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    ELEZIONI SPAGNOLE: E' PROPRIO VERO CHE VOX E' CROLLATA?

    ELEZIONI SPAGNOLE: E’ PROPRIO VERO CHE VOX E’ CROLLATA? -  di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 1 agosto 2023

     

    Alcune considerazioni sui risultati delle elezioni politiche spagnole del 23 luglio 2023. I dati di Vox. Ragioni e prospettive. Problematicità. I ‘patti’ regionali per il governo con i popolari. Vox in aumento rispetto alle elezioni regionali del 28 maggio 2023. Così parlò a Repubblica il noto Giuliano Amato.

     

    Dei risultati delle elezioni generali spagnole del 23 luglio 2023 (anticipate di sei mesi dopo il disastro della sinistra alle elezioni regionali dello scorso 28 maggio) si è già detto e scritto molto, con una particolare insistenza dei media italiani sulle conseguenze possibili sul piano interno e in prospettiva 2024 (elezioni europee). In questa sede vorremmo solo proporre brevi riflessioni su alcuni aspetti riguardanti il voto per Vox (vedi anche https://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/1147-spagna-cattolici-cifre-voto-del-23-j-martiri-ungheria-romania.html ). Un voto quest’ultimo che il Pensiero Unico Mediatico (PUM) ha spesso liquidato rimandando a un “crollo” del partito di Santiago Abascal, a una “fiamma che si sta spegnendo”, a una “barbarie” che è stata sconfitta (sic dixit la cinquantaduenne Yolanda Diaz, comunista da quando ne aveva quindici, coordinatrice di Sumar- galassia di decine di sigle rosse e arcobaleno – vicepresidente del governo Sanchez).

    Esaminiamo allora con un po’ di attenzione i dati emersi il 23 luglio. Che dicono di una partecipazione del 70,4%, superiore di oltre 4 punti a quella delle elezioni generali del 19 novembre 2019 (66,2%).

    A livello nazionale Vox ha ottenuto poco più di 3 milioni di voti (12,4%), perdendone 620 mila (in percentuale il 2,6%, rispetto al 15,08 conseguito nel 2019). Per quanto riguarda i seggi Vox ne ha conquistati 33, 19 in meno del 2019. Messa così, è evidente che Vox ha subito una chiara sconfitta. Osserviamo comunque che il partito ha perso il 17,2% dei consensi e il 36,5% dei seggi (il sistema spagnolo favorisce le zone rurali, dove tradizionalmente i partiti storici sono più radicati).

    Una sorpresa, come danno a credere nei titoli i turiferari del PUM? Non proprio. Da fine maggio i sondaggi concordi davano Vox tra l’11 e il 13,5% dei voti, con un bottino da 25 ai 40 seggi. Dunque con il 12,4% e 33 seggi il risultato ottenuto è conforme alle previsioni. I dirigenti di Vox lo sapevano e perciò puntavano a un altro obiettivo, oggettivamente più importante: la necessità per i popolari di una coalizione con Vox per formare un nuovo governo (una possibilità che era data da quasi tutti come molto probabile… perfino appena chiuse le urne alle venti di domenica 23 luglio).

     

    IL FALLIMENTO DEI SONDAGGI

    Dove i sondaggi hanno in genere fallito? Non hanno previsto (salvo quello dell’istituto CIS, dipendente direttamente dalla Presidenza del Consiglio e diretto dall’ex-responsabile dell’ufficio studi e programmi del partito socialista) la buona tenuta dei socialisti (31,70%), che in realtà hanno progredito globalmente in voti e hanno compensato la perdita di alcuni seggi nel resto della Spagna con i cinque scranni guadagnati in Catalogna a spese dei partiti indipendentisti. I socialisti erano dati tra il 27 e il 28,5% (salvo che per il CIS, che li situava al 32,2%)

    Gli stessi sondaggi non hanno previsto neanche il risultato del partito popolare, il 33,08% (il CIS lo situava al 30,8%, gli altri tra il 34 e il 37%), sovrastimandolo. E’ chiaro che il Pp ha conseguito di per sé una vittoria netta: nel 2019 aveva ottenuto poco più di 5 milioni di voti, una percentuale del 20,81% e 89 seggi), lo scorso 23 luglio si è risollevato dall’abisso (in cui era precipitato anche a causa di numerosi scandali) riconquistando tre milioni di voti, toccando il 33,08%, con un bottino di 137 seggi (48 in più). E scusate se è poco.

