INTERVISTA AL CARDINALE JOSE’ SARAIVA MARTINS SULLA GRANDE MANIFESTAZIONE DI PARIGI DEL 13 GENNAIO – di GIUSEPPE RUSCONI – FEBBRAIO 2013
Il porporato portoghese convinto che il popolo italiano, se necessario, si mobiliterebbe anch’esso
Dal 1974 a Roma l’ottantunenne cardinale portoghese Josè Saraiva Martins è un acuto osservatore della realtà europea in movimento. Non lo intervistiamo sul bel campionato della Lazio, di cui è tifoso da sempre, ma su un argomento certo più importante per il nostro futuro: quello che riguarda l’attacco ormai insistente, quasi ossessivo alla famiglia che si sta sviluppando in maniera accelerata a livello mondiale.
Eminenza, questa accelerazione La preoccupa?
Sì, perché ciò denota che si sta producendo un cambiamento di mentalità in molti governanti, che controllano i grandi mezzi di comunicazione sociale i quali a loro volta influiscono fatalmente sull’atteggiamento della popolazione.
Il problema sta diventando sempre più grave anche a livello del lessico usato…
Non si può parlare di ‘figli’ per le unioni omosessuali, come si è ormai incominciato a fare anche in diverse trasmissioni televisive: è un vero inganno lessicale. E’ naturale che i figli, per crescere, hanno bisogno di un padre e di una madre, che danno il loro contributo specifico al loro sviluppo.
Le è piaciuta la grande manifestazione di Parigi del 13 gennaio?
Veramente magnifica. Mi augurerei che l’esempio fosse seguito in altri Paesi, anche in Italia se necessario. Sono convinto che il popolo italiano si mobiliterebbe, poiché non si lascia ancora fuorviare da certe campagne di ‘normalizzazione’.
Ci sono politici considerati ‘ conservatori’ che spingono per il cosiddetto ‘matrimonio gay’…
Sì, lo vedo. Nel mondo d’oggi si cambia rapidamente e facilmente opinione, soprattutto in periodo elettorale, dove si parla di tutto e si difende qualsiasi tesi che si pensa possa far guadagnare qualche voto.
Insomma… il ‘mariage pour tous’ è di gran moda…
E’ un errore imperdonabile, madornale, perché esiste un solo tipo di matrimonio. Se i tentativi riusciranno, le conseguenze saranno pesanti nell’amministrazione, nelle scuole. I genitori che non sono d’accordo dovranno soffrire in famiglia le conseguenze dell’imposizione di un’ideologia che si fonda sul desiderio di guadagni economici e sulla lotta contro chi difende l’uomo nella sua verità di persona, in particolare contro la Chiesa cattolica.