LE CONFERME DI PAPA FRANCESCO SULLA FAMIGLIA - di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 27 ottobre 2013
Nelle giornate per la Famiglia dell'Anno della Fede il Papa ribadisce con passione incisiva e partecipe la sua vicinanza alla famiglia concreta e viva nella quotidianità. La sprona con pillole di saggezza. Nessuna citazione o incoraggiamento, tuttavia, per le tante famiglie attive nella battaglia antropologica, come quelle che ad esempio sono scese gioiose e appassionate nelle strade di Francia. .
Da venerdì 25 ottobre a domenica 27 papa Francesco ha pronunciato tre interventi importanti sul tema della famiglia. Dapprima durante l’udienza ai partecipanti alla plenaria del Pontificio Consiglio ad hoc, poi il sabato pomeriggio davanti ai centomila di piazza San Pietro, infine domenica matttina nell’omelia della messa sempre in piazza san Pietro. Nei tre interventi Jorge Mario Bergoglio ha confermato la sua priorità pastorale: entrare in contatto con la ‘carne di Cristo’ dovunque possibile, esercitando prima di tutto la virtù della misericordia nella concretezza delle situazioni contingenti. Anche nell’ambito della pastorale della famiglia occorre riconoscere e perseguire le virtù che portano la famiglia non solo ad essere tale istituzionalmente, ma a vivere come vera comunità di persone. Una famiglia in cui gli anziani regalano saggezza ai bambini e i bambini rendono gioiosa la vita degli anziani. Una famiglia fondata sul sacramento del matrimonio e su un atto di amore “libero e fedele”. Si potrà qui osservare che, a grande differenza dei predecessori immediati, venerdì, sabato e domenica papa Francesco non ha citato esplicitamente “matrimonio tra uomo e donna”, una formula che probabilmente giudica scontata e che invece per molti sarebbe utile ribadire nel nostro Occidente in piena rivoluzione antropologica. Certo papa Francesco esalta l’inclusione e non ama la contrapposizione o ciò che è suscettibile di divenirlo. E forse il motivo dell’omissione continua sta proprio lì. Da tale strategia papale discende verosimilmente anche il silenzio sulla lotta condotta da molte famiglie, ad esempio in Francia, che sono scese in piazza per ribadire il loro ‘sì’ alla famiglia formata da uomo e donna (uniti in matrimonio, religioso o civile che sia) e tesa alla procreazione. C’è da notare che, tra le tante belle e sentite testimonianze di vita familiare portate sabato pomeriggio in piazza San Pietro prima dell’incontro con il Papa, il Pontificio Consiglio organizzatore (che va pur lodato per l’importante iniziativa concreta di gemellaggio con alcune migliaia di famiglie siriane) non ha ritenuto di inserire nemmeno una testimonianza di una scelta pubblica come quella di chi è sceso nelle strade francesi e non solo con gioiosa, convinta passione. E’ stata una dimenticanza (involontaria, voluta?), che ha ferito inutilmente non pochi interessati. Del resto, anche nell’antologia “Familia et vita – Gli insegnamenti di Jorge Mario Bergoglio sulla famiglia e sulla vita 1998-2013”, l’accento è posto quasi esclusivamente sulla concretezza di vita, sulla misericordia, sull’essere comunità di persone, sullo scambio intergenerazionale: il tema delle battaglie culturali (in questo caso quella contro la legittimazione argentina del ‘matrimonio gay’) occupa poco spazio. In quel ‘poco spazio’ l’allora cardinale Bergoglio trova modo di esprimere comunque opinioni molto nette in materia, ad esempio nella lettera inviata il 5 luglio 2010 contro il riconoscimento delle ‘nozze gay’ (poi approvato dal Senato) a Justo Carbajales, responsabile del dipartimento dei laici della Conferenza episcopale argentina: già in quella sede però il cardinale invita i manifestanti a non avere “segni di aggressività o di violenza verso alcun fratello, nel linguaggio come nel cuore”.
Nell’antologia manca la famosa lettera che lo stesso cardinale aveva inviato il 22 giugno 2010, sempre sull’argomento, ai quattro monasteri carmelitani di Buenos Aires. Vale la pena di integrare l’antologia del Pontificio Consiglio con qualche brano del citato scritto: (sul disegno di legge) E’ in gioco qui l’identità e la sopravvivenza della famiglia: padre, madre e figli. E’ in gioco la vita di molti bambini che saranno discriminati in anticipo e privati della loro maturazione umana che Dio ha voluto avvenga con un padre e con una madre. E’ in gioco il rifiuto totale della legge di Dio, incisa anche nei nostri cuori.(…) Non siamo ingenui: questa non è semplicemente una lotta politica, ma è un tentativo distruttivo del disegno di Dio. Non è solo un disegno di legge (questo è solo lo strumento) ma è una ‘mossa’ del padre della menzogna che cerca di confondere e d’ingannare i figli di Dio. (…) Oggi la Patria (…) ha bisogno di questo Avvocato (Ndr: lo Spirito Santo) per difenderci dall’incantamento di tanti sofismi con i quali si cerca a tutti i coti di giustificare questo disegno di legge e che confondono e ingannano perfino persone di buona volontà. (…) Guardiamo a san Giuseppe, a Maria e al Bambino e chiediamo loro con fervore di difendere la famiglia argentina in questo particolare momento. Ricordiamo ciò che Dio stesso disse al suo popolo in un momento di grande angoscia: Questa guerra non è vostra, ma di Dio. Che ci soccorrano, difendano, accompagnino in questa guerra di Dio”.