     

    ATTENTI… PARLA GIULIANO AMATO

    A tale proposito sono imperdibili le considerazioni dell’eterno presidente di qualcosa, il noto Giuliano Amato che su Repubblica del 31 luglio 2023 (si è forse arrampicato anche sullo scranno del defunto fondatore Eugenio Scalfari?) dispensa il suo verbo in materie diverse, dalla Spagna all’autonomia differenziata agli (udite, udite!) assestamenti climatici, invocando a tale ultimo proposito la creazione di un fronte contro chi mette in dubbio anche solo una virgola delle omelie totalitarie che attribuiscono grandemente gli assestamenti ai comportamenti umani. E qui Giuliano Amato è sublime, quando, parlando di Vox, annota: “Nel programma di Vox è scritto che la transizione ecologica è un’invenzione delle élites per portar via i soldi ai ceti popolari”. Portar via i soldi ai ceti popolari? Ma chi era quel Giuliano Amato che nel luglio 1992, da presidente del Consiglio ordinò il prelievo forzoso del 6 per mille dai conti correnti degli italiani? Un vero maestro, un dottor sottile naturalmente… altro che quei barbari di Vox!

    Torniamo al voto spagnolo. Ebbene Giuliano Amato, nell’intervista a Repubblica, annota: “Vox sembrava all’ultimo chilometro di un gran premio trionfante”. Ma il costituzionalista tuttologo ha incominciato a occuparsi di Spagna solo nella tarda serata di domenica 23 luglio? Ignorava i sondaggi e, in particolare, il fatto che Vox era previsto raccogliesse tra l’11 e il 13,5% dei voti e tra i 25 e i 40 seggi?

     

    LA DIFFICILE FORMAZIONE DI UNA NUOVA MAGGIORANZA

    Andiamo avanti. Dicevamo della sconfitta attesa di Vox e della netta vittoria in voti e seggi dei popolari. Quest’ultima, inferiore di una decina almeno di seggi alle attese, non è bastata per la costituzione di un governo Pp-Vox. I primi hanno vinto tanto, ma un po’ meno del necessario; i secondi – confermando i sondaggi – si sono attestati a 33 seggi, non pochi ma insufficienti per governare solo con i popolari.

    In questi giorni e settimane, fino al 17 agosto almeno (costituzione delle nuove Cortès), i popolari cercheranno di aggiungere ai propri i seggi indispensabili per poter ottenere la fiducia alla Camera bassa (in prima battuta con la maggioranza assoluta di 176 voti, in seconda con un voto in più dell’opposizione): colloqui fitti insomma con Vox, con un paio di partiti regionalisti, magari (anche se la strada è molto, molto impervia) chiedendo l’astensione degli indipendentisti catalani di Junts. All’opera con lo stesso intento anche i socialisti di Sanchez, che sperano di mantenersi al potere (grazie a Sumar, ai voti dei partiti regionalisti… anche sui socialisti incombe l’interrogativo riguardo al comportamento di Junts).

     

    PERCHE’ VOX HA PERSO VOTI RISPETTO ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2019?

    Se non è crollata, Vox appare oggi un po’ indebolita sia per i 620mila voti persi sul territorio che (soprattutto) per i 33 seggi conseguiti. Un numero ancora corposo, ma di forte intralcio all’azione di opposizione in Parlamento, naturalmente nel caso in cui i socialisti restassero al potere o condividessero il governo con i popolari. Il fatto è che con 33 seggi non si possono presentare da soli in Parlamento mozioni di censura (ci vogliono 35 deputati) né inoltrare ricorsi al Tribunale Costituzionale (ce ne vogliono 50), due delle forme più clamorose di contrasto al governo Sanchez messe in atto da Vox nella scorsa legislatura). La conseguenza sarebbe una forte perdita di visibilità pubblica del partito.

    Perché Vox ha perso voti? Un po’ perché i popolari miravano in cuor loro a ottenere la maggioranza assoluta dei seggi (176) e dunque hanno fatto campagna per il voto ‘utile’. Un po’ perché, proprio per questo, in campagna elettorale alcuni popolari hanno voluto prendere apertamente le distanze da Vox, incominciando dal presidente Feijó (del resto simpatizzante socialista da giovane, quando frequentava non occasionalmente qualche amico, che si è poi scoperto essere narcotrafficante). Un po’ perché ampi settori del Pp (vedi a Madrid) hanno fatto propri - nei contenuti se non nei toni - alcuni cavalli di battaglia di Vox, specie sull’immigrazione. E' così che diverrse centinaia di migliaia di voti sono tornati in casa popolare.

