SPAGNA/SANCHEZ ADIOS? - FRANCIA/GIOVANI CATTOLICI CONSERVATORI - di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 29 maggio 2023
I risultati delle elezioni amministrative spagnole di ieri, catastrofiche per la sinistra, inducono il premier Pedro Sanchez a giocare d’azzardo, anticipando di 6 mesi le elezioni politiche generali. Crescita generalizzata dei popolari e di Vox, che sarà decisiva per il governo di diverse regioni. Un sondaggio de ‘La Croix’ presenta un quadro non scontato dei giovani cattolici francesi che parteciperanno alla GMG di Lisbona: alcuni dati meritevoli di profonda riflessione.
Ieri, domenica 28 maggio 2023, in Spagna si sono tenute le elezioni municipali e in 12 regioni autonome. I risultati – caratterizzati da un’avanzata generale dell’opposizione di centro-destra e destra - sono stati tali da spingere il primo ministro Pedro Sanchez ad annunciare di buon mattino al re Felipe VI e poi coram populi che il Governo si riunirà stasera in seduta straordinaria per lo scioglimento delle Cortes e per la convocazione di elezioni politiche generali anticipate (si sarebbero dovute svolgere a novembre) per il 23 luglio.
In effetti la sconfitta è stata bruciante per la sinistra e il suo governo, tanto più che nella campagna elettorale la valenza nazionale del voto era stata evidenziata da ambo le parti. Non a caso nella sua dichiarazione pubblica di stamattina Sanchez ha detto: “Come presidente del Governo e anche come segretario generale del PSOE mi assumo in prima persona la responsabilità dei risultati” della domenica elettorale.
L’elettorato spagnolo ieri si è espresso molto chiaramente.
Il Partido popular (Pp), che nella precedente occasione delle elezioni municipali e delle regioni autonome, aveva raccolto poco più di 5 milioni di voti, ieri si è attestato intorno ai 7 milioni (quasi il 32%), con tre punti percentuali e mezzo di vantaggio sui socialisti che da 6 milioni e mezzo di voti sono scesi a circa 6.200.000.
I socialisti (Psoe) conservano la guida solo nelle Asturie (con il contributo determinante dell’unico deputato del declinante Podemos – 700mila voti nel 2019, meno di 200mila ieri ) e nella Castiglia-La Mancia, concedendo in quasi tutte le altre la possibilità concreta di governo ai popolari (che a Madrid potranno già governare da soli).
Da parte sua Vox da circa 820mila voti (3,6%) nel 2019 è cresciuta a oltre 1.600mila (7,2%) nel 2023, passando da 529 consiglieri a oltre 1700 e da 47 deputati regionali a 119.
Il dato politico di rilievo è che Vox sarà determinante perché i popolari possano governare in Aragona, Cantabria, Comunità Valenciana, Estremadura, Murcia e Baleari. Vox governa dal febbraio 2022 con il PP nella Castiglia-Leon. Il partito di Santiago Abascal – che conta su 52 seggi alla Camera dei deputati - migliora il suo radicamento sull’intero territorio spagnolo: passa da 9 a 13 deputati regionali nella Comunità Valenciana, da 3 a 7 in Aragona, da 3 a 8 nelle Baleari, da 1 a 9 nella Murcia, da 2 a 4 in Cantabria. Entra per la prima volta nei parlamenti regionali di Castiglia-La Mancia (4 deputati), Estremadura (5), La Rioja (2), Navarra (2), Canarie (4). Solo a Madrid - dove i popolari guidati dalla dinamica, pugnace e ambiziosa Isabel Diaz Ayuso con il 47% dei voti hanno conquistato la maggioranza assoluta dei seggi, recuperando molti voti di Ciudadanos, de facto liquefatta nel contesto nazionale) – Vox scende da 13 a 10 eletti.
Azzardato comunque fare previsioni per il 23 luglio, tantopiù che – nel caso in cui né sinistra né centrodestra e destra conseguissero la maggioranza parlamentare dei seggi - i partiti autonomisti giocherebbero secondo tradizione un ruolo decisivo nella formazione del nuovo governo. Tuttavia: stavolta esiste concretamente la possibilità di una vittoria netta dello schieramento di centrodestra e destra ... sarà Sanchez adios?
