VOTO UE/CIVILTA’ CATTOLICA E CEI (CON QUALCHE NOTA), PRO VITA, SUI TETTI – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 24 maggio 2024
Un Rossoporpora interamente dedicato alle prossime elezioni europee. Un ampio documento de ‘La Civiltà Cattolica’, autore il gesuita Benoît Willemaers. Una corposa lettera del presidente della Cei, card. Matteo Maria Zuppi, firmata anche dal presidente della Comece, mons. Mariano Crociata. Il ‘Manifesto valoriale’ di ProVita&Famiglia. L’agenda antropologica di ‘Ditelo sui tetti’.
Dal 6 al 9 giugno (in Italia sabato 8 e domenica 9 giugno) i cittadini dei 27 Paesi dell’UE avranno la possibilità di andare alle urne per eleggere il nuovo Parlamento europeo. In queste settimane si sta intensificando la campagna elettorale da parte di chi aspira a una presenza fisica a Bruxelles; nel contempo si elaborano documenti (anche stilati da organismi non strettamente politici) che intendono offrire spunti di riflessione agli elettori. In questa sede proporremo qualche passo dei testi in materia offerti dai gesuiti de La Civiltà Cattolica, dalla Cei attraverso il suo presidente, da Pro Vita&Famiglia e dalla rete di associazioni laiche cattoliche Ditelo sui tetti.
Il tutto lo facciamo precedere da un cappello introduttivo generale fornitoci dall’incipit dell’analisi dettagliata apparsa su La Civiltà Cattolica. Che da ottobre 2023 è diretta dal portoghese Nuno da Silva Gonçalves, già rettore della Gregoriana. Il primo direttore non italiano in 174 anni di esistenza succede al noto, certo creativo padre Antonio Spadaro, che ha coltivato per lunghi anni un rapporto mediatico assai stretto con un altro gesuita, Jorge Mario Bergoglio e dall’inizio del 2024 è diventato sottosegretario del Dicastero vaticano per la cultura e l’educazione. L’autore del testo, apparso sul quaderno 4173 del 4 maggio 2024 è il gesuita Benoît Willemaers, segretario per gli affari europei del Jesuit European Social Centre di Bruxelles. Tale testo, vagliato attentamente dal notoriamente prudente nuovo direttore, ha di certo ricevuto anche l’approvazione dei piani alti della Segreteria di Stato come consuetudine per articoli su temi delicati.
“Le elezioni europee del 2024 si svolgeranno da giovedì 6 a domenica 9 giugno, giorni in cui i cittadini degli Stati membri dell’Ue saranno chiamati a eleggere i propri rappresentanti al Parlamento europeo. In un anno caratterizzato da elezioni in molti Paesi chiave – Stati Uniti, Brasile, India, Indonesia, Pakistan, per citarne solo alcuni –, le elezioni europee rappresentano forse un’eccezione, non essendo a carattere nazionale, ma non sono certamente le meno importanti. Infatti, hanno diritto di voto quasi 400 milioni di cittadini europei. Ciò rende tali elezioni seconde a livello mondiale solo a quelle federali indiane, in termini di democrazia rappresentativa. Nella misura in cui influenzano le politiche dell’Ue, il loro impatto è globale: sebbene l’Unione europea non sia più la potenza economica di un tempo, essa appartiene ancora, insieme agli Stati Uniti e alla Cina, a un gruppo molto selezionato di attori che definiscono la politica mondiale.
Le elezioni europee sono anche un caso unico, in quanto coinvolgono Paesi diversi, con storia, tradizioni e lingue molto differenti. Mobilitano decine, se non centinaia, di partiti politici a livello nazionale, che offrono il loro punto di vista sulle questioni attuali. Riguardano un sistema sovranazionale che collega gli Stati-nazione in una rete di istituzioni e obblighi comuni, per comporre un assetto che è ancora pressoché unico nel suo genere”.
LA CIVILTA’ CATTOLICA: FORMALMENTE NEUTRA… MA LA SCELTA E’ CHIARA…
Ora entriamo in qualche dettaglio dei testi annunciati. Incominciando proprio dal documento de La Civiltà Cattolica, che è suddiviso in diversi paragrafi, prima di giungere alla conclusione.
