CASO BERGOGLIO-VIGANO’: SCRIPTA MANENT – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 9 settembre 2018
Antologia di citazioni (con qualche nota) sul ‘caso’ Bergoglio-Viganò che ha preso avvio ufficialmente con la pubblicazione di un lungo e dettagliato memoriale del nunzio apostolico emerito riguardante i comportamenti del cardinale (ora ex) McCarrick e le coperture ‘de facto’ di cui ha goduto in Vaticano per anni, compresi gli ultimi fino a pochi mesi fa..
Incominciamo con una nota confortante. Ieri sera abbiamo vissuto a Terracina, per l’annuale festa della Madonna della Delibera, una grande testimonianza di fede popolare. Una vera folla ha partecipato alla Messa, presieduta da mons. Mariano Crociata, vescovo culturalmente solido, sobrio e misurato di Latina-Terracina-Sezze-Priverno sul piazzale del Santuario. E’ un piazzale di memoria per i terracinesi, poiché fu costruito nel 1948 – grazie al lavoro gratuito dell’intera comunità - con le macerie prodotte dagli inutili e scellerati bombardamenti di Terracina, il primo dei quale avvenne il 4 settembre 1943 ad opera di bombardieri americani e provocò 138 morti. L’immagine della Madonna della Delibera è stata incoronata da monsignor Crociata (a settant’anni dalla prima incoronazione) e lo stesso presule ha anche letto l’Atto di affidamento a Maria. E’ stato un momento bello in tempi molto tormentati per quanto sta succedendo all’interno della nostra amata Chiesa, la cui unità e la cui credibilità sono messe in pericolo come mai in questi ultimi decenni.
‘CASO’ BERGOGLIO-VIGANO’: SCRIPTA MANENT
Tre citazioni fondamentali
1. DAL MEMORIALE DEL NUNZIO APOSTOLICO EMERITO CARLO MARIA VIGANO’ (26 agosto), reso pubblico in Italia dai blog di Marco Tosatti e Aldo Maria Valli, oltre che dal quotidiano ‘La Verità’/ Udienza papale privata del 23 giugno 2013: “Subito dopo il Papa mi chiese con tono accattivante: Il cardinale Mc Carrick com’è? Io gli risposi con tutta franchezza e se volete con tanta ingenuità: Santo Padre, non so se Lei conosce il cardinale McCarrick, ma se chiede alla Congregazione per i vescovi c’è un dossier grande così su di lui. Ha corrotto generazioni di seminaristi e di sacerdoti, e papa Benedetto gli ha imposto di ritirarsi a una vita di preghiera e di penitenza. Il Papa non fece il minimo commento a quelle mie parole tanto gravi, e non mostrò sul suo volto alcuna espressione di sorpresa, come se la cosa gli fosse già nota da tempo, e cambiò subito di argomento”.
2. DALLA CONFERENZA-STAMPA IN AEREO (RITORNO DA DUBLINO) DI PAPA FRANCESCO (26 agosto). Il Papa risponde a Anna Matranga (CBS), che aveva chiesto se fosse vero quanto scritto da Carlo Maria Viganò a proposito dell’udienza del 23 giugno 2013 e se fosse vero che papa Benedetto XVI avesse già sanzionato pesantemente McCarrick: “ Una cosa: io preferirei – anche se risponderò alla sua domanda – preferirei che prima parlassimo del viaggio e poi di altri argomenti… ma rispondo. Ho letto, questa mattina, quel comunicato. L’ho letto e sinceramente devo dirvi questo, a Lei e a tutti coloro tra voi che sono interessati: leggete voi, attentamente, il comunicato e fate voi il vostro giudizio. Io non dirò una parola su questo. Credo che il comunicato parla da sé stesso, e voi avete la capacità giornalistica sufficiente per trarre le conclusioni. E’ un atto di fiducia: quando sarà passato un po’ di tempo e voi avrete tratto le conclusioni, forse io parlerò. Ma vorrei che la vostra maturità professionale faccia questo lavoro: vi farà bene, davvero. Va bene così. Ha insistito la giornalista chiedendo quando papa Francesco avesse saputo degli abusi commessi da McCarrick: “Questo fa parte del comunicato su McCarrick: studiate e poi vi dirò”.
