ZUPPI A WASHINGTON – PALAZZO CHIGI: FORUM LIBERTA’ RELIGIOSA PAKISTAN – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 18 luglio 2023
Lunedì 17 luglio 2023 è incominciata la terza tappa della ‘missione’ del cardinale Zuppi in relazione alla guerra in Ucraina: destinazione Washington, là dove si puote ciò che si vuole (o quasi). A Palazzo Chigi giovedì 13 luglio il primo Forum sulla libertà religiosa, con focus sul Pakistan, promosso dal Ministro degli Esteri dopo la nomina di Davide Dionisi a inviato speciale in materia, con particolare attenzione all’aiuto ai cristiani perseguitati nel mondo.
GUERRA IN UCRAINA/ TERZA TAPPA VATICANA: ZUPPI A WASHINGTON
Da ieri (17 luglio 2023) e fino a domani il cardinale Matteo Maria Zuppi è a Washington per proseguire – da inviato di papa Francesco e in sintonia con la Segreteria di Stato - la ‘missione’ umanitaria-pacificatrice che ha già conosciuto una prima tappa a Kiev e una seconda a Mosca. E’ evidente che anche per il Vaticano senza un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nella ‘missione’ diventa realisticamente difficile che essa possa produrre frutti concreti non effimeri. Pare di poter arguire che per la Santa Sede la chiave di un’attenuazione del conflitto in Ucraina stia presso Biden e i suoi generali/industriali, non certo presso il loro replicante ucraino Zelensky. Zuppi incontrerà dunque (presumibilmente senza fanfare, temi umanitari ma anche invio delle armi) l’autodefinitosi cattolico Joe Biden (un eccellente rappresentante dei desiderata totalitari delle lobbies bellicista, abortista e lgbt) ovvero di colui che – osannato da alcuni come campione dei diritti umani -alimenta senza scrupoli morali e in vari modi la guerra in Ucraina fornendo – esempio recente – a Kiev anche bombe a grappolo, le più disumane della categoria. Tappa dunque di nuovo molto impegnativa per il porporato santegidino … e stavolta gli toccherà cercare di almeno suscitare qualche dubbio e magari qualche assestamento di coscienza in un ‘cattolico’ che più che al Signore Dio ha fin qui sentito di dover rispondere ai signori degli arsenali.
Papa Francesco, nel post-Angelus di domenica 16 luglio (festa della Madonna del Carmelo), è tornato sulla bestialità della guerra in Ucraina ricordando il primo bombardamento alleato di Roma del 19 luglio 1943, che provocò 3mila morti e 11mila feriti: “Voglio ricordare che ottant’anni fa, il 19 luglio 1943, alcuni quartieri di Roma, specialmente San Lorenzo, furono bombardati, e il Papa, il Venerabile Pio XII, volle recarsi in mezzo al popolo sconvolto. Purtroppo anche oggi queste tragedie si ripetono. Com’è possibile? Abbiamo perso la memoria? Il Signore abbia pietà di noi e liberi la famiglia umana dal flagello della guerra. In particolare preghiamo per il caro popolo ucraino, che soffre tanto.
PALAZZO CHIGI: FORUM SULLA LIBERTA’ RELIGIOSA, CON IL PRIMO FOCUS RIGUARDANTE IL PAKISTAN
Utile subito rinfrescare la memoria. Il Pakistan è un grande Stato asiatico, una Repubblica islamica che confina con Iran, India, Afghanistan, Cina; è separato dal Tagikistan da un corridoio afghano; si affaccia per oltre mille chilometri di costa sul Mar Arabico (confine marittimo con l’Oman). La superficie copre circa 800mila kmq (Italia circa 300mila), la popolazione raggiunge i 230 milioni di abitanti (Italia meno di 60 milioni). I musulmani (in gran parte sunniti) sono oltre il 96%, i cristiani meno del 2% (poco più della metà cattolici).