In “Per che cosa votano gli europei, di preciso?” si legge tra l’altro, a proposito della nomina del presidente della futura commissione europea: In teoria, il sistema dello Spitzenkandidat è stato ripreso per il 2024, ma in modo poco convinto. Nessuna formazione politica può realisticamente sperare di detronizzare il Ppe come primo partito in Parlamento. A sua volta, il Ppe, sapendo di non avere punti di riferimento nelle capitali nazionali, ha scelto di nuovo von der Leyen come candidata, con una votazione piuttosto deludente, non tanto perché ella incarni l’attuale linea del partito, ma piuttosto perché è ritenuta accettabile dagli Stati membri. (NdR: De facto la von der Leyen, una figura politica di dubbio spessore, di trasparenze opache e di ombre certe, viene azzoppata anche dai gesuiti)
Alla fine del medesimo paragrafo si parla del previsto cambiamento conseguente a un probabile spostamento a destra del nuovo Parlamento europeo: Il grande cambiamento avverrà nel segno dell’impossibilità numerica di una coalizione di centrosinistra. Questo darà al Ppe un grande potere d’influenza sul passaggio a norme ambientali meno vincolanti o a politiche migratorie più rigide. Il Ppe avrà la possibilità di pretendere testi di suo gradimento nel quadro di una coalizione centrista, oppure di spingere tali questioni verso una coalizione di centrodestra. Quanto ai partiti populisti e di estrema destra, essi eserciteranno un’attrazione ben maggiore al momento di convincere il Ppe a formare una coalizione.
Il terzo paragrafo è intitolato: “Rapporto con i valori cristiani” e così incomincia: Anche l’atteggiamento che i partiti presentano rispetto al retaggio cristiano dell’Europa è una questione impegnativa, che invita gli elettori alla prudenza di giudizio. Da un lato, alcuni partiti hanno elevato l’identità cristiana a vessillo di battaglia. Bisogna valutare, tramite un esame attento, se tali riferimenti vengano esibiti con sincerità e con rette intenzioni. È opportuno verificare, in particolare, se i valori cristiani vengano promossi prestando attenzione alla più ampia cornice della dottrina sociale cattolica, compresi i valori della compassione e dell’attenzione ai più vulnerabili, o se vengano sostenuti in modo selettivo, solo nella misura in cui contribuiscono a propugnare un sistema nazionale identitario, a creare divisione tra gruppi o a far sì che elementi sensibili sotto il profilo culturale vengano sfruttati per ottenere vantaggi politici. Se così fosse, ci si potrebbe chiedere se il partito che fa tali riferimenti stia effettivamente cercando il bene comune o se non stia semplicemente strumentalizzando il cristianesimo per i suoi interessi particolari. (NdR: Non si può non notare come l’insieme del passo suggerisca de facto una risposta univoca… no, certi partiti -per l’Italia in primo luogo la Lega, definita “euroscettica di estrema destra” essendo membro del gruppo ‘Identità e democrazia’, ma anche Fratelli d’Italia - non vanno votati perché strumentalizzerebbero valori cristiani).
Poco più oltre, il testo gesuitico richiama il comunicato sulle elezioni europee redatto dalla Commissione delle conferenze episcopali della Comunità europea (Comece). Per dire cosa? Allo stesso tempo, ‘l’Unione europea non è perfetta e [...] molte delle sue proposte politiche e legislative non sono in linea con i valori cristiani e con le aspettative di molti dei suoi cittadini’, riconosce il comunicato Comece. (NdR: Un buffetto gentile per l’UE, senza entrare nei particolari in materia di vita, famiglia, educazione… forse perché il documento dovrebbe raddoppiare le attuali 12 pagine?)
Buffetto gentile per l’UE, quella che ci vuole tutti fluidi, dunque meno stabili anche nelle relazioni, dunque più deboli, dunque più manipolabili. Conseguentemente anche meno cristiani, ma questo sfugge ai discepoli (?) di Sant’Ignazio di Loyola. Schiaffoni invece per i critici. Si ribadisce e si proclama infatti alla fine del paragrafo: I politici di cui l’Europa ha più urgente bisogno non sono quelli che si proclamano strenui difensori della tradizione: sono piuttosto quelli disposti a entrare in buona fede e con buona volontà nel dialogo con le Chiese e con la società civile, alla ricerca di soluzioni politiche che siano nella linea del maggior bene comune.
