BAVAGLIO AI CATTOLICI: OGGI VALENCIA, DOMANI ROMA – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 4 giugno 2016
La lapidazione mediatica, politica e forse giudiziaria del cardinale Cañizares - arcivescovo di Valencia - per la sua contrarietà chiara e netta all’imposizione dell’ideologia gender nelle scuole, è un’anticipazione di quello che potrà accadere a breve anche in Italia a chi vorrà restare fedele pubblicamente alla dottrina sociale della Chiesa, oltre che al buon senso fondato sull’ordine naturale. La difesa del cardinale nelle lettere del 3 e del 4 giugno ai fedeli dell’arcidiocesi e ai politici della ‘Comunidad autonoma de Valencia’.
“Bavaglio ai cattolici: oggi Valencia, domani Roma”: chiariamo subito che i cattolici in pericolo di essere imbavagliati nella loro libertà di pensiero sono quelli fedeli alla Dottrina sociale della Chiesa e dunque ai principi non negoziabili. Niente a che fare, perciò, con il ‘cattolicesimo’ dei politici ‘poltronisti’, dello Spavaldo, della Garrula ministra, del Fantasma (silente ma operoso) del Quirinale e del clero galantino. Di quest’ultimo è portavoce sempre più spesso il quotidiano ‘Avvenire’ che anche qualche giorno fa (domenica 29 maggio) ha voluto distinguersi inviando due chierichetti galantini a intervistare lo Spavaldo (invero con un po’ di sacrificio personale, poiché, se l’intervista è lunga, le ginocchia fanno male).
Valencia, si diceva. Terza città spagnola per numero di abitanti, situata sulla costa orientale, è il capoluogo dell’omonima Comunità autonoma valenciana. Ed è governata da una maggioranza di sinistra (partito socialista e Compromis, coalizione radical-progressista-ecologista). Dal 2014 l’arcidiocesi è guidata invece dal settantenne cardinale ratzingeriano Antonio Cañizares Llovera, trasferitovi - per volontà di papa Francesco - da Roma dov’era prefetto della Congregazione del Culto divino.
Se si entra nel sito dell’Arcidiocesi di Valencia (www.archivalencia.org) si nota subito qualcosa di insolito. Sulla sinistra, nella colonna delle notizie più recenti, le ultime tre così suonano:
CARTA A TODA LA DIOCESIS – Cardenal Antonio Cañizares, Arzobispo de Valencia;
A LOS CATOLICOS DE VALENCIA – Consejo de Gobierno de la Archidiocesis;
El Cardenal, a los parlamentarios que promueven su reprobacion en las Cortes Valencianas: “Nada de lo que ustedes afirman sobre mi es cierto”- En carta abierta al grupo socialista les indica que confunden ‘violencia de genero’ con ‘ideologia de genero’.
Le tre notizie sono del 3 e 4 giugno. Qualcosa dev’essere successo, di serio. Andiamo a vedere.
IL CARDINAL CANIZARES PARLA CHIARO SULLA PERICOLOSITA’ DELL’IDEOLOGIA GENDER
Da tempo il cardinal Cañizares avverte i cattolici della pericolosità sociale dell’ideologia del gender. E da tempo è attaccato con i consueti e grevi insulti dalla nota lobby, che in Spagna gode di posizioni di potere consolidate dal tempo di Zapatero e non contrastate se non molto debolmente (per essere ancora più chiari: risibilmente) dal 2011 dal governo del popolare Mariano Rajoy (come è noto le elezioni politiche spagnole del 20 dicembre 2015 non hanno permesso la formazione di un governo e si rivoterà il 26 giugno).
La situazione è precipitata però dopo le dichiarazioni del cardinale a partire dal 10 maggio, giorno in cui ha ribadito, nella sua ‘Tribuna’ sul quotidiano La Razon, che “una delle ideologie più insidiose nella storia dell’umanità e della cultura è, senza dubbio, la cosiddetta ideologia gender, che si nasconde in orientamenti e legislazioni, per esempio, sotto il titolo di riconoscimento del diritto alla identità e espressione di genere.” Siamo davanti “a una sovversione in piena regola, davanti a una vera rivoluzione culturale con conseguenze di grandissima portata per il futuro dell’uomo e della società”.
