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    PAPA DIXIT - S.IPPOLITO/FATIMA - AVVENIRE, PESCHIERA, IUS SCHOLAE

    PAPA DIXIT –S.IPPOLITO/FATIMA –AVVENIRE, PESCHIERA, IUS SCHOLAE - di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 9 giugno 2022

     

    Alcune considerazioni interessanti espresse recentemente da Jorge Mario Bergoglio. Conclusa la settimana mariana di Sant’Ippolito. I contorsionismi interessati di ‘Avvenire’ nel riferire dei gravi fatti di Peschiera, protagonisti in negativo centinaia di adolescenti di origine nordafricana, che inneggiano all’Africa e sognano di 'colonizzare' aree del territorio italiano, similmente a quanto succede in Belgio e in Francia. 

     

    PAPA DIXIT/1 - Studio della storia: adesione alla realtà saldamente documentata, Cesare Baronio, ingegneria dei ponti (28 maggio 2022, sala Clementina, Udienza ai membri del Pontificio Comitato di Scienze storiche)

    . L’adesione alla realtà saldamente documentata resta indispensabile allo storico, senza fughe idealistiche in un passato che si suppone consolatorio. Lo storico del cristianesimo dovrebbe essere attento a cogliere la ricchezza delle diverse realtà nelle quali, attraverso i secoli, il Vangelo si è incarnato e continua a incarnarsi, regalando capolavori che rivelano l’azione feconda dello Spirito Santo nella storia. La storia della Chiesa è luogo di incontro e di confronto in cui si sviluppa il dialogo tra Dio e l’umanità; e ad essa è predisposto chi sa unire il pensiero alla concretezza. Viene in mente il grande storico Cesare Baronio: sul fronte della cappa del camino lasciò questa scritta: Baronius coquus perpetuus. Studioso di mirabile dottrina nonché uomo di grande virtù, continuava a ritenersi il cuoco della comunità, l’incarico che in gioventù gli era stato dato da San Filippo Neri. Non di rado illustri personaggi, che si recavano da lui per riceverne consiglio, lo trovavano col grembiule di lavoro, impegnato a lavare le scodelle (cfr A. Capecelatro, Vita di S. Filippo Neri, Napoli 1879, vol. I, p. 416). Dunque, teoria e prassi – unite – conducono alla verità.

    . Se la storia è spesso pervasa da eventi bellici, da conflitti, lo studio della storia mi fa pensare all’ingegneria dei ponti, che rende possibili rapporti fruttuosi tra le persone, tra credenti e non credenti, tra cristiani di differenti confessioni. La vostra esperienza è ricca di insegnamenti. Ne abbiamo bisogno, perché è portatrice della memoria storica necessaria per cogliere la posta in gioco nel fare storia della Chiesa e dell’umanità: quella di offrire un’apertura verso la riconciliazione dei fratelli, la guarigione delle ferite, la reintegrazione dei nemici di ieri nel concerto delle nazioni, come seppero fare, dopo la seconda guerra mondiale, i Padri fondatori dell’Europa unita.

    PAPA DIXIT/2I tagli nella sanità sono oltraggio all’umanità (4 giugno 2022, Sala Clementina, udienza ai membri della Confederazione Federsanità, associazione italiana)

    . La vostra Confederazione, che riunisce le Aziende Sanitarie Locali, Ospedaliere, e gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, insieme ai rappresentanti dell’Associazione dei Comuni Italiani, ha un forte legame con il territorio, in una dinamica continua di scambio tra locale, regionale e nazionale. Con il vostro impegno, contribuite a mantenere il rapporto tra centro e periferia, tra piccolo e grande, tessendo relazioni e promuovendo percorsi di integrazione socio-sanitaria e socio-assistenziale.

