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    VESCOVO DI LIMBURGO: ALLONTANATO, NON ANCORA DESTITUITO

    VESCOVO DI LIMBURGO: ALLONTANATO, NON ANCORA DESTITUITO – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 23 ottobre 2013

     

    Papa Francesco, informato “ampiamente e obiettivamente” sulla penosa vicenda della faraonica ristrutturazione della residenza vescovile di Limburgo, ha preferito attendere – per la decisione finale - la conclusione dell’inchiesta della commissione d’indagine tedesca. Intanto il vescovo è stato allontanato per un periodo indeterminato dalla diocesi. Nessuno al suo posto; un nuovo vicario generale, Wolfgang Rösch, gestirà gli affari correnti.

     

     

    Il controverso vescovo di Limburgo, Franz-Peter Tebartz-van Elst, viene, da subito e per un periodo non precisato, allontanato dalla sua diocesi. Lo ha deciso papa Francesco, informato “ampiamente e obiettivamente” su quanto accaduto con la faraonica ristrutturazione dell’episcopio, i cui costi sono passati dai tre milioni di euro preventivati a oltre 30 (e forse 40 considerati i danni causati a parti di pregio artistico). Gli affari correnti della diocesi sono stati affidati al nuovo vicario generale Wolfgang Rösch, comunque vicino a Tebartz. Intanto già da venerdì 18 ottobre una commissione dei vescovi tedeschi sta approfondendo i risvolti di una vicenda finanziaria che ha scosso ulteriormente il cattolicesimo germanico, di per sé tradizionalmente già inquieto. La commissione dovrebbe concludere i lavori entro poche settimane. Si avrà allora la decisione finale del Papa. Se la ‘svolta’ di ieri è considerata “saggia” dalla “Frankfurter Allgemeine”, nella diocesi si ritrovano sentimenti misti, in cui emerge il timore che il vescovo possa tornare. Un’eventualità che sembra realisticamente quasi inverosimile.

    La ristrutturazione della residenza episcopale di Limburgo (centro di una diocesi con oltre 650mila cattolici) era stata decisa nel 2007. L’anno seguente, nominato Tebartz-van Elst, la progettata residenza viene trasformata, ampliata, arricchita secondo i suoi desideri. L’appartamento episcopale passa da 147 a2.000 metri quadri. Il giardino viene ristrutturato anche per evitare possibili danni causati dal gelo e abbellito con colonne bianche (750mila euro). I vetri delle finestre dello studio vescovile devono essere del tipo più sicuro: forse per questo si prendono a Washington, al prezzo di 175mila euro. E la corona dell’Avvento? No, non può restare in cima a un piedestallo (come da sempre): deve pendere dall’alto e dunque bisogna sfondare il soffitto (100.000 euro). Può un vescovo fare due passi in più per scendere in giardino? No: occorre aprire una porta nella parete del museo diocesano (340.000 euro). Anche la vasca da bagno non può sfigurare: progettata dal noto designer Philippe Starck, deve essere a due piazze (no comment) ed essere inserita in un bagno da 15.000 euro. Non si sa se ridere o piangere. Certo ci si deve chiedere se la Chiesa cattolica (anche esulando dall’oggi di papa Francesco) possa permettersi un vescovo come quello di Limburgo, che danneggia gravemente la sua credibilità. In Germania è successo il pandemonio: da settimane la vicenda è sulla prima pagina dei giornali. Nel contempo i sondaggi danno come gravemente compromessa la fiducia nel buon uso del denaro da parte della Chiesa. Tutto ciò accade – ed è un paradosso – nel momento in cui il nuovo Papa gode di una popolarità straordinaria nella società.

    Nel comunicato vaticano si sottolinea che “nel momento attuale (il vescovo) non può esercitare il suo ministero episcopale”: una formula che, se confermata, porta dritta alle dimissioni. Papa Francesco – che ha voluto informarsi direttamente dal cardinale  Lajolo, inviato a inizio settembre come ‘visitatore apostolico, dal presidente dei vescovi tedeschi Zollitsch e dallo stesso Tebartz-van Eilst – ha comunque dato fin qui l’impressione di non voler cedere immediatamente alle forti pressioni della larga maggioranza dei tedeschi per la destituzione immediata del vescovo. Che, tra l’altro, è di tendenza conservatrice e, secondo le accuse, di conduzione molto autoritaria: il che certo non ha giovato alla sua causa nei mass-media.

    L'articolo appare anche nel 'Corriere del Ticino' del 24 ottobre 2013.

     

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