Il paragrafo successivo è intitolato “Ecologia e cambiamento climatico”. Vi si legge nell’incipit: La tutela dell’ambiente e la mitigazione del cambiamento climatico sono probabilmente due delle questioni più controverse di questa campagna elettorale. Negli ultimi mesi si è assistito a uno sgretolamento, o addirittura a un’inversione, delle politiche del Green Deal (che mira a preparare l’Europa alla transizione climatica) e della Farm to Fork Strategy (indirizzata a introdurre l’agricoltura in una prospettiva più sostenibile). Progetti di legge che un tempo sembravano avere discrete possibilità di essere approvati sono stati pesantemente ridimensionati, quando non furtivamente accantonati. Nei discorsi politici si sono fatte strada narrazioni tossiche, in primo luogo quella che i partiti populisti sfruttano in tutta Europa, ossia l’ondata di reazioni popolari contro le politiche ‘verdi’ e la contrarietà delle popolazioni a tutto ciò che comporta costi aggiuntivi, tenta di imporre comportamenti particolari o semplicemente sembra ‘punitivo’. (NdR: non può sfuggire quel ‘narrazioni tossiche, in primo luogo quella che i partiti populisti sfruttano in tutta Europa’. Eppure la realtà vorrebbe che la prudenza, una delle quattro virtù cardinali cristiane, fosse ben presente anche nelle parole e negli atteggiamenti dei consacrati, soprattutto quando le decisioni conseguenti in materia – in questo casso ecologica - sono molto controverse e suscettibili di impoverire larghe fasce di popolazione)
Dopo i paragrafi “Traiettoria economica e coesione sociale” e “Migrazione” giungiamo a “Guerra in Ucraina e pace in Europa”. Qui viene richiamato una dichiarazione del 23 febbraio 2023 del cardinale Jean-Claude Höllerich (allora presidente della Comece), in cui si evidenziavano “gli sforzi instancabili dei decisori europei nel fornire all’Ucraina adeguato e proporzionato sostegno umanitario, finanziario, politico, nonché militare”. Commenta La Civiltà cattolica: Non sembra per il momento che il monito espresso dal cardinale Hollerich, cioè che il sostegno militare sia proporzionato, corra alcun pericolo concreto di essere disatteso. Semmai, a questo punto la preoccupazione dovrebbe essere piuttosto quella se il sostegno dato all’Ucraina sia davvero adeguato, dato che la stanchezza si sta effettivamente facendo sentire. I leader europei si sono impegnati promettendo di sostenere l’Ucraina per tutto il tempo e nella misura che saranno necessari. (NdR: Sul punto emerge chiaramente l’approvazione da parte de La CiviltàCcattolica per gli aiuti militari fin qui forniti dai ‘decisori europei’ all’Ucraina. Anzi… se aumentassero, sarebbero più adeguati alla situazione. A noi non pare che via di Porta Pinciana non sia così in linea con quanto insistentemente predicato da Santa Marta.)
Seguono alcune righe che formalmente (però non nella sostanza) tendono a riavvicinarsi alle dichiarazioni papali in materia: Ciò non vuol dire che non vi siano preoccupazioni da prendere in considerazione. Lo spostamento dell’Europa verso il riarmo, con maggiori spese militari e crescenti sforzi per coordinare meglio questi intenti a livello dell’Ue, può essere giustificato, purché sia effettivamente orientato all’autodifesa e all’autonomia strategica, nonché adeguatamente calibrato rispetto alle minacce che l’Europa si trova ad affrontare. Allo stesso tempo, esso non dovrebbe trasformarsi in una corsa agli armamenti, per non suscitare profezie di conflitto autoavveranti.
Vale la pena di riprodurre anche la conclusione del testo gesuitico: Non esiste un partito o un candidato perfetto per cui votare. La realtà della politica nella maggior parte dei Paesi europei, così come la situazione della Chiesa nella maggior parte delle società europee, fa sì che quasi ogni opzione dovrà essere un compromesso. Ma bisogna fare delle scelte. I cristiani non possono abdicare al loro giusto posto nel processo democratico. Spetta a ciascuno valutare in coscienza, dopo un’adeguata informazione e riflessione, dove il suo voto possa promuovere al meglio il bene comune e i valori cristiani a livello europeo. (NdR: Conclusione formalmente ineccepibile. Ovvia diremmo. Si vota molto spesso privilegiando il compromesso, dato che emerge la difficoltà di trovare un partito che corrisponda pienamente alla visione antropologica dell’elettore. E tuttavia, a leggere con attenzione quanto sta scritto nei paragrafi precedenti, il consiglio è univoco: andate a votare, ma non scegliete i partiti dello schieramento conservatore e identitario (che tra l’altro in Italia sono al governo).
