FRANCESCO: ROGITO – CARDINALI RE, PAROLIN, PIZZABALLA, ZUPPI – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 30 aprile 2025
Alcuni passi dal Rogito inserito nella bara di papa Francesco. Passi dalle omelie dei cardinali Re (messa esequiale), Parolin (messa della Domenica della Misericordia, Giubileo degli adolescenti), Zuppi (messa a Bologna del 21 aprile 2025). Videomessaggio e conferenza-stampa a Gerusalemme del cardinale Pizzaballa.
DAL ‘ROGITO PER IL PIO TRANSITO DI SUA SANTITA’ FRANCESCO’, INSERITO NELLA BARA IN UN TUBO METALLICO LA SERA DEL 25 APRILE 2025 E REDATTO DAL MAESTRO DELLE CERIMONIE PONTIFICIE, L’ARCIVESCOVO DIEGO GIOVANNI RAVELLI
. Dopo essere stato maestro di novizi a Villa Barilari a San Miguel, professore presso la facoltà di teologia, consultore della provincia della Compagnia di Gesù e rettore del Collegio, il 31 luglio 1973 fu nominato provinciale dei gesuiti dell’Argentina. Dopo il 1986 trascorse alcuni anni in Germania per ultimare la tesi dottorale e, una volta tornato in Argentina, il cardinale Antonio Quarracino lo volle suo stretto collaboratore. (NdR: dal 1973 al 1986 non è successo proprio niente in Argentina? In questa omissione sta probabilmente il motivo per cui Jorge Mario Bergoglio, papa, non è mai voluto tornare in patria in visita pastorale…)
. Fu un pastore semplice e molto amato nella sua Arcidiocesi, che girava in lungo e in largo, anche in metropolitana e con gli autobus. Abitava in un appartamento e si preparava la cena da solo, perché si sentiva uno della gente.
. Sempre attento agli ultimi e agli scartati dalla società, Francesco appena eletto scelse di abitare nella Domus Sanctae Marthae, perché non poteva fare a meno del contatto con le persone
. Ha esercitato il ministero Petrino con instancabile dedizione a favore del dialogo con i musulmani e con i rappresentanti delle altre religioni, convocandoli talvolta in incontri di preghiera e firmando Dichiarazioni congiunte a favore della concordia tra gli appartenenti alle diverse fedi, come il Documento sulla fratellanza umana siglato il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi con il leader sunnita al-Tayyeb
. Più volte la sua voce si è levata in difesa degli innocenti. Alla diffusione della pandemia da Covid-19, la sera del 27 marzo 2020 volle pregare da solo in piazza San Pietro, il cui colonnato simbolicamente abbracciava Roma e il mondo, per l’umanità impaurita e piagata dal morbo sconosciuto. Gli ultimi anni di pontificato sono stati costellati da numerosi appelli per la pace, contro la Terza guerra mondiale a pezzi in atto in vari Paesi, soprattutto in Ucraina, come pure in Palestina, Israele, Libano e Myanmar.
. Il Pontefice propose il suo programma apostolico nell’esortazione Evangelii gaudium (24 novembre 2013). Tra i documenti principali si annoverano 4 Encicliche: Lumen fidei (29 giugno 2013) che affronta il tema della fede in Dio, Laudato si’ (24 maggio 2015) che tocca il problema dell’ecologia e la responsabilità del genere umano nella crisi climatica, Fratelli tutti (3 ottobre 2020) sulla fraternità umana e l’amicizia sociale, Dilexit nos (24 ottobre 2024) sulla devozione al Sacratissimo Cuore di Gesù. Ha promulgato 7 Esortazioni apostoliche, 39 Costituzioni apostoliche, numerosissime Lettere apostoliche delle quali la maggioranza in forma di Motu Proprio, 2 Bolle di indizione degli Anni Santi, oltre alle Catechesi proposte nelle Udienze generali ed alle allocuzioni pronunciate in diverse parti del mondo. Dopo aver istituito le Segreterie per la Comunicazione e per l’Economia, e i Dicasteri per i Laici, la Famiglia e la Vita e per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Egli ha riformato la Curia romana emanando la Costituzione apostolica Praedicate Evangelium (19 marzo 2022). Ha modificato il processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità matrimoniale nel CCEO e nel CIC (M.P. Mitis et misericors Iesus e Mitis Iudex Dominus Iesus) e ha reso più severa la legislazione riguardo i crimini commessi da rappresentanti del clero contro minori o persone vulnerabili (M.P. Vos estis lux mundi).
. Francesco ha lasciato a tutti una testimonianza mirabile di umanità, di vita santa e di paternità universale.
DALL’OMELIA DEL CARDINALE DECANO GIOVANNI BATTISTA RE DURANTE LA MESSA ESEQUIALE DEL 26 APRILE 2025 SUL SAGRATO DI PIAZZA SAN PIETRO (PRESENTI 250MILA PERSONE)
. La decisione di prendere il nome Francesco apparve subito come la scelta di un programma e di uno stile su cui egli voleva impostare il suo Pontificato, cercando di ispirarsi allo spirito di San Francesco d’Assisi.
