ROSSOPORPORA DI NOVEMBRE 2012 SU 'TEMPI' 45/12
Interviste ai cardinali Schoenborn (Austria, massmedia, disobbedienza, islam), Scherer (Brasile, America latina, secolarizzazione), Lajolo (musica e Unità d’Italia)
Sabato 24 novembre sarà un giorno di gran festa per
Dal 7 al 28 ottobre si è svolto il XIII Sinodo dei vescovi sul tema della ‘nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana”. I 262 Padri sinodali hanno portato la loro testimonianza e i loro suggerimenti attraverso interventi in aula (252 da parte di 237 padri), scritti (13), interventi liberi (un centinaio), interventi nei ‘circoli minori’ linguistici. Papa Benedetto XVI ha parlato in cinque occasioni. 49 gli uditori (45 gli interventi, molti i laici), 45 gli esperti, 3 gli invitati speciali (tra cui il presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Werner Arber), 15 i ‘delegati fraterni’ (anche il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I e il primate della Comunione anglicana Rowan Williams). Tra gli argomenti emersi, oltre alla definizione, ai modi, ai contenuti della nuova evangelizzazione, quelli della formazione degli evangelizzatori, della famiglia, della parrocchia, del ruolo dei laici, del dialogo ecumenico e interreligioso, della situazione (spesso precaria) dei cristiani nel mondo. Sono state elaborate 58 proposizioni finali (originariamente 326): presentate al Papa – che ha del resto seguito personalmente buona parte degli interventi in Aula Nervi - gli saranno utili per l’elaborazione della tradizionale esortazione apostolica post-sinodale.
Tra gli eletti dall’assemblea nell’importante Consiglio della segreteria generale del Sinodo (tre per continente) c’è il cardinale Christoph Schönborn. Incontrandolo, puntualizza subito che “la situazione dell’Austria cattolica è meno grave di quanto non dicano i massmedia”. Ottimo spunto, per l’ avvio dell’intervista. Rileva l’arcivescovo di Vienna: “La stampa ha l’abitudine di evidenziare un aspetto particolare di un problema, presentandolo nell’ottica di una lotta senza risparmio di colpi. Certo per i massmedia una situazione conflittuale è benvenuta, così che la si possa trasformare in un ‘caso’ e riempire pagine sotto titoli a caratteri di scatola”. Eminenza, si sa che in Austria preti e laici ‘del dissenso’non sono pochi (‘Pfarrer Initiative’, ‘Wir sind Kirche’) e sono anche ben organizzati…” Molti massmedia estremizzano le loro proposte e proteste, dando loro un’importanza sproporzionata rispetto a ciò che succede”. I problemi sollevati sono però reali… “Sì, sono problemi veri. Devo dire che noi vescovi condividiamo le loro preoccupazioni; però non siamo d’accordo con le soluzioni indicate dai sacerdoti protestatari. Ad esempio la diminuzione del numero dei sacerdoti è un grande problema, che deriva anche dalla denatalità della popolazione (escluso qualche movimento particolarmente aperto alla vita): per noi il rimedio a tale situazione è un nuovo slancio missionario della Chiesa intera. Questa è la nostra proposta, che viene ignorata dai massmedia… non è interessante per loro, non prospetta lacrime e sangue, forse non riescono a capirla perché non vivono quotidianamente la vita della Chiesa!”. A Vienna,
Passiamo a un altro argomento delicato. Cento anni fa, nel 1912, l’islam veniva legalmente riconosciuto nell’Impero austro-ungarico. Tra le iniziative in corso quella del Suo incaricato diocesano per il dialogo interreligioso che ha promosso uno scambio di prediche…”Penso che questo parroco, che parla perfettamente il turco, sia molto efficiente. Prima ha invitato un imam per una predica in parrocchia, poi è stato invitato in moschea per la predica del venerdì. Veramente un fatto positivo”. Eminenza, un’occasione unica? “No. L’iniziativa si inserisce nel quadro di una serie di incontri regolari tra sacerdoti e imam, in cui si discute dei problemi, delle preoccupazioni della gente e si condivide il lavoro pastorale grazie a uno scambio di esperienze. C’è anche altro…” Altro? Il sessantasettenne cardinale Schönborn sorride compiaciuto: “Sono state create due squadre di calcio, quella degli imam e quella dei preti. Hanno già giocato alcune partite. E i preti hanno vinto!”