L’OMELIA DEL 16 MAGGIO SCATENA REAZIONI FURIBONDE
Gli attacchi al cardinale sono diventati furibondi dopo l’omelia del 16 maggio “In defensa y apoyo de la familia” presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II di Valencia. E’ soprattutto una frase ad aver fatto saltare i nervi alla nota lobby, quando il porporato ha detto di aver assistito negli ultimi anni a un accrescersi impetuoso degli attacchi contro la famiglia “da parte di dirigenti politici, coadiuvati da altri poteri come l’ ‘impero gay’ e certe ideologie femministe”. E’ una frase questa che è anche nel titolo dell’omelia riportata sul sito dell’arcidiocesi. Il cardinale ha poi chiesto all’istituzione universitaria “di non rimanere inerte davanti agli attacchi”. E ha citato un passo di un discorso di Benedetto XVI nel 2006 in difesa della famiglia.
Ecco alcuni esempi delle reazioni della maggioranza governativa: “Queste dichiarazioni sono molto gravi perché possono provocare discriminazione, odio o violenza contro collettivi o associazioni, per motivi ideologici – quando il cardinale criminalizza il movimento femminista – o per motivi di orientamento sessuale” e qui Isabel Lozano (responsabile delle politiche di uguaglianza e inclusiva della Giunta valenciana) ricorda l’articolo 510 del codice penale. Sempre per la Lozano le affermazioni del cardinale sono “un attentato contro il modello odierno di società desiderabile: aperta, inclusiva e diversa”. Subito poi il collettivo Lambda (lesbiche, gay, transessuali, bisessuali) ha annunciato una probabile denuncia di Cañizares all’autorità giudiziaria. Il presidente socialista valenciano Ximo Puig ha biasimato il cardinale per aver “fomentato l’odio tra le persone, ciò che non è cristiano), mentre la portavoce del Governo, Monica Oltra (di Compromis) ha chiesto a Canizares di “non lanciare messaggi di odio” (la stessa ha poi chiesto un intervento della Conferenza episcopale spagnola per condannare le dichiarazioni dell'arcivescovo di Valencia). Juan Carlos Monedero, ideologo di Podemos, si è spinto ad affermare: “Cañizares è una persona piena di ossessioni, che danneggiano e limitano la nostra democrazia e promuove un tipo di comportamento paragonabile a quello utilizzato dalla Chiesa durante la dittatura del franchismo”. Che Monedero abbia un dna analogo a chi - fedele al motto: “L’unico cattolico buono è quello morto”- bruciava vivi i sacerdoti nelle chiese e torturava a morte i laici caduti in mano ai ‘rossi’?
INTANTO SI PREPARA UNA LEGGE SCOLASTICA TOTALITARIA
E’ opportuno anche notare che da mesi il governo della Comunità valenciana sta preparando una legge sulla transessualità, del cui avamprogetto ha parlato il 24 maggio il quotidiano Las Provincias, edizione di Valencia. Nel testo, che pone un’attenzione particolare all’insegnamento dell’ideologia gender nelle scuole, si espropriano i genitori del diritto di educare i figli anche affettivamente e, all’articolo 51, ci si concentra sugli eventuali renitenti all’accettazione e applicazione della legge. Nel caso di una “grave infrazione” alla legge stessa le persone fisiche o giuridiche saranno multate di 3mila euro, non potranno ricevere nessun tipo di aiuto pubblico dal Governo per un anno e per lo stesso periodo di tempo non potranno stipulare nessun tipo di contratto con l’ente pubblico. Nel caso di una “infrazione molto grave” la multa salirebbe a 45mila euro e il lasso di tempo in cui non si potrebbe ricevere alcun aiuto dall’ente pubblico né stipulare alcun tipo di contratto con esso a tre anni. Questa è l’odierna democrazia alla valenciana (che, ça va sans dire, potrebbe benissimo essere imitata dai confratelli italiani della nota lobby).
