAN NEWS, VON DER LEYEN, STAGLIANO', ZUPPI E...AVVENIRE

    RIARMO/VATICAN NEWS, VON DER LEYEN, STAGLIANO’, ZUPPI E….AVVENIRE” – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 11 marzo 2025

    Un eloquente editoriale di Vatican News sul ReArm Europe annunciato dalla Von der Leyen. Interessante prolusione del card. Zuppi al Consiglio permanente della Cei. Il teologo Antonio Staglianò si improvvisa Segretario di Stato. L’ambiguità di ‘Avvenire’ in titoli, editoriali, interviste sul ReArm Europe: ma alla fine è un ‘sì’, così come quello alla manifestazione cosiddetta ‘europeista’ del 15 marzo a Roma.

    A PROPOSITO DI ‘RIARMO’ DELL’UNIONE EUROPEA… VATICAN NEWS

    Dall’ editoriale del 6 marzo 2025 di Andrea Tornielli:

    . “L’aumento di risorse economiche per gli armamenti è ritornato ad essere strumento delle relazioni tra gli Stati, mostrando che la pace è possibile e realizzabile solo se fondata su un equilibrio del loro possesso. Tutto questo genera paura e terrore e rischia di travolgere la sicurezza poiché dimentica come un fatto imprevedibile e incontrollabile possa far scoccare la scintilla che mette in moto l’apparato bellico”. Sono parole pronunciate meno di due anni fa da Papa Francesco per il sessantesimo anniversario della Pacem in Terris e si attagliano bene anche a ciò che sta vivendo l’Europa, nel momento in cui viene annunciato dalla presidenza della Commissione un piano che consentirà di mobilitare per la difesa Ue circa 800 miliardi di euro. ‘Rearm Europe’ è il nome del piano, evocativo di tragici momenti di ‘paura e terrore’ del recente passato.

    . L’Europa, negli ultimi tre anni, si è purtroppo dimostrata anch’essa incapace di iniziativa e creatività diplomatica. È sembrata in grado soltanto di rifornire di armi l’Ucraina ingiustamente aggredita dalle truppe russe, ma non di proporre e perseguire, al contempo, concrete vie negoziali per mettere fine al sanguinoso conflitto. E ora si prepara ad investire, sulla scia di analoghe iniziative prese da altre potenze mondiali, la cifra esorbitante di 800 miliardi in armi. Non li investe per combattere la povertà, per finanziare programmi in grado di migliorare le condizioni di vita di chi fugge dai propri Paesi a causa di violenze e miseria, per migliorare il welfare, l’educazione e la scuola, per garantire un futuro umano alla tecnologia, né per assistere gli anziani. Li investe per gonfiare gli arsenali e dunque le tasche dei fabbricanti di morte, nonostante già oggi la spesa militare dei Paesi dell’Unione superi quella della Federazione Russa. È davvero questa la via da seguire per assicurare un futuro di pace e prosperità al Vecchio Continente e al mondo intero? Davvero la corsa al riarmo ci garantisce? Davvero è qui la chiave per ritrovare le nostre radici e i nostri valori?

    . La prevedibile e prevista scossa che ha attraversato gli assetti geopolitici mondiali, con il cambio della guardia alla Casa Bianca, avrebbe potuto generare qualche iniziativa comune nel senso indicato dal Successore di Pietro, nel tentativo di porre fine alla carneficina che si consuma nel cuore dell’Europa cristiana. Ha detto in una recente intervista il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin: ‘La pace autentica nasce dal coinvolgimento di tutte le parti in causa. Bisogna che ciascuno abbia qualcosa, in un compromesso nessuno può avere tutto e tutti devono essere disposti a negoziare qualcosa. Altrimenti la pace non sarà mai stabile e duratura. Bisognerà tornare a questo stile, altrimenti il mondo diventerà una giungla e ci saranno soltanto conflitti, con il loro terribile portato di morte e distruzione’.

    . L’unico vero piano, l’unico realistico appello da lanciare oggi, al posto di ‘Rearm Europe’, non dovrebbe piuttosto essere ‘Peace for Europe’? Lo chiediamo facendo nostre le parole del Papa che dalla stanza del Policlinico Gemelli domenica scorsa ha detto: ‘Prego soprattutto per la pace. Da qui la guerra appare ancora più assurda’.

