FRANCESCO, OMOSESSUALI E MASSMEDIA – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 5 gennaio 2013
Il 3 gennaio è uscita ‘La Civiltà Cattolica’ con il resoconto del lungo colloquio che papa Francesco ha avuto con 120 superiori generali di istituti religiosi il 29 novembre in Vaticano. L’interesse massmediatico è stato suscitato soprattutto da un passo in cui inizialmente il Papa ricorda il disagio di una bambina per il comportamento della così definita ‘fidanzata’ di sua madre. Ma i giornali titolano di ‘apertura alle coppie gay’. Nel momento in cui Renzi ha presentato la propria proposta in tal senso.
Scorrendo ieri pomeriggio le prime pagine internet dei giornali e stamattina sfogliando le edizioni cartacee, si ritrovano titoli come questo: L’apertura a sorpresa di papa Francesco: “Le coppie gay, una sfida per chi educa: non allontaniamo i loro figli dalla fede” (laRepubblica, che nelle due pagine dedicate all’argomento riepiloga anche “Trent’anni di proposte finite nel cassetto: dai Pacs ai Dico, le leggi diventate tabù”, e pubblica tra l’altro un grafico da cui si evince che nella Bari di Vendola sono state 729 le adesioni al registro delle ‘unioni civili’, nella Milano di Pisapia 650, nella Firenze di Renzi 97, mentre a Napoli sono 20 e a Bologna 4). Da notare la pagina intera del Messaggero, dal titolo “Il Papa: coppie gay, nuove sfide educative” (nel sottotitolo, anche: “Gli omosessuali: fatto storico”), in cui appare la solita cartina europea in cui l’Italia figura – insieme a pochi altri soprattutto del mondo slavo e balcanico – come la ‘retrograda’ di turno.
Titoli e commenti fanno riferimento a un passo del resoconto dell’incontro ( durato tre ore) del 29 novembre nell’Aula nuova del Sinodo tra papa Francesco e 120 superiori generali di istituti religiosi. Tale resoconto è stato pubblicato su La Civiltà Cattolicauscita il 3 gennaio ed è stato redatto da padre Antonio Spadaro, direttore del quindicinale gesuitico e già autore della lunghissima intervista al Papa (controversa per diversi contenuti) apparsa a settembre.
Che cosa ha detto esattamente il Papa nell’occasione? Rispondendo a domande sul “compito educativo”, che ha definito “una missione chiave, chiave, chiave!”, Francesco – riferisce padre Spadaro – “ha citato alcune sue esperienze a Buenos Aires sulla preparazione che si richiede per accogliere in contesti educativi bambini, ragazzi e giovani che vivono situazioni complesse, specialmente in famiglia: Ricordo (NdR: il passo che segue è citato come uscito direttamente dalla bocca del Papa) il caso di una bambina molto triste che alla fine confidò alla maestra il motivo del suo stato d’animo: ‘La fidanzata di mia madre non mi vuol bene’. La percentuale di ragazzi che studiano nelle scuole e che hanno i genitori separati è elevatissima. Le situazioni che viviamo oggi pongono dunque sfide nuove che per noi a volte sono persino difficili da comprendere. Come annunciare Cristo a questi ragazzi e ragazze? Come annunciare Cristo a una generazione che cambia? Bisogna stare attenti a non somministrare ad essi un vaccino contro la fede”.
In sintesi. Primo: Francesco ha citato il caso (che gli era stato riferito da una maestra) di una bambina molto triste perché la ‘fidanzata’ della madre non le voleva bene. E’ un caso espressione di un disagio infantile derivato dal vivere in casa con due donne che si amano. Tutt’altro che un segno positivo, come osserva anche Paola Binetti dalle colonne del Messaggero: (il disagio) “è ancora oggi la barriera più forte all’adozione o presenza di figli all’interno di una coppia gay”. Qui c’è poi da osservare che il termine ‘fidanzata’ significa in italiano ‘promessa sposa’(etimologicamente deriva dal latino foedus, patto): e forse il termine utilizzato nel contesto non appare il più felice sulla bocca di un Papa.
Secondo. Francesco si è riferito successivamente ai tanti figli di coppie separate e si è posto la domanda: Come annunciare loro la Buona Novella? E’ una domanda seria che esige una risposta ponderata, vera, incisiva: non possiamo certo incolpare i figli per certe situazioni derivate dalla rottura dell’unità familiare, non possiamo “somministrare ad essi un vaccino contro la fede”, ma dobbiamo mostrare loro la bellezza dell’Annuncio (in cui è inserita la bellezza della famiglia fondata sull’unione tra uomo e donna).
Che hanno fatto molti media? Hanno unito (perdipiù storpiandone il senso) la citazione argentina con il seguito riguardante i figli di genitori separati e ne hanno tratto – con pressapochismo e/o malafede - le frasi sull’ “apertura” papale alle unioni tra omosessuali. Il tutto proprio mentre il maggior rappresentante della ‘società liquida’ in Italia, il sindaco di Firenze Matteo Renzi (che si dice cattolico) ha lanciato la sua proposta “irrinunciabile” sul riconoscimento delle unioni omosessuali. Il gioco della nota lobby (i cui esponenti già si sono felicitati strumentalmente con papa Bergoglio) è evidente: premere con forza sul governo Letta perché l’obiettivo antropologico-economico sia raggiunto. E per farlo non badano a mezzi, arruolando anche il Successore di Pietro.
E’ anche evidente che, da telespettatore, ascoltatore o lettore, il povero cittadino italiano viene ormai incessantemente bombardato da messaggi cari alla nota lobby; tanti perdipiù si fermano ai titoli fuorvianti, tanti altri tendono alla rassegnazione. E i cattolici che invece vogliono testimoniare pubblicamente i valori della Dottrina sociale della Chiesa si ritrovano (almeno apparentemente) sempre più emarginati (senza nessun incoraggiamento o anche rimbrottati dall’alto). Correndo – ed è cosa che fa rabbrividire - il rischio di essere additati come nemici del Papa e della Chiesa dalla nota lobby e dai suoi fiancheggiatori volontari o involontari (tra cui non pochi opportunisti, cattolici da ‘società liquida’). Così va il mondo. Ma già altre volte gaie macchina da guerra si sono sorprendentemente inceppate.