PAROLIN/GERMANIA - CASARINI/VESCOVI - NONUNADIMENO/PRO VITA - MELONI – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 4 dicembre 2023
Parolin (e la Curia Romana): una Nota indirizzata al Sinodo germanico. La vicenda penosa dell’Invitato speciale Luca Casarini - animatore di ‘Mediterranea’- e dei rapporti finanziari con alcuni vescovi. L’abbraccio appassionato del movimento ‘Nonunadimeno’ a ProVita&Famiglia nella manifestazione del 25 novembre a Roma. Il messaggio di Meloni in morte di Indi Gregory. Riccardi a Sant’Ippolito martedì 5 marzo alle 20.30 su ‘Uomo e guerra’.
Il (molto) controverso Cammino sinodale tedesco di natura cattofluida prosegue tra mille polemiche il suo percorso, fondato sostanzialmente sull’ancestrale Los von Rom.
Dopo la “Lettera al popolo di Dio che è in cammino in Germania” (pubblicizzata il 29 giugno 2019), la Dichiarazione vaticana del 21 luglio 2021, incontri vari tra le parti (i più importanti quello per la visita ad limina del novembre 2022 e quello del 26 luglio 2023), sono stati pubblicizzati recentemente altri sviluppi del dibattito. Ad esempio la risposta del Pontefice in data 10 novembre alle preoccupazioni per la deriva sinodale da parte di quattro teologhe e filosofe tedesche oppure lo scambio muscoloso di opinioni tra il presidente della Conferenza episcopale polacca, l’arcivescovo Stanislaw Gadieçki (che al Papa aveva espresso all’inizio del Sinodo dei vescovi e dei non vescovi il suo fondato allarme per le tesi prevalenti nel percorso teutonico) e quello della Conferenza episcopale tedesca, Georg Bätzing, che s’è stracciato le vesti per l’intervento del collega….è seguita poi una tregua apparente a margine della riunione episcopale europea di Malta.
Ci preme però qui evidenziare i punti fondamentali della Nota del 23 ottobre che il Segretario di Stato, cardinale Parolin, ha inviato alla Segretaria generale della Conferenza episcopale tedesca Beate Gilles. Lo scritto, fondato su considerazioni della Congregazione per la Dottrina della fede e approvato dai cinque dicasteri interessati, è considerato propedeutico a ulteriori discussioni con i vescovi tedeschi programmate per gennaio, aprile e giugno 2024.
Della nota (pubblicizzata dal settimanale cattolico Die Tagespost il 24 novembre) riportiamo i passi indubbiamente più significativi per la chiarezza dei contenuti.
. Se si considera lo svolgimento fin qui del Cammino sinodale tedesco si deve dapprima aver ben presente che si sta tenendo un Sinodo universale che è stato convocato dal Santo Padre. Perciò è necessario rispettare il percorso della Chiesa universale ed evitare l’impressione che siano in corso iniziative parallele che considerino con indifferenza gli sforzi per un camminare insieme.
. Prestando attenzione alle preoccupazioni di alcuni fedeli della Chiesa tedesca, diamo spazio per continuare il dialogo già avviato auspicando che sia connotato da rispetto e fraternità, alla luce delle questioni rappresentate nei documenti fin qui approvati. Però non tutte le questioni possono essere poste sullo stesso piano. Per alcune ci sono aspetti che non possono essere discussi e altri su cui si può sviluppare un confronto approfondito. Su altre questioni per contro non è data la possibilità di valutare diversamente, come ad esempio le seguenti:
. (Papa Francesco e il sacerdozio femminile): Per quanto riguarda l’ordinazione sacerdotale delle donne, la Chiesa si è pronunciata e conferma il suo No. San Giovanni Paolo II lo ha detto, in modo definitivo: “Questa porta è chiusa” (NdR: dall’Esortazione apostolica di papa Woytila Ordinatio sacerdotalis, del 22 maggio 1994. N. 4: “Dichiaro che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l'ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa”.)
. (atti omosessuali) Un’altra questione su cui una Chiesa locale non ha nessuna possibilità di rappresentare un’opinione diversa è quella degli atti omosessuali. Anche se si dovesse riconoscere che da un punto di vista soggettivo entrano in gioco fattori diversi che si spingono a non giudicare la persona, ciò non cambia in alcun modo il giudizio della moralità oggettiva di tali atti.