     

    … URSULA VON DER LEYEN STRUMENTALIZZA DE GASPERI PER RIARMARE L’EUROPA, MANIPOLANDO L’ATTUALITA’…

    Dal discorso di Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione europea, 11 marzo 2025, davanti all’Europarlamento

    . 70 anni fa, Alcide de Gasperi disse: “Non abbiamo bisogno soltanto di pace tra di noi, ma dobbiamo costruire anche una difesa comune. Non per minacciare o conquistare, ma per fungere da deterrente ad ogni attacco esterno guidato dall’odio contro l’Europa unita. Questo è il compito della nostra generazione”. Sono passati 70 anni, ma la nostra generazione si trova di fronte lo stesso compito perché la pace nell’Unione europea non può più essere data per scontata. Siamo di fronte a una crisi della sicurezza europea, ma sappiamo che è nelle crisi che l’Europa è stata costruita. Quindi è il momento di raggiungere la pace attraverso la forza”.

     

    … CARD. ZUPPI: NO ALLA LOGICA DELLE ARMI …

    Dalla prolusione del cardinale Matteo Maria Zuppi al Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, 10 marzo 2025

    . Mentre va scomparendo la generazione che ha vissuto l’ultima Guerra Mondiale con il suo carico di odio e di dolore, rischiamo di perdere una memoria sana di quegli eventi e delle loro vere cause. La logica del più forte sembra prevalere e quasi diventa affascinante e accettata in modo acritico. (…) Questo non sembra il tempo in cui si condivide la coscienza di essere un’unica famiglia e, purtroppo, non ci si tratta da fratelli. Anzi ci si tratta da nemici e ci si esercita nell’arte della guerra più che in quella del dialogo. Il sogno, che nasce dal Vangelo di Gesù, è che i popoli e le persone formino un’unica famiglia e che si trattino da familiari.

    . Siamo in un momento internazionale delicato. (…) Seguiamo con trepida attenzione quanto avviene in Ucraina, sottoposta a bombardamenti e attacchi sistematici. Ogni giorno le sirene rompono le notti che vorremmo tranquille per tutti, specie per i bambini e i malati, tra cui tanti feriti e mutilati. Guardiamo con attenzione e speranza al possibile dialogo tra Ucraina e Russia, mentre auspichiamo che questo possa segnare una nuova stagione per tutti quei Paesi - tra cui Stati Uniti, Europa e Cina - che, a vario titolo, sono coinvolti nella ricerca della pace. Finalmente si muovono passi per la pace!

    . Questa ha bisogno di dialogo, come ha sempre chiesto Papa Francesco con commovente insistenza. Troppo si è disprezzato il dialogo tra governi, mentre le sedi internazionali d’incontro sono state svuotate di significato e prestigio, a partire dall’ONU. La parola è decisiva. Il linguaggio, quello internazionale e quello della comunicazione, è divenuto molto duro, aggressivo, mirando a colpire o screditare più che a creare le basi del dialogo. Parole come armi e parole senza o con poca verità.

    . Sono convinto, che in questo mondo globale o post-globale, quanto avviene negli scenari del mondo è connesso agli scenari quotidiani e ha una ricaduta su di essi. La globalizzazione, attraverso mille modi, forma e deforma. I messaggi di violenza, le immagini di guerra, l’esaltazione della forza o del vincente, il disprezzo per il debole hanno effetti sulla mentalità e i comportamenti. Talvolta i giovani, deprivati di modelli e maestri, sono recettori indifesi di questo modo di vivere.

    . Le Chiese, che nascono e crescono nell’ascolto, anche nell’umiltà della vita delle nostre comunità, sono generatrici di donne e uomini di pace, perché gente che vive di ascolto della Parola di Dio e che pratica il dialogo (…). Bisogna suscitare uomini saggi, portatori di una cultura piena di umanità capace di resistere a una cultura aggressiva, competitiva, egocentrica, ‘predicata’ in modo martellante dalla macchina della propaganda.