3. DALLA LETTERA DELL’ALLORA SOSTITUTO SEGRETARIO DI STATO LEONARDO SANDRI (OGGI CARDINALE PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE PER LE CHIESE ORIENTALI) A PADRE BONIFACE RAMSEY (11 OTTOBRE 2006). Nella lettera (in originale inglese) mons. Sandri chiede informazioni su un prete dell’arcidiocesi di Newark (di cui è stato arcivescovo McCarrick dal 1986 al 2000) che aveva studiato nel Seminario diocesano dell’Immacolata Concezione: Chiedo con particolare riferimento alle gravi questioni che riguardano alcuni studenti del seminario dell’Immacolata Concezione, che Lei nel novembre 2000 ha portato confidenzialmente all’attenzione dell’allora nunzio apostolico negli Stati Uniti, il defunto arcivescovo Gabriel Montalvo. La lettera è stata pubblicata venerdì 7 settembre dal Catholic News Service (CNS). Padre Ramsey ha confermato (anche alla CNN) di avere inviato il 22 novembre 2000 -il giorno dopo l’annuncio della nomina di McCarrick a Washington - una lettera in cui accusava lo stesso McCarrick di “condividere il letto con i suoi seminaristi”.
Reazioni illuminanti e citazioni sparse
Luis Badilla 1/, il Turiferario Inquisitore, Il Sismografo, 27 agosto, ore 8.00: Basta con i “Viganò”. Basta anche con i "Burke". Ormai è troppo. Ma veramente troppo. Perché si dovrebbe lasciare la Chiesa di Cristo nelle mani di persone che si comportano in questa maniera? Perché? Chi sono? Basta un titolo gerarchico per avere, a prescindere di ciò che si fa o si dice, l'adesione e il rispetto dei fedeli, in particolare dei laici, del clero, delle religiose? I laici, ma anche il clero e le suore e tanti altri, sono, come credono questi signori, una massa di pecore da usare come claque? Fino a quando questa parte della gerarchia cattolica, in Vaticano e nelle diocesi, continuerà a credere di poter spartirsi la chiesa - denaro, potere, influenze ... - come fecero con le vesti del Cristo ai piedi della croce?E’ ora di stare attenti più che mai: tutti, in particolari i laici. Una risposta perentoria si deve organizzare e dare a questi signori che ormai hanno superato ogni limite e hanno perso il pudore e la vergogna.
Luis Badilla/2, il Turiferario Inquisitore, TV 2000, 27 agosto, ore 18.53: “Quello che è abbastanza nuovo è che negli ultimi anni parti, pezzi della gerarchia cattolica stanno cominciando a usare per le loro lotte di potere piccole, meschine, che non c’entrano niente con il Vangelo, anche i media e soprattutto giornalisti dalla vita facile”. NdR: notare i “giornalisti dalla vita facile”)
Francesco Ognibene, caporedattore di ‘Avvenire’, il Turiferario Zelantissimo, 27 agosto:: ”Una petizione pubblica (NdR: quella del nunzio Viganò) cui si stenta a credere e alla quale il Papa domenica sera a domanda diretta(…) ha risposto in modo eloquente. (…) In effetti le 11 cartelle della “Testimonianza” diffusa attraverso i media dallo stesso monsignor Viganò si commentano da sole”. (A poche ore sia dalla pubblicazione del memoriale che dalla conferenza-stampa in aereo il Turiferario Zelantissimo ha già capito tutto. Avrà avuto accesso durante la notte ai documenti citati da monsignor Viganò… al ‘dossier’ della Congregazione dei Vescovi, ai rapporti inviati in Segreteria di Stato, ecc… tutti necessari – per chi ragiona con un minimo di metodo storico – per capire il memoriale stesso? Che il Turiferario Zelantissimo sia un vero fenomeno naturale da studiare in laboratorio per la sua rapidità di reazioni?