Se sfogliamo il recente Rapporto dell’Aiuto alla Chiesa che soffre sulla libertà religiosa nel mondo (biennale, edizione 2023) notiamo che – tra i 196 Stati considerati - il Pakistan è incluso (insieme con i suoi vicini) tra i 28 Paesi in cui si evidenzia una vera e propria ‘persecuzione’ contro i cristiani e minoranze religiose diverse. Di ‘discriminazione’ si parla invece per altri 33 Paesi.
Questo detto, è più che comprensibile la decisione del Ministero degli Esteri italiano di dedicare il primo di una serie di incontri sulla libertà religiosa nel mondo proprio al Pakistan. E’ stato anche il primo atto ufficiale presieduto e moderato da Davide Dionisi (già giornalista di punta dei media vaticani), che da poche settimane è divenuto “inviato speciale” del Ministro degli Esteri Tajani “per la promozione della libertà religiosa nel mondo e per la tutela delle minoranze religiose” cui si è aggiunto: “con particolare riferimento a quelle cristiane”. Per Andrea Benzo che fin qui si è occupato della questione generale (senza la specificazione ‘cristiana’) è stata creata la funzione di “coordinatore della Farnesina per il dialogo interreligioso”.
E’ così che giovedì 13 luglio 2023 la Sala Verde (dai damascati che coprono pareti e sedie) al terzo piano di Palazzo Chigi ha ospitato l’incontro, che non ha deluso le aspettative, fornendo un quadro assai variegato della condizione vissuta dai cristiani nel Paese asiatico. Ai relatori, che hanno presentato esperienze di persecuzione e discriminazione, ma anche di tenace ricerca di un dialogo con la maggioranza islamica, ha replicato (con un intervento conclusivo imprevisto, ampio, fermo e anche assai piccato) l’ambasciatore del Pakistan in Italia Alì Javed, difendendo il suo governo anche riguardo all’emancipazione femminile, condannando approssimazioni informative, “industria della paura” e “fake news”, segnalando che casi di discriminazione succedono anche in Occidente, ammonendo a non mescolare politica e religione.
Ma andiamo con ordine, cercando di sintetizzare gli spunti più interessanti emersi dal Forum.
TAJANI: LIBERTA’ RELIGIOSA PRIMO DEI DIRITTI UMANI
Nell’indirizzo di saluto inviato ai convegnisti, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha evidenziato che la nomina di Dionisi e la scelta di Palazzo Chigi come sede del Forum indicano chiaramente come il Governo intenda “impegnarsi direttamente nella difesa e nel rispetto della libertà religiosa che da sempre considera un’esigenza inalienabile della dignità di ogni uomo”. Al primo Forum ne faranno seguito altri, poiché “un confronto franco e aperto” con Paesi in cui esistono problemi gravi per l’esercizio della libertà religiosa permette “una più precisa comprensione” del “primo dei diritti umani”.
Dopo un breve saluto del già citato ambasciatore Alì Javed, è intervenuta l’avvocato Tabassun Yousaf (patrocinante presso l’Alta Corte della provincia del Sindh), che ha evocato alcune sue esperienze personali di difesa di donne cristiane discriminate e ribadito la necessità per un armonico sviluppo sociale di proteggere “i diritti di tutti i gruppi religiosi, specie di quelli più vulnerabili”.
MONTEDURO (ACS): LA LEGGE ‘ANTIBLASFEMIA’ E’ SFRUTTATA DAGLI ESTREMISTI ISLAMICI
E’ bene qui ricordare che la costituzione del Pakistan all’articolo 2 afferma che l’islam è la religione di Stato del Paese e all’articolo 20 rileva comunque che “ogni cittadino ha il diritto di professare, praticare e diffondere la propria religione”, mentre ogni confessione religiosa “ha il diritto di istituire, mantenere e gestire le proprie istituzioni religiose”. Tuttavia in altri articoli si operano distinzioni tra musulmani e non musulmani e soprattutto la cosiddetta Legge antiblasfemia limita gravemente la libertà religiosa e quella di espressione (recentemente è stata addirittura inasprita, poiché al delitto di “profanazione e insulto” contro il Corano e Maometto è stato aggiunto anche quello contro la famiglia del Profeta).