    . Questo popolo non solo prega per la pace e la chiede con forza, ma anche pensa al post-guerra: se vuoi la pace, prepara la pace! È questo il vero investimento di cui oggi abbiamo bisogno. Nel 2023 nel monastero di Camaldoli, celebrando il Codice (che tanto contribuì alla rinascita democratica) dicevo (scuserete l’autocitazione): ‘Pio XII chiese ai cattolici di uscire dalla loro passività e di prendere l’iniziativa. La responsabilità è iniziativa, altrimenti ci si accontenta delle proprie ragioni o dei buoni sentimenti, questi diventano vano compiacimento e non umiliandosi con la vita concreta fanno illudere di essere dalla parte giusta anche se si finisce fuori dalla storia!’ (Prolusione, 21 luglio 2023).

    . È molto diversa oggi la situazione dei cattolici da quella del 1943, ma c’è la tentazione di accontentarsi delle proprie buone ragioni e dei propri buoni sentimenti, magari limitandosi a rimettere in ordine la “casa” con qualche sistemazione strutturale o accorpamento. Direi con i neologismi di Francesco: è l’ora di primerear e non di balconear.

    . Ottant’anni fa, il 9 maggio 1945, finiva la Seconda Guerra mondiale sul suolo europeo. Data da ricordare e che fa pensare. Anche perché il fantasma di una nuova guerra mondiale si è aggirato negli ultimi anni e il Papa l’ha denunciato. Quella guerra è stata il frutto della follia nazionalista della Germania nazista e dell’Italia fascista. Oggi il male del nazionalismo veste nuovi panni, soffia in tante regioni, detta politiche, esalta parte dei popoli, indica nemici. Il suo demone non è amore per la patria, ma chiusura miope ed egoistica, che finisce per intossicare chi se ne rende protagonista e le relazioni con gli altri. Mons. Roncalli, nel 1940, a Istanbul, meditava sugli scenari del mondo segnati dalla Guerra mondiale nel Giornale dell’Anima: ‘Il mondo è intossicato di nazionalismo malsano, sulla base di razza e di sangue, in contraddizione al Vangelo’. Soprattutto su questo punto, che è di bruciante attualità, ‘libera me de sanguinibus, Deus’. E qui torna bene l’invocazione: ‘Deus salutis meae’: il Salvatore Gesù, che morì per tutte le nazioni, senza distinzione di razza e di sangue, divenuto primo dei fratelli della nuova famiglia umana, costituita sopra di lui e sopra il suo Vangelo.

    . L’Europa è una terra arata dal cristianesimo. Non rivendichiamo un’Europa confessionale, ma da credenti siamo a casa nostra nel processo europeo e vogliamo dare il nostro peculiare contributo sull’esempio dei Santi Cirillo e Metodio per un’Europa che può respirare bene solo con i due polmoni. Dobbiamo investire nel cantiere dell’Europa, che non sia un insieme di Istituzioni lontane, ma sia figlia di una lunga storia comune, sia madre della speranza di un futuro umano, non rinunci mai a investire nel dialogo come metodo per risolvere i conflitti, per non lasciare che prevalga la logica delle armi, per non consentire che prenda piede la narrazione dell’inevitabilità della guerra, per aiutare i cristiani e i non-cristiani a mantenere vivo il desiderio di una convivenza pacifica, per offrire spazi di dialogo nella verità e nella carità. (…) Persona e comunità si esprimono nella cura e nei legami: la vita nascente, i fragili, gli anziani tanto emarginati. La libertà della persona è anche servire gli altri. Non mi dilungo in questo sentire cristiano. Non me ne vergogno certo! Anzi, in questi momenti, abbiamo bisogno di pensieri forti e di credenti capaci di cultura e dialogo. Forte non vuol dire prepotente o intollerante. Ciò che soffriamo in Europa è la mancanza di pensiero a tanti livelli: si urla ma non si propone pensando.

    . La via della pace è sempre quella del dialogo, che oggi assume anche i connotati del multilateralismo. L’indebolimento delle strutture internazionali diventerà presto per tutti causa di maggiore incertezza e non certo di maggiore sicurezza. Senza luoghi in cui dialogare in modo sincero e costruttivo, le singole posizioni si irrigidiscono e tendono ad imporsi con la violenza. Anche su questo la Chiesa può tornare ad essere maestra di umanità. Mi piacerebbe che le nostre Chiese dessero vita ad iniziative o esperienze concrete in questi ambiti, per mostrare a noi stessi e al mondo che il Vangelo è ancora vita, una vita bella per tutti.