Stefania Falasca/ 1, editorialista di ‘Avvenire’, la Turiferaria della Casa, 28 agosto: il quotidiano catto-fluido lancia in apertura un ‘Primo piano’ speciale: “Il dossier Viganò – Le parole vuote contro i fatti concreti e certi”. A pagina 7 (titolone: “Il dossier avvelenato contro il Papa – Un caso ad arte, parole contro fatti”) la Falasca scrive della “puntuale risposta di papa Francesco alla collega americana della NBC”. Probabilmente era ancora emozionata (e dunque in confusione) perché il Papa in conferenza-stampa sull’aereo di ritorno da Dublino si era riferito a Lei al minuto 22.28 dicendo “Mi sono distratto con la Stefania”(che precedentemente gli aveva posto una domanda). Eppure dovrebbe essere abituata: è da tempo che con altre colleghe fa parte della Confraternita delle perpetue di Santa Marta, quelle che il Papa chiama per nome (c’è ad esempio anche ‘la Franca’…)
Stefania Falasca/2, idem, 28-29 agosto, impegnata in un soccorso urgente. I fatti sono questi: il 28 agosto, a tarda sera, esce una nota dell’Ansa: in essa si citano “stretti collaboratori del Pontefice” che sostengono che il Papa è “amareggiato” per il dossier. Allarme rosso a Santa Marta… e conseguente intervento immediato della Turiferaria della Casa con gli idranti anti-incendio. E’ come una furia: “Il Papa ‘non è amareggiato e lavora come sempre’, asserire il contrario come ha fatto nella serata di ieri un’agenzia di stampa citando ‘stretti collaboratori del Pontefice’, dunque, ‘non è una notizia’, è ‘una macchinazione’ e ‘una volgarità’. E’ quanto è in grado di riferire Avvenire grazie a informazioni raccolte presso accreditate fonti vaticane…” . Spassoso, se non fosse triste: “stretti collaboratori” contro “accreditate fonti vaticane”…Ma ‘la Stefania’, come una vera perpetua, c’è e rimette fulmineamente a posto le cose.
Luis Badilla/3, il Turiferario Inquisitore, Il Sismografo, 29 agosto, 8.02: “Siamo convinti che questo chiarimento da parte della Santa Sede, di cui si sente grande urgenza, arriverà molto presto; la ragione principale del bisogno di questo chiarimento è una sola: se questa operazione Tosatti-Viganò non sarà estirpata alla radice in futuro c'è ne sarà una ancora più grave, che potrà attecchire grazie proprio al precedente di cui si discute da giorni. (NdR: “estirpare alla radice” e poi buttare in pasto alle iene).
Stefania Falasca/3, la Turiferaria della Casa, editoriale di Avvenire, 30 agosto: Quella che dunque al momento era parsa una non-risposta si è rivelata traccia di una pertinente, lucida indicazione, anche pedagogica, stando proprio a quanto è emerso sul cartiglio Viganò a distanza di pochi giorni. Per le verità, infatti, sono bastate poche ore e non c’è stato neppure bisogno di indagini approfondite. (NdR: Lei sì che fa bene il suo lavoro, instancabilmente e servendosi di eccezionali facoltà analitiche nonché preveggenti!)
Elena Molinari, corrispondente dagli Stati Uniti, Avvenire, sempre del 30 agosto: nella stessa edizione del quotidiano catto-fluido scopriamo però che in una corrispondenza dagli Stati Uniti Elena Molinari scrive, riferendosi al presidente della conferenza episcopale statunitense, cardinale Daniel DiNardo: Il porporato ha anche convocato la Commissione esecutiva dei vescovi Usa e ha rinnovato la richiesta di una udienza papale (NdR: non concessa fino al momento in cui scriviamo) già avanzata a metà agosto. ‘La recente lettera dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò apporta particolare attenzione e urgenza a questo esame – ha scritto il presidente dei vescovi Usa – le domande sollevate meritano risposte che siano conclusive e basate su prove: senza quelle risposte, uomini innocenti possono essere contaminati da false accuse e colpevoli possono essere lasciati a ripetere i peccati del passato’. Capito? ‘Le domande sollevate meritano risposte che siano conclusive e basate su prove’. Certo che la Turiferaria della Casa in prima pagina aveva già liquidato la faccenduola e avrà pensato: ma chi è questo DiNardo?
Stefania Falasca/4, Turiferaria della Casa, Avvenire, sempre del 30 agosto: l’editoriale già citato de ‘la Stefania’ si conclude con un passo di sublime poesia: A questo punto, scoperchiati gli altarini, scolato il brodo, di fronte a 'cotanto senno', l’unica cosa che stringendo viene da chiedersi è quella che con rara efficacia si è chiesto un osservatore molto attento: «E papa Francesco dovrebbe rispondere a questo giornalista? Il grande Totò direbbe: 'Ma mi faccia il piacere!' ». Chi è l’ ‘osservatore molto attento’? Ma il Turiferario Inquisitore, proprio lui, Luis Badilla. Insomma…una vampata d’amorosi sensi (politici) tra ‘descamisados’.