    . Anche in campo sanitario è frequente la tentazione di far prevalere vantaggi economici o politici di qualche gruppo a discapito della maggior parte della popolazione. (…)  La pandemia ci ha insegnato che il “si salvi chi può” si traduce rapidamente nel “tutti contro tutti”, allargando la forbice delle disuguaglianze e aumentando la conflittualità. Occorre invece lavorare perché tutti abbiano accesso alle cure, perché il sistema sanitario sia sostenuto e promosso, e perché continui ad essere gratuito. Tagliare le risorse per la sanità è un oltraggio all’umanità. (NdR: da anni in Italia si taglia nella sanità, perché, si dice, bisogna razionalizzare… mancano i soldi! Invece – come si evince dalle cronache contemporanee – quelli si trovano sempre per accrescere la produzione di armi, intanto che si susseguono gli invii scellerati e irresponsabili di strumenti bellici in Ucraina, che alimentano l’insensata guerra in corso e che però sono richiesti da chi ha imposto il governo dei cosiddetti ‘migliori’ a guida dell’Italia).

    PAPA DIXIT/3Ucraina, si ascolti il grido disperato della gente che soffre (5 giugno 2022, dopo-Regina Coeli, domenica di Pentecoste)

    . A Pentecoste il sogno di Dio sull’umanità diventa realtà; cinquanta giorni dopo la Pasqua, popoli che parlano lingue diverse si incontrano e si capiscono. Ma ora, a cento giorni dall’inizio dell’aggressione armata all’Ucraina, sull’umanità è calato nuovamente l’incubo della guerra, che è la negazione del sogno di Dio: popoli che si scontrano, popoli che si uccidono, gente che, anziché avvicinarsi, viene allontanata dalle proprie case. E mentre la furia della distruzione e della morte imperversa e le contrapposizioni divampano, alimentando un’escalation sempre più pericolosa per tutti, rinnovo l’appello ai responsabili delle Nazioni: non portate l’umanità alla rovina per favore! Non portate l’umanità alla rovina per favore! Si mettano in atto veri negoziati, concrete trattative per un cessate il fuoco e per una soluzione sostenibile. Si ascolti il grido disperato della gente che soffre - lo vediamo tutti i giorni sui media - si abbia rispetto della vita umana e si fermi la macabra distruzione di città e villaggi nell’est dell’Ucraina. Continuiamo, per favore, a pregare e a impegnarci per la pace, senza stancarci.

    PAPA DIXIT/4La vecchiaia, Anna Magnani e il mito fallace dell’eterna giovinezza (8 giugno 2022, 13.ma catechesi sulla vecchiaia, Udienza generale, piazza San Pietro)

    . La nostra epoca e la nostra cultura, che mostrano una preoccupante tendenza a considerare la nascita di un figlio come una semplice questione di produzione e di riproduzione biologica dell’essere umano, coltivano poi il mito dell’eterna giovinezza come l’ossessione – disperata – di una carne incorruttibile. Perché la vecchiaia è – in molti modi – disprezzata. Perché porta l’evidenza inconfutabile del congedo di questo mito, che vorrebbe farci ritornare nel grembo della madre, per ritornare sempre giovani nel corpo.

    . La tecnica si lascia attrarre da questo mito in tutti i modi: in attesa di sconfiggere la morte, possiamo tenere in vita il corpo con la medicina e la cosmesi, che rallentano, nascondono, rimuovono la vecchiaia. Naturalmente, una cosa è il benessere, altra cosa è l’alimentazione del mito. Non si può negare, però, che la confusione tra i due aspetti ci sta creando una certa confusione mentale. Confondere il benessere con l’alimentazione del mito dell’eterna giovinezza. Si fa tanto per riavere sempre questa giovinezza: tanti trucchi, tanti interventi chirurgici per apparire giovani. Mi vengono in mente le parole di una saggia attrice italiana, la Magnani, quando le hanno detto che dovevano toglierle le rughe, e lei disse: “No, non toccarle! Tanti anni ci sono voluti per averle: non toccarle!”. È questo: le rughe sono un simbolo dell’esperienza, un simbolo della vita, un simbolo della maturità, un simbolo di aver fatto un cammino. Non toccarle per diventare giovani, ma giovani di faccia: quello che interessa è tutta la personalità, quello che interessa è il cuore, e il cuore rimane con quella giovinezza del vino buono, che quanto più invecchia più è buono.

