SCUOLE CATTOLICHE/SCIOPERO COSTRUTTIVO? MOVIMENTO DI POPOLO – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 26 maggio 2020
Il 19 e il 20 maggio migliaia di scuole paritarie cattoliche hanno aderito alla protesta indetta a livello nazionale da Cism e Usmi e posta sotto il motto: “Noi siamo invisibili per questo governo”. Grande successo dunque per un’azione di sensibilizzazione e di lotta senza precedenti, perdipiù sabotata da ‘Avvenire’ e dalla galassia ruotante attorno alla Cei. Il sostanzioso, variegato commento di padre Luigi Gaetani, presidente della Cism. Ora tocca al Parlamento.
E’ stata un grande successo, ma anche un messaggio chiaro al governo e al Parlamento italiano: l’umiliazione delle scuole paritarie è l’umiliazione dell’intero sistema scolastico pubblico italiano e conseguentemente pregiudica gravemente il futuro del Paese. Lo ‘sciopero costruttivo’ del 19 e 20 maggio - promosso dalla Conferenza italiana dei superiori maggiori/Cism e dall’Unione delle superiore maggiori d’Italia/Usmi) – si è palesato come una manifestazione di popolo di cui non potranno non tener conto nelle loro decisioni in materia scolastica il governo rossogiallo (nonostante la sordità fin qui dimostrata, derivata da laicismo tetragono e/o collaudata incapacità di comprendere la gravità del problema) e il Parlamento. Oggi in Senato si incomincerà a discutere il Decreto scuola (compresi gli emendamenti di cui abbiamo riferito in questo stesso sito, vedi https://www.rossoporpora.org/rubriche/italia/948-scuole-cattoliche-protesta-clamorosa-avvenire-la-pugnala.html e https://www.rossoporpora.org/rubriche/italia/945-coronavirus-paritarie-in-parlamento-ora-o-mai-piu.html).
E’ però già chiaro che il governo cerca di far muro e, se non costretto altrimenti dal Parlamento, non appare disposto a cedere di un millimetro sulla contrarietà agli emendamenti pro-scuola paritaria. Domani alla Camera in sede commissionale si avvierà poi il dibattito sul Decreto “Rilancio Italia” (in cui saranno riproposti emendamenti analoghi).
Intanto è stato promosso alla Camera e al Senato un ‘Manifesto di impegno politico trasversale’, già sottoscritto dal centrodestra compatto e da alcune aree limitate della maggioranza parlamentare; ed è stata resa nota una “Lettera aperta” di numerose associazioni no profit attive sul terreno indirizzata ai gruppi parlamentari e ai loro leader. Sul fronte opposto invece stanno affilando le armi gli alfieri del laicismo totalitario, non raramente di matrice storicamente trinariciuta; al loro fianco gli sherpa del laicismo grossolano, sprovveduto culturalmente ma purtroppo diffuso in ampia area tra i banchi di Montecitorio e di Palazzo Madama. Per tutti costoro resta assai difficile comprendere che affossare la scuola pubblica paritaria significa accrescere gravemente anche le difficoltà della scuola pubblica statale, già considerata generalmente e scandalosamente in ambito politico come la cenerentola tra le priorità di governo e come tale bistrattata da decenni.
LA MOBILITAZIONE DI “NOI SIAMO INVISIBILI PER QUESTO GOVERNO”
Mille e mille colori, mille e mille scritte, mille e mille suoni. Basta curiosare sui siti dell’Usmi e della Cism per rendersi conto che la manifestazione del 19 e del 20 maggio è stata un trionfo di cuore e fantasia: cuore per l’affezione che docenti, studenti, famiglie hanno mostrato verso le scuole paritarie cattoliche, fantasia per i modi utilizzati perché l’attenzione dell’opinione pubblica fosse calamitata da quell’appuntamento inedito e singolare all’insegna del “Noi siamo invisibili per questo governo”. Come ha annotato suor Anna Monia Alfieri (nota e appassionata esperta del tema), quanto è successo riveste un’importanza particolare perché - nato su spinta della base che ogni giorno fa vivere la scuola paritaria - ha dimostrato di riuscire a coinvolgere una larga fascia di cittadini: uno stimolo importante dunque a ripensare non verticisticamente, ma con l’apporto di tutti, della comunità intera, la questione della scuola pubblica statale e pubblica paritaria nel Paese.