LA CEI CON IL SUO PRESIDENTE: BRUXELLES, SUB TUUM PRAESIDIUM CONFUGIMUS
A firma del cardinale Matteo Maria Zuppi (presidente della Cei) e dell’arcivescovo Mariano Crociata (presidente della Comece, vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno) è stata pubblicizzata mercoledì 8 maggio 2024 – vedi il grande rilievo dato da Avvenire - una lettera circostanziata all’Unione europea in vista del voto di giugno. I toni sono lirici, fors’anche da caminetto, già fin da un incipit contrassegnato dal gioioso stupore di potersi rifugiare sub tuum praesidium, Bruxelles: “Cara Unione Europea, darti del tu è inusuale, ma ci viene naturale perché siamo cresciuti con te. Sei una, sei ‘l’Europa’, eppure abbracci ben 27 Paesi, con 450 milioni di abitanti, che hanno scelto liberamente di mettersi insieme per formare l’Unione che sei diventata. Che meraviglia! Invece di litigare o ignorarsi, conoscersi e andare d’accordo! Lo sappiamo: non sempre è facile, ma quanto è decisivo, invece di alzare barriere e difese, cancellarle e collaborare. Tu sei la nostra casa, prima casa comune. In questa impariamo a vivere da ‘Fratelli Tutti’, come ha scritto un tuo figlio i cui genitori andarono fino alla ‘fine del mondo’ per cercare futuro. Ti scriviamo perché abbiamo nel cuore un desiderio: che si rafforzi ciò che rappresenti e ciò che sei, che tutti impariamo a sentirti vicina, amica e non distante o sconosciuta. Ne hai bisogno perché spesso si parla male di te e tanti si scordano quante cose importanti fai!” (NdR: ah… ‘sti cattivoni, ‘sti discoli degeneri che osano criticarti!).
Successivamente, nel paragrafo “Il ritorno della guerra”, si nota una discrepanza rispetto al documento de La Civiltà cattolica. La Cei riprende le parole di papa Francesco (Lisbona, 2 agosto 2023): “Guardando con accorato affetto all’Europa, nello spirito di dialogo che la caratterizza, verrebbe da chiederle: verso dove navighi, se non offri percorsi di pace, vie creative per porre fine alla guerra in Ucraina e ai tanti conflitti che insanguinano il mondo?” A commento si legge nel documento episcopale italiano: “Abbiamo bisogno di riprendere in mano il progetto dei padri fondatori e di costruire nuovi patti di pace se vogliamo che la guerra contro l’Ucraina finisca, e che finisca anche la guerra in corso in Medio Oriente, scoppiata a seguito dell’attacco terroristico del 7 ottobre scorso contro Israele, e con essa l’antisemitismo, mai sconfitto e ora riemergente. Lo dice così bene anche la nostra Costituzione italiana: è necessario combattere la guerra e ripudiarla per davvero!” (NdR: è certo significativo il richiamo all’articolo 11 della Costituzione italiana, quello de facto violato – con l’accordo anche del Pd - per inviare armi all’Ucraina)
Interessante leggere quanto sta nel paragrafo intitolato “Valori europei e fede cristiana”: “Le nostre idee e i nostri valori definiscono il tuo volto, cara Europa. Anche in questo la fede cristiana ha svolto un ruolo importante, tanto più che dal suo sentire è uscito il progetto e il disegno originario della tua Unione. Come cristiani continuiamo a sentirne viva responsabilità; e del resto troviamo in te tanta attenzione alla dignità della persona, che il Vangelo di Cristo ha seminato nei cuori e nella tua cultura”. (NdR: Qui se ne legge una veramente grossa… ‘troviamo in te tanta attenzione alla dignità della persona’ …che la Cei si sia traferita da tempo su Marte? Per favore, trasmettete urgentemente al recapito terrestre, Circonvallazione Aurelia 65, le decisioni UE -Parlamento europeo in prima fila - in materia di vita e famiglia almeno degli ultimi due anni! ).