     

    …IL TEOLOGO ANTONIO STAGLIANO’: SCENDERE IN PIAZZA IL 15 MARZO PER LA MANIFESTAZIONE ‘EUROPEISTA’, IN EFFETTI PRO QUESTA UE DEL REARM EUROPE!

    “Piazza pro-Ue importante e necessaria”: colpisce il titolo dell’intervista (dedicata alla manifestazione del 15 marzo de facto a favore di questa Unione europea di Von der Leyen, Macron, Merz e Tusk) apparsa a pagina 14 di Repubblica di martedì 11 marzo 2025, a fianco dell’articolo di Jacopo Scaramuzzi sulla prolusione già citata del card. Zuppi al Consiglio permanente della Cei. Di quale diplomatico vaticano l’affermazione così impegnativa? Antonio Staglianò, vescovo emerito di Noto e attualmente presidente della Pontificia Accademia di teologia… Nell’intervista a cura di Orazio La Rocca si aggiunge da parte di Staglianò un terzo aggettivo rispetto al titolo:  “positiva”: “E’ certamente una iniziativa positiva, importante e necessaria, non superficiale – statuisce l’autoproclamatosi novello Segretario di Stato - perché nella sua essenza più profonda c’è la convinzione di scendere in campo in difesa dell’unità europea, tutti insieme, senza insegne di partito o sigle di parte”. L’aggettivo ‘necessario’ ritorna anche nelle altre due risposte a proposito della manifestazione.

    E bravo questo cultore per eccellenza dell’astrazione! Viene spontaneo chiedersi: considerato l’incarico rivestito, a nome di chi parla costui? Non certo del Papa, nemmeno della Segreteria di Stato, nemmeno del Vaticano (come Repubblica ritiene o finge di ritenere…)… va a vedere che parla per sé stesso, solista (per essere gentili) alla corte del giornalone di largo Fochetti! Questi teologi che si improvvisano diplomatici…. Viene alla mente la risposta che nel 1964 il patriarca Atenagora diede a Istanbul a Paolo VI a proposito delle difficoltà teologiche del dialogo ecumenico: “Andiamo avanti da soli e mettiamo tutti i teologi in un’isola, che pensino”.

     

    L’AVVENIRE: UN COLPO AL CERCHIO, UNO ALLA BOTTE… MA IN SOSTANZA SI’ AL RIARMO DELLA VON DER LEYEN E SI’ ALLA MANIFESTAZIONE DI ROMA DEL 15 MARZO PRO QUESTA UE

    Titoli, editoriali, interviste, articoli importanti dal 5 marzo 2025 all'11 marzo 2025

    Mercoledì 5 marzo 2025. Prima pagina. Titolo di apertura: “Pronti a una tregua”.  Nella seconda riga del sommario: “La Commissione UE presenta il piano di difesa da 800 miliardi, tutto a deficit e debito” (NdR: da notare come in apertura la notizia del piano ReArm Europe sia poco evidenziata). Lancio non in grassetto in prima pagina: “Zamagni: è un errore comprare armamenti. Trump arbitro parziale”.

    Seconda pagina. Titolo di apertura: “800 miliardi per la Ue del riarmo”. A centro pagina: “E Schlein motiva il no del Pd: Questa non è difesa comune”. Taglio basso (intervista di Diego Motta): “Zamagni: ‘La corsa alle spese militari tragico errore. In Ucraina serve una pace equa, no a Trump arbitro’. Da notare il ‘tragico’ che dà un’idea dell’ ‘errore’ (in prima pagina c’è solo ‘errore’). Stefano Zamagni in una risposta rileva tra l’altro: “E poi, invece di aumentare la spesa militare, dovremmo puntare su politiche di disarmo bilanciate tra i vari Paesi. Senza dimenticare che la corsa al riarmo porta a conseguenze nefaste sul piano umanitario” (NdR: sembra un po’ riduttivo quel ‘senza dimenticare’ in relazione alle ‘conseguenze nefaste sul piano umanitario’).