CASARINI, DON FERRARI, ALCUNI VESCOVI E LO SCAVO DI AVVENIRE
E’ da mercoledì 29 novembre 2023 che il quotidiano La Verità si apre con titoloni a tutta pagina su una vicenda penosa (frutto di convinzione, dabbenaggine, opportunismo e voglia di piacere a Jorge Mario Bergoglio?) che ruota attorno ai finanziamenti che il noto Luca Casarini, ex no-global animatore dei disordini di Genova, pluricondannato in via definitiva (lo scrive lui stesso), indagato dalla procura di Ragusa per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ammirato da papa Francesco che lo ha promosso a ‘Invitato speciale’ del recente Sinodo dei vescovi e dei non vescovi (non solo: Jorge Mario Bergoglio avrebbe auspicato secondo le intercettazioni di fornire ogni aiuto possibile alla sua attività), protagonista addirittura di un briefing sinodale in Sala Stampa vaticana…. avrebbe ricevuto da diverse diocesi italiane, dalla Caritas nazionale, dalla Fondazione Migrantes.
Abbiamo scritto “avrebbe ricevuto”. Perché ciò risulta dal contenuto di intercettazioni pubblicate in prima battuta in contemporanea da La Verità (sotto il titolo “Dai vescovi milioni di euro a Casarini imputato per traffico di esseri umani”) e dal settimanale della casa Panorama, poi dal quotidiano. E anche il titolo di lunedì 4 dicembre è stuzzicante: “ ‘Avvenire’ in combutta con Casarini&C. ‘Facciamo una bella sorpresa a Salvini”.
Quanto apparso in questi giorni su La Verità è certo frutto di intercettazioni passate verosimilmente da qualche inquirente al giornale. Lo sappiamo: pubblicare intercettazioni non è proprio un’espressione sublime di giornalismo. E tuttavia va ricordato che i primi ad utilizzare in modo massiccio le intercettazioni e a farsene strumento redditizio (per accresciute vendite di giornali e libri, per fecondi ascolti radiotelevisivi, per ripagati contatti social ) sono stati i sinistri. Chi non si ricorda ad esempio dei tempi di Berlusconi, delle sue avventure amorose, delle sue olgettine? Chi è senza peccato, dunque, scagli la prima pietra.
Il punto fondamentale è: le intercettazioni sono vere oppure no? Non si può non notare che fin qui non hanno ricevuto smentita. Casarini e i suoi si sono sì scagliati contro la pubblicazione delle intercettazioni, ma hanno parlato genericamente di “menzogne” e non hanno smentito niente di preciso. E’ forse arrivata da qualche diocesi una smentita ai finanziamenti versati a Casarini e alla sua ciurma? Per il momento no, altrimenti di certo Avvenire (che come vedremo ha una coda di paglia lunga da Aosta a Lampedusa) ne avrebbe riferito con evidenza.
In questa sede quel che appare ancora più importante delle frasi registrate al telefono è l’addebitato finanziamento da parte di alcune diocesi di finanziamenti - tratti in genere dall’8 per mille - all’attività illegale di Casarini e compagni (tra i quali l’ineffabile don Mattia Ferrari, cappellano di Mediterranea e gran procacciatore di fondi ecclesiali per la ciurma).
Ci chiediamo allora: ma i fedeli cattolici delle arcidiocesi e diocesi di Palermo, Napoli, Modena-Nonantola (da cui proviene don Mattia Ferrari), Brescia, Pesaro, Ancona-Osimo, oltre ai fedeli cattolici italiani (per quanto riguarda Caritas e Fondazione Migrantes) sono d’accordo che parte dei loro soldi, quelli dell’8 per mille, vadano a finanziare la ciurma di Casarini?