Il cardinale Cañizares, tuttavia, non si è lasciato intimorire. E, in altre occasioni come il 20 maggio per il “Giubileo delle famiglie” o il 30 maggio per il “Corpus Domini”, ha rinnovato, come suo dovere di pastore, le sue riflessioni giustamente molto preoccupate per l’avanzata di un’ideologia che ti strappa l’identità. “Senza il Creatore – ha ribadito nella seconda occasione – la creatura evapora. Questo accade con l’ideologia del gender, la più insidiosa e distruttrice mai conosciuta nella storia dell’umanità, portata avanti da poteri mondiali che cercano di imporcela più o meno occultamente dappertutto con legislazioni inique cui non si deve obbedire (…) Valencia non si merita una legislazione ispirata a quella ideologia, non si merita questo, non può essere apripista nell’applicazione di tale ideologia insidiosa e distruttrice dell’umanità”.
Intanto il 22 maggio quarantamila persone si erano raccolte a Valencia per sostenere le scuole paritarie cattoliche e in difesa della libertà educativa. Mentre in Parlamento (le Cortes locali) la maggioranza rosso-verde il 26 maggio si scatenava contro il cardinale, chiedendo la pubblica condanna delle sue affermazioni in materia di famiglia.
LA ‘ CARTA A TODA LA DIOCESIS’
Torniamo ora, provvisti di un’informazione maggiore, alle comunicazioni del 3 e 4 giugno riportate dal sito dell’arcidiocesi.
La prima è intitolata come “Lettera a tutta la diocesi” e in essa – a firma del cardinal Cañizares - si legge tra l’altro, riferendosi a quanto successo nel parlamento valenciano: “Ignorando il diritto fondamentale di libertà religiosa e quello di una sana laicità in una democrazia pluralista, sono stato sottoposto, di fatto, a un giudizio senza che mi si sia ascoltato e senza una mia difesa, in mia assenza; e sono stato condannato conculcando ogni diritto in una società democratica fondata sul diritto (…) Le Cortes sono state trasformate in un Tribunale popolare, il che rimanda a tanti cattivi ricordi storici”.
Continua l’arcivescovo di Valencia: “Tanto il presidente di Compromis che il presidente del Consiglio si sono permessi alcuni giudizi sopra la mia persona veramente infamanti, falsi e calunniosi, che incitavano all’odio e hanno strappato l’applauso dei loro compagni ideologici che hanno ratificato, applaudendo, la vergogna che stava succedendo in loro presenza. (…) Mi si è insultato gravemente, mi si è accusato – dando lezioni di cristianesimo…che assurdità! – di non essere per niente cristiano; (…) si è utilizzato e manipolato il Papa contro di me per screditarmi; ma il Papa non si merita di essere utilizzato così, è a un altro livello molto più degno e elevato”.
Un passo importante: “Mi ha particolarmente addolorato l’accusa di incitare all’odio contro omosessuali, lesbiche di cui apprezzo la dignità come persona e con cui mi confronto con il massimo rispetto. (…) Non sono né omofobo, né xenofobo (Ndr: il riferimento è ad accuse precedenti e ingiustificate contro Cañizares di aver incitato all’odio contro i rifugiati dai Paesi arabi), né sessista. Forse disturbo, sono molesto, vogliono farla finita con me? “
Un altro passo di rilievo: “Vi dico, in verità, con tutto il cuore (…) che, da parte mia, ritiro quelle parole della mia omelia (NdR: del 16 maggio) che possano aver ferito o disturbato qualcuno e che perdono molto sinceramente chi mi ha offeso in tale maniera”. (…).
La chiusa: “Pregate per me, che ne ho bisogno; ho bisogno di voi per lottare e sopportare le prove con forza e vigore rinnovato, necessito del vostro aiuto, del vostro appoggio e, sopra tutto, delle vostre preghiere”.