    . La vecchiaia è la condizione, concessa a molti di noi, nella quale il miracolo di questa nascita dall’alto può essere assimilato intimamente e reso credibile per la comunità umana: non comunica nostalgia della nascita nel tempo, ma amore per la destinazione finale. In questa prospettiva la vecchiaia ha una bellezza unica: camminiamo verso l’Eterno. Nessuno può rientrare nel grembo della madre, e neppure nel suo sostituto tecnologico e consumistico. Questo non dà saggezza, questo non dà cammino compiuto, questo è artificiale. Sarebbe triste, seppure fosse possibile. Il vecchio cammina in avanti, il vecchio cammina verso la destinazione, verso il cielo di Dio, il vecchio cammina con la sua saggezza vissuta durante la vita. La vecchiaia perciò è un tempo speciale per sciogliere il futuro dall’illusione tecnocratica di una sopravvivenza biologica e robotica, ma soprattutto perché apre alla tenerezza del grembo creatore e generatore di Dio.

     

    ANCORA SU SANT’IPPOLITO/FATIMA: RITORNO DI SPIRITUALITA’, 8000 COMUNIONI

    Come sanno i lettori del nostro blog (vedi https://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/1081-domande-e-non-risposte-sant-ippolito-fatima-vescovo-mc-elroy.html ) domenica 29 maggio 2002 è incominciata nella parrocchia romana di Sant’Ippolito a piazza Bologna un’intensa settimana mariana, caratterizzata dalla devozione alla Madonna di Fatima. Ne abbiamo riferito nell’articolo pubblicato giovedì 2 giugno.

    Ma com’è andata nella seconda parte della settimana?  Si è registrata una crescita ulteriore delle presenze, come abbiamo constatato e come conferma don Giuseppe Cippitelli (ideatore dell’evento): c’è stato un non irrilevante recupero di devozione e spiritualità e naturalmente bisognerà poi verificare se solo temporaneo. Di fiori ne abbiamo visti portare tanti alla statua della Madonna e anche i lumini erano un’infinità … (alla fine circa diecimila). Le confessioni sono state pressoché ininterrotte negli orari di apertura della chiesa, sabato e domenica anche con tre sacerdoti impegnati. E le comunioni? Circa ottomila nella settimana, con punte sabato e domenica.

    Ben frequentate le messe serali delle 19.00 sia giovedì (presieduta dall’arcivescovo Filippo Iannone) che venerdì (vescovo ausiliare Dario Gervasi) e sabato (parroco mons. Manlio Asta). Chiesa piena anche domenica a mezzogiorno, per la celebrazione presieduta dall’arcivescovo Giuseppe Mani. Che nell’omelia ha dapprima ricordato come a Pentecoste nasca la Chiesa e come lo Spirito Santo sia accompagnato da un vento impetuoso che nel nostro cuore spazza la brace e ravviva la fiamma. Incentrando poi il suo dire sulla Madonna, l’emerito di Cagliari (già ordinario militare d’Italia) ha rievocato un episodio vissuto quand’era viceparroco dei Santi Marcellino e Pietro a Tor Pignattara. Andò a trovare il vecchio parroco, ricoverato in fin di vita al San Giovanni, che, interpellato, gli disse: Sto bene, sto a morì… e lei, la Madonna, è qui, non mi molla un momento! Altro ricordo: il pellegrinaggio alla Madonna di Guadalupe, a Città del Messico: è un santuario, ha detto Mani, in cui i fedeli, milioni di fedeli ogni anno, vanno non “a vedere la Madonna”, ma a “farsi vedere” dalla Madonna, dalla pupilla viva della Madonna (effetti persistenti di rifrazione dell’immagine, come attestato da un’analisi del 2020 della Nasa).

