Ricerca

    PAPA NEL BAHREIN - ZAGREBELSKY, LE OCCUPAZIONI, I SUOI DISCEPOLI

    PAPA NEL BAHREIN – ZAGREBELSKY, LE OCCUPAZIONI, I SUOI DISCEPOLI- di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 22 novembre 2022

    Dopo una doppia e doverosa premessa, alcune citazioni in tema di dialogo interreligioso tratte dagli interventi di papa Francesco in viaggio apostolico nel Regno del Bahrein. Poi, prendendo spunto da un editoriale di Gustavo Zagrebelsky (già presidente della Corte Costituzionale italiana) sul dovere della disobbedienza civile, alcune considerazioni sull’ondata di occupazioni scolastiche e sulla condivisione di tale illegalità da parte di noti democratici a mille carati.

     

    . In morte di Anselmo Terminelli. Vaticanista dagli Anni Ottanta, esperto di sanità, presenza assidua nella Sala Stampa della Santa Sede: domenica 13 novembre ci ha lasciato a 67 anni Anselmo Terminelli, calabrese dal sorriso aperto, giornalista sobrio e rigoroso. Non dimenticheremo la sua preziosa amicizia. Una messa in suo suffragio è stata celebrata dall’ex-vicedirettore della Sala Stampa padre Ciro Benedettini mercoledì 16 novembre nella Chiesa degli Artisti a piazza del Popolo.

    . Il decennale di ‘ProVita&Famiglia’. Sabato 19 novembre in una serata conviviale svoltasi all’Hotel Villa Aurelia di Roma sono stati festeggiati i 10 anni dell’odierna ‘ProVita&Famiglia’. Come ha ricordato Francesca Romana Poleggi, ‘ProVita’ “è nata intorno al tavolo di una pizzeria trentina grazie all’ispirazione di Chiara Corbella Petrillo, e alla prima grande Marcia per la Vita di Roma. Fu soprattutto grazie alla determinazione di Toni Brandi, deciso fermamente a darsi da fare per la tutela della vita nascente”. Nel 2019 ‘ProVita’ si è fusa con ‘Generazione Famiglia’, da parte sua erede della ‘Manif pour tous Italia’. Chi ci legge sa che abbiamo sempre seguito con grande simpatia il percorso non facile intrapreso dalla galassia pro life in una società sempre più secolarizzata. Ricordiamo tra l’altro le manifestazioni dei primi anni (anche quelle delle ‘Sentinelle in piedi’), i due ‘Family Day’ del 2015 e del 2016, il Congresso mondiale delle Famiglie di Verona, la partecipazione e poi – da quest’anno -la guida dell’annuale ‘Marcia per la Vita’. Hanno rievocato vari momenti di un decennio di vita vissuta molto intensamente Toni Brandi, Jacopo Coghe, Francesca Romana Poleggi, Maria Rachele Ruiu. Ai tavoli anche alcuni politici: i parlamentari Chiara Colosimo, Grazia Di Maggio, Maurizio Gasparri, Lavinia Mennuni, l’europarlamentare Simona Baldassarre, il consigliere comunale bolognese Matteo Di Benedetto, gli ex-senatori William De Vecchis e Simone Pillon. A ‘ProVita@Famiglia’ anche le nostre felicitazioni con l’auspicio che prosegua nella lotta intrapresa dieci anni fa con indubbi successi in un contesto spesso molto ostile. Censure totalitarie e aggressioni non solo verbali non sono mancate, non mancano e non mancheranno… ma …non mollare mai nella difesa e nel promovimento dei valori fondamentali della persona umana!

     

    IL PAPA IN BAHREIN DAL 3 AL 6 NOVEMBRE 2022. QUALCHE CITAZIONE, IN PARTICOLARE SUL TEMA DEL DIALOGO INTERRELIGIOSO

    . 3 novembre 2022/Awali, incontro con autorità, società civile e corpo diplomatico – la guerra: Oggi assistiamo, ogni giorno di più, ad azioni e minacce di morte. Penso, in particolare, alla realtà mostruosa e insensata della guerra, che ovunque semina distruzione e sradica speranza. Nella guerra emerge il lato peggiore dell’uomo: egoismo, violenza e menzogna. Sì, perché la guerra, ogni guerra, rappresenta anche la morte della verità. Rifiutiamo la logica delle armi e invertiamo la rotta, tramutando le ingenti spese militari in investimenti per combattere la fame, la mancanza di cure sanitarie e di istruzione. Ho nel cuore il dolore per tante situazioni di conflitto. Guardando alla Penisola arabica, i cui Paesi desidero salutare con cordialità e rispetto, rivolgo un pensiero speciale e accorato allo Yemen, martoriato da una guerra dimenticata che, come ogni guerra, non porta a nessuna vittoria, ma solo a cocenti sconfitte per tutti. Porto nella preghiera soprattutto i civili, i bambini, gli anziani, i malati e imploro: tacciano le armi, tacciano le armi, tacciano le armi! Impegniamoci ovunque e davvero per la pace!