L’eco di qualche risoluzione e decisione bruxellese dev’essere comunque arrivato anche sul pianeta rosso … “Soffriamo non poco, perciò, nel vedere che hai paura della vita, non la sai difendere e accogliere dal suo inizio alla sua fine, e non sempre incoraggi la crescita demografica” (NdR: Cara ‘Europa’, ti meriti un buffetto, amichevolissimo naturalmente, per certi pronunciamenti … qui siamo perfettamente in linea con La Civiltà Cattolica).
Vale la pena di soffermarsi anche sul paragrafo “Compiti e sfide”: “Cara Europa, è tempo di un nuovo grande rilancio del tuo cammino di Unione verso una integrazione sempre più piena, che guardi a un fisco europeo che sia il più possibile equo; a una politica estera autorevole; a una difesa comune che ti permetta di esercitare la tua responsabilità internazionale; a un processo di allargamento ai Paesi che ancora non ne fanno parte, garanzia di una forza sempre più proporzionata all’unità che raccogli ed esprimi. Le esigenze di innovazione economica e tecnica (pensiamo all’Intelligenza Artificiale), di sicurezza, di cura dell’ambiente e di custodia della “casa comune”, di salvaguardia del welfare e dei diritti individuali e sociali, sono alcune delle sfide che solo insieme potremo affrontare e superare. Non mancano purtroppo i pericoli, come quelli che vengono dalla disinformazione, che minaccia l’ordinato svolgimento della vita democratica e la stessa possibilità di una memoria e di una storia non falsate”. (NdR: Quanti compiti! Quante sfide! Però…non sappiamo se per colpa della nostra lente da microscopio, non siamo riuscire a trovare le parole: vita, famiglia, educazione. E tra i pericoli ecco la disinformazione… ma la riduzione della persona umana a oggetto manipolabile, l’imposizione della fluidità, la repressione del libero pensiero, no?)
Giungiamo al paragrafo: ‘Le prossime elezioni’, di cui basta leggere l’incipit per capire dove fischi il vento della Cei: “Le prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo e la nomina della Commissione Europea sono l’occasione propizia e irripetibile, da cogliere senza esitazione. Purtroppo, a farsi valere spesso sono le paure e il senso di insicurezza di fronte alle difficoltà”. (NdR: ma… attenti ai cambiamenti climatici!)
PRO VITA&FAMIGLIA: UN MANIFESTO VALORIALE IN SEI PUNTI
Palazzo Madama ha ospitato mercoledì 22 maggio 2024 la presentazione del ‘Manifesto valoriale’ di ProVita&Famiglia (PVF) per le prossime elezioni europee. Il ‘Manifesto’ in sei punti (che si rifanno alla tutela e promozione dei ‘principi non negoziabili’, oltre che a un malinteso ambientalismo e all’iperdigitalizzazione e ipersessualizzazione dei minori) è già stato sottoscritto da diverse decine di candidati appartenenti ai partiti di governo e alla lista ‘Libertà’ (guidata dall’ex-sindaco di Messina Cateno De Luca, è un contenitore di 19 altre liste, tra le quali il ‘Popolo della Famiglia’).
La conferenza-stampa, posta sotto il motto “Se l’Europa cambia, tu cambia l’Europa” è stata introdotta dal senatore Lucio Malan (capogruppo di Fratelli d’Italia), che ha passato la parola ai promotori Toni Brandi e Jacopo Coghe, uniti nell’appello a “invertire la folle deriva suicida dell’UE” tramite il voto d’inizio giugno per il Parlamento europeo.
Ecco in extenso i sei punti del ‘Manifesto’.
Primo. Contrastare l’introduzione dell’aborto come ‘valore comune’ nella Carta dei Diritti Fonda-mentali dell’Unione Europea, poiché materia di competenza degli Stati membri comunque non considerabile alla stregua di un ‘diritto’, infrangendo il principio di dignità umana fon-dativo della Carta. Difendere la vita dal concepimento alla morte naturale, assicurando che la dignità di ogni essere umano promossa dalla Carta sia rispettata e protetta in Europa a prescindere da qualsiasi condizione personale.
Secondo. Sostenere la famiglia, l’unione tra un uomo e una donna fondata sul matrimonio e custode della vita nascente. Promuovere la natalità, garantire la conciliazione tra genitorialità e lavoro, contrastare il declino demografico con l’istituzione di un fondo salva-famiglia per supportare i nuclei familiari numerosi e/o in difficoltà, promuovere politiche di sostegno alle donne con gravidanze inaspettate, patologiche o difficili anche come eventuale forma di concreta alternativa all’aborto.