    Giovedì 6 marzo 2025. Prima pagina. Titolo d’apertura: “Armati e spaccati”. Da notare la seconda riga del sommario: “Zelensky cerca la pace con Trump che vuole la Groenlandia e Marte. Macron fa il leader”. Dove Trump emerge in connotazione negativa (si suggerisce una sua pazzia) e Macron invece risalta come statista (vedi a tale proposito https://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/1225-guerra-ucraina-riarmo-ue-papa-furia-bellicista-buon-senso.html ).

    Se il secondo editoriale, di Roberto Carnero, è intitolato “Un’assurdità che si svela” (occhiello: “La guerra dalla stanza d’ospedale”, con riferimento a quel “Da qui la guerra appare ancora più assurda” detto da papa Francesco ricoverato al Gemelli), il primo è di Andrea Lavazza e ha un titolo che dice già molto: “Serve di più oltre ad armarsi”. Da notare: ‘oltre’. Scrive tra l’altro Lavazza: “Riarmarsi, certo, risulta comprensibile, pure se non del tutto condivisibile in particolare nelle modalità (NdR: insomma sì al riarmo pur se con qualche irrilevante alzata di sopracciglia…)”. “I 27 Paesi più uno sono chiamati a continuare ad essere quello che già idealmente sono e più ancora possono diventare: un modello di convivenza plurale ancorata a libertà, democrazia, diritti, valori e principi. Ciò che viene messo in dubbio dalle tentazioni populistico-autoritarie ora penetrate alla Casa Bianca e ormai radicate anche nel Vecchio Continente. (…) Diventi l’Europa la ‘casa sulla collina’, che l’America ha sempre rivendicato di rappresentare; sia il nuovo riferimento per chi cerca forme di convivenza tolleranti e accoglienti. Non può farlo restando inerme, esposta alle armate ostili straniere”. “Armate ostili straniere”…a Lavazza non manca di certo una virtù, la lungimiranza che gli è stata infusa probabilmente fin da piccolo (se giocava a Risiko).

    Pagina 5. Titolo di apertura: “Riarmo Ue, consensi ma bocciature in Italia. Salvini avvisa Meloni. E Giorgetti si allinea” (NdR: da notare quell’ ‘avvisa’ riferito a Salvini, come se fosse un’picciotto’. E da notare quell’ ‘allinea’ riferito a Giorgetti, considerato un soldatino reattivo. A centro pagina un’intervista di Diego Motta a Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace, dal titolo “Bruxelles tratti con Putin” con il sommario: “Gli 800 miliardi? Pura follia. Sulla pace non c’è mai stato un piano”. Nel sottotitolo: “Il promotore della Perugia-Assisi: ‘Il paragone tra la Russia e la Germania nazista? Propaganda. L’Europa ricordi la lezione di Moro”. Di taglio basso un commento dell’ex-europarlamentare piddina Patrizia Toia: “Serve un’Europa che sia vera Unione. E il suo motore dev’essere il Consiglio”. (NdR: il Consiglio europeo è un organismo intergovernativo tra i capi di Stato e di esecutivo dei 27 Paesi dell’Ue; è in colloquio costante con la Commissione europea presieduta dalla Von der Leyen, che però lo soverchia come peso politico reale… intanto l’Europarlamento nel commento nemmeno è citato, dato che sembra contare ancora meno dello stesso Consiglio europeo…)

    Venerdì 7 marzo 2025.  Prima pagina. Titolo d’apertura: “Una pace in difesa”, con l’occhiello “Il Consiglio europeo accoglie Zelensky, cerca la via per la tregua e Orban si sfila (NdR: c’è sempre un cattivo tra i virtuosi…o forse un virtuoso tra i cattivi). Nel sommario: (prima riga): “Dai leader via libera al piano Von der Leyen per rafforzare la cooperazione militare”.