Gianni Valente, il Turiferario dal Sorriso Solare, Vatican Insider, 30 agosto: conoscendo i nostri lettori, scommettiamo che qualcuno già s’è chiesto… ‘ma Vatican Insider?. Eccovi accontentati con un pezzo di rara moderazione del Turiferario dal Sorriso Solare, Gianni Valente: L’ex nunzio lombardo ha abusato della sua posizione di potere – che gli garantiva accesso a notizie riservate circolanti negli apparati ecclesiali – violentando il sensus fidei di tanti battezzati. Lui e i suoi sponsor mediatici agiscono con ostentato disprezzo dell’intelligenza altrui, trattando tutti da gonzi narcotizzati, sfornando una pseudo informativa all'altezza del peggior dossieraggio da servizietti segreti deviati. Un testo grottesco per chiunque abbia una minima dimestichezza con gli eventi e i fenomeni ecclesiali degli ultimi decenni. Infarcito di dettagli selezionati e amplificati ad arte, teoremi inattendibili, allusioni tanto maliziose quanto gratuite, conversazioni private manipolate e “reinterpretate”, attacchi personali, omissioni mirate. Sempre su Vatican Insider il 7 settembre lo stesso Turiferario dal Sorriso Solare ha voluto offrirci un’altra emanazione del suo animo nobile, benignamente definendo l’insieme di articoli che chiedono chiarezza sul ‘caso’ Bergoglio-Viganò come l'impianto di accuse, calunnie, mezze verità raccattate tra la paccottiglia rancida dei blog anti-Bergoglio per arrivare a chiedere le dimissioni del Successore di Pietro.
Luis Badilla 5/, il Turiferario Inquisitore, Il Sismografo, 2 settembre, ore 12.49, dopo l’Angelus papale: Non so perché ma oggi, ascoltando e poi leggendo quanto detto da Papa Francesco prima della recita dell'Angelus ho pensato a Carlo Maria Viganò, il "grafomane Savonarola di Varese". Ecco quanto ha detto il Santo Padre:
“Non lasciarsi contaminare da questo mondo” non vuol dire isolarsi e chiudersi alla realtà. No. Anche qui non dev’essere un atteggiamento esteriore ma interiore, di sostanza: significa vigilare perché il nostro modo di pensare e di agire non sia inquinato dalla mentalità mondana, ossia dalla vanità, dall’avarizia, dalla superbia. In realtà, un uomo o una donna che vive nella vanità, nell’avarizia, nella superbia e nello stesso tempo crede e si fa vedere come religioso e addirittura arriva a condannare gli altri, è un ipocrita.
Luis Badilla/6, il Turiferario Inquisitore, Il Sismografo, 2 settembre, sempre nel post delle 12.49: Da più parti, da venerdì, si fa sempre più insistente il rumor secondo il quale il Vaticano risponderà a Carlo Maria Viganò e forse lo farà nei prossimi giorni. Ovviamente, raccontano, non sarà una dichiarazione-risposta del Santo Padre Francesco e neanche del Papa emerito che - secondo gli esperti - farebbero male ad entrare in polemica con un individuo come il grafomane "Savonarola di Varese". Per quanto riguarda il contenuto del probabile comunicato, la Santa Sede dovrebbe fare diverse precisazioni nonché smentite alle principali accuse dell'ex Nunzio.
I due papiri di Viganò ormai totalizzano 16 cartelle che chiamano in causa decine di persone con quasi un centinaio di situazioni e circostanze da verificare. Non è facile rispondere a questo tipo di documento che fin dall'inizio abbiamo chiamato papiro proprio perché i giuristi usando questa parola in casi come questo vogliono sottolineare la complessità geroglifica da decifrare.
Dal punto di vista mediatico immediato è solo possibile affrontare le questioni centrali che sono poi quelle dirimenti per individuare il tracciato che separa le bugie dalle verità in quest'operazione.
Tra l'altro, un documento ufficiale della Santa Sede, con i sigilli della Segreteria di Stato, è assolutamente necessario perché in questa vicenda manca ancora una volta la "narrazione vaticana".
