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    PAPA FRANCESCO: CREATO, PERSONA, DENARO

    PAPA FRANCESCO: CREATO, PERSONA, DENARO – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 9 giugno 2013

     

    Ogni intervento (che sia omelia, discorso, botta e risposta) di papa Francesco è un’occasione di riflessione per tutti, che si sia o non si sia d’accordo totalmente con lui.

     

    Ad esempio non può essere ignorato ciò che il Papa ha detto mercoledì 5 giugno 2013 nell’Udienza generale in piazza San Pietro, nella giornata mondiale dell’ambiente promossa dall’ONU.

    Custodire il creato. Prendendo spunto dalla Genesi, in cui si legge che “Dio pose l’uomo e la donna sulla terra perché la coltivassero e la custodissero”, papa Bergoglio si è chiesto se “noi stiamo veramente coltivando e custodendo il creato”, cioè se facciamo crescere “il mondo con responsabilità, trasformandolo perché sia un giardino, un luogo abitabile per tutti”, come “ha ricordato più volte Benedetto XVI”. Purtroppo “noi siamo spesso guidati dalla superbia del dominare, del possedere, del manipolare, dello sfruttare”, non considerando il creato “come un dono gratuito di cui aver cura”. E’ triste che “noi stiamo perdendo l’atteggiamento dello stupore, della contemplazione, dell’ascolto” del creato, non riuscendo più a leggere in esso “il ritmo della storia di amore di Dio con l’uomo”. In verità “noi pensiamo e viviamo in modo orizzontale”, essendoci “allontanati da Dio”.

    La persona è in pericolo. Non solo oggi non sappiamo custodire l’ambiente, ma neppure coltivare i rapporti umani. Tanto che “la persona umana è in pericolo”, in pericolo “grave”, dato che “la causa del problema non è superficiale, ma profonda”. Non è in ballo solo l’economia, ma la questione riguarda “etica e antropologia”. Il mondo è dominato dalle “dinamiche di un’economia e di una finanza prive di etica”. E “la vita umana, la persona non sono più sentite come valore primario da rispettare e tutelare”, specie se si tratta di “poveri o disabili, se la persona non serve ancora – come il nascituro – o non serve più, come l’anziano”.

    I soldi comandano. Amaro papa Francesco nel constatare che “quello che comanda oggi non è l’uomo, è il denaro… il denaro… i soldi comandano”. Però “Dio nostro padre ha dato il compito di custodire la terra non ai soldi, ma a noi: agli uomini e donne!”. Invece “uomini e donne vengono sacrificati agli idoli del profitto e del consumo”. E capita che, “se si rompe un computer, è una tragedia, ma la povertà, i bisogni, i drammi di tante persone finiscono per entrare nella normalità”. Se, ad esempio, “in una notte d’inverno, qui vicino in via Ottaviano, muore una persona, quella non è notizia”. Al contrario, “un abbassamento di dieci punti nelle borse di alcune città, costituisce una tragedia. Così le persone vengono scartate, come se fossero rifiuti”. A proposito di denaro, è bene evidenziare che papa Francesco non lo condanna in sé (poiché il denaro è uno strumento neutro, che – se ben utilizzato - può anche fare tanto bene!), ma nel suo cattivo uso: se diventiamo schiavi del denaro, esso ci dominerà e ci renderà sensibili solo al nostro profitto, dimentichi dei bisogni del mondo.

    Lo scandalo degli scarti. Un vero delitto quelli alimentari: “Una volta i nostri nonni erano molto attenti a non gettare nulla del cibo avanzato”. Purtroppo “il consumismo ci ha indotti ad abituarci al superfluo e allo spreco quotidiano di cibo, al quale talvolta non siamo più in grado di dare il giusto valore, che va ben al di là dei meri parametri economici”. Non dobbiamo infatti dimenticare che “il cibo che si butta via, è come se venisse rubato alla mensa di chi è povero, di chi ha fame!” Perciò “invito tutti a riflettere sul problema della perdita e dello spreco del cibo per individuare via e modi che, affrontando seriamente tale problematica, siano veicolo di solidarietà e di condivisione con i più bisognosi”. C’è da dire qui che in Italia e in altre parti del mondo sono sorti da tempo dei ‘Banchi alimentari’, sono promosse di continuo iniziative di solidarietà con cui si cerca di salvare e distribuire a chi ha bisogno il cibo (vedi il pane) avanzato nella giornata. 

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