Proprio a proposito della “Legge antiblasfemia” Alessandro Monteduro, direttore della sezione italiana dell’Aiuto alla Chiesa che soffre, ha evidenziato che, se lo Stato pachistano fin qui non ha mai eseguito una condanna a morte come previsto dalle norme, non poche persone sono state assassinate a causa della legge da estremisti islamici per via extragiudiziale. Discriminazioni si ritrovano ad esempio nell’obbligo di studio del Corano per tutti, nella violazione da parte dell’Autorità dell’assegnazione del 5% dei posti di lavoro governativi a cristiani e altre minoranze, nell’impiego di bambini e ragazzi in buona parte appartenenti alle minoranze religiose nelle terribili fornaci in cui si costruiscono mattoni, nelle conversioni forzate. Certo questi sono giorni difficili anche a causa di atti “disgustosi” commessi in Occidente contro il Corano (vedi rogo in Svezia): gli effetti di tali atti – ha sottolineato Monteduro – si ripercuotono sui cristiani in Pakistan, che si sentono nel contempo pienamente cristiani (vedi le croci sulle porte delle case del quartiere cristiano di Karachi) e pienamente pachistani.
I PARLAMENTARI LEGHISTI FORMENTINI E PUCCIARELLI: IL ‘FONDO’ PER L’AIUTO AI CRISTIANI FUNZIONA
Sono seguiti due brevi interventi di parlamentari della Lega. Il deputato Paolo Formentini ha ricordato l’istituzione di un Fondo governativo per l’assistenza e l’aiuto alle minoranze perseguitate (originato da un suo emendamento del dicembre 2018 alla Legge di bilancio). Il Fondo - ha rilevato Formentini - funziona e fin qui si sono aiutati cristiani in Paesi in crisi (vedi Iraq, Siria e in Terrasanta). La senatrice Stefania Pucciarelli, già presidente della Commissione diritti umani, ha seguito da vicino, in tale veste, lo sviluppo del caso di Asia Bibi. Ha anche osservato che attualmente il Pakistan sta seguendo un percorso sostanzialmente incoraggiante a proposito di riconoscimento dei diritti umani.
VALERIA MARTANO: LA COMUNITA’ Di SANT’EGIDIO PUNTA IN PRIMO LUOGO SULL’ISTRUZIONE DEI CRISTIANI
Valeria Martano, portando la voce dell’esperienza della Comunità di Sant’Egidio in Pakistan, ha inizialmente evidenziato come il Paese sia nato staccandosi dall’India “come luogo di convivenza tra le minoranze, che desideravano sottrarsi al dominio della maggioranza induista”, tanto è vero che nella bandiera nazionale “al verde dell’Islam si aggiunge il bianco delle minoranze”. Purtroppo però “è indubbio che la storia ha assegnato un posto non facile ai cristiani pachistani (…) i quali vivono, per la gran parte, in una oggettiva condizione di emarginazione e discriminazione”. Lo svantaggio di tipo socio-economico dei cristiani è indicato in modo chiaro dal livello di istruzione. Se nel Paese gli alfabetizzati sono attorno al 60%, tra i cristiani la percentuale scende a meno del 25%: pochissimi tra loro quelli che terminano la scuola elementare e la media, mentre solo lo 0,5% accede all’Università. Ciò “si traduce bell’impossibilità di accedere a lavori di livello medio-alto, e quindi in emarginazione sociale, oltre che economica”.
Proprio considerando tale situazione Sant’Egidio si è proposta di promuovere l’istruzione superiore, di educare alla pace e alla convivenza religiosa attraverso scambi continui con le altre comunità, di favorire il dialogo interreligioso. Tra i progetti in corso brilla quello denominato “Diritto alla scuola, diritto al futuro” (avviato nel 2014 e sostenuto anche dalla Cei), che “attraverso la stipula di accordi con 11 istituti di istruzione superiore”, ha permesso “di sostenere l’accesso a livelli elevati di istruzione a oltre 500 giovani cristiani.