    Ma è vero che Vox è un partito di “estrema destra” secondo la diffusa definizione del PUM? Sul grande quotidiano online conservatore spagnolo El Debate del 21 luglio abbiamo letto con interesse un’intervista di José Maria Ballester a Pedro Carlos Gonzalez Cuevas, scrittore e docente universitario di storia delle dottrine politiche con particolare riguardo alla destra spagnola. A una domanda sulla natura di Vox, risponde Gonzalez Cuevas:” Vox si dibatte tra il liberalismo conservatore e la destra identitaria”. La prima è rappresentata “da Ivan Espinosa de los Monteros e da Francisco José Contreras, il pensatore per eccellenza”. E la seconda: “Non è estrema destra. (…) La chiamo destra identitaria, una destra che nasce dai nuovi problemi originati dalla globalizzazione e l’immigrazione”. Tra i quali anche la diffusione e l’imposizione da parte della nota, ricca, abile e potente lobby dell’ideologia gender, antropologicamente sovversiva e portatrice di enormi problemi di carattere psichico tra gli sventurati che ne sono attratti: del contrasto a tale mortifera ideologia Vox ha fatto uno dei punti qualificanti del suo programma.

     

    IL PP VINCE BENE, MA AL MOMENTO NON RAGGIUNGE L’OBIETTIVO PIU’ IMPORTANTE

    Perché il Pp ha vinto, ma non raggiunto (al momento almeno) l’obiettivo di guidare la Spagna? Ai popolari è sicuramente mancato il consenso di una parte dei ‘liberali’ di Ciudadanos (partito ormai de facto defunto), forse ‘spaventati’ dalla possibilità di un governo Pp-Vox.  E forse è costato più di qualche voto ai popolari il fatto che Feijó non si sia presentato all’ultimo dibattito elettorale presso la Radiotelevisione spagnola (erano presenti solo Sanchez, Diaz e Abascal), si può ipotizzare per il timore di qualche domanda sui suoi trascorsi. Inoltre la mobilitazione generale decretata dalla sinistra contro il rischio che Vox entrasse nel governo nazionale ha spinto non pochi rossi alle urne, il che ha indebolito anche il successo del Pp.

     

    VOX AUMENTA I VOTI RISPETTO ALLE ELEZIONI REGIONALI DEL 28 MAGGIO NELLE COMUNITA’ IN CUI E’ AL GOVERNO O STA TRATTANDO PER ENTRARVI

    Vox ha comunque ancora un asso nella manica, rafforzatosi dopo le elezioni regionali del 28 maggio scorso: la collaborazione governativa in alcune regioni e in 140 comuni con i popolari. Ad esempio l’accordo è in atto nella Comunità valenciana e (non son tutte rose e fiori, però…) in Estremadura. Alle Baleari Vox appoggia il governo dall’esterno. Trattative sono ancora in corso in Aragona e nella comunità di Murcia.

    Può essere qui di qualche interesse ricordare che, fermo restando le perdite registrate globalmente il 23 luglio 2023 su piano nazionale (salvo che in Catalogna, 273 mila rispetto a 243 mila voti) riandando alle elezioni generali precedenti del 14 novembre 2019, per Vox è invece positivo il confronto con le elezioni regionali del 28 maggio 2023 in quelle comunità in cui è al governo o sta trattando per entrarvi.

    Nella comunità di Murcia Vox è passata da 118.546 voti e 17,72% (28 maggio) a 162.481 voti e 21,83%, con una partecipazione cresciuta dal 65,1 al 70,78%. Analogamente in Estremadura Vox è salita dall’8,12% al 13,64% (partecipazione aumentata dal 72,6 al 73,7%); in Aragona dall’11,25% al 14,64% (partecipazione dal 68.96 al 73.59%), nella Comunità valenciana infine da 302.885 voti e 12,4% a 412.027 voti e 15.65%, con una partecipazione accresciuta  dal 68,96% al 73,59%. 

    Conclusione: rispetto al 2019 Vox ha perso un sesto dei voti e più di un terzo dei seggi (ciò che la indebolisce particolarmente in Parlamento, in specie se fosse confermato Sanchez o se si creasse un governo di coalizione Pp-Psoe). Tuttavia il partito non è morto e, grazie ai ‘patti di governo’ in atto o in fieri con i popolari in diverse regioni e comuni, assume ancora un ruolo di certo non irrilevante nel panorama politico spagnolo. Se poi si dovesse riuscire a formare un governo nazionale di coalizione Pp-Vox- alcuni partiti regionali, il peso politico del partito di Abascal si consoliderebbe. Attendiamo con curiosità quel che succederà.

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