    Dopo la messa solenne, in cui si è avuta anche la cresima della giovane Virginia, una distesa di fazzoletti bianchi (come accade nel santuario portoghese originario) ha salutato la Madonna, la cui statua – al canto dell’Ave Maria di Fatima - lasciava la chiesa per altri lidi, custodita devotamente da padre Mario Piatti e dai suoi collaboratori.

     

    I FATTI DI PESCHIERA NARRATI DA AVVENIRE IN MODO A DIR POCO CURIOSO, MA ...  LO IUS SCHOLAE – IN ARRIVO IL 24 GIUGNO NELL’AULA DI MONTECITORIO - NON DEVE PATIRNE LE CONSEGUENZE

    Nel 1951 Italo Calvino scrisse il “Visconte dimezzato”, un romanzo in cui si immagina che secoli prima un giovane nobile, Medardo di Terralba, era stato diviso in due da una palla di cannone mentre era in Boemia a combattere contro i Turchi. La sola metà apparentemente restata in vita era la sua parte malvagia… e fu detta il Gramo. L’altra metà, quella buona, però non era morta: il Buono era stato salvato da alcuni eremiti e alla fine di una storia ricca di colpi di scena il visconte si ricomporrà nella sua integralità e sposerà la contadinella Pamela.

    Avvenire è un po’ - e i lettori di www.rossoporpora.org ben lo sanno - come il “Visconte dimezzato”… su certi argomenti (ad esempio la questione della droga, dell’usura, dell’ecumenismo, del dialogo interreligioso, della persecuzione dei cristiani nel mondo, delle guerre dimenticate, della fame e della povertà, in tutta la parte culturale) si manifesta come Buono. Su altri, se non come Gramo, almeno profuma di tartufo da far invidia a Molière.

    Vedete un po’ voi. Giovedì 2 giugno a Peschiera del Garda (che nell’Ottocento era una delle quattro fortezze del Quadrilatero austro-ungarico) ne sono successe di brutte. Aizzati e eccitati via social da slogan tipo Peschiera è Africa, Lombardia è Nord-Africa, Peschiera è stata colonizzata, Peschiera è nera almeno duemila adolescenti, in gran parte di colore, si sono resi protagonisti di disordini vari che sono culminati in violenze contro alcune ragazze che erano salite sul Verona-Milano per tornare a casa, insultate perché “le donne bianche non salgono sul treno”. Le indagini sono in corso: al momento in cui scriviamo, a quanto si sa, sono almeno sei le denunce per molestie sessuali e trenta gli indagati, tutti di origine nordafricana.

    E’ opportuno precisare che qui non si vuole generalizzare e criminalizzare la gente maghrebina in Italia; sono decine di migliaia le famiglie che si sono integrate e vivono normalmente tra e con noi. Tuttavia quelli di Peschiera sono fatti che non si possono sottovalutare o peggio ignorare, perché non sono inediti in Italia (per citare il primo esempio che ci viene alla mente, le violenze della notte di San Silvestro in piazza del Duomo) e dunque inducono a prefigurare una possibilità tanto nefasta quanto concreta: quella che sia esportata massicciamente anche nella Penisola la rabbia delle banlieu belghe o francesi (vedi, tanto per fare un altro esempio, quanto successo a Parigi-Saint Denis per la finale della Coppa dei Campioni tra Real Madrid e Liverpool…con una gestione penosa dell’ordine pubblico da parte del governo dell’arrogante Macron… à la façon dell’italica ministra dell’interno Lamorgese).