ANDREA BENZO (DIALOGO INTERRELIGIOSO): CONDIZIONI PER LA LIBERTA’ RELIGIOSA E PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO
Andrea Benzo ha da parte sua ribadito che la libertà religiosa “non si riduce alla sola libertà di culto” e che si fonda sull’articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948. La libertà religiosa consiste dunque nel “diritto di avere, non avere, cambiare, manifestare il proprio credo”. Inoltre, come è emerso anche dal Documento interreligioso di Abu Dhabi, dal concetto di ‘minoranza religiosa’ si dovrebbe passare a quello di ‘cittadinanza inclusiva’ (NdR: un concetto molto caro anche al patriarca maronita libanese, cardinale Béchara Raï). Quattro le condizioni per un dialogo interreligioso fecondo: non può esserci dialogo senza libertà, deve esserci un confronto costante con tutti gli attori del dialogo, il dialogo deve essere a dimensione comunitaria, il dialogo deve promuovere rispetto e comprensione reciproca.
DANIELA CANCLINI (URBANIANA): DONNE CRISTIANE PIU’ DISCRIMINATE
Docente all’Urbaniana, Daniela Canclini ha sottolineato che le donne cristiane in Pakistan sono nella condizione peggiore;: “Quattro su dieci ammettono di aver subito qualche forma di discriminazione religiosa. Più di un terzo di tutte le donne cristiane considera la propria religione come un rischio fisico e un’aggravante della disuguaglianza sociale ed economica”. Daniela Canclini ha fatto notare che la libertà religiosa non è compresa nell’agenda 2030, (NdR: tanto citata ed esaltata…) Annunciata infine la creazione di una cattedra di evangelizzazione e diritti umani presso l’Urbaniana.
SARA FUMAGALLI (UMANITARIA PADANA): AIUTARE TUTTI I BISOGNOSI SENZA DISTINZIONI. IN PAKISTAN DAL 2008.
Dal 1999 esiste l’ “Umanitaria Padana Onlus”, che – grazie all’impegno di un gruppo di volontari – opera interventi umanitari “secondo il motto di aiutare i popoli a casa loro e di aiutare ad aiutarsi, nell’ambito dei principi generali della solidarietà internazionale e nel rispetto delle culture e tradizioni locali”: lo ha rilevato all’inizio del suo intervento Sara Fumagalli, da vent’anni coordinatrice dell’attività sociale. Una testimonianza di volontariato in Paesi colpiti da conflitti, calamità naturali e persecuzioni – ha detto la relatrice – che è nata “dopo un pellegrinaggio a Medjugorje”. E’ dal 2008 che l’Associazione si occupa dei cristiani del Pakistan, fornendo ad esempio una formazione scolastica a bambine e ragazze cristiane povere, in collaborazione con i Missionari Oblati di Maria Immacolata. Una di queste ragazze nel 2018, “unica cristiana dell’Università di Islamabad”, ha conseguito il dottorato in fisica, ricevendo poi una proposta di collaborazione dalla Nasa: “povera, cristiana, donna, cresciuta senza padre in un Paese come il Pakistan, oggi scienziata contesa nel mondo”. L’aiuto di “Umanitaria Padana” si è esteso dal 2014 ad alcune famiglie con lavoratori (anche bambini) nelle fornaci delle fabbriche di mattoni presso Lahore. La situazione per i cristiani conosce un certo progresso, ma tra molti chiaroscuri. I cristiani restano de facto cittadini di serie B, “nonostante la fascia bianca nella bandiera”. Però anche in Occidente, la scristianizzazione della società “va di pari passo con fondamentalismo islamista e laicismo, due facce di una stessa lotta anticristiana”.
Dell’importanza di confrontarsi in materia di libertà religiosa ha poi parlato Mobeen Sahid - docente presso l’Urbaniana – che ha contribuito all’allestimento del Forum, cui erano presenti anche diversi esponenti della comunità pachistana. Infine l’intervento già citato dell’ambasciatore Alì Javed. Al prossimo Forum.