Prima di chiudere provvisoriamente sull’argomento, vi proponiamo un’intercettazione veramente illuminante su quel che si muove nell’ambito della comunicazione in materia di migranti. E’ il noto e avveniristico Nello Scavo, che scrive a Casarini il 28 aprile 2019, su una chat del gruppo: “Ciao Luca, stiamo organizzando con Repubblica l’uscita in esclusiva e in tandem circa don Mattia (NdR: don Mattia Ferrari) a bordo. Ne ho parlato anche con Beppe Caccia (NdR: sodale di Casarini) e se sei d’accordo anche tu, siamo dell’idea di dare la notizia con grande rilevanza sull’edizione cartacea (NdR: di Avvenire e di Repubblica) di martedì e contemporaneamente sui siti (con foto e brevi filmati). Questo ci permetterà anche di cogliere di sorpresa il Truce (NdR: l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini). Visto che sempre martedì alle 12 ci sarà, poi, la vostra conferenza stampa a Roma a cui daremo grande rilevanza sia sui siti che il giorno dopo sui giornali (1 maggio, poi il 2 non saremo in edicola), io avrò anche una dichiarazione del vescovo di Modena che ha autorizzato don Mattia , e questo terrà calma la ‘gerarchia’ (…)”.
IL DELIRIO AMOROSO DI NONUNADIMENO VERSO PROVITA&FAMIGLIA
Sabato 25 novembre la Penisola è stata teatro di diverse manifestazioni promosse dal movimento “femminista e transfemminista” Nonunadimeno, di cui è nota la filantropia che si esprime in abbracci fin troppo appassionati a realtà di opinione diversa come quelle pro life. E’ da anni che l’amore esemplare di tale gruppo (ben noto anche a livello scolastico per gli inviti ricevuti durante le assemblee studentesche, bramose di farsi rieducare al vero amore) si manifesta in occasioni in cui ProVita&Famiglia tenta di esprimere pubblicamente le sue idee. Quanto però è successo durante la manifestazione nazionale romana del 25 novembre (secondo la Questura: cinquantamila partecipanti, omaggiati anche da Elly Schlein e dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri) si è rivelato certo opera grandiosa dell’Amore che accende le militanti di Nonunadimeno (e si esprime anche attraverso il lancio di fumogeni, bottiglie varie, imbrattamenti con frasi che impressionano per afflato amoroso, assalti struggenti alle sedi così da aprire quelle porte non si sa perché chiuse, cori che evocano le fiamme della passione sfrenata tipo ““le sedi di provita si chiudono col fuoco, ma coi provita dentro sennò è troppo poco”).
A seguire alcuni passi di post o comunicati o dichiarazioni di ‘Nonunadimeno’, riguardanti la concretizzazione della terzina dantesca “Amor (…) mi prese del costui piacer sì forte che, come vedi, ancor non m’abbandona”, nel passaggio del corteo davanti alla sede nazionale di ProVita&famiglia a viale Manzoni 28c (poco prima di piazza San Giovanni).
. dal POST del 25 novembre 2023: Abbiamo sanzionato la sede di ProVita&Famiglia, espressione del patriarcato becero e anti-scelta. Sui nostri corpi scegliamo noi! In Italia l’accesso all’aborto continua a essere ostacolato e negato. Qui, la polizia, che in questi giorni ha dato spettacolo con post e dichiarazioni in supporto alle donne e contro la violenza di genere, ha picchiato le manifestanti, una delle quali è ancora in ospedale per accertamenti. Vi terremo aggiornatə e ci stringiamo accanto a chi ha manifestato il suo dissenso di fronte alla sede di una organizzazione misogina come ProVita&famiglia e per questo è stata picchiata.
. da DICHIARAZIONI di attiviste: "Le forze dell'ordine ci hanno preso a manganellate davanti alla sede di Pro Vita mentre facevano un'azione con fumogeni e scritte sul muro",
. dal POST del 28 novembre 2023: Lungo il percorso ci sono state varie azioni, all'Assessorato alle politiche sociali del comune di Roma, al Colosseo, ad una Banca mentre una contestazione massiccia della sede di ProVita&Famiglia è stata attaccata dalla Celere e dai carabinieri dell'antisommossa, provocando il ferimento di alcuni manifestanti e nessun ripensamento da parte di chi era nel corteo, determinato a segnalare l'organizzazione antiabortista e omolesbobitransfobica che in questi giorni si è nuovamente distinta per una campagna contro l'educazione alle differenze nelle scuole".
. dal COMUNICATO del primo dicembre 2023: Ci siamo fermatə anche di fronte alla sede di ProVita&Famiglia, per far risuonare la nostra voce e opporci a chi quotidianamente lavora per reprimere e limitare la nostra autodeterminazione. La risposta delle forze dell’ordine, schierate con carabinieri antisommossa e poliziotti della celere a proteggere la sede chiusa, è stata dura, e diversə manifestanti sono statə feritə. A riprova di come, al di là dei futili proclami propagandistici dei giorni precedenti da parte della polizia stessa, la violenza dello Stato si abbatta su chi provi ad alzare la voce, a reclamare la propria libertà di scelta e autodeterminazione. Allə manifestanti feritə va tutto il nostro supporto e tutto il nostro amore.