Papa Francesco, omelia mattutina a Santa Marta del 3 settembre. Alcuni passi della cronaca de ‘L’Osservatore Romano’ del 4 settembre (copyright Libreria Editrice Vaticana). Silenzio e preghiera «con le persone che non hanno buona volontà, con le persone che cercano soltanto lo scandalo, che cercano soltanto la divisione, che cercano soltanto la distruzione, anche nelle famiglie». È il suggerimento proposto da Papa Francesco nella messa celebrata lunedì mattina, 3 settembre, a Santa Marta — la prima dopo la pausa estiva — commentando l’episodio evangelico di Gesù cacciato dalla sinagoga di Nazareth.
«Questo passo del Vangelo (…) ci fa anche capire come il padre della menzogna, l’accusatore, il diavolo, agisce per distruggere l’unità di una famiglia, di un popolo».
“Si alzarono, lo cacciarono via, entrarono in questo atteggiamento di branco: non erano persone, erano una muta di cani selvaggi che lo cacciarono fuori dalla città. Non ragionavano».
Davanti a questo atteggiamento però «Gesù taceva. Lo portarono sul ciglio del monte per buttarlo giù». E, ha aggiunto, «questo passo del Vangelo finisce così: “Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino”. La dignità di Gesù: con il suo silenzio vince quella muta selvaggia e se ne va. Perché non era arrivata ancora l’ora». «Questo ci insegna che quando c’è questo modo di agire, di non voler vedere la verità, resta il silenzio» ha ribadito il Papa, spiegando: «Il silenzio che vince, ma tramite la croce. Il silenzio di Gesù.”. Silenzio, è il suggerimento di Francesco: «Dire la sua e poi tacere. Perché la verità è mite, la verità è silenziosa, la verità non è rumorosa.” «Con le persone — ha rilanciato il Papa — che non hanno buona volontà, con le persone che cercano soltanto lo scandalo, che cercano soltanto la divisione, che cercano soltanto la distruzione, anche nelle famiglie: silenzio. E preghiera”. (NdR: “muta di cani selvaggi, muta selvaggia”? e poi: “Dire la sua e poi tacere” come ci insegna Gesù. Papa Francesco ha detto la sua sul memoriale e poi ha taciuto? No, proprio per niente: ha solo rimandato la palla ai giornalisti – impossibilitati a consultare i documenti citati nel memoriale – e poi ha continuato a tacere!)
Padre Federico Lombardi, intervista a TV 2000, 3 settembre: molto significativo il commento di padre Federico Lombardi, già direttore della Sala Stampa Vaticana.: Papa Francesco naturalmente mi sembra che faccia una riflessione che spontaneamente colleghiamo alla situazione di oggi in cui abbiamo un’ondata di accuse estremamente aggressive che mescolano alcuni elementi di verità con tanti elementi di falsità che confondono e soprattutto tendono a creare una situazione di confusione, di divisione nella Chiesa (…)Di fronte a questa situazione il Papa ribadisce una sua intenzione di non rispondere direttamente a queste accuse e di non lasciarsi coinvolgere in una spirale terribile di dispute, (…) Il Papa sceglie di imitare l’atteggiamento di Gesù che si pone ad un livello superiore di pazienza, umiltà e non si lascia coinvolgere sul piano estremamente basso e cattivo delle accuse e contraccuse”.
Padre Antonio Spadaro, il Turiferario Incontinente, ha commentato così su Twitter il “silenzio” richiesto da papa Francesco:
1/ Tireremo diritto: #PapaFrancesco ha accettato il pontificato usando la formula “in spiritu penitentiae”. La sua preghiera di offerta al Signore è sempre stata di imitarlo nel sopportare “todas injurias y todo vituperio” (ES 98). Per questo davanti ad ostacoli e umiliazioni tira dritto. Da sapere.
