FRANCESCO: MEDICINA, PROGRESSISMO, SCALFARI E CONCERTO – di GIUSEPPE RUSCONI - www.rossoporpora.org – 19 novembre 2013
In questi ultimi giorni sono da registrare alcune parole molto significative di un Papa che spesso sorprende come Francesco. Non solo: un paio di decisioni vaticane confermano o correggono scelte precedenti (nell’ambito musicale e della comunicazione). Inoltre c'è una telefonata papale inattesa, dato il destinatario: un intellettuale critico nei suoi confronti, Mario Palmaro.
Domenica 17 novembre 2013, durante l’Angelus: accanto ai cristiani perseguitati
“In questo momento penso, e pensiamo tutti. Facciamolo insieme: pensiamo a tanti fratelli e sorelle cristiani, che soffrono persecuzioni a causa della loro fede. Ce ne sono tanti. Forse molti di più dei primi secoli. Gesù è con loro. Anche noi siamo uniti a loro con la nostra preghiera e il nostro affetto; abbiamo ammirazione per il loro coraggio e la loro testimonianza. Sono i nostri fratelli e sorelle, che in tante parti del mondo soffrono a causa dell’essere fedeli a Gesù Cristo. Li salutiamo di cuore e con affetto.
Domenica 17 novembre 2013, dopo l’Angelus: la medicina del Rosario
“Adesso vorrei consigliarvi una medicina. Ma qualcuno pensa: Il Papa fa il farmacista adesso? E’ una medicina speciale per concretizzare i frutti dell’Anno della Fede, che volge al termine. Ma è una medicina di 59 granelli intracordiali. In questa scatoletta è contenuta la medicina e alcuni volontari la distribuiranno a voi mentre lasciate la Piazza. Prendetela! C’è una corona del Rosario, con la quale si può pregare anche la ‘coroncina della Misericordia’, aiuto spirituale per la nostra anima e per diffondere ovunque l’amore, il perdono e la fraternità. Non dimenticatevi di prenderla, perché fa bene. Fa bene al cuore, all’anima e a tutta la vita!”
Circa ventimila le coroncine distribuite ai fedeli in Piazza.
Lunedì 18 novembre 2013, Santa Marta: progressismo adolescenziale, pensiero unico e sacrifici umani
Dall’ omelia della messa mattutina a Santa Marta, secondo la cronaca de “L’Osservatore Romano”
(…) Riferendosi al racconto biblico (NdR: tratto dal Primo Libro dei Maccabei) il Pontefice ha ricordato che ( gli israeliti) presero “le abitudini dei pagani” e accettarono l’ordine del re che “prescrisse che nel suo regno tutti formassero un solo popolo e che ciascuno abbandonasse le proprie usanze”. E certamente non si trattava, ha detto il Papa, della “bella globalizzazione” che si esprime “nell’unità di tutte le nazioni” che però conservano le proprie usanze. Quella di cui si parla nel racconto è invece la “globalizzazione dell’umanità egemonica”. Il “pensiero unico frutto della mondanità”.
Dopo aver ricordato le conseguenze per quella parte del popolo d’Israele che aveva accettato questo “pensiero unico” e si era lasciato andare a gesti sacrileghi, Papa Francesco ha sottolineato che simili atteggiamenti si riscontrano ancora “perché lo spirito della mondanità anche oggi ci porta a questa voglia di essere progressisti, al pensiero unico”. Anzi, come capitava allora, quando chi era trovato in possesso del libro dell’Alleanza veniva condannato a morte, succede così anche oggi in diverse parti del mondo “come abbiamo letto sui giornali in questi mesi”.
Negoziare la propria fedeltà a Dio è come negoziare la propria identità. E a questo proposito il Pontefice ha ricordato il libro Il padrone del mondo di Robert Hugh Benson, figlio dell’arcivescovo di Canterbury Edward White Benson, nel quale l’autore parla dello spirito del mondo e “quasi come fosse una profezia, immagina cosa accadrà. Quest’uomo si chiamava Benson, si convertì poi al cattolicesimo e ha fatto tanto bene. Ha visto proprio quello spirito di mondanità che ci porta all’apostasia”. Farà bene anche a noi, ha suggerito il Pontefice, pensare a quanto raccontato dal Libro dei Maccabei, a quanto è accaduto, passo dopo passo, se decidiamo di seguire quel ‘progressismo adolescenziale’ e fare quello che fanno tutti. E ci farà bene anche pensare a quanto è accaduto dopo, alla storia successiva, alle “condanne a morte, ai sacrifici umani” che ne sono seguiti. E chiedendo Voi pensate che oggi non si fanno sacrifici umani? , il Papa ha risposto: Se ne fanno tanti, tanti. E ci sono delle leggi che li proteggono.
Venerdì 15 novembre 2013: tolta dal sito internet vaticano l’intervista di Eugenio Scalfari a papa Francesco
Sentiamo padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana: “Il testo è attendibile nel suo senso generale, ma non nelle singole formulazioni virgolettate, non essendo stato rivisto parola per parola”. Perciò “si è ritenuto più corretto limitarne la valenza alla sua natura giornalistica, senza inserirlo fra i testi papali consultabili dal sito del Vaticano”. Insomma “si è trattato di una messa a punto della natura di quel testo, su cui era sorto qualche dibattito” (NdR: legittimo pensare che quel ‘qualche dibattito’ sia un po’ riduttivo…) Da chi è venuta la decisione? “Non c’è bisogno di pensare a interventi di particolare rilievo: può essere stato deciso a qualsiasi livello della Segreteria di Stato, responsabile per il sito internet del Vaticano” (Ndr: legittimo pensare che quel ‘qualsiasi livello’ sia un po’ riduttivo…) .