Terzo. Contrastare la pratica dell’utero in affitto (maternità surrogata / gestazione per altri), il mercato dei gameti e la sperimentazione sugli embrioni. Combattere ogni forma di legalizzazione, pubblicizzazione e facilitazione dell’utero in affitto - sia dietro compenso che a titolo gratuito - impegnandosi a promuoverne l’inserimento tra i crimini di livello europeo e internazionale e opponendosi all’obbligo di registrare o trascrivere, nelle anagrafi dei Paesi membri, atti di nascita di minori nati da questa pratica a favore dei committenti (c.d. ‘genitori di intenzione’).
Quarto. Contrastare l’ideologia gender e l’Agenda LGBTQIA+. Tutelare il diritto dei genitori a scegliere il tipo di educazione da impartire ai propri figli in coerenza coi propri convincimenti religiosi e morali, opponendosi a ogni forma di promozione dell’ideologia gender nelle scuole e in qualsiasi atto dell’UE. Prevenire e contrastare politiche a favore della cosiddetta auto-affermazione di genere (Self-Id) e della cosiddetta transizione sociale o sessuale di minori.
Quinto. Difendere le famiglie dalle politiche ‘green’ fondate sull’ambientalismo ideologico anti-u-mano e antinatalista, che impongono oneri e tassazioni ingiustificate e di carattere punitivo, assicurando che le giuste politiche a tutela del Creato siano fondate su analisi scientifiche ambientali veritiere e comprovate e siano proporzionate all’esigenza di tutela del patrimonio e dei risparmi delle famiglie.
Sesto. Contrastare la ipersessualizzazione e iperdigitalizzazione dei minori. Promuovere politiche e programmi che proteggano l’infanzia da messaggi ipersessualizzati diffusi dai media e dalla pubblicità, difendendo il loro sano sviluppo e contrastando la diffusione di stereotipi sessualizzati, implementando le normative europee per rendere efficace e operativo il divieto di accesso dei minori ai siti pornografici o comunque inadeguati ai minori. Implementare le normative europee per aumentare la tutela dei minori online, contra-stare l’iper-digitalizzazione delle loro vite, regolare l’utilizzo dello smartphone e vietare quello dei social network prima dei 16 anni.
Alcuni dei candidati firmatari erano presenti nella sala “Caduti di Nassirya” e hanno portato una loro breve testimonianza. Qualche eco. Paolo Inselvini (FdI, necessità di una controffensiva culturale), Alessandra Basso, Lega, ha rivendicato il lavoro pro vita e famiglia di cinque anni a Bruxelles), Francesco Carducci (FdI, cattolico impegnato in politica), Antonella Sberna (FdI, già assessore alle politiche sociali e alla famiglia a Viterbo, consigliera comunale), Nicola Procaccini (FdI, co-presidente gruppo Conservatori riformisti a Bruxelles, ‘Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all’azione’), Claudio Borghi (senatore Lega, attenzione alle trappole linguistiche utilizzate con spregiudicatezza se non slealtà dagli avversari), Maurizio Gasparri (senatore, non candidato, in rappresentanza di Forza Italia, ‘Diritti? Se uno non è vivo, non ha nessun diritto!’).
Collegamenti video con Federica Picchi (FdI, aborto come diritto umano? Occorre far riflettere i cittadini); Maddalena Morgante (deputata FdI, affrontare incisivamente la sfida demografica); Roberto Vannacci (Indipendente in quota Lega, è in atto un tentativo di trasformare i temi morali in temi giuridici così da poterci vincolare; se eletto cercherà di promuovere i valori del ‘Manifesto’ e di sabotare -“ho una certa esperienza…” - i tentativi degli avversari); Piergiacomo Sibiano (FdI, ripartire dalla famiglia per promuovere la pace); Danilo Oscar Lancini (Lega, scuola ripulita dalla follia gender); Désirée Merlini (lista ‘Libertà’ per il Popolo della Famiglia); Carlo Fidanza (capodelegazione FdI al Parlamento europeo).
