STAMPA ESTERA: PAPA NERO E MICHELA MURGIA – POI: PAROLIN RISPONDE - di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 19 settembre 2019
Incontri a via dell'Umiltà (sede romana della Stampa estera) con padre Arturo Sosa, Preposito generale dei gesuiti e Michela Murgia, intellettuale molto quotata tra i radicalchic, che si definisce cattolica. Qualche citazione. Nel Post Scriptum la risposta del cardinale Pietro Parolin a una nostra domanda dell'articolo di sabato 14 settembre.
In questi giorni sono ripresi alla grande gli incontri organizzati presso la Stampa estera di Roma con personalità di varia estrazione. Lunedì 16 i soci hanno potuto confrontarsi con padre Arturo Sosa Abascal, di cui i nostri lettori sanno già più di qualcosa (vedi ad esempio la famosa intervista del febbraio 2017, quella dell’ “al tempo di Gesù nessuno aveva un registratore”, vedi https://www.rossoporpora.org/rubriche/interviste-a-personalita/672-gesuiti-padre-sosa-parole-di-gesu-da-contestualizzare.html ). Martedì 17 settembre con Vittorio Sgarbi, vulcanico neo-presidente del Museo d’arte moderna e contemporanea di Rovereto (Mart). Mercoledì 18 settembre con Michela Murgia, nota intellettuale, professionista molto impegnata nella lotta contro Salvini, la Lega e tutto ciò che rappresentano. In questa sede può essere di qualche interesse per chi ci legge riferire del primo e del terzo incontro, riprendendo alcune delle affermazioni fatte dal Preposito generale della Compagnia di Gesù e una della scrittrice sarda, già sostenitrice dell’indipendenza della sua isola e oggi fautrice della sinistra muscolosa. Oltre che …
PADRE ARTURO SOSA
Prima di assaporare convivialmente i piatti squisiti proposti da Carlo Gerardi (prosciutto, melone e mozzarella di bufala di Amaseno – maccheroni con melanzane, capperi, olive e la stessa mozzarella, ma tritata – il tutto innaffiato da un Traminer Müller Thurgau), il simpatico settantenne hidalgo venezuelano, Papa nero in camicia bianca, ha risposto per oltre un’ora a una nutrita serie di domande poste dalla platea mediatica. Ecco una selezione delle sue dichiarazioni.
Papa Francesco: Prima è argentino, poi gesuita.
Opinioni gesuitiche su Jorge Mario Bergoglio: Ci sono opinioni molto diverse nella Compagnia su papa Francesco (…) C’è una grandissima varietà di pareri dentro la Compagnia, ma siamo comunque uniti nell’obiettivo, nel discernimento, nel perseguire le quattro preferenze apostoliche (NdR: indicare il cammino verso Dio, camminare insieme con gli esclusi, accompagnare i giovani, collaborare nella cura della casa comune)
Opinione di padre Sosa su papa Francesco: La mia opinione è che papa Francesco sia un figlio del Concilio e metta tutta la sua energia e tutta la sua capacità pastorale nell’incarnare quello che il Vaticano II ha sognato per la Chiesa. Questa è la vera riforma della Chiesa, quella che sia il più vicina possibile al disegno del Concilio quando ha definito il popolo di Dio, che noi in America latina diciamo sempre “in marcia”. Questo è il senso della sinodalità, il camminare insieme.
Sinodo sull’Amazzonia: Un Sinodo non prende decisioni dottrinali; è previsto che sia un incontro pastorale. Mi sembra che Il Sinodo dell’Amazzonia si possa capire molto bene dalla proposta che fa papa Francesco: è la concretizzazione di un documento di portata universale, la Laudato si, a sua volta ispirata all’’Evangelii Gaudium. L’’Instrumentum Laboris insiste su una espressione, l’ecologia integrale, che è la proposta più importante. (…) Dobbiamo ricordare che il Sinodo sarà un incontro per scambiare esperienze e condividere una visione comune. Dovrà dare indicazioni su come portare avanti una pastorale più incisiva in una zona così importante dell’America Latina e per il mondo (…) L’ordinazione di viri probati non è l’unico mezzo per progredire, ma ci sono tanti ministeri che si possono utilizzare in zone come l’Amazzonia.
Turbolenze nella Chiesa: E’ indubbio che c’è oggi una lotta politica nella Chiesa. Penso che sia attorno alla visione di Chiesa sognata dal Concilio, tra la sinodalità e il clericalismo. E’ una lotta per il potere. Gli attacchi di oggi sono gli stessi che sono stati fatti contro il Sinodo per la Gioventù e ancora prima contro quelli della Famiglia, una materia ancora più sensibile. Sono convinto che gli attacchi non sono diretti solo contro Francesco, sanno che non cambierà idea, sanno che non è più un giovanotto e di conseguenza il suo pontificato non sarà il più lungo della storia. Semmai il vero bersaglio è la visione del Vaticano II (…) Gli attacchi sono anche un modo per influire sull’elezione del prossimo Papa (…) I Sinodi che ho vissuto sono stati il contrario di un movimento scismatico, sono stati uno sforzo di unità, di rendere la Chiesa veramente unita. E l’unità non è uniformità, ma ricchezza delle diversità attorno all’obiettivo della missione.
Sull’esistenza del diavolo: La mia fede è la fede della Chiesa cattolica, nella quale ho fatto la mia vita e nella quale voglio finirla. La mia spiritualità è quella di Sant’I. di Loyola, al cui centro ci sono gli esercizi spirituali, il discernimento. Che è la guida della mia vita.
Venezuela (NdR: padre Sosa è figlio dell’alta borghesia di Caracas. Il padre, economista, impresario, banchiere è stato due volte ministro delle Finanze): Con dolore guardo in primo luogo alla crescente sofferenza del popolo venezuelano. Per questo popolo la vita quotidiana è diventata più difficile e violenta. C’è quotidianamente l’angoscia del vivere. E’ un dolore aver visto emigrare quattro milioni di persone. C’è una crescente mancanza di servizi pubblici essenziali. La situazione economica è veramente critica. C’è una violazione sistematica dei diritti umani. La politica è ridotta a lotta per il potere. (…) Mi sembra che questo non richieda soltanto un cambiamento di governo, ma anche del presidente. Questo sistema ha dimostrato il suo fallimento. Il cambiamento deve essere prodotto dalla volontà del popolo venezuelano. Penso che elezioni veramente libere non siano un’utopia. Penso che il popolo lo desideri e che in esso esista una cultura democratica non dimenticata. Penso e mi auguro che si lavori a una soluzione, anche se è vero che ci sono in Venezuela molti interessi e molti gruppi armati. Mi auguro che si lavori su questo. (NdR: a poche ore di distanza dalle dichiarazioni di padre Sosa è stato annunciato un accordo di dialogo nazionale tra Maduro e alcune piccole e poco rappresentative formazioni di sinistra moderata dell’opposizione. Il ‘dialogo nazionale’ dovrebbe sfociare nell’organizzazione di nuove elezioni. Gran parte dell’opposizione contesta l’accordo) La Chiesa venezuelana (e dentro di essa la Compagnia di Gesù) ha cercato e cerca di alleviare con ogni mezzo la sofferenza del popolo. Come gesuita- ed io sono stato anche superiore provinciale (NdR: 1996-2004, con simpatie per Hugo Chavez) - penso che per tutta la vita ho cercato di contribuire a fare del Venezuela una vera democrazia popolare. Da gesuiti siamo da anni molto impegnati a costruire una democrazia con radici nel popolo. Il processo si è fermato e bisogna riprenderlo. Con papa Francesco ho parