SCUOLE/GIORNATA CONTRO L’OMOFOBIA? COME TI EDUCO IL PUPO - di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 20 giugno 2020
In corso a Montecitorio, presso la Commissione Giustizia, l’esame delle proposte di legge contro l’ “omofobia”, ecc… La settimana prossima verrà presentato e votato un testo che unifica le cinque proposte sul tappeto. Di tale testo ha dato anticipazione ‘L’Espresso’ di giovedì 11 giugno. De facto proposte liberticide anche per la scuola, a partire dall’istituzione di una ‘Giornata nazionale contro l’omofobia, ecc…”
In questi giorni (prevedibilmente si voterà mercoledì 24) la Commissione Giustizia della Camera dei deputati si pronuncerà sul testo base del’agognato (per la nota lobby) disegno di legge contro la cosiddetta “omotransfobia”. Tale testo unifica cinque proposte in tal senso di Alessandro Zan (relatore pd), Laura Boldrini (pd)-Roberto Speranza (leu), Ivan Scalfarotto (Italia viva), Mario Perantoni (M5S), Giusi Bartolozzi (FI, unica firmataria).
Il testo unificato è stato anticipato da L’Espresso online di giovedì 11 giugno, il giorno seguente la decisa presa di posizione contraria della presidenza della Cei, di cui peraltro l’Avvenire della piumata coppia Tarquinio-Moia (struzzi di tutto il mondo, attenti ai nuovi cacciatori!) ha fatto strame alimentando un dibattito intra-cattolico surreale. Di fronte all’atto di ribellione la presidenza della Cei è stata zitta, confermando la sua connotazione sempre più visibile di conferenza episcopale della Chiesa patriottica sino-italica. Già sin d’ora si può osservare che le pesanti responsabilità per le conseguenze gravi su persone e associazioni (derivate dal collaudato giacobinismo terroristico lgbt) nel caso di approvazione della nuova legge ricadrebbero anche sul quotidiano cattofluido (che a vederlo ancora in chiesa fa venire l’orticaria a molti fedeli) e sui suoi editori (un po’ tappetini per vocazione e un po’ santabbondi per natura).
In questa occasione sentiamo di doverci occupare di un aspetto della prevista nuova legge fin qui trascurato nel dibattito: quello che riguarda le ricadute della norma proposta in ambito scolastico ed educativo. E’ qualcosa che aggiunge inquietudine a inquietudine e potrebbe portare all’imposizione alle nuove generazioni di una cappa plumbea di totalitarismo ideologico parente di quelli nazista e sovietico.
Il titolo del disegno di legge come apparso su L’Espresso è: “Modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale e misure di prevenzione e contrasto della violenza e della discriminazione per motivi legati al genere, all’orientamento sessuale e all’identità di genere”. Già balza all’occhio l’indeterminatezza degli stati, delle condizioni evocate in fin di titolo. Ciò comporterà uno spazio di manovra tale nelle eventuali denunce e nelle eventuali sentenze che la nota lobby potrà cercare di azzittire via mass-media (in cui si è accaparrata una posizione dominante) o via magistratura (in cui pure è ben presente) chiunque a suo giudizio abbia intenzione di violare o abbia violato le nuove norme.
L’ARTICOLO 6: ISTITUZIONE DI UNA ‘GIORNATA NAZIONALE’. POVERE SCUOLE!
Tra gli articoli del testo troviamo il numero 6, intitolato “Istituzione della giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia” (già di per sé tale titolo suona da emergenza, da nemico alle porte e spingerebbe a grasse risate se purtroppo non fosse espressione di una volontà seria – e profumatamente sovvenzionata dalla galassia sorosiana – di rivoluzionare in senso totalitario i modi di vita di una società). Ci si può chiedere naturalmente quale necessità ci sia di istituire una ‘Giornata’ per un fenomeno che riguarda in media una ventina di persone l’anno, secondo i dati dell’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, attivo presso il Viminale. Allora perché non istituire una Giornata contro la cristianofobia (un fenomeno in rapida crescita anche in Italia) o contro la famigliafobia (idem) ?
Al comma 3 dell’articolo 6 si legge: “In occasione della ‘Giornata nazionale ecc…’ sono organizzate cerimonie, incontri e ogni altra iniziativa utile, anche da parte delle amministrazioni pubbliche, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado….”
ARTICOLO 7: L’UNAR LEGITTIMATA NORMATIVAMENTE A FAR PROPAGANDA ALLA NOTA LOBBY
Non basta. All’articolo 7 il testo rimanda al decreto legislativo 9 luglio 2003, che riguarda l’attività del noto Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, lo stesso il cui direttore Francesco Spano dovette dimettersi per aver finanziato un’associazione di omosessuali di cui era socio e in cui si praticava la prostituzione maschile). Ora verrebbe aggiunto un comma 2-bis del seguente tenore: “(…) l’ufficio elabora con cadenza triennale una strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni per motivi legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere. La strategia reca la definizione degli obiettivi e l’individuazione di misure relative all’educazione e istruzione, al lavoro, alla sicurezza, anche con riferimento alla situazione carceraria, alla comunicazione e ai media (NdR: potevano mancare misure relative alla comunicazione e ai media nell’ottica dell’imposizione totalitaria?) La strategia è elaborata nel quadro di una consultazione permanente delle amministrazioni locali, delle organizzazioni di categoria e delle associazioni che svolgono attività nel campo della lotta alla discriminazione e alla promozione della parità di trattamento e individua specifici interventi volti a prevenire e contrastare l’insorgere di fenomeni di violenza e di discriminazione fondati sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere”.