. Conservò il suo temperamento e la sua forma di guida pastorale, e diede subito l’impronta della sua forte personalità nel governo della Chiesa, instaurando un contatto diretto con le singole persone e con le popolazioni, desideroso di essere vicino a tutti, con spiccata attenzione alle persone in difficoltà, spendendosi senza misura, in particolare per gli ultimi della terra, gli emarginati. È stato un Papa in mezzo alla gente con cuore aperto verso tutti. Inoltre è stato un Papa attento al nuovo che emergeva nella società ed a quanto lo Spirito Santo suscitava nella Chiesa.
. Con il vocabolario che gli era caratteristico (NdR: da notare la sottolineatura) e col suo linguaggio ricco di immagini e di metafore, ha sempre cercato di illuminare con la sapienza del Vangelo i problemi del nostro tempo, offrendo una risposta alla luce della fede e incoraggiando a vivere da cristiani le sfide e le contraddizioni di questi nostri anni di cambiamenti, che amava qualificare “cambiamento di epoca”.
. Aveva grande spontaneità e una maniera informale di rivolgersi a tutti, anche alle persone lontane dalla Chiesa.
. Il suo carisma dell’accoglienza e dell’ascolto, unito ad un modo di comportarsi proprio della sensibilità del giorno d’oggi, ha toccato i cuori, cercando di risvegliare le energie morali e spirituali. (NdR: da notare l’insistenza del card. Re nel sottolineare l’originalità del comportamento di un Papa indubbiamente ‘di carattere’ come Jorge Mario Bergoglio)
. Dei suoi 47 faticosi Viaggi Apostolici resterà nella storia in modo particolare quello in Iraq nel 2021, compiuto sfidando ogni rischio (NdR: un forte applauso). Quella difficile Visita Apostolica è stata un balsamo sulle ferite aperte della popolazione irachena, che tanto aveva sofferto per l’opera disumana dell’ISIS. È stato questo un Viaggio importante anche per il dialogo interreligioso, un’altra dimensione rilevante della sua opera pastorale. Con la Visita Apostolica del 2024 a quattro Nazioni dell’Asia-Oceania, il Papa ha raggiunto “la periferia più periferica del mondo”.
. Misericordia e gioia del Vangelo sono due parole chiave di Papa Francesco. (…)
. Di fronte all’infuriare delle tante guerre di questi anni, con orrori disumani e con innumerevoli morti e distruzioni, Papa Francesco ha incessantemente elevata la sua voce implorando la pace e invitando alla ragionevolezza, all’onesta trattativa per trovare le soluzioni possibili, perché la guerra – diceva - è solo morte di persone, distruzioni di case, ospedali e scuole. La guerra lascia sempre il mondo peggiore di come era precedentemente: essa è per tutti sempre una dolorosa e tragica sconfitta. (NdR: il passo più applaudito)
DALL’OMELIA DEL CARDINALE PIETRO PAROLIN PAROLIN DURANTE LA MESSA DELLA ‘II DOMENICA DI PASQUA O DELLE DIVINA MISERICORDIA’ DEL 27 APRILE 2025, CONCOMITANTE CON IL GIUBILEO DEGLI ADOLESCENTI, SUL SAGRATO DI PIAZZA SAN PIETRO (PRESENTI 200MILA PERSONE)
. La gioia pasquale, che ci sostiene nell’ora della prova e della tristezza, oggi è qualcosa che si può quasi toccare in questa piazza; la si vede impressa soprattutto nei vostri volti, cari ragazzi e adolescenti che siete venuti da tutto il mondo a celebrare il Giubileo. Venite da tante parti: da tutte le Diocesi d’Italia, dall’Europa, dagli Stati Uniti all’America Latina, dall’Africa all’Asia, dagli Emirati Arabi … con voi è realmente presente il mondo intero!
. Di fronte alle tante sfide che siete chiamati ad affrontare – ricordo, ad esempio, quella della tecnologia e dell’intelligenza artificiale che caratterizza in modo particolare la nostra epoca – non dimenticate mai di alimentare la vostra vita con la vera speranza che ha il volto di Gesù Cristo. Nulla sarà troppo grande o troppo impegnativo con Lui! Con Lui non sarete mai soli né abbandonati a voi stessi, nemmeno nei momenti più brutti!
Proprio la misericordia del Padre, più grande dei nostri limiti e dei nostri calcoli, è ciò che ha caratterizzato il Magistero di Papa Francesco e la sua intensa attività apostolica, insieme all’ansia di annunciarla e condividerla con tutti – l’annuncio della buona novella, l’evangelizzazione – che è stato il programma del suo pontificato. Egli ci ha ricordato che “misericordia” è il nome stesso di Dio, e, pertanto, nessuno può porre un limite al suo amore misericordioso con il quale Egli vuole rialzarci e renderci persone nuove.