2/ I tizzoni ardenti: Il cuore del re e il cuore del suo popolo si agitarono, come si agitano gli alberi della foresta per il vento. E il Signore gli disse: “Sta’ tranquillo, non temere e il tuo cuore non si abbatta per quei due avanzi di tizzoni fumanti” (Isaia. 7,2-4)
Mario Corbo, Settimana News (dehoniani di Bologna, 5 settembre: a proposito del memoriale di mons. Carlo Maria Viganò scrive il Turiferario Acuto, un critico di razza, un vero fuoriclasse nel genere: La lettura procede con difficoltà per la pessima qualità della scrittura che ricorda lo stile e l’enfasi tipiche delle riviste scandalistiche di seconda fascia, che propongono pettegolezzi ed illazioni come se fossero verità incontestabili. Il discorso è caratterizzato da una totale evanescenza argomentativa che lo rende, nello stesso tempo, noioso e risibile. Il lettore, andando avanti nell’analisi del documento, si rende subito conto delle ragioni che hanno indotto papa Francesco a stimolare la formulazione di un giudizio autonomo da parte dei soggetti interessati. Difatti, il testo implode da sé, anche ad uno sguardo superficiale. Qualsiasi replica da parte di Francesco avrebbe dato dignità e conferito una sorta di riconoscimento ad un intreccio di confidenze pruriginose che, con spirito delatorio, il solerte mons. Carlo Maria Viganò racconta di aver sciorinato nel corso degli anni per il bene della chiesa e la conservazione della sua integrità morale.
Giorgio Dell’Arti, storico(?), settimanale Oggi attualmente in edicola: è un caso sorprendente quello del noto Giorgio Dell’Arti. Leggete un po’. In una pagina della rubrica “Le domande di Oggi: Dopo le accuse di monsignor Viganò. Cosa farà Francesco?” Giorgio Dell’Arti così esordisce: “La scorsa settimana l’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha accusato papa Francesco di aver coperto per anni gli abusi sessuali commessi da Theodore McCarrick, il cardinale di Boston costretto a dimettersi a luglio. L’ha fatto davvero? Non si sa, ma va detto che Viganò, oltre a non aver portato alcuna prova a sostegno delle sue accuse, è stato smentito più volte: sia quando ha sostenuto di aver informato personalmente il Papa dei casi di pedofilia e del caso Kim Davis, sia quando ha detto che già Benedetto XVI aveva sanzionato Mc Carrick. Ma anche se avesse coperto il caso va ricordato che, dei Papi tirati in mezzo da Viganò, Francesco è l’unico che ha preteso le dimissioni di Mc Carrick”.
Su Wikipedia Dell’Arti è definito anche storico, oltre che editorialista de La Stampa e della Gazzetta dello Sport. Storico? Certo è che – almeno in questa occasione – Dell’Arti palesa una superficialità di giudizio tale da porre gravemente in dubbio questa sua qualifica. Se si è informato prima, da chi lo ha fatto il signor editorialista de La Stampa e della Gazzetta dello Sport? Da Vatican Insider o da Balotelli? Poco importa, il risultato è disastroso per la sua credibilità. MacCarrick non era il cardinale di Boston (e questo è il meno). Quando mai il nunzio apostolico Viganò è stato smentito sull’udienza papale del 23 giugno 2013? Sull’informazione data a proposito di Kim Davis? Sul fatto delle sanzioni comminate da Benedetto XVI a McCarrick? Poi: “Francesco è l’unico che ha preteso le dimissioni di McCarrick”. Vero, ma: 1) non si sa se Giovanni Paolo II fosse stato informato correttamente su McCarrick dalla Segreteria di Stato; b) idem per Benedetto XVI che, tuttavia, qualcosa deve aver saputo se poi ha comminato delle sanzioni, pur apparentemente blande. Certo invece è che papa Francesco era stato ben informato dei comportamenti gravemente immorali di McCarrick, ma l’ha sanzionato solo dopo la pubblica condanna per l’abuso sessuale su minori. Insomma a Dell’Arti gioverebbe (ripetiamo: soprattutto per la sua credibilità in genere) un supplemento di informazione seria, prima di pronunciarsi con tale sicumera su cose che probabilmente ha solo ‘orecchiato’ dai soliti turiferari.
Luis Badilla/7, - Le bieche forze della reazione, Il Sismografo, 6 settembre, 10.32: Dietro a Viganò si nasconde la più bieca destra politica cattolica statunitense e alcuni burattini europei. E' già accaduto e accadrà molte altre volte. Ovviamente in ogni momento, a seconda la natura dell'operazione, questa ideologia saprà trovare giornalisti, presuli vari, cardinali, arcivescovi, vescovi e altri, per colpire. Francesco, per la destra USA ed europea, cattolica e non, politica, economica, parlamentare e religiosa, è un nemico e uno ostacolo; il suo pontificato è considerato alla stregua di un governo di sinistra latinoamericano, simile o uguale a quelli che questa destra ha rovesciato con le menzogne, le operazioni occulte e con i golpe di stato.