Naturalmente per elaborare una ‘strategia nazionale’ ci vogliono soldi… ed ecco lì 4 milioni di euro per la bisogna (vedi articolo 8).
DOMANDE SUL COINVOLGIMENTO DELLE SCUOLE
Domande riguardante l’ambito scolastico e l’istituenda ‘Giornata’. Se la nuova legge fosse approvata, secondo voi i dirigenti scolastici sia della scuola pubblica statale che di quella pubblica paritaria – sempre che quest’ultima non venga assassinata prima – potrebbero de facto ignorare l’invito a festeggiare la Giornata con incontri particolari a beneficio di una larga popolazione studentesca? Potrebbero de facto gli stessi rispondere di no, per motivi educativi, a richieste provenienti da gruppi di docenti o di alunni (la nota lobby è rampante e ruspante), da amministrazioni regionali o comunali, da associazioni del ramo? Tipo ad esempio il noto circolo romano intitolato a Mario Mieli (1952-1983), l’ “intellettuale” che in “Elementi di critica omosessuale” (Einaudi, 1977) scriveva tra l’altro: “Noi, sì, possiamo amare i bambini, possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di eros (…) possiamo fare l’amore con loro”. Concreto il rischio che agli alunni vengano illustrate anche le tecniche migliori perché l’uno si accomodi nell’altro.
A tali richieste di disponibilità a collaborare certo dirigenti e docenti potrebbero rispondere di no. Ma quali le conseguenze? Le cronache degli ultimi anni e presenti insegnano: tensione alimentata ad arte dentro la scuola, attacchi giornalistici fomentati dalla nota lobby, pressioni dall’alto, conseguenze sul futuro professionale, emarginazione personale.
DA GUIDO BARILLA AI ‘MORETTI’ DELLA MIGROS: UNA CATENA DI FOLLIE
Questi sono tempi cupi per la libertà di pensiero. E la situazione peggiora sempre più. Ricordate l’umiliante autodafè cui fu costretto anni fa Guido Barilla? Al suo sono seguiti molti casi, in tutto il mondo. Con autodafè pubblici, la nuova gogna. Ora si è giunti all’imbrattamento o alla barbara decapitazione delle statue di ‘razzisti’, addirittura la catena di supermercati svizzera Migros ha messo al bando gli innocenti ‘moretti’ (dolcetti con panna, rivestiti di cioccolato), di cui eravamo ghiotti negli anni giovanili di Giubiasco. O Migros, come sei caduta in basso! Guai poi a chi si professa pubblicamente cattolico (cattolico, non cattofluido!), a chi si muove pubblicamente nel solco della dottrina sociale della Chiesa. E l’Everest di insulti per chi mostra i rosari e si richiama alla protezione di Maria?
Allora: questo passa oggi il convento laicista, la succursale giacobina sempre più à la Robespierre. Qualsiasi scuola (anche una scuola paritaria cattolica) potrebbe de facto essere invitata (ovvero costretta) a promuovere la ‘Giornata nazionale ecc…’. Con tanti saluti al defunto pluralismo educativo e di pensiero.
Quanto all’articolo 7 - quello riguardante l’allargamento normativo dell’attività dell’Unar – avrete notato come la prospettata strategia triennale anti-omofobia ecc… contempli l’individuazione di “misure relative all’educazione e all’istruzione”. E qui vale il discorso di cui sopra.
E ADESSO, SIGNORI DEPUTATI?
Ci chiediamo: ci sarà qualche deputato che evidenzierà in Commissione o in Aula la gravità delle conseguenze per il pluralismo educativo e per la libertà di pensiero dell’approvazione (anche) dell’articolo 6 e dell’articolo 7 del testo unificato anticipato anticipato da L’Espresso? Ci sarà qualcuno che si renderà conto che l’istituzione di una ‘Giornata nazionale ecc…’ equivale a legittimare un’azione di propaganda nazionale della nota lobby nelle scuole? Ci sarà qualche padre o qualche madre che si chiederà quali riflessi si potranno determinare in conseguenza di ciò sul comportamento del proprio figlio, della propria figlia?
Da ultimo: valorizzare le istanze della nota lobby significa anche a medio-lungo termine privare lo Stato del suo futuro. Che è garantito in primo luogo dalla famiglia con padre e madre, la sola che è in grado di procreare e anche di ‘trasmettere’ la memoria ovvero la storia della famiglia stessa e dunque del Paese Italia. Ci pensino i signori deputati.