    . 4 novembre 2022,/Awali, chiusura del Bahrein Forum for dialogue: east and west for human coexistence – l’arcipelago: Il Paese trae il proprio nome dalle sue acque: la parola Bahrein evoca infatti “due mari”. Pensiamo alle acque del mare, che mettono in contatto le terre e in comunicazione le genti, collegando popoli distanti. «Ciò che la terra divide, il mare unisce», recita un antico detto. E il nostro pianeta Terra, guardandolo dall’alto, si presenta come un vasto mare blu, che congiunge rive diverse. Dal cielo sembra ricordarci che siamo un’unica famiglia: non isole, ma un solo grande arcipelago. È così che l’Altissimo ci vuole e questo Paese, un arcipelago di oltre trenta isole, può ben simboleggiarne il desiderio.

    . 4 novembre 2022/Ibidem – religione e violenza:  La Dichiarazione del Regno del Bahrein insegna che ‘quando si predicano odio, violenza e discordia si dissacra il nome di Dio’. Chi è religioso rigetta questo, senza alcuna giustificazione. Con forza dice ‘no’ alla bestemmia della guerra e all’uso della violenza. E traduce con coerenza, nella pratica, tali ‘no’. Perché non basta dire che una religione è pacifica, occorre condannare e isolare i violenti che ne abusano il nome. E nemmeno è sufficiente prendere le distanze dall’intolleranza e dall’estremismo, bisogna agire in senso contrario. ‘Per questo è necessario interrompere il sostegno ai movimenti terroristici attraverso il rifornimento di denaro, di armi, di piani o giustificazioni e anche la copertura mediatica, e considerare tutto ciò come crimini internazionali che minacciano la sicurezza e la pace mondiale. Occorre condannare un tale terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni’ (Documento sulla fratellanza umana). Anche il terrorismo ideologico.

     6 novembre 2022/conferenza-stampa nell’aereo di ritorno a Roma

    . (bilancio del viaggio) Dal punto di vista islamico ho ascoltato con attenzione i tre interventi del Grande Imam e mi ha colpito il modo in cui lui insisteva tanto sul dialogo intra-islamico, fra voi, non per cancellare le differenze ma per capirsi e lavorare insieme, non essere contro. Noi cristiani abbiamo una storia un po’ brutta delle differenze che ci ha portato a delle guerre di religione: cattolici contro ortodossi o contro luterani. Adesso, grazie a Dio, dopo il Concilio, c’è un avvicinamento, possiamo dialogare e lavorare insieme e questo è importante, dando testimonianza di far del bene agli altri. Poi gli specialisti, i teologi discuteranno le cose teologiche, ma noi dobbiamo camminare insieme come credenti, come amici, come fratelli, fare del bene. (…) Sono rimasto colpito anche delle cose che sono state dette nel Consiglio Musulmano degli Anziani, sul creato e sulla salvaguardia del creato: questa è una preoccupazione comune a tutti, islamici, cristiani, tutti.

    , (dialogo interreligioso con i musulmani): Ho pensato tanto in questi giorni, e ne abbiamo parlato col Grande Imam, su come è venuta l’idea del Documento di Abu Dhabi, quel Documento che abbiamo fatto insieme, il primo. Lui era venuto in Vaticano per una visita di cortesia e abbiamo avuto la visita protocollare. Era quasi l’ora del pranzo e lui se ne andava e, mentre andavo a congedarlo, domandai: ‘Ma dove va a pranzare lei?’. Non so che cosa mi ha detto… ‘Venga, pranziamo insieme’. È stata una cosa da dentro. Poi, seduti a tavola, lui, il suo segretario, due consiglieri, io, il mio segretario, il mio consigliere, abbiamo preso il pane, lo abbiamo spezzato e lo abbiamo dato uno all’altro: un gesto di amicizia, offrire il pane. È stato un pranzo molto bello, molto fraterno. E verso la fine, non so a chi è venuta l’idea: ‘Perché non facciamo uno scritto su questo incontro?’. Così è nato il Documento di Abu Dhabi. Si sono messi a lavorare i due segretari, con una bozza che va, una bozza che torna, una che va e una che torna… E alla fine abbiamo approfittato dell’incontro ad Abu Dhabi per pubblicarlo. È stata una cosa di Dio, non si può capire altrimenti, perché nessuno di noi aveva in mente questo. È uscito durante un pranzo amichevole, e questa è una cosa grande. (…) Poi ho continuato a pensare, e il Documento di Abu Dhabi (vedi anche https://www.rossoporpora.org/rubriche/papa-francesco/843-papa-abu-dhabi-certo-un-evento-storico-per-il-mondo-islamico.html ) è stata la base di Fratelli tutti.