E' proprio questo modo di ragionare, di vedere il mondo, di pretendere e comportarsi (anche di fronte alle confessioni religiose) ciò che fa di questi gruppi un'insidia gigantesca per la pace e il bene comune.
Luis Badilla/8, il Turiferario Inquisitore, Il Sismografo, 6 settembre, sempre nel post delle 10.32: Ciò che per noi costituisce un disaccordo con la Santa Sede, e che non abbiamo occultato, è che a uno come Viganò comunque si doveva dare una risposta puntuale almeno per quanto riguarda due o tre cose che ha scritto. Poteva essere una nota della Sala stampa oppure della Segretaria di stato. O un commento ragionato di persone autorevoli e autorizzate.Non dire nulla di pertinente alle principali accuse di Viganò appare a tutti completamente incomprensibile, quasi un "enigma avvolto in un mistero".
La cosa importante era ed è che milioni e milioni di cattolici del mondo, ma anche di non cattolici, che vogliono bene al Papa e la Chiesa, avessero fra le mani una frase, un pensiero, una riflessione frutto della narrazione vaticana, della risposta ufficiale della Sede Apostolica.Purtroppo non è andata così. Ci dispiace tanto. E' un vero dolore. E' mancata la confutazione di cui parla san Francesco di Sales.
Luis Badilla/9- Facciatosta sismografica, 6 settembre, sempre nel post delle 10.32: In altri due circostanze di violenti e gravi attacchi contro il Papa e la Chiesa - Vatileaks I e II e la lettera dei 4 cardinali con I dubia - ci sono state risposte puntuali e precise. Nel primo caso, Vatileaks II, il Papa ne parlò chiaro e tondo dalla finestra del Palazzo apostolico dopo l'Angelus del 8 novembre 2015. Nel secondo caso, le famose domande di 4 cardinali, a più riprese il Papa e altri suoi collaboratori dissero, giustamente, che le risposte alle domande si trovavano nell'Amoris laetitia, e cioè il documento che i porporati contestavano in alcuni passaggi. (NdR: ‘risposte puntuali e precise’ ai cardinali dei ‘Dubia’? L’impronta sovietica in salsa allendista di Badilla non si smentisce mai…la fabbrica della manipolazione è sempre in attività!)
DUE VOCI ‘PROGRESSISTE’ DISSONANTI TRA LE DIVERSE ALTRE
Specie nella stampa internazionale le perplessità e le critiche motivate alla tattica del ‘silenzio’ scelta da papa Francesco sono fioccate numerose. In Italia invece – in un sistema mediatico legato ai noti, soliti poteri - è prevalso fin qui il coro del consenso, con eccezioni non da poco ma pur sempre minoritarie. Diverse decine intanto i membri della gerarchia che, specie negli Stati Uniti, hanno richiesto al Papa una risposta chiara su quanto è riportato nel memoriale e lo concerne direttamente.
Tra le voci dissonanti le due – di indubitabile sapore ‘progressista’ - che seguono.
La prima è del noto gesuita statunitense padre Thomas Reese, che nel Corriere della Sera del 30 agosto, riferendosi all’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha detto che le sue accuse vanno esaminate nel merito e devono avere una risposta. E ha aggiunto qualcosa di evidente a chi ha un briciolo di razionalità: Dal momento che il Papa è l’unico altro testimone dell’incontro, soltanto lui può confermare o negare ciò che ha detto Viganò. Rifiutando di rispondere all’interrogativo, non rafforza la sua credibilità.
La seconda è del noto vaticanista Marco Politi, che il 7 settembre – nel suo blog de Il Fatto Quotidiano – osserva tra l’altro: Gridare al complotto non basta, lamentare l’attacco al pontefice non basta, coprire di insulti l’ex nunzio Carlo Maria Viganò non porta da nessuna parte. Il punto è che Viganò è stato sempre considerato un professionista serio. Come diplomatico e funzionario vaticano. Non si manda un cialtrone a fare l’ambasciatore nella prima capitale del mondo. (…)
Il punto serio che rimane da chiarire è quello fondamentale su McCarrick. Mente Viganò quando parla di ben due dossier spediti dai nunzi in America ai segretari di Stato Sodano e Bertone? Basta una secca risposta vaticana per smentirlo: o i dossier sono negli archivi della Segreteria di Stato oppure non ci sono. Stare in silenzio non farà che eccitare sempre più i cacciatori di scandali.