Un primo risultato, pur modesto e oggettivamente del tutto insufficiente a scongiurare la chiusura di molte scuole paritarie, è stato ottenuto: il governo – che era partito dal niente –dopo aver deciso dapprima e controvoglia di stanziare un contributo di 80 milioni di euro per la fascia 0-6 anni, ne ha aggiunti altri 70 per le fasce primaria e secondaria di primo grado.
Il merito dell’aumento del contributo va sicuramente alla manifestazione popolare del 19 e 20 maggio e non certo al cosiddetto ‘dialogo’ promosso dalla Conferenza episcopale italiana. I cui vertici sono stati sorpresi dal successo della mobilitazione delle scuole cattoliche, ma – invece di prenderne atto con gioia e riconoscenza – l’hanno voluta ignorare nel lancio fin quando è stato possibile e poi (insieme ai funzionari dell’associazionismo sino-cattopatriottico) l’hanno sabotata, come dimostra il trattamento che allo ‘sciopero costruttivo’ ha riservato il foglio di casa chiamato Avvenire. Sul quale il 20 maggio (a pagina 6) è apparso – non con particolare evidenza – un articolo intitolato “Non siamo invisibili. Mobilitazione nelle classi”, in cui si è svuotata la forza della protesta contro l’esecutivo rossogiallo, condotta – repetita iuvant – all’insegna del motto “Noi siamo invisibili per questo governo”. Il 21 maggio poi, a pagina 9, ci siamo ritrovati il titolone “Paritarie, decisivo è il dialogo”, con l’occhiello: “Dopo la presa di posizione della Cei, cresciuto a 150 milioni l’impegno del governo per evitare il collasso”. Grottesca quest’ultima annotazione del quotidiano sino-cattopatriottico, che il 14 maggio in prima pagina dava già per scontato: “Evitato il collasso delle scuole paritarie”. A furia di inchinarsi, il cervello avveniristico si dribbla da se stesso e va in tilt…
PADRE LUIGI GAETANI. PRESIDENTE DELLA CISM: IL GRANDE SUCCESSO DELLA MOBILITAZIONE ‘NOI SIAMO INVISIBILI PER QUESTO GOVERNO’ –LA SCUOLA PARITARIA E’ COESSENZIALE AL SISTEMA SCOLASTICO PUBBLICO – SE RIPARTE LA SCUOLA, RIPARTE IL PAESE
Del significato della manifestazione del 19 e 20 maggio - e delle nuove prospettive che ne derivano - parliamo con padre Luigi Gaetani, presidente della Cism. “Il 19 e 20 maggio è accaduto un fatto che ha sorpreso larga parte dell’opinione pubblica: il primo sciopero dichiarato dai gestori delle scuole paritarie cattoliche. Le scuole cattoliche in sciopero? Inutile dire che questo fatto ha creato una grande discussione. Ma dobbiamo ribadire che la mobilitazione è stata promossa dopo aver ascoltato i tanti gestori sul territorio che hanno chiesto un segnale chiaro e forte nell’impatto”. Certo non sono mancate né chiarezza né incisività… “All’insegna del ‘Noi siamo invisibili per questo governo’ c’ è stata una risposta eccezionale della base nei numeri e nella qualità. Insegnanti, alunni, famiglie hanno dato spazio alla più variegata inventiva per proporre una riflessione sulla libertà educativa in libero Stato”. Anche le famiglie, dunque… “Certamente, dato che la nostra proposta voleva stimolare a riflettere anche sulla fatiche di tante famiglie che, iscrivendo i loro figli da noi, pagano due volte il diritto all’istruzione sancito dalla Costituzione: in tasse e in rette. Dev’essere ben chiaro che la scuola paritaria cattolica non è quella dei ricchi, non è una scuola privata e dunque le famiglie vanno sostenute finanziariamente”. Padre Gaetani, scorrendo le pagine della Cism e dell’Usmi dedicate all’evento abbiamo notato come non sia stata per niente irrilevante la partecipazione del Meridione d’Italia: “Proprio dal Sud abbiamo avuto una risposta di coscienza civica e di creatività non del tutto attesa nei termini in cui si è palesata… Complessivamente la mobilitazione è stata impressionante: migliaia di scuole, centinaia di migliaia di alunni, docenti, genitori”. Saranno stati sorpresi certi critici a priori… “Sì, alcuni tra loro avevano sbandierato l’inopportunità della mobilitazione, come se noi promotori fossimo degli irresponsabili. Evidentemente costoro sono connotati ancora da un sistema di pensiero culturale molto statico e retrodatato”.