    Anche Avvenire sarà venuta a sapere venerdì di quanto accaduto a Peschiera. Purtroppo era il giorno del Gramo…. e allora? Hai sentito cosa è successo? Sì, ma bisogna essere prudenti. Hai visto le foto e i video? Sapete… è un argomento delicato.  Però i fatti dicono che c’erano tanti ragazzi di colore… e poi le ragazze bianche molestate…. Bisogna mantenere la calma… non possiamo dar ragione a Salvini e alla Meloni… e tutto il lavoro che abbiamo fatto per far fuori il primo? E allora che mettiamo sul giornale di domani? Come diceva nei “Promessi Sposi” il Conte Zio al padre provinciale dei Cappuccini a proposito di Fra’ Cristoforo, meglio “Sopire, troncare… troncare, sopire”…. Pensate che tra poco, il 24 giugno, approderà in Aula alla Camera la proposta di legge, detta dello Jus scholae, di cui noi siamo alfieri. Ricordate che cosa prevede? Ve lo richiamo io: la possibilità per i minori stranieri nati in Italia o giunti da noi entro i 12 anni di età, di diventare cittadini italiani su richiesta dei genitori e avendo frequentato per almeno 5 anni una scuola italiana. Già immagino sovranisti, reazionari, populisti di ogni risma che approfitteranno di Peschiera per bloccare lo Jus scholae… no… è nostro interesse appunto ignorare… e quando non sarà più possibile: minimizzare e puntare sulle violenze del branco contro le ragazze, farne una questione di genere … e poi magari allestiremo qualche approfondimento per indirizzare ancora meglio i nostri lettori…

    E così….

    *Avvenire di domenica 5 giugno 2022: taglio basso, minorenni non identificati

    Pag. 13, taglio basso, quattro colonne, senza firma (sarà stato ripreso con modifiche da qualche agenzia). Titolo: Maxirissa sul Garda, sei ragazze: molestate sul treno dal branco. Occhiello: Dopo l’evento di musica trap del 2 giugno. Sommario: Le amiche rientravano da Gardaland e hanno incrociato i partecipanti al raduno, molti erano ubriachi e fuori controllo.

    L’articolo così esordisce: Disordini, atti di vandalismo, aggressioni, una maxi rissa con decine di ragazzi già identificati. E la denuncia di sei amiche, di 16 e 17 anni, costrette a subire molestie sessuali sul treno (…)

    I responsabili delle violenze? Adolescenti, molti dei quali minorenni, arrivati dal Veneto e dalla Lombardia. Che siano figli e nipoti di leghisti della Val Camonica? Oppure giovani tifosi dell’Hellas Verona?  Oppure fans dell’Ungheria di Orban in attesa di spostarsi a Cesena per la partita tra tricolori della Nations League?

    Qualcosa si riesce a intravvedere alla riga 50, quando si citano le ragazze che, riferendo dei molestatori, riferiscono che dicevano Le donne bianche qui non salgono. Qualsiasi lettore a questo punto è indotto a pensare che…. Ma nelle restanti 33 righe nulla si dice che possa svelare il mistero non gaudioso.

    *Avvenire.it di lunedì 6 giugno 2022: alcuni ragazzini immigrati di seconda generazione

    Titolo:  Peschiera del Garda. Molestie alle 16enni sul treno, 30 giovani sospettati. Sommario: La Procura di Verona lavora su due fronti: le molestie per i fatti sul treno e i disordini sulle rive del lago di Garda, per i quali si parla di rissa aggravata, danneggiamenti e tentata rapina

    Nel testo, a firma della redazione internet, si trova qualche timido progresso nel riferire la verità dei fatti. L’accento è sempre sulle molestie sessuali, ma si parla anche dei disordini, una maxirissa  tra ragazzini, alcuni dei quali immigrati di seconda generazione. (…) Tra i sospettati (delle molestie) una trentina di persone in tutto, la maggioranza sembra sia minorenne.

    Insomma, per la prima volta, si parla – con tutte le cautele del tartufismo avveniristico – di “ragazzini, alcuni dei quali immigrati di seconda generazione”.