    Pagina 2. Titolo d’apertura: “Meloni, sì al riarmo, ma con distinguo” (NdR: ma quello che conta è la prima parte della frase…). Si riflette sulle garanzie europee a Kiev”. A centro pagina: “Schlein sfuma i toni e non strappa da S&D”. Interessante l’incipit dell’articolo di Matteo Marcelli: “Il ‘no’ secco di Elly Schlein al piano Von der Leyen per il riarmo europeo vira verso un più realistico impegno a modificarlo” (NdR: da notare ‘un più realistico impegno’…).

    Pagina 3. Titolo d’apertura: “Unione avanti sul piano di Von der Leyen. Ma Orban si sfila sul sostegno all’Ucraina”. Di taglio basso un’intervista di Angelo Picariello al presidente emerito della Corte Costituzionale Antonio Baldassare. Titolo: “Non è la difesa comune, è un pasticcio”. Nell’intervista a un certo punto chiede Picariello: ‘L’invasore però è e resta Putin, o no?’. Risposta assai interessante di Baldassarre: ‘Indubbiamente, ma ancora una volta vanno individuate ben precise colpe degli americani e la colpevole assenza dell’Europa. Veda, in Italia abbiamo il vizio di giocare sempre ai buoni e ai cattivi, ma è il modo peggiore per leggere la storia con obiettività. Con obiettività va detto invece che la volontà manifestata dall’Ucraina di un ingresso nella Nato (non sappiamo quanto concordata con gli Stati Uniti) è stata vissuta come una provocazione da Putin, accanto alle politiche decisamente repressive applicate contro le popolazioni russofone di confine’.

    Pagina 5: Titolo dì apertura: “Putin risponde alla Ue: ‘Non rinunceremo a ciò che è nostro. Macron? Fa Napoleone”.

    Sabato 8 marzo 2025. Prima pagina. Al centro titolo: “Un altro segnale Usa a Kiev. Mattarella: ‘Pace giusta’ “. Occhiello: “Trump nega l’accesso alle immagini satellitari. Timidi segnali da Putin”. L'editoriale è di Agostino Giovagnoli (Sant'Egidio) ed è intitolato "Difesa comune non aggressiva". Leggiamo l'incipit: "Riarmare l'Europa perché oggi incombe su di essa il pericolo della Russia. Così è stata intesa l'affermazione di Ursula Von der Leyen che 'oggi la sicurezza dell'Europa è minacciata in modo serio' in modo serio' nella presentazione del piano ReArm Europe. Ma tale motivazione e lo stesso nome del piano sono pericolosi" (NdR: saranno 'pericolosi', ma non sono meno veri! Perché le affermazioni ripetute della Von der Leyen non 'sono state intese': non c'è stato nessun fraintendimento. Eh... quel cercare di conciliare l'inconciliabile! Anche più avanti si incappa in un'altra considerazione 'acrobatica' di Giovagnoli: "Guerra in Ucraina e difesa dell'Europa devono essere tenuti rigorosamente distinti anche se è impossibile separarli".

    Pagina 6. Titolo d’apertura: “Gli Usa ‘accecano’ le difese dell’Ucraina. ‘Putin apre a una tregua condizionata’ “. Di taglio basso un commento di Giorgio Ferrari: “L’incubo di un secondo ‘tradimento’. Il popolo di Maidan si sente più solo”.

    Pagina 7. Titolo di apertura: “Truppe Ue, per Salvini ‘Macron è matto’ . Ma Roma va alle riunioni dei ‘volenterosi’ “. A centro pagina titolo: “L’Ue lavora al riarmo, Erdogan chiede un posto. E Mosca minaccia ‘contromisure appropriate’ “. Di taglio basso, un Mattarella nipponico: “Mattarella :’Ora pace che non umili nessuno’. E frena sui soldati”.

    Domenica 9 marzo 2025: Uno dei due editoriali di prima pagina è a firma dell’arcivescovo Bruno Forte ed è intitolato: “Il dialogo come unica via”. Tra le considerazioni del pastore di Chieti-Vasto ne citiamo due. La prima: “Si è voluto sostituire alla forza della legge la legge della forza. La giustificazione del nobile fine di abbattere il responsabile di una prepotenza non regge se misurata sul numero dei tiranni tollerati o addirittura sostenuti contro ogni legalità e democrazia in tante parti del mondo”. La seconda: “Il mondo ha bisogno della profezia della pace: ne p sempre stato convinto papa Francesco che, anche nella condizione di fragilità in cui si trova oggi, continua ad essere profeta della pace contro ogni logica di giustificazione della violenza e della guerra”.