Fin qui tra i firmatari ( vedi www.cambiaeuropa.it ) si nota una prevalenza di candidati di Fratelli d’Italia e della Lega. Scarsa nei numeri per il momento la presenza di Forza Italia-Noi Moderati. Diversi nella lista ‘Libertà’ i firmatari del ‘Popolo della famiglia’ (tra gli altri Mirko Decarli e Nicola Di Matteo) con l’aggiunta dell’ex-deputato leghista Vito Comencini (‘Popolo veneto’) e di Ugo Rossi (Confederazione Insieme Liberi).
DITELO SUI TETTI: UN’AGENDA EUROPEA PER L’APPLICAZIONE DI UN’ANTROPOLOGIA INTEGRALE
E’ dalla sede romana del Parlamento europeo, a via IV Novembre, che “Ditelo sui tetti” (rete di un centinaio di associazioni laiche sensibili all’applicazione integrale e pubblica della dottrina sociale della Chiesa) ha lanciato giovedì 23 maggio 2024 una sua ‘agenda’ destinata ai candidati al Parlamento di Bruxelles in lizza a inizio giugno e ai loro elettori. L’agenda, intitolata “La questione antropologica nelle politiche europee” (edita da Marcianum Press) comprende una novantina di pagine ed è stata curata da Domenico Menorello (ex-parlamentare e animatore della rete), Benedetto Della Site (presidente dell’Unione cristiana imprenditori dirigenti-giovani) e Maurizio Sacconi, di cui ricordiamo gli anni da ministro della salute, del lavoro e delle politiche sociali.
In apertura dell’incontro – anfitrione l’eurodeputato e candidato Nicola Procaccini –è stata data lettura di un caloroso messaggio di sostegno alle attività del network inviato da Giorgia Meloni. In particolare il presidente del Consiglio ha evidenziato che a inizio giugno gli elettori dovranno scegliere tra due modelli di Europa, tra il “gigante burocratico che pretende di regolamentare ogni aspetto della nostra vita e che è nemico delle specificità nazionali” e in contrapposizione “un’Europa consapevole di se stessa e della sua proiezione geopolitica”, che agisce “nel rispetto del principio di sussidiarietà sancito dai trattati”. E’ quest’ultima l’opzione scelta da Giorgia Meloni e tanti altri. Conclusione: quella di inizio giugno “è una sfida che chiama in causa il nostro passato, che vivrà finché ci saranno figli ai quali genitori e nonni potranno tramandare cultura, identità e tradizione, ma anche il nostro futuro comune, perché un’Europa giovane è un’Europa prospera, vitale e che sa immaginarsi forte, autorevole e protagonista nel mondo”.
Il testo di ‘Ditelo sui tetti’ (www.suitetti.org) presenta una prima parte ideologica in quattro paragrafi elaborata da Domenico Menorello e Maurizio Sacconi, in cui tra l’altro si illustra “la questione antropologica tra declino e rinascita dell’Europa” e ci si chiede se esista ancora “l’eccezione italiana” (“formula felice con cui Giovanni Paolo II aveva sintetizzato la straordinaria resistenza dell’Italia a farsi inghiottire dall’omologazione occidentale”). Nella seconda parte invece si elencano sinteticamente “iniziative e obiettivi” riguardanti dapprima l’identità europea (si chiede anche una revisione della nota Agenda 2030 delle Nazioni Unite, “che va emendata di tutti i riferimenti, diretti o indiretti, con i quali intende condizionare una corretta visione dell’uomo e della sua natura”). Successivamente si fissano obiettivi di politica estera, di famiglia e crescita demografica, di salute e ricerca “a servizio dei più fragili”, di una politica della bellezza, dell’educazione, dell’immigrazione, contro la tratta. Si invocano infine politiche ambientali pro e non contro l’uomo, a sostegno “degli economicamente deboli”, a sostegno “della creatività imprenditoriale”. Nella conclusione ci si chiede: “Costruire un’Europa fondata sui desideri che si fanno diritti contro i più deboli o sui diritti relazionali connaturati alla persona? Sul solo mercato o su una società civile capace di esprimere relazioni di solidarietà in modo che sia responsabile, libera, creativa? Sull’assistenzialismo o sulla sussidiarietà? Sulla cura o sull’abbandono? Sulla vita o sulla morte?”. Tra i presenti diversi candidati alle Europee (appartenenti ai partiti di centro-destra e al ‘Popolo della Libertà’) e al tavolo della presidenza anche Emmanuele Di Leo, che opera in Nigeria con la sua Steadfast.