IN MORTE DEL CARD. LOPEZ TRUJILLO: IL RICORDO DEL CARD. DE GIORGI - 'IL CONSULENTE RE' DI GIUGNO 2008
Un'irrefrenabile passione per la verità senza sconti
Ho avuto la grazia di conoscere Sua Eminenza il Cardinale Alfonso Lopez Trujillo da quando, l’8 novembre 1990, è stato scelto dal Servo di Dio Giovanni Paolo II Presidente del Pontificio Consiglio per
Fin dal primo incontro sono rimasto colpito dal suo amore a Cristo e alla Chiesa, un vero fuoco dello Spirito, che - come lo aveva acceso di ardore apostolico durante il servizio pastorale alle Chiese che sono in Colombia, come Arcivescovo di Medellin, e in tutta l’America latina, come Segretario prima e Presidente poi del CELAM - così sembrò divorarlo durante il più diretto servizio alla Santa Sede, come membro di diversi dicasteri, e in modo particolare all’approfondimento, all’annunzio e alla difesa del “Vangelo della famiglia e della vita” in tutto il mondo come Presidente del Pontificio Consiglio per
La sua non comune intelligenza, viva, acuta, penetrante; la sua cultura soprattutto teologica, vasta e profonda, costantemente aggiornata con lucido senso critico; la sua totale fedeltà al Ministero e al Magistero dei Sommi Pontefici dei quali è stato apprezzato collaboratore; i continui viaggi missionari nei cinque continenti per l’annunzio del Vangelo della Famiglia, caratterizzato da una eccezionale parresia apostolica senza paure, animato da una irrefrenabile passione per la verità senza sconti e negli ultimi anni avvalorato dall’offerta delle sofferenze della malattia, non potevano non attrarre e coinvolgere quanti avevano la possibilità di incontrarlo e di collaborare con lui.
Ammiravo in lui soprattutto l’entusiasmo con il quale difendeva la profetica attualità dell’Enciclica Humanae Vitae di Paolo VI e la profondità con la quale esponeva e sviluppava i contenuti teologici e gli orientamenti pastorali dell’Esortazione Apostolica postsinodale Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II e dell’Enciclica dello stesso Pontefice Evangelium vitae.
L’invito finale di quest’ultima a “una grande mobilitazione delle coscienze” e a “un comune sforzo etico” per mettere in atto “una grande strategia a favore della vita” e così costruire tutti insieme “una nuova cultura della vita”, capace di “suscitare un serio e coraggioso confronto culturale con tutti”, aveva trovato in lui un convintissimo assertore e un instancabile diffusore, non solo all’interno delle comunità cristiane, ma anche nei luoghi dell’elaborazione del pensiero.
Ora che il Signore, amante della vita, lo ha chiamato a sé, nel possesso della vita senza fine, la sua assenza fisica si avverte nel Collegio cardinalizio e negli Organismi della Santa Sede: ma non è venuta meno la sua presenza spirituale, percepibile come un dono che non può svanire.
Personalmente non potrò dimenticarlo per la fraterna amicizia che fin dal
L’amicizia continua: nel ricordo costante della preghiera e nell’impegno di servire