Padre Gaetani, abbiamo notato come la mobilitazione abbia raccolto adesioni anche non specificamente cattoliche, come quelle dell’Aninsei, l’Associazione delle scuole non statali di Confindustria…: “Ci ha fatto piacere constatare che la scuola paritaria cattolica è apprezzata anche da chi non la frequenta, che ne riconosce comunque il prezioso servizio pubblico, la sua co-essenzialità allo sviluppo del Paese. Del resto non posso qui dimenticare la solidarietà che ci è stata espressa da tanti amministratori locali, oltre che da tanti vescovi a livello personale”.
Che cosa vi aspettate ora concretamente? “Già negli ultimi anni alcune centinaia di nostre strutture hanno dovuto chiudere per ragioni finanziarie. Ci aspettiamo che a settembre non succeda quel che purtroppo è diventato possibile: la chiusura di un terzo, alcune migliaia, delle nostre scuole. Con 300mila alunni e 40mila tra docenti e altro personale costretti a bussare alle porte di una scuola, quella pubblica statale che -a sua volta già gravata di oneri pesantissimi – non sarebbe in grado di reggere ulteriormente, foss’anche solo per la mancanza di spazi sufficienti per garantire la ripresa in tempi di coronavirus. A quest’ultimo proposito noi siamo ben disposti in ogni caso a mettere a disposizione per tale scopo le nostre strutture. Pensi poi di quanti miliardi in più (almeno 2,4) necessiterebbe lo Stato per coprire i costi aggiuntivi, che si sommerebbero a quelli già richiesti per far fronte alle conseguenze dell’emergenza coronavirus. Chiediamo la detraibilità delle rette per le famiglie, soprattutto per le famiglie povere, chiediamo attenzione per 14mila portatori di handicap che frequentano le nostre scuole, fin qui ignorati completamente dal governo”.
Insomma il Parlamento deve intervenire non con mance d’occasione, ma dando prova di avere a cuore l’avvenire della società italiana…:“E’ evidente che, se la scuola riparte, riparte il Paese. La scuola è la prima impresa di uno Stato democratico, è un Pil di futuro che vale molto di più della registrazione di un Pil economico annuale”.
PARLAMENTO: UN MANIFESTO DI IMPEGNO POLITICO TRASVERSALE
Il 20 maggio, su iniziativa al Senato di Paola Binetti (Udc) e alla Camera di Maurizio Lupi (Noi con l’Italia), è stato lanciato un “Manifesto di impegno politico trasversale” in vista del dibattito in Aula e nelle Commissioni per rivendicare la libertà educativa e per impedire che un terzo degli istituti paritari debba chiudere a breve, sovraccaricando tra l’altro la scuola pubblica statale già gravata di suo di oneri pesantissimi. Nel testo i firmatari, constatato che “l’emergenza Covid-19 ha fatto emergere alcune criticità e l’urgenza di riconoscere un unico e differenziato sistema pubblico di istruzione garantito, quello della scuola pubblica statale e paritaria”, si impegnano tra l’altro a:
.garantire il diritto di apprendere degli studenti e delle studentesse assicurando pari opportunità di accesso al sistema scolastico composto da scuole pubbliche paritarie e statali, superando le differenze economico-sociali di partenza;
. garantire il pieno esercizio della responsabilità educativa dei genitori, superando qualsiasi discriminazione economica di scelta fra la scuola pubblica statale e pubblica paritaria;
.garantire la libertà di insegnamento dei docenti fra una scuola pubblica statale e pubblica paritaria, superando le attuali discriminazioni di carriera e di stipendio;
. a porre in agenda, sin dai prossimi giorni, uno studio oggettivo per rivedere e garantire le linee di finanziamento del sistema scolastico italiano.
I firmatari del Manifesto si impegnano “a declinare operativamente (costi standard di sostenibilità per allievo secondo tutte le leve finanziarie che andranno approfondite -convenzioni, detrazione, buono scuola, contributi …)” la proposta. Necessario dunque lavorare “ insieme nel passaggio parlamentare per aumentare le risorse destinate a tutte le scuole paritarie, dalla materna al termine delle superiori, così da permettere loro di affrontare i costi sostenuti durante l’emergenza Covid e quelli che serviranno per garantire l’erogazione del servizio pubblico educativo in piena sicurezza alla ripresa del nuovo anno”.