     

    GUSTAVO ZAGREBELSKY E I SUOI DISCEPOLI: L’OCCUPAZIONE DELLE SCUOLE E LA CONDIVISIONE DELL’ILLEGALITA’

    Nato nel 1943, per un decennio membro della Corte Costituzionale italiana (che ha presieduto nel 2004), Gustavo Zagrebelsky è un nome noto anche come influencer cartaceo e audiovisivo. Alla notizia dell’approvazione, il 31 ottobre, da parte del governo Meloni del decreto legge 162/2022, deve essersi sentito morso come da una tarantola a causa dell’articolo 5, quello relativo alla sacrosanta ‘stretta’ a proposito di rave party, note manifestazioni musicali che si svolgono generalmente in luoghi occupati abusivamente e in cui raggiunge l’apice il rimbecillimento psicofisico di tanti giovani alimentato generalmente anche da spaccio e assunzione di droga. La ‘stretta’ non è piaciuta a Zagrebelsky, timoroso anche che possa estendersi ad altre occasioni di illegalità come ad esempio l’occupazione delle scuole.

    In un pensoso editoriale, dal titolo “Decreto anti-rave, quando la disubbidienza è consapevole” - che il 3 novembre apre la prima pagina del noto giornalone maestro in campagne mediatiche diffamatorie (ovvero laRepubblica) – si chiede subito l’ex-presidente della Corte Costituzionale: “Di fronte alla legge ingiusta non c’è modo di reagire legalmente? È possibile essere ‘ribelli secondo il diritto’, secondo la Costituzione?”. Posta la domanda, dopo un lungo e contorto ragionamento ad hoc, Zagrebelsky si dà anche la risposta: “La disobbedienza alle leggi, nei casi in cui sono in questione valori essenziali come la vita, la libertà, la dignità delle persone, la democrazia, non è mera illegalità, ma è una virtù repubblicana. Essa significa il rifiuto di confermare l'ingiustizia con la propria acquiescenza. Tutte le volte che ubbidiamo alla legge, infatti, la fortifichiamo: se la legge è giusta, fortifichiamo la giustizia, ma se è ingiusta convalidiamo l'arbitrio.

    Si dirà: ma tutto ciò implica coraggio, presuppone che ci si metta in gioco e si assumano rischi. Sì. Ma la libertà e la Costituzione non sanno che farsene dei pusillanimi, di coloro che pensano soltanto alla propria tiepida sicurezza. E gli imbelli e i paurosi, a loro volta, non sanno che farsene, né della libertà né della Costituzione“.

    In sintesi: la disobbedienza alle leggi nei casi citati è una virtù repubblicana. Chi disobbedisce è un coraggioso. Chi non lo fa è un pusillanime.

    Il punto è che Zagrebelsky questo ragionamento lo applica alle nuove norme di legge anti-rave party (e altre simili, lui teme), approvate da un governo eletto democraticamente e non imposte militarmente da uno Stato totalitario.   

    Ça va sans dire, il chiaro invito a un’odierna disobbedienza civile contro le norme del governo Meloni da parte di Zagrebelsky raccoglie il plauso degli attici dei Parioli, dei virtuosi del politicamente corretto e del fanatismo ideologico della nota lobby.

    I DISCEPOLI DI ZAGREBELSKY SI ILLUSTRANO NELLE SCUOLE OCCUPATE

    Vedete un po’ voi. In questi giorni si sta riproponendo specie ma non solo a Roma– come ogni anno in autunno - il triste e tristo rito illegale dell’occupazione delle scuole.

    Dai proclami di collettivi vari facenti capo a organizzazioni di estrema sinistra, ben organizzati in una rete che determina modi e tempi delle azioni illegali, estrapoliamo alcuni passi significativi (in cui si nota anche l’uso ridicolo del ‘3’ in sostituzione di maschile e femminile):

    . Un  neoeletto governo di estrema destra mette a rischio i nostri diritti, la lotta al cambiamento climatico, l’uguaglianza sociale e la democrazia.