L’APPOGGIO DEL CONSIGLIO DIOCESANO
Nella seconda delle tre ultime notizie, il Consiglio dell’arcidiocesi prende posizione in favore del suo pastore, ricordando anche le parole più volte pronunciate da papa Francesco contro l’ideologia del gender e evidenziando come l’omelia “In difesa e appoggio della famiglia” del 16 maggio “non contiene in nessun momento nessuna intenzione di offendere persone”. Perciò “il vescovo ausiliare e il Consiglio che presiede all’Arcidiocesi vogliono mostrare di essere in comunione con il loro Arcivescovo in difesa della famiglia e condividono il suo dolore e la sua preoccupazione per la diffusione di ideologie che distruggono la persona umana”.
LA LETTERA AI DEPUTATI SOCIALISTI DELLE CORTES VALENCIANE
La terza delle tre ultime notizie che campeggiano sul sito dell’arcidiocesi di Valencia è costituita da una lettera aperta che il cardinal Cañizares ha indirizzato ai due socialisti, Manuel Mata Gomez e Rosa de Falastin Mustafá Avila, promotori di una “dichiarazione istituzionale” di condanna delle dichiarazioni del porporato che sarà votata nei prossimi giorni dalle Cortes valenciane. Rilevato che la dichiarazione è promossa da “deputati che godono dell’immunità e però ciò non dà loro il diritto di falsificare la verità attribuendomi affermazioni mai fatte”, l’arcivescovo di Valencia rileva di essere stato accusato di “essere il leader dell’opposizione; di continuare a chiamare alla disobbedienza contro le leggi di violenza di genere; di essere contro l’uguaglianza tra uomo e donna; (…) di ingerenza permanente nella politica”.
Accuse false, replica il cardinale. Non sono leader dell’opposizione, non chiamo alla disobbedienza contro le norme sulla violenza di genere, ma contro l’imposizione dell’ideologia del gender: “Mantengo una posizione conforme al Diritto, che presumo si possa esporre liberamente in un Paese democratico che tutela l’obiezione di coscienza quando determinate norme toccano gravemente la condizione umana”. Ai cattolici piacerebbe avere rappresentanti politici che difendano tale posizione che rispetta i diritti umani (NdR: è un accenno polemico all’inaudita debolezza di atteggiamento del Partito popolare di Rajoy). E qui il cardinale Cañizares cita Benedetto XVI : “L’ideologia del gender è l’ultima ribellione della creatura contro la sua stessa condizione di creatura. (…) Con l’ideologia del gender l’uomo moderno pretende di liberarsi dalle esigenze del suo proprio corpo: si considera un essere autonomo che si costruisce da se medesimo, una pura volontà che si autocrea e si converte in un dio per se stesso”.
MA LA LOBBY HA “PIU’ FAME CHE PRIA”
Credete che ciò sia bastato per calmare gli appetiti della nota lobby? No, come la nota lupa dantesca ai piè del colle “dopo il pasto ha più fame che pria”. Infatti il 3 giugno stesso la coordinatrice dell’associazione Lambda (lgbti) ha presentato, in nome di altri 55 collettivi, sindacati, partiti una denuncia all’autorità giudiziaria contro il cardinal Cañizares per il delitto di “odio” contro gay e femministe. La lettera che il porporato ha scritto ai fedeli non è per nulla sufficiente: Cañizares “deve pentirsi pubblicamente di quanto detto e pronunciarsi chiaramente e fermamente in favore della diversità e delle leggi connesse, tanto in materia lgbt che per le femministe”. Finita? No. Lambda ha lanciato su internet anche una raccolta di firme con la quale si solleciterà papa Francesco a condannare “questo tipo di messaggi da parte del clero”, chiedendo nel contempo all’arcivescovo di Valencia di “ritrattare e discolparsi”.
Oggi a Valencia, domani a Roma. Speriamo non con la complicità decisiva di chi non vuol vedere per non compromettere la sua poltrona e rifiuta perciò di elevare pubblicamente la sua voce contro le aberrazioni dell’ideologia ‘gender ‘ imposta a interi popoli in spregio a qualsiasi principio democratico. Il riferimento è a certi ‘cattolici’, laici o chierici essi siano. Come diceva nei 'Promessi Sposi' manzoniani padre Cristoforo? “Verrà un giorno….”