    *Avvenire di martedì 7 giugno 2022: un editoriale di Diego Motta e un articolo di Viviana Daloiso

    Qui si tratta di incanalare secondo i canoni avveniristici i lettori, che in gran parte già avranno saputo e visto. Perché, se non si riesce più a ignorare e minimizzare, occorre incanalare…

    Bum bum. Editoriale in prima pagina a firma di Diego Motta. Titolo: Occhi e testa ben aperti. Occhiello: Il branco del Garda e l’Italia da ricucire.  Già si indovina dove si vuole andare a parare…

    Nel testo l’autore esordisce con la scoperta dell’acqua calda: Ci stiamo interrogando da giorni su quel che sta accadendo alle seconde e terze generazioni di italiani figli di immigrati. Ma no? Ma è proprio vero? Eppure Avvenire è solo da martedì 7 giugno che si è posta ufficialmente la questione… E poi: da notare la ‘finezza’ avveniristica: “…  generazioni di italiani figli di immigrati”. Ma il Motta è proprio sicuro che siano italiani? O non magari – in questo caso – maghrebini che non sono cittadini della Repubblica e cui dello Ius scholae sembra non importare nulla? Questa mania di definire italiano chi anagraficamente non lo è (almeno per il momento) dilaga nel linguaggio politicamente corretto (in quello sportivo in particolare), quale è quello di Avvenire. E’ una vera forzatura per imporre capillarmente la propria agenda culturale fondata sulle esigenze ‘sorosiane’ del Pensiero unico mondiale. Che come è noto non è sinonimo di democrazia. 

    L’editorialista si chiede poi, cadendo (o fingendo di cadere) dal pero: Cosa sta succedendo? Da dove esplode questa rabbia incontrollata? Facile osservare a tale proposito l’ingenuità o la malafede espressa da chi ha voluto un’accoglienza de facto incontrollata (sinistra e catto-sinistra, insieme con Avvenire e propaggini di catto-cooperative molto interessate al concreto sonante) e oggi si straccia le vesti davanti a fenomeni facilmente prevedibili e irresponsabilmente sottovalutati o ignorati.

    Alla fine il Motta giunge al dunque, dolendosi per le docce scozzesi politico-parlamentari su una legge della cittadinanza sempre al di là dall’essere riformata decentemente.

    Nello stesso numero di Avvenire di martedì 7 giugno, ecco poi pagina 14 aprirsi con un titolone: Peschiera del Garda, cosa è successo. Nel mirino trenta ragazzi del branco. Sommario: Si stringe il cerchio attorno agli autori delle molestie denunciate da sei adolescenti lombarde sul treno che le riportava a casa. La sindaca di Peschiera: ‘Il mio allarme inascoltato’. Polemiche sulle seconde generazioni. Branco? Che branco? Le adolescenti sono comunque connotate come lombarde. Qualche dubbio può essere indotto nel lettore dall’ultima riga del Sommario: “Polemiche sulle seconde generazioni”. Ma il riferimento è sospeso nel vuoto.

    Vediamo se dall’articolo a firma Viviana Daloiso si riesce a cavare il ragno dal buco. L’incipit non è incoraggiante: La violenza sulle donne. L’emergenza educativa. Le logiche del branco. Il bullismo e il fenomeno baby-gang. L’abuso di alcol e droghe (NdR:… come se l’uso di droghe fosse invece cattolicamente sdoganato). Il nodo seconde generazioni e il razzismo. Perfetto, brava Daloiso, fedelissima e sublime interprete della linea avveniristica: prima la violenza sulle donne e al sesto e ultimo rango il problema “seconde generazioni”. Se ci fosse un premio Ius scholae sbaraglierebbe la concorrenza.

    Nel contesto dell’articolo la Daloiso scrive anche lei di italiani di seconda generazione di origine nordafricana: si vede che Avvenire aveva inviato a Peschiera una squadra speciale di controllori di nazionalità. Poi la stessa insuperabile analista scrive di quasi duemila ragazzini accorsi soprattutto da Lombardia e Veneto. Giovani leghisti? Bontà sua, osserva poi la Viviana minimizzatrice che la ricostruzione della giornata (…) è anche un copione che si ripete a ogni movida, ad ogni sabato sera, in ogni centro città. Alla fine l’avvenirista perfetta per certi temi se la prende con il mantra della Lega, attraverso i suoi leader Matteo Salvini e il governatore del Veneto Luca Zaia, che chiedono l’abbassamento della soglia di punibilità. Infine, si rammarica la Daloiso, l’occasione è ghiotta: giù con le critiche alla proposta di legge sullo Ius scholae. Non solo da parte della Lega, anche di Fratelli d’Italia che con Giorgia Meloni va all’attacco del centrosinistra colpevole di non dire nulla sui fatti del Garda e di avere invece alzato la voce, le fa eco da Forza Italia Laura Ravetto, contro gli Alpini.