Tra i firmatari, oltre alla senatrice Paola Binetti e al deputato Maurizio Lupi, i parlamentari del centro-destra e di aree limitate della maggioranza. La Lega è presente tra gli altri con Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti, Fratelli d’Italia con Isabella Rauti e Fabio Rampelli, Forza Italia con Antonio Tajani e Mariastella Gelmini, AnnaMaria Bernini e Valentina Aprea. Nella maggioranza l’adesione di Flavia Piccoli Nardelli, Vanna Iori e Assuntela Messina (Pd, a titolo personale)), di Gabriele Toccafondi e Donatella Conzatti (Italia viva), di Tiziana Drago e Paolo Lattanzio (M5S, a titolo personale).
Ricordiamo le dichiarazioni di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini del 17-18 maggio a proposito della mobilitazione straordinaria delle scuole cattoliche. Meloni: “Fratelli d'Italia è al fianco delle scuole paritarie che hanno proclamato uno sciopero di due giorni per denunciare la drammatica situazione nella quale si trovano. Il governo ha completamente dimenticato uno dei pilastri del sistema dell'istruzione, che fornisce un insostituibile servizio pubblico allo Stato e alle famiglie e garantisce la libertà educativa sancita dalla Costituzione. (…) Se non si interviene immediatamente, molte di queste scuole sono condannate alla chiusura e le risorse stanziate dal governo nel Decreto Rilancio sono insufficienti per scongiurare questo disastro educativo, sociale ed economico (…) Continueremo a farci portavoce delle istanze di questo settore attraverso le proposte che finora la maggioranza ha sempre respinto: dalla detraibilità fiscale al 100% delle rette fino al credito d'imposta al 60% sugli affitti. Basta promesse: servono risposte immediate. In Parlamento vedremo alla prova dei fatti chi sarà dalla nostra parte”. Salvini: “Le scuole paritarie che non sono scuole per ricchi (…) rappresentano un settore fondamentale per la società, le famiglia e il mondo dell’istruzione. Siamo al loro fianco nello sciopero proclamato: il rischio per loro è scomparire a settembre”.
LA LETTERA APERTA DI UNA SERIE DI ASSOCIAZIONI AI PARLAMENTARI (25 maggio 2020)
Una cinquantina di associazioni no profit ha inviato ieri una lettera aperta ai parlamentari in vista dell’esame del ‘Decreto Rilancio’ prima alla Camera (giungerà in Aula presumibilmente a metà giugno) e poi al Senato (dove deve essere votato entro il 3 luglio, pena la scadenza). Dopo un incipit in cui si evidenziano alcune gravi “ingiustizie da riparare” contenute nel Decreto Rilancio, i firmatari chiedono a ogni leader di gruppo di rivolgere il proprio impegno “a che, in sede di conversione del DL n. 34/2020, le misure a sostegno delle scuole pubbliche paritarie siano riconfigurate secondo il principio di sussidiarietà, ponendo al centro la famiglia e lo studente, e cioè:
. a riconoscere - in attuazione della legge n. 62/2000 - la detraibilità integrale delle rette, allo scopo prevedendo che i benefici fiscali stabiliti dall’art. 28 del DL 34/2020 per i canoni dei soggetti profit e commerciali si applichino anche alle rette per le scuole pubbliche paritarie, così accogliendo quanto chiesto nel Comunicato AGESC, CDO Opere educative, CNOS Scuola, CIOFS Scuola, FAES, FIDAE, FISM, FOND. GESUITI EDUCAZIONE, CISM e USMI del 205.20;
. in subordine, a concedere un bonus pari al valore medio delle rette da marzo a giugno per almeno € 1500, in capo direttamente alle famiglie;
. a prevedere, in caso di necessità di locali in più per la fase dell’emergenza, a utilizzare preferibilmente quelli disponibili negli istituti scolastici paritari, con canone prefissato e senza oneri a carico di questi.
Tra le associazioni prime firmatarie la Federazione italiana scuole materne di Como, il Movimento per la Vita, l’Associazione Pro Vita e Famiglia, il Movimento cristiano lavoratori, l’Associazione umanitaria padana, l’Associazione Family Day-Difendiamo i nostri figli, l’Osservatorio parlamentare Veralex? , l’Associazione Articolo 26, Alleanza Cattolica, l’Associazione Risveglio, il Centro Studi Livatino, le Associazioni dei Medici cattolici italiani e degli Psicologi e Psichiatri cattolici, il Forum delle Associazioni socio-sanitarie, l’Associazione Progetto culturale, il Movimento PER, l’Associazione Nonni 2.0.