    . La scuola che attraversiamo ogni giorno (…) non dà nessuna occasione per poter affrontare i temi di attualità che vengono propinati ogni giorno da radio, giornali e social media. Si citano tra l’altro le tematiche della ‘carriera alias’, insulti sessisti, propaganda omofoba e sessista costruita da esponenti del governo Meloni e non solo. Tematiche cui si deve porre maggiore attenzione (…) affinché la scuola sia veramente un luogo da frequentare in tranquillità per ognun3 di noi.

    . Occupare il nostro liceo, nel nostro piccolo, è il modo più forte per far percepire il nostro malessere, per costituire uno spazio di libera espressione, per attuare parzialmente la nostra idea di scuola, per invocare un radicale cambiamento etico e politico.

    . Quest'occupazione è il simbolo e il mezzo di una risposta corale e generazionale alla deriva meritocratica ed escludente che sta prendendo la scuola e il Paese, che parte da una forte presa di posizione contro il sedicente Ministero dell'Istruzione ‘e del Merito’, e contro il nuovo Governo, che non ha perso un attimo ad attuare politiche liberticide e autoritarie

    . L’occupazione è la modalità che abbiamo scelto per mettere fine al modello autoritario, obsoleto e alienante di scuola e di sistema che subiamo ogni giorno.

    . La vera finalità del provvedimento anti-rave è impedire le manifestazioni spontanee e la nascita di movimenti di protesta come quello studentesco dell’anno passato, che con più di 50 scuole occupate ha mobilitato studenti da tutte le regioni d'Italia. Esigiamo l’abrogazione immediata del decreto in questione, che rappresenta una violazione inaccettabile dei principi della Costituzione e un violento attacco alla libertà di espressione.

    Percepiamo nei toni un vago olezzo di ’68… roba da cellula pura e dura…

    Naturalmente nei giorni dell’occupazione è ormai tradizione consolidata invitare relatori più o meno famosi (di solito molto politicamente corretti) per colloquiare con gli occupanti dentro gli edifici sequestrati con un’azione di forza. Anche stavolta c’è chi tra i cosiddetti ‘democratici illustri’ e perfino tra i parlamentari della Repubblica non ha resistito alla tentazione di condividere con gli studenti promotori una situazione di illegalità. Portatori insomma del verbo della ‘disobbedienza civile’ alla Zagrebelsky. Nessun problema per questi discepoli dell’ex-presidente della Corte Costituzionale, conosciuti anche perché hanno sempre sulle labbra la parola democrazia e la locuzione ‘difesa della Costituzione repubblicana’. Loro possono… sono al di sopra della legge, valida solo per i cittadini comuni… Ne citiamo alcuni (desunti da diversi comunicati), tutti democratici a mille carati: Enrico Mentana,  Michela Murgia, Lucio Caracciolo, Christian Raimo, Riccardo Noury (Amnesty International), Edoardo Albinati (scrittore, quello de ‘La scuola cattolica’) e addirittura i parlamentari Ilaria Cucchi, Aboubakar Soumahoro e l’immancabile Alessandro Zan.

    Ciliegina sulla torta. In un loro comunicato i docenti (notoriamente in prevalenza di sinistra) del Liceo Tasso – certo punti sul vivo dalle critiche per i modi del loro insegnamento espresse nel documento politico del collettivo occupante – hanno affidato la loro reazione a una lettera aperta. In cui tra l’altro si legge un’osservazione assai puntuta a proposito della cosiddetta didattica alternativa perseguita dagli occupanti: “Si fa presto a parlare di didattica alternativa solo perché l’aula magna o la palestra accolgono ospiti invitati un giorno per un paio d’ore, eventi che sono sempre avvenuti in occasione di incontri con l’autore, conferenze, assemblee che hanno luogo nella scuola con assidua frequenza. Cosa c’è di alternativo nell’invitare Mentana, Murgia o Raimo? In cosa consisterebbe questa rivoluzione pedagogica? Se figure di spicco, che sono paradossalmente intervenute a parlare di legalità in una scuola occupata in aperta violazione della legge, avessero condiviso la loro esperienza umana e culturale con tutti i ragazzi e non solo con alcuni nella Settimana dello studente, spazio legalmente autogestito dagli alunni, sarebbe stato meno alternativo?”

    Non infieriamo ulteriormente su questa baruffa insolita tra compagni puri o ibridi e per stavolta chiudiamo.

    Ricerca