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    INSEDIAMENTO NEL NOME DI SAN GIUSEPPE

    INSEDIAMENTO NEL NOME DI SAN GIUSEPPE – di GIUSEPPE RUSCONI – CORRIERE DEL TICINO del 20 marzo 2013

     

    Ieri piazza San Pietro ha vissuto la messa inaugurale del ministero petrino di Jorge Mario Bergoglio, vescovo di Roma e dunque Papa. Molte le bandiere biancazzurre a segnalare i gruppi argentini tra gli oltre 150 mila presenti.

     

    A onorare il Papa tra gli altri la presidente argentina Kirchner, il vicepresidente americano Biden, Angela Merkel, Josè Manuel Barroso, Giorgio Napolitano e il principe Filippo di Spagna. Tra i delegati di oltre 130 Paesi anche il consigliere federale Didier Burkhalter: ha detto al Papa che sarebbe benvenuta una sua visita in Svizzera.

    L’impronta di semplicità di papa Francesco è emersa anche durante il rito: i tempi della liturgia sono stati limati, i canti del coro della Sistina erano quasi tutti esenti dai virtuosismi tradizionali e tutto si è concluso in meno di due ore. Nell’omelia ampio riferimento a san Giuseppe (di cui ieri ricorreva la festa) come custode non solo di Maria e Gesù, ma anche della Chiesa e del creato: “Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà” di essere custodi “della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura. (…) Non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo  mondo!”. Secondo di otto applausi a scena aperta (il primo si era levato per un sentito ‘grazie’ a papa Ratzinger).

    Cielo sereno, aria frizzante, poi un sole già prefigurante la vicina primavera: così San Pietro ha accolto i fedeli. Incontriamo i membri della famiglia argentina Bustos Ortega, con uno striscione impegnativo: “El Senor vino a servir y no a ser servido” (“Il Signore è venuto a servire, non a essere servito”). L’aspirazione del piccolo Felipe? “Andare dal Papa con tutta la famiglia”. Accanto a loro suor Estella, che opera a Buenos Aires: “Papa Francesco è una potenza evangelizzatrice ed è sempre stato un servitore del suo popolo”. La religiosa regge una statuina della Madonna di Lujan, santuario spesso visitato dal cardinal Bergoglio. Vicino a Porta Sant’Anna ecco il cardinale Kasper, per il quale il nome Francesco “è già tutto un programma”; il confratello Amato rileva da parte sua che Francesco è un nome “ispiratore”. Incontriamo la parlamentare piddina Marianna Madia, in gran spolvero; poi Paolo, segretario del Consiglio parrocchiale e guardia  forestale di Filettino, villaggio in quota noto a non poche porpore per l’aria buona (passa il cardinal Canizares e conferma entusiasta). Ci sono i neocatecumenali con i loro canti rituali e Irene, catechista luminosa, che evidenzia nell’omelia del Papa il legame tra bontà e tenerezza. Così papa Francesco a tal proposito: “San Giuseppe appare come un uomo forte, coraggioso, lavoratore, ma nel suo animo emerge una grande tenerezza, che non è la virtù del debole”, anzi “denota fortezza d’animo e capacità di vera apertura all’altro”. Infatti “il custodire richiede bontà”.

    Vicino al Papa tre invitati speciali: Sergio Sanchez, rappresentante dei ‘cartoneros’ (raccolgono nelle strade quanto è possibile riciclare), l’educatore Josè Maria del Corral e suor Ana Rosa, da 46 anni missionaria in Tailandia.   

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