INDI GREGORY E IL MESSAGGIO DI GIORGIA MELONI
Il primo dicembre si sono svolti nella cattedrale di San Barnaba a Nottingham i funerali di Indi Gregory, una bambina di otto mesi affetta da una malattia che le impediva lo sviluppo dei muscoli. I medici l’avevano dichiarata incurabile e avevano chiesto la sospensione dei trattamenti vitali, nonostante il parere contrario dei genitori che avevano chiesto di poter trasferire la piccola al ‘Bambin Gesù’ di Roma (ospedale vaticano che aveva dato il suo assenso). Possibilità però negata nella cosiddetta civilissima Inghilterra, che è poi lo specchio di come sia considerato oggi in Occidente il diritto alla vita. Infatti i giudici, confermando la decisione medica con la formula del presunto ‘massimo interesse per il minore’, hanno dato luce verde al distacco dei supporti vitali e dunque alla morte di Indi. Per la bambina si era mobilitato, oltre al Vaticano, a La Nuova Bussola Quotidiana, a ProVita&Famiglia e al mondo pro-life italiano, anche il Governo Meloni, che –nel tentativo di salvarla – le aveva conferito la nazionalità italiana. Ai funerali a Nottingham erano presenti le ministre Roccella e Locatelli. Lo stesso primo dicembre il cardinale Parolin ha inviato un telegramma a nome del Papa, in cui tra l’altro si legge: “Affidando Indi alle mani tenere e amorevoli del nostro Padre celeste, Sua Santità si unisce a coloro che sono riuniti per il suo funerale nel ringraziare Dio onnipotente per il dono della sua vita troppo breve".
Riportiamo integralmente poi il messaggio inusuale (per i costumi politici di una Repubblica prudentissima, quasi glaciale, su certi temi) e molto intenso che Giorgia Meloni – da presidente del Consiglio, ha inviato ai genitori di Indi Gregory:
Caro Dean, cara Claire,
oggi avete accompagnato la vostra piccola per l'ultima volta. Indi ha vissuto su questa terra poco più di otto mesi. Poco, troppo poco, ma tanto è bastato a vostra figlia per ricordare al mondo che ogni vita, ogni singola vita, anche la più imperfetta per i canoni del mondo, è un tesoro da custodire. Da proteggere. Da salvare. Fino all'ultimo istante.
Indi ha vissuto quasi tutta la sua vita in un letto di ospedale. Eppure Indi ha vissuto una vita piena. Si è lasciata amare e ha amato. Ha illuminato chi le stava accanto, ha riempito di senso la vostra vita. E quella di tantissimi altri.
Oggi abbiamo salutato la vostra, la nostra, piccola leonessa. L'Italia è la sua seconda Patria e consideriamo Indi parte della nostra famiglia, un po' come la più piccola di casa da coccolare.
Da oggi non sarà più tra le vostre braccia e non potrete più rimanere incantati davanti al suo sorriso, ma Indi continuerà a vivere. Perché, come ci ha insegnato Chiara Corbella Petrillo, siamo nati e non moriremo mai più.
Dean e Claire, siete un esempio. E noi vi vogliamo bene.
MARTEDI’ 5 DICEMBRE ALLE 20.30 ANDREA RICCARDI A SANT’IPPOLITO SU ‘L’UOMO E LA GUERRA’
Nell’ambito degli incontri culturali 2023/24 della parrocchia romana di Sant’Ippolito (cinema delle Provincie, area di piazza Bologna) martedì 5 novembre 2023, con inizio alle 20.30, lo storico Andrea Riccardi esporrà alcune sue considerazioni su “L’uomo e la guerra”. Dopo un’introduzione generale, risponderà alle domande dei presenti. L’incontro è il terzo di quest’anno dopo l’apertura con il cardinale Matteo Zuppi (vedi anche https://www.rossoporpora.org/rubriche/italia/1158-zuppi-a-sant-ippolito-don-morlacchi-da-gerusalemme-casarini.html ) e la serata con l’arcivescovo Rino Fisichella.