È importante accogliere come un tesoro prezioso questa indicazione su cui Papa Francesco ha tanto insistito. E – permettetemi di dire – il nostro affetto per lui, che si sta manifestando in queste ore, non deve restare una semplice emozione del momento; la Sua eredità dobbiamo accoglierla e farla diventare vita vissuta, aprendoci alla misericordia di Dio e diventando anche noi misericordiosi gli uni verso gli altri. (NdR: l’omelia è stata applaudita in modo sostanzioso dai presenti – preponderanti i giovani – cinque volte. Degno di nota anche l’applauso finale)
DAL VIDEOMESSAGGIO (21 APRILE 2025) E DALLA CONFERENZA-STAMPA (22 APRILE 2025) A GERUSALEMME DEL CARDINALE PATRIARCA PIERBATTISTA PIZZABALLA
. (dal videomessaggio) Ieri abbiamo celebrato il giorno della Resurrezione, oggi Dio ha chiamato a sé Papa Francesco. Una connessione significativa tra la celebrazione della vita e dell’amore con la Resurrezione e oggi Papa Francesco è stato chiamato a vedere il viso di Dio. Noi, come chiesa di Gerusalemme, preghiamo per la sua anima
. In un certo senso, Gaza è stato in qualche maniera uno dei simboli del suo pontificato. È stato sempre vicino ai poveri, contro la guerra, che definiva ‘una sconfitta’, per il lavoro e per la pace”.
. (dalla conferenza-stampa) L’attenzione ai poveri, più che alla povertà, agli ultimi non è una novità assoluta nella storia della chiesa, però un’attenzione così particolare è tipica di questo pontificato. Come anche la pace, come questione centrale anche nella vita religiosa… non puoi essere credente, religioso, tenere la relazione con Dio se non desideri la pace. Poi il dialogo con le culture, le religioni, le chiese… è sempre stato qualcosa che l’ha accompagnato da Abu Dhabi a Fratelli tutti… Pregherà da lassù per i suoi amici di Gaza in maniera ancora più forte. Non saranno mai soli. Se una cosa è c hiara e certa è che noi non li abbandoneremo mai.
DALL’OMELIA DEL CARDINALE MATTEO MARIA ZUPPI NELLA CATTEDRALE DI SAN PIETRO A BOLOGNA IL 21 APRILE 2025
. “Dio è un maestro di sorprese. Sempre ci sorprende, sempre ci aspetta. Noi arriviamo e Lui sta aspettando, sempre”, ripeteva spesso Papa Francesco. (…) Anche papa Francesco non ha fatto mancare sorprese da discepolo di questo Maestro, mai per stupire secondo la logica del mondo e di un certo protagonismo, ma sempre per liberarsi dalla tentazione di conservare, perché questo significa perdere e così non si trasmette. Stavo pensando quante parole ci ha regalato, anche qualcuna anche con quella creatività che è propria di chi vuole comunicare e che ci insegna a comunicare. E che ci insegna a capire insieme e a interpretare anche questa tempesta così grande che vive il mondo. Questa volta la sorpresa del Signore per Papa Francesco e per noi, è la sua scomparsa si perde nella luce della Pasqua, lasciandoci soli con l’angelo che, in modo sbalorditivo, continua a dirci “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato”.
. Davanti alla morte – unico fatto certo della vita – umanamente proviamo sempre il turbamento, un profondo dolore per lo strappo che è la morte, un senso di sgomento (…) Tanti mi hanno scritto proprio questo, per un uomo che non ha mai nascosto la sua concreta umanità, senza nessuna esibizione, senza però anche l’ipocrisia. E, proprio per questa sua semplicità e questa sua trasparenza, ha fatto risaltare ancora di più la forza della grazia di Dio cui si è sempre affidato e che illumina oggi la sua vita. Si è donato sino alla fine, come ha voluto, senza risparmio e calcolo, senza convenienza, per andare incontro a tutti, per parlare a tutti, per insegnarci a parlare a tutti, per benedire tutti (…), per tutti misericordia e indulgenza.
. Ha voluto una Chiesa che abbatte i muri perché questi non difendono l’identità e, al contrario, la compromettono, riducendola a cittadella che si sente assediata e non combatte più il vero unico nemico, il male, il peccato, e ha voluto una Chiesa che ama teneramente il peccatore, come è ciascuno di noi.
. Ecco la Chiesa: gli “amati di Dio”; tutti uguali, in questo, e tutti diversi. Disse: “Il mondo ci vede di destra e di sinistra, con questa ideologia, con quell’altra; lo Spirito ci vede del Padre e di Gesù. Il mondo vede conservatori e progressisti; lo Spirito vede figli di Dio. Lo sguardo mondano vede strutture da rendere più efficienti; lo sguardo spirituale vede fratelli e sorelle mendicanti di misericordia. Lo Spirito ci ama e conosce il posto di ognuno nel tutto: per Lui non siamo coriandoli portati dal vento, ma tessere insostituibili del suo mosaico”.