    Pagina 6. Titolo d’apertura: “Inquietanti minacce nucleari”, con il sommario: “Il presidente Mattarella da Hiroshima critica la ‘narrativa sconsiderata’ usata da Mosca (NdR: non sapevamo che Macron fosse moscovita…) e aiuta la premier a tenere la barra dritta (NdR: non sia mai che si lasci deviare dalla maggioranza dell’opinione pubblica, oltre che da Salvini…). Il Quirinale sostiene il sì italiano al piano di riarmo dell’Ue e condivide la prudenza sulle truppe (ma senza strappare con la Francia)”. Naturellement! . A centro pagina un’intervista di Eugenio Fatigante all’ex-ministro Enzo Moavero Milanesi, dal titolo “Moavero: ‘Dall’Ue una svolta, ma vedo deficit di comunicazione e di diplomazia dei leader’ “.

    Martedì 10 marzo 2025. Prima pagina. Titolo di apertura dedicato alla prolusione del card. Zuppi (vedi sopra): “E’ l’ora di investire sul cantiere Europa”. Sommario: “Zuppi: è qui la speranza di un futuro umano, la logica delle armi non deve prevalere”.

    Il primo editoriale, dal titolo “Il dovere di costruire” è di Giuseppe Notarstefano, presidente dell’Azione cattolica Italiana. Vi leggiamo anche, a proposito della manifestazione pro-questa Unione europea del 15 marzo: “Molte sono le iniziative da promuovere. Anche quella del 15 marzo può rappresentare un’occasione per riaffermare la centralità dell’Europa e dell’urgenza di ritrovare i suoi valori fondativi, della rigenerazione delle istituzioni democratiche e dell’affermazione dei diritti umani, civili e religiosi fondamentali”. Il secondo editoriale è di Franco Vaccari, fondatore e presidente di ‘Rondine-Cittadella della Pace’. Dopo aver soppesato accuratamente i pro e i contro riguardo all’UE odierna, conclude: “Forse, conservando tutti i dubbi senza i quali nessun miglioramento è possibile, potremmo ritrovarci in una piazza che si aggrega intorno a un’unica bandiera. Una piazza che non urla, ma che, ostinatamente ancorata alla memoria, continua a credere in un sogno di pace. (…) Europa è parola di pace che appartiene al passato – settant’anni senza guerre (NdR: ahi, ahi… Vaccari si contraddice grossolanamente… aveva infatti rilevato poco prima: ‘Questa Europa che dice ‘con l’Ucraina la guerra è tornata in Europa’, rimuovendo la tragedia dei Balcani, guerra già nel cuore dell’Europa e di cui è corresponsabile”…) – che vive nelle difficoltà del presente, ma che, ostinatamente ancorata alla memoria, continua a credere in un sogno di pace”. (…) Quella piazza ‘per l’Europa’ è una soglia rischiosa, ma carica di futuro. (…) Non ho certezze, ma nel dubbio scelgo di non avere rimpianti: non ho paura di stare sulla soglia di questa piazza ‘per l’Europa’ “.

    Le pagine 6 e 7 riportano infine la prolusione integrale del card. Zuppi sotto il titolo “ ‘Investire sul cantiere Europa’. Zuppi: no alla logica delle armi “. Ma l’Avvenire sul ‘no alla logica delle armi’ è assai ondivago, tanto è vero che alla fin fine il piano bellico della Von der Leyen lo approva. E addirittura guarda con palese simpatia a chi scenderà in piazza il 15 marzo a sostegno (perché è di questo che si tratta) dell’Europa di Von der Leyen, Macron, Merz e Tusk, quella che cerca ormai incessantemente di incutere paura ai cittadini delirando di una possibile, anzi probabile invasione russa. Come faccia l’Avvenire a conciliare tale atteggiamento con quello di papa Francesco (che è poi anche quello del presidente della Cei – proprietaria del quotidiano - card. Matteo Maria Zuppi) è un vero e proprio mistero della fede.

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