Un altro tra i cardinali eletti (è una conferma) dall’assemblea nel Consiglio sinodale è il sessantatreenne Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo del Brasile. Lo incontriamo in una pausa dei lavori del Sinodo per aprire una parentesi sul continente con il maggior numero di cattolici. Eminenza, la secolarizzazione legislativa dilaga anche nell’America latina. In Uruguay, dove il 17 ottobre il Senato ha confermato il voto della Camera, è stato legalizzato l’aborto. Nel Suo Paese, il Brasile, la bozza di riforma del codice penale prevede pure la stessa legalizzazione. E’ una deriva questa che si può ancora bloccare oppure sembra inarrestabile? “La tendenza è inarrestabile, nel senso che ormai emerge dappertutto, grazie al gran lavoro delle lobby che ovunque cercano di far avanzare le proprie idee, da noi non diversamente che da voi in Europa. Che poi tale tendenza riesca ad imporsi subito nelle legislazioni nazionali è ancora da vedere. C’è un argomento utilizzato dalle lobby che purtroppo fa molta presa: quello che bisogna adeguarsi al progresso dei Paesi sviluppati: non si deve restare indietro! Ma perché dovrebbero essere migliori, più sviluppati i Paesi che adottano leggi contro la vita, facendo strame della dignità umana?” Alla secolarizzazione legislativa si accompagnano cifre nazionali che preoccupano: in Brasile, secondo il censimento del 2010, i cattolici sarebbero scesi in quarant’anni al 90 al 65%... “E’ vero che ormai ci sono parecchi cattolici che non si riconoscono più nella Chiesa. Abbiamo però anche qualche dubbio sui risultati dell’ultimo censimento”. Per quale motivo? “Il metodo utilizzato per le domande è stato poco trasparente, ambiguo. Questo detto, devo comunque riconoscere che le percentuali altissime del passato non corrispondevano a un’uguale pratica religiosa. Forse oggi con più onestà quelli che già non frequentavano le chiese riconoscono chiaramente di non essere più cattolici. E’ chiaro che questi dati ci preoccupano molto”. Quali le ragioni principali del calo? “La svolta culturale in atto incentrata sull’esplodere del soggettivismo, l’avanzata della secolarizzazione. Non a caso il gruppo che cresce di più negli ultimi anni è quello dei “non religiosi”, che raggiungono ormai l’8%”. Eminenza, che dire della crescita delle comunità evangeliche, che in trent’anni sono passate dal 6 al 23%? “Questi gruppi evangelici attirano i nostri cattolici con metodi che non sono nostri, ispirati al consumismo, alla logica del mercato, a una religiosità che punta molto sul soggetto con i suoi bisogni materiali e le sue emozioni. Noi non possiamo utilizzare tali metodi, poiché al centro dell’Annuncio troviamo Dio, Gesù Cristo, il Vangelo, la persona umana”. Ma al Sinodo si è parlato dell’America latina? “Guardi, il nome ‘Aparecida’ è stato pronunciato molte volte anche in questo Sinodo, perché ciò che si è detto e deciso ad Aparecida nel 2007 si riflette sulla Chiesa intera”. La conferenza latino-americana svoltasi nel celebre santuario mariano ha dunque lasciato tracce concrete? “Certo, in Brasile e in tutta l’America latina. Vediamo ad esempio il discorso sul rinnovamento missionario, che è stato al centro del Sinodo:
Lasciamo per un momento l’attualità spesso drammatica e occupiamoci di una piacevole iniziativa promossa dentro le Mura leonine. Martedì 25 settembre è stato presentato un cd singolare, il primo di una nuova collana frutto della collaborazione tra Edizioni Musei vaticani e la casa discografica Carosello Records: sono 36 minuti di melodie famose e care, legate in particolare al Risorgimento italiano (c’è anche l’Inno di Garibaldi) e alla Prima guerra mondiale ed eseguite dalla Banda della Gendarmeria (cento professionisti diretti dal maestro Giuseppe Cimini), costituita nel 2007 dal comandante Domenico Giani con il favore dell’allora presidente del Governatorato cardinale Giovanni Lajolo. Che incontriamo alla presentazione. Eminenza, è solo un caso che questo cd, inteso come un omaggio all’unità d’Italia, venga presentato in prossimità dell’anniversario della presa di Roma da parte dei piemontesi? “E’ un caso – sorride il porporato – ma spesso Cristo, che è Signore anche della storia, fa in modo che essa contenga risvolti provvidenziali”. Perché un omaggio in musica? “La musica è connaturale al popolo italiano, che purtroppo è assai poco stimolato in questa sua dote, già a partire dalla scuola”. Continua il presule settantasettenne: “La musica è un formidabile elemento fondamentale dello spirito umano. Si fa comprendere da tutti, non solo si ascolta ma permane; grazie alle buone emozioni suscitate come nel nostro caso, costituisce uno stimolo per l’unità dei cuori. Chi può dimenticare le melodie, da ‘La leggenda del Piave’ a ‘Quel mazzolin di fiori’ che abbiamo imparato fin da piccoli?”. Nel cd c’è molto Verdi… ‘