    Chiediamoci: non è che i teppisti identitari convenuti a Peschiera già frequentino da anni le scuole italiane? E in questi anni hanno forse maturato amore per l’Italia, tanto da volerne diventare cittadini in tempi accelerati rispetto alle norme vigenti? Che importerebbe loro dello Ius scholae, che semmai considererebbero un machiavello per legittimare la creazione nello Stivale di aree con regole ‘africane’ (in particolare ‘maghrebine’) proprie?

    Veramente sconsolata nella conclusione del suo articolo la Daloiso: La bomba a orologeria dei ragazzi ammalati di violenza è destinata a riesplodere altrove. Certo. Ma lo dica prima di tutto a chi l’ha confezionata per irresponsabilità, buonismo e interesse economico, favorendo sbarchi incontrollati e impedendo così nel concreto (non nelle chiacchiere) un inizio almeno di integrazione (che significa in primo luogo condizioni dignitose di vita per chi è coinvolto in tale processo).

    *Avvenire di mercoledì 8 giugno 2022: mobilitazione generale in vista del 24 giugno (Ius scholae alla Camera)

    Apertura di pagina 8. Titolo: I nodi della mancata integrazione. La repressione? ‘Non è la risposta’. Sommario: I fatti accaduti sul lago di Garda il 2 giugno riaccendono i riflettori sulla questione dei ragazzi di origine straniera e i ghetti che si creano nelle nostre città, in cui crescono senso di estraneità e voglia di rivalsa. Domanda: ma i ghetti chi li ha creati? Non forse coloro (Avvenire in prima linea) che hanno cavalcato il tema dell’accoglienza al di là di ogni ragionevolezza? Troppo facile scaricare la colpa su chi ha sempre messo in guardia dai rischi di un’immigrazione de facto incontrollata.

    In pagina un box intitolato Un pomeriggio di violenza sul lago, in cui si evidenziano soprattutto le molestie sessuali subite da parte di ragazzi innominati. Poi due interviste su esperienze di ‘integrazione’ a Bologna e Bergamo. Di taglio basso cinque colonne dal titolo Ius scholae, adesso scendono in campo anche studenti e insegnanti. Insomma, come si legge nell’occhiello, è proprio mobilitazione. Chissà se Avvenire in questo caso difenderà l’obiezione di coscienza.

    *Avvenire di giovedì 9 giugno 2022

    A pagina 2 la rubrica Press Party è dedicata a “Il treno, il branco. Sono questi i ‘giovani’? Dopo una carrellata di titoli di quotidiani (con l’osservazione: Fatale che la destra la volga in politica), Umberto Folena non riesce a rinunciare a un’affermazione perentoria: Italiani di pelli diverse, che enfatizza di per se stessa uno degli obiettivi locali del Pensiero unico mondiale.

    Infine, a pagina 10 (taglio basso, sei colonne), ecco il titolo: Peschiera del Garda? Molti  migranti hanno assimilato il peggio. Occhiello: L’intervista a Otto Bitjoka. Sommario: L’imprenditore italo-camerunense: le nuove generazioni vivono il rifiuto sulla loro pelle. Tra le considerazioni espresse da Bitjoka nell’intervista rilasciata a Paolo Lambruschi ecco quella evidenziata nel titolo: Molti migranti hanno assimilato il peggio del comportamento degli italiani, la sottomissione e la cooptazione. Quando si sentono scartati, scatta la rabbia. E su questo chiudiamo.

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