In questo sito (vedi: rubrica “papa Francesco”, articolo “Francesco: dall’intervista a Eugenio Scalfari con qualche nota)” si era anteposta alla riproduzione di alcuni passi significativi dell’intervista scalfariana la risposta data da padre Lombardi, in una conferenza-stampa del 2 ottobre, a una nostra domanda sul valore da attribuire nella scala magisteriale al testo apparso su “Repubblica” (e pubblicato poi in un instant book della casa). In quell’occasione padre Lombardi aveva chiesto un po’ di comprensione davanti alla ‘novità’ delle forme d’espressione di papa Francesco. Scrivevamo a tale proposito: “Anche nelle interviste si può distinguere: quella a pare Spadaro/’Civiltà Cattolica’ è stata rivista insieme da intervistato e intervistatore, quella a Eugenio Scalfari/’la Repubblica’ non è stata rivista (secondo quanto sa padre Lombardi) dall’intervistato, che si è fidato dell’intervistatore. Dunque la seconda intervista non avrebbe il rilievo magisteriale della prima, che tuttavia per evidenti motivi ha raggiunto un numero molto minore di lettori. Ancora: pure la seconda è stata pubblicata da ‘L’Osservatore Romano’, quotidiano ufficioso della Santa Sede e dunque l’intervista di Scalfari ha per così dire ricevuto una patente di grande credibilità soprattutto dalla Segreteria di Stato”. Ora – par di capire – dopo che sono emerse reazioni importanti e come minimo perplesse di fronte a certe affermazioni virgolettate attribuite a papa Francesco, la “grande credibilità” si è ridimensionata, tanto che ‘qualcuno’ (ma certo non un semplice minutante della Segreteria di Stato) ha deciso di togliere l’intervista da www.vatican.va.
Venerdì 15 novembre 2013: si viene a sapere di una telefonata del Papa a Mario Palmaro, uno dei critici più severi del 'nuovo corso' bergogliano
Doveva essere a quanto pare (e sarebbe stato anche più che comprensibile) un gesto da serbare all'interbo della ristrettissima cerchia dei coinvolti. Invece il 15 novembre, dal sito "Vinonuovo", si è appreso che papa Francesco aveva telefonato pochi giorni prima al giurista e filosofo Mario Palmaro che, in coppia con il giornalista e scrittore Alessandro Gnocchi, da mesi tiene 'sotto tiro' il successore di Joseph Ratzinger per forme e contenuti del suo messaggio. Giova ricordare che Gnocchi e Palmaro sono gli autori del commento pubblicato in prima pagina dal 'Foglio' del 9 ottobre e intitolato "Questo Papa non ci piace". Tale testo aveva poi procurato ai due intellettuali l'allontanamento da Radio Maria, cui collaboravano gratuitamente da un decennio con una rubrica molto seguita. Secondo quanto si è letto, papa Francesco nella telefonata non ha parlato delle opinioni espresse sul suo conto (pur osservando che le critiche fanno bene), ma si è informato sulla salute al momento precaria di Palmaro e sulla sua famiglia, ricca di quattro figli. E' stato un bel gesto di Francesco verso un suo critico tenace, nella linea della vicinanxza alla 'carne di Cristo che soffre'.
Sabato 16 novembre 2013: cancellato il grande concerto di musica classica in Aula Nervi a conclusione dell’Anno della fede
Già a ottobre il Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione aveva deciso di rinunciare al grande concerto di musica classica in Aula Nervi a conclusione dell’Anno della fede. La notizia della cancellazione però è stata pubblicizzata anche nei giorni immediatamente precedenti il ‘grande evento’ previsto già dal 2012 (dunque regnante papa Benedetto XVI). Non è chi, venuto a conoscenza della notizia, non abbia subito pensato a quella ‘sedia vuota’ di sabato 22 giugno 2013, quando per ‘impegni improrogabili’(si è poi saputo che per tutto il pomeriggio aveva ricevuto alcuni nunzi per ragioni rilevanti ) il Papa disertò l’Aula Nervi dove lo attendevano – per l’esecuzione della Nona di Beethoven - l’orchestra sinfonica della RAI e il coro dell’Accademia di Santa Cecilia, oltre alla diretta di Rai Uno e naturalmente a diverse migliaia di persone.
Si può legittimamente pensare che la cancellazione del concerto del 16 novembre sia in stretta relazione con quella del 22 giugno. Forse, temendo un bis, gli sponsor nicchiavano? Forse nicchiavano grandi nomi e grandi orchestre per lo stesso motivo? Forse la Rai, scottata dall’esperienza di giugno, nicchiava anch’essa? Forse dall’entourage papale si era lasciato intendere che Francesco avrebbe preferito occupare il suo tempo in altro modo? Insomma: meglio lasciar perdere. E a questo punto chi si azzarderà a organizzare altri ‘grandi eventi’ di musica classica nell’Aula Nervi (può darsi al massimo che si possa salvare quello tradizionale offerto dal presidente della Repubblica italiana…)