LA CROIX : UN SONDAGGIO SORPRENDENTE SUI GIOVANI CATTOLICI FRANCESI
Venerdì 26 maggio 2023 la nostra attenzione è stata catturata dalla prima pagina del quotidiano francese di ispirazione cattolica La Croix (non cattolico conservatore), dominata dal titolo di apertura (traduciamo): “GMG 2023 – Una generazione alla ricerca del sacro”, con un sommario bene in evidenza: “Un sondaggio esclusivo per La Croix traccia un profilo di giovani cattolici ferventi, usciti da famiglie di sensibilità conservatrice che hanno trasmesso la loro fede”.
Oh oh… ma qui c’è da leggere… A cominciare dall’editoriale di Jérôme Chapuis: “Il sondaggio de La Croix tra i partecipanti alla GMG (NdR: di Lisbona) conferma una tendenza solida: questi giovani cattolici – tra i più impegnati – sembrano nuotare controcorrente rispetto ai loro anziani: La loro sensibilità per la liturgia, il loro rapporto con l’istituzione, le loro opzioni nella società: su tutti questi argomenti essi sono in maggioranza discrepanti rispetto alle generazioni che li hanno preceduti”.
E qui abbiamo subito voltato pagina alla ricerca dei risultati del sondaggio, fondato su un questionario inviato agli iscritti alla GMG 2023 (30164) dalla Conferenza episcopale francese e da alcune comunità (Emmanuel, le Chemin Neuf, de Saint Martin) ai loro affiliati. 4028 le risposte ricevute, 3111 quelle ritenute utili per il sondaggio (secondo criteri di sesso e territoriali). Nelle quattro pagine dedicate da La Croix all’indagine, si ritrovano dati e commenti di sicuro interesse.
Concentriamoci sui dati. Si incomincia col botto, derivante dalle risposte a proposito della sensibilità politica degli intervistati: destra (38%) e (così definita da La Croix ) estrema destra (14%) si accaparrano la maggioranza assoluta. Il centro è all’8%, la sinistra al 6%, gli ecologisti al 5%, l’estrema sinistra all’1%. Non vuole rispondere il 14%, dice di non avere nessuna sensibilità politica un altro 14%. Che ne dite? Bisogna che i risultati li conoscano anche i cattofluidi a rimorchio della Schlein e di Greta?
Di grande interesse anche le risposte alla seconda domanda sull’affinità con papa Francesco. Il 18% si sente molto in affinità, il 54% abbastanza, il 22% poco e il 6% per niente. Anche qui c’è da riflettere…
Quale il ruolo della Chiesa nel mondo? Scoppiettanti anche le risposte a quest’altra domanda. Per il 59% la Chiesa deve essere “un faro che mostra il cammino nelle tenebre”, per il 22% “una comunità di convertiti che testimoniano il loro incontro con Gesù”, per il 12% “un movimento di emancipazione che sviluppa il senso della responsabilità e della lotta contro le ingiustizie”, per il 7% (solo per il 7%....) “un ospedale da campo che accoglie tutti i feriti della vita”.
Tra le altre domande (con risposte pure da meditare) ne scegliamo un’ultima, che riguarda il gradimento della ‘messa in latino’. Per il 40% “essa non corrisponde alle mie attese, ma non ho nulla in contrario”; per il 19% “la ‘messa in latino’ è rinfrescante di tanto in tanto, ma non vi andrei ogni domenica”, per l’11% “la ‘messa in latino’ mi piace come quella in francese”, per l’8% “è la messa che preferisco”, per il 12% (solo per il 12%... ne prenda nota chi di dovere in Vaticano e in tante Curie) “è un inutile ritorno all’indietro”, il 10% non sa.
Le risposte al sondaggio sono uno stimolo a riflettere. O si vuole continuare a ignorare l’esistenza di una realtà giovanile ecclesiale assai diversa da quella che ci viene ammannita dal PUM (Pensiero unico mediatico), sezione Ecclesia?