Ricerca

    PAPA FRANCESCO: L'EREDITA' MIGLIORE

    PAPA FRANCESCO: L’EREDITA’ MIGLIORE – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 23 aprile 2025

    Il Messaggio pasquale Urbi et Orbi di domenica 20 aprile 2025 contiene molto, forse il meglio, del magistero di papa Francesco, deceduto all’alba del Lunedì dell’Angelo: lo riproduciamo con una breve premessa.

    L’ottantottenne papa Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, è morto il 21 aprile 2025, Lunedì dell’Angelo e Natale di Roma, alle 7.35 nel suo appartamento vaticano al secondo piano della Domus Sanctae Marthae. Le cause immediate? Ictus cerebrale, coma, collasso cardiocircolatorio irreversibile. I suoi funerali si svolgeranno sul sagrato di piazza San Pietro sabato 26 aprile 2025 alle 10, dopo che la salma è stata traslata mercoledì 23 aprile alle 9 nella Basilica vaticana. Dopo la messa esequiale papa Francesco sarà tumulato nella Basilica di Santa Maria Maggiore, come da desiderio espresso nel testamento del 29 giugno 2022, reso pubblico il giorno della morte (“La mia vita e il ministero sacerdotale ed episcopale ho sempre affidato alla Madre del Nostro Signore, Maria Santissima. Perciò, chiedo che le mie spoglie mortali riposino aspettando il giorno della risurrezione nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore”).

    Abbiamo appena lasciato piazza San Pietro, verso la quale – da via della Conciliazione e da via di Porta Angelica - si muove un flusso ininterrotto e molto consistente) di persone per rendere omaggio in Basilica alla salma di papa Francesco, che per dodici anni (ricordate quel 13 marzo 2013?) ha guidato la barca di Pietro. E’ stata una navigazione certo singolare, in tempi burrascosi e su una barca costantemente a rischio di infrangersi più volte contro scogli insidiosi che il timoniere a volte è sembrato voler sfidare, E’ stato, in sintesi, un Pontificato ricco di luci e anche di ombre, sotto il segno di una contraddizione permanente su non pochi aspetti del magistero. Un Pontificato progressista e conservatore, sinodale e autoritario, inclusivo e nel contempo a volte non solo divisivo ma anche punitivo, proprio a immagine del carattere ambivalente del timoniere, pronto alla carezza come, se ritenuto necessario, al pugno nello stomaco. E’ un Pontificato che non ha lasciato indifferente nessuno tra i cattolici. C’è chi si è entusiasmato, privilegiando il Papa che ha saputo concretizzare positivamente l’immagine della  ‘Chiesa in uscita’, ponendo poveri, deboli, emarginati al centro della pastorale (oltre al mitico ‘popolo’); c’è chi ha molto sofferto (e in qualche caso se n’è andato) per le intemerate papali (espresse a voce, per iscritto o in certe nomine) contro gli ‘indietristi’ o per comportamenti in cui il fatto negava il detto; c’è chi, anche tra i miti di cuore, più volte si è sentito con la testa confusa per una percepita contraddizione del Successore di Pietro tra i principi mai negati – anzi riaffermati con forza - della Dottrina sociale della Chiesa (soprattutto in materia di vita e famiglia) e certe ambiguità di comportamento dagli effetti dirompenti. Tra coloro che sono lontani dalla fede cattolica (o ad essa indifferenti) è un Pontificato che spesso ha raccolto forti consensi (su temi come il dialogo interreligioso, il rispetto della natura e altri, scelti molto selettivamente), sebbene poi – al di là delle attestazioni di grande stima riscontrabili in questi giorni nelle dichiarazioni dei capi di Stato – tali consensi non si siano concretizzati in frutti realmente fecondi. In genere buona parte dell’opinione pubblica dei nostri giorni ha spesso apprezzato il comportamento fuori da ogni schema di papa Francesco: una simpatia diffusa, che però anche qui non ha prodotto forse quelle modifiche che ci si poteva aspettare nella vita personale dei simpatizzanti.