Riproduciamo di seguito qualche passo significativo dei tre discorsi sulla famiglia tenuti da Jorge Mario Bergoglio, papa Francesco, dal 25 al 27 ottobre 2013 nella Sala Clementina e in piazza San Pietro.
Famiglia come comunità di persone (Sala Clementina, 25 ottobre). La famiglia non è la somma delle persone che la costituiscono, ma una ‘comunità di persone’ (cfr. Esortazione apostolica ‘Familiaris consortio’ di Giovanni Paolo II, nn. 17-18). E una comunità è di più che la somma delle persone. E’ il luogo dove si impara ad amare, il centro naturale della vita umana. E’ fatta di volti, di persone che amano, dialogano, si sacrificano per gli altri e difendono la vita, soprattutto quella più fragile, più debole. Si potrebbe dire, senza esagerare, che la famiglia è il motore del mondo e della storia (...) e chiede di essere riconosciuta come tale, tanto più oggi, quando prevale la tutela dei diritti individuali.
Il sacramento del matrimonio (Sala Clementina, 25 ottobre). La famiglia si fonda sul matrimonio. Attraverso un atto d’amore libero e fedele, gli sposi cristiani testimoniano che il matrimonio, in quanto sacramento, è la base su cui si fonda la famiglia e rende più solida l’unione tra i coniugi e il loro reciproco donarsi.
Bambini e anziani (Sala Clementina, 25 ottobre). La gratuità, quella gratuità del papà e della mamma con i figli, è tanto importante: ‘perdere tempo con i figli’, giocare con i figli. Una società che abbandona i bambini e che emargina gli anziani recide le sue radici e oscura il suo futuro. (…) Ogni volta che un bambino è abbandonato e un anziano emarginato, si compie non solo un atto di ingiustizia, ma si sancisce anche il fallimento di tale società.
Fatica e amore (Piazza San Pietro, 26 ottobre). La vita spesso è faticosa, tante volte anche tragica! Abbiamo sentito recentemente…Lavorare è fatica; cercare lavoro è fatica. E trovare lavoro oggi chiede tanta fatica! Ma quello che pesa di più nella vita non è questo: quello che pesa di più di tutte queste cose è la mancanza di amore. Pesa non ricevere un sorriso, non essere accolti.
Sposi come Abramo (Piazza San Pietro, 26 ottobre). Gli sposi nel momento del matrimonio non sanno cosa accadrà, non sanno quali gioie e quali dolori li attendono. Partono, come Abramo, si mettono in cammino insieme. E questo è il matrimonio! Partire e camminare insieme, mano nella mano, affidandosi alla grande mano del Signore. Mano nella mano, sempre e per tutta la vita! E non fare caso a questa cultura del provvisorio, che ci taglia la vita a pezzi!
Permesso, grazie, scusa (Piazza San Pietro, 26 ottobre). Alcune settimane fa, in questa piazza, ho detto che per portare avanti una famiglia è necessario usare tre parole. Voglio ripeterlo. Tre parole: permesso, grazie, scusa. Tre parole chiave!
Nonni (Piazza San Pietro, 26 ottobre). I nonni sono la saggezza della famiglia, sono la saggezza di un popolo. E un popolo che non ascolta i nonni, è un popolo che muore!
La preghiera (Piazza San Pietro, 27 ottobre). Pregate qualche volta in famiglia? (…) Ma, in famiglia, come si fa? Perché sembra che la preghiera sia una cosa personale, e poi non c’è mai un momento adatto, tranquillo, in famiglia (…) Per pregare in famiglia ci vuole semplicità. Pregare insieme il ‘Padre nostro’, intorno alla tavola, non è una cosa straordinaria: è facile. E pregare insieme il Rosario, in famiglia, è molto bello, dà tanta forza! E anche pregare l’uno per l’altro: il marito per la moglie, la moglie per il marito, ambedue per i figli, i figli per i genitori, per i nonni…
San Paolo e la fede (Piazza San Pietro, 27 ottobre). San Paolo ha conservato la fede perché non si è limitato a difenderla, ma l’ha annunciata, irradiata, l’ha portata lontano. Si è opposto decisamente a quanti volevano conservare, ‘imbalsamare’ il messaggio di Cristo nei confini della Palestina. Per questo ha fatto scelte coraggiose, è andato in territori ostili, si è lasciato provocare dai lontani, da culture diverse, ha parlato francamente, senza paura. San Paolo ha conservato la fede perché, come l’aveva ricevuta, l’ha donata, spingendosi nelle periferie, senza arroccarsi su posizioni difensive.
Gioia in famiglia (Piazza San Pietro, 27 ottobre). Care famiglie, voi lo sapete bene: la gioia vera che si gusta nella famiglia non è qualcosa di superficiale (…) Alla base di questo sentimento di gioia c’è la presenza di Dio (…), c’è il suo amore accogliente, misericordioso, rispettoso verso tutti. E soprattutto, un amore paziente: la pazienza è una virtù di Dio e ci insegna, in famiglia, ad avere questo amore paziente, l’uno con l’altro.