L’ “AVVENIRE” E LA RIELEZIONE DI NAPOLITANO – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 22 aprile 2013
L’ “Avvenire” nel suo numero di domenica 21 aprile ha salutato con calore la rielezione di Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica.
In prima pagina, oltre all’editoriale del direttore Marco Tarquinio, intitolato “La spinta per risalire”, appare il titolo a tutta pagina “Napolitano bis, ritorno di saggezza”, accompagnato dal comunicato della presidenza della Conferenza episcopale italiana (Cei) posto sotto il titolo “Esemplare disponibilità”. Nel comunicato la Cei esprime “di cuore” le sue felicitazioni, la sua vicinanza, la sua partecipazione e “avverte il peso della responsabilità che l’incarico conferito porta con sé, specialmente in quest’ora della storia”. Un tempo in cui, sottolineano i vescovi italiani - “la gente e le famiglie vivono la crisi economica che, a sua volta, rimanda a una crisi più profonda e generale”, perché “essa tocca le radici dell’uomo”. Nel testo seguono altre importanti sottolineature: per tutte quella che evidenzia come “la coesione politica ed istituzionale include un’unità interiore e spirituale che merita di essere perseguita come contributo vitale offerto a tutta la Nazione”.
Veniamo all’editoriale di Marco Tarquinio che il giorno precedente aveva definito nella sua rubrica “predicazione e candidatura tristi” quelle di Stefano Rodotà. Magari “cittadino specchiato e giurista raffinato”, ma non certo un “uomo d’unità”: basti pensare alla “sua negazione del diritto all’obiezione di coscienza per coprire di ridicolo chi si affanna a qualificarlo come super partes”. Domenica invece il direttore di “Avvenire” scrive di Napolitano come “presidente di tutti” (anche se noi non possiamo dimenticare il ‘no’ alla firma del decreto per salvare la vita di Eluana Englaro… e di certo neanche lo può Tarquinio, che su quel tragico evento scrisse articoli commoventi e memorabili). “Non è inutile sottolineare” che la rielezione di Napolitano “è una conferma, solenne e persino drammatica, della gravità della situazione in cui versa l’Italia, (…) la conferma della necessità assoluta di agire il più concordemente possibile, con visione davvero lungimirante, per ridare lavoro e speranza agli italiani”. E’ vero che “il tasso di intossicazione della nostra politica è così alto da far temere che il fondo non sia stato ancora toccato, non da tutti almeno”. Però “la risalita deve comunque cominciare adesso. Siamo certi che questo è il punto cardine dell’agenda di Giorgio Napolitano”. E i partiti, almeno quelli che hanno votato la presidenza-bis, capiscano che i loro problemi (“in qualche caso persino vitali”, probabile accenno a quelli del Pd) contano meno di quelli “di sistema”. Infatti “il sistema non è la luna, siamo noi: le nostre famiglie, le nostre città, le nostre aziende”. E “in ballo ci sono la qualità della nostra democrazia e il futuro stesso della nostra gente, dei cittadini di questo Paese”.