    Abbiamo scelto di ricordare un Papa come Francesco riproducendo il testo del suo ultimo messaggio Urbi et Orbi, letto dal Maestro delle Cerimonie Liturgiche Pontificie domenica 20 aprile 2025, Pasqua del Signore, a poche ore dalla morte di Jorge Mario Bergoglio. E’ un testo (copyright Dicastero per la Comunicazione-Libreria Editrice Vaticana) che ci sembra contenere molto del positivo riscontrato nel Pontificato del gesuita argentino: è riferito in particolare – oltre che alla speranza nata dalla Resurrezione di Cristo - a una tematica tanto attuale quanto drammatica come quella che riguarda pace e guerra. Forse è l’eredità migliore che papa Francesco ci ha lasciato.

    IL MESSAGGIO PASQUALE URBI ET ORBI DI PAPA FRANCESCO (DOMENICA DI PASQUA 20 APRILE 2025)

    Cristo è risorto, alleluia!

    Fratelli e sorelle, buona Pasqua!

    Oggi nella Chiesa finalmente risuona l’alleluia, riecheggia di bocca in bocca, da cuore a cuore, e il suo canto fa piangere di gioia il popolo di Dio nel mondo intero.

    Dal sepolcro vuoto di Gerusalemme giunge fino a noi l’annuncio inaudito: Gesù, il Crocifisso, «non è qui, è risorto» (Lc 24,6). Non è nella tomba, è il vivente!

    L’amore ha vinto l’odio. La luce ha vinto le tenebre. La verità ha vinto la menzogna. Il perdono ha vinto la vendetta. Il male non è scomparso dalla nostra storia, rimarrà fino alla fine, ma non ha più il dominio, non ha più potere su chi accoglie la grazia di questo giorno.

    Sorelle e fratelli, specialmente voi che siete nel dolore e nell’angoscia, il vostro grido silenzioso è stato ascoltato, le vostre lacrime sono state raccolte, nemmeno una è andata perduta! Nella passione e nella morte di Gesù, Dio ha preso su di sé tutto il male del mondo e con la sua infinita misericordia l’ha sconfitto: ha sradicato l’orgoglio diabolico che avvelena il cuore dell’uomo e semina ovunque violenza e corruzione. L’Agnello di Dio ha vinto! Per questo oggi esclamiamo: «Cristo, mia speranza, è risorto!» (Sequenza pasquale).

    Sì, la risurrezione di Gesù è il fondamento della speranza: a partire da questo avvenimento, sperare non è più un’illusione. No. Grazie a Cristo crocifisso e risorto, la speranza non delude! Spes non confundit! (cfr Rm 5,5). E non è una speranza evasiva, ma impegnativa; non è alienante, ma responsabilizzante.

    Quanti sperano in Dio pongono le loro fragili mani nella sua mano grande e forte, si lasciano rialzare e si mettono in cammino: insieme con Gesù risorto diventano pellegrini di speranza, testimoni della vittoria dell’Amore, della potenza disarmata della Vita.

    Cristo è risorto! In questo annuncio è racchiuso tutto il senso della nostra esistenza, che non è fatta per la morte ma per la vita. La Pasqua è la festa della vita! Dio ci ha creati per la vita e vuole che l’umanità risorga! Ai suoi occhi ogni vita è preziosa! Quella del bambino nel grembo di sua madre, come quella dell’anziano o del malato, considerati in un numero crescente di Paesi come persone da scartare.

    Quanta volontà di morte vediamo ogni giorno nei tanti conflitti che interessano diverse parti del mondo! Quanta violenza vediamo spesso anche nelle famiglie, nei confronti delle donne o dei bambini! Quanto disprezzo si nutre a volte verso i più deboli, gli emarginati, i migranti!

    In questo giorno, vorrei che tornassimo a sperare e ad avere fiducia negli altri, anche in chi non ci è vicino o proviene da terre lontane con usi, modi di vivere, idee, costumi diversi da quelli a noi più familiari, poiché siamo tutti figli di Dio!

    Vorrei che tornassimo a sperare che la pace è possibile! Dal Santo Sepolcro, Chiesa della Risurrezione, dove quest’anno la Pasqua è celebrata nello stesso giorno da cattolici e ortodossi, s’irradi la luce della pace su tutta la Terra Santa e sul mondo intero. Sono vicino alle sofferenze dei cristiani in Palestina e in Israele, così come a tutto il popolo israeliano e a tutto il popolo palestinese. Preoccupa il crescente clima di antisemitismo che si va diffondendo in tutto il mondo. In pari tempo, il mio pensiero va alla popolazione e in modo particolare alla comunità cristiana di Gaza, dove il terribile conflitto continua a generare morte e distruzione e a provocare una drammatica e ignobile situazione umanitaria. Faccio appello alle parti belligeranti: cessate il fuoco, si liberino gli ostaggi e si presti aiuto alla gente, che ha fame e che aspira ad un futuro di pace!

    Preghiamo per le comunità cristiane in Libano e in Siria che, mentre quest’ultimo Paese sperimenta un passaggio delicato della sua storia, ambiscono alla stabilità e alla partecipazione alle sorti delle rispettive Nazioni. Esorto tutta la Chiesa ad accompagnare con l’attenzione e con la preghiera i cristiani dell’amato Medio Oriente.

    Un pensiero speciale rivolgo anche al popolo dello Yemen, che sta vivendo una delle peggiori crisi umanitarie “prolungate” del mondo a causa della guerra, e invito tutti a trovare soluzioni attraverso un dialogo costruttivo.

    Cristo Risorto effonda il dono pasquale della pace sulla martoriata Ucraina e incoraggi tutti gli attori coinvolti a proseguire gli sforzi volti a raggiungere una pace giusta e duratura.

    In questo giorno di festa pensiamo al Caucaso Meridionale e preghiamo affinché si giunga presto alla firma e all’attuazione di un definitivo Accordo di pace tra l’Armenia e l’Azerbaigian, che conduca alla tanto desiderata riconciliazione nella Regione.

    La luce della Pasqua ispiri propositi di concordia nei Balcani occidentali e sostenga gli attori politici nell’adoperarsi per evitare l’acuirsi di tensioni e crisi, come pure i partner della Regione nel respingere comportamenti pericolosi e destabilizzanti.

    Cristo Risorto, nostra speranza, conceda pace e conforto alle popolazioni africane vittime di violenze e conflitti, soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo, in Sudan e Sud Sudan, e sostenga quanti soffrono a causa delle tensioni nel Sahel, nel Corno d’Africa e nella Regione dei Grandi Laghi, come pure i cristiani che in molti luoghi non possono professare liberamente la loro fede.

    Nessuna pace è possibile laddove non c’è libertà religiosa o dove non c’è libertà di pensiero e di parola e il rispetto delle opinioni altrui.

    Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo! L’esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo. La luce della Pasqua ci sprona ad abbattere le barriere che creano divisioni e sono gravide di conseguenze politiche ed economiche. Ci sprona a prenderci cura gli uni degli altri, ad accrescere la solidarietà reciproca, ad adoperarci per favorire lo sviluppo integrale di ogni persona umana.

    In questo tempo non manchi il nostro aiuto al popolo birmano, già tormentato da anni di conflitto armato, che affronta con coraggio e pazienza le conseguenze del devastante terremoto a Sagaing, causa di morte per migliaia di persone e motivo di sofferenza per moltissimi sopravvissuti, tra cui orfani e anziani. Preghiamo per le vittime e per i loro cari e ringraziamo di cuore tutti i generosi volontari che svolgono le attività di soccorso. L’annuncio del cessate-il-fuoco da parte di vari attori nel Paese è un segno di speranza per tutto il Myanmar.

    Faccio appello a tutti quanti nel mondo hanno responsabilità politiche a non cedere alla logica della paura che chiude, ma a usare le risorse a disposizione per aiutare i bisognosi, combattere la fame e favorire iniziative che promuovano lo sviluppo. Sono queste le “armi” della pace: quelle che costruiscono il futuro, invece di seminare morte!

    Non venga mai meno il principio di umanità come cardine del nostro agire quotidiano. Davanti alla crudeltà di conflitti che coinvolgono civili inermi, attaccano scuole e ospedali e operatori umanitari, non possiamo permetterci di dimenticare che non vengono colpiti bersagli, ma persone con un’anima e una dignità.

    E in quest’anno giubilare, la Pasqua sia anche l’occasione propizia per liberare i prigionieri di guerra e quelli politici!

    Cari fratelli e sorelle,

    nella Pasqua del Signore, la morte e la vita si sono affrontate in un prodigioso duello, ma il Signore ora vive per sempre (cfr Sequenza pasquale) e ci infonde la certezza che anche noi siamo chiamati a partecipare alla vita che non conosce tramonto, in cui non si udranno più fragori di armi ed echi di morte. Affidiamoci a Lui che solo può far nuove tutte le cose (cfr Ap 21,5)!

    Buona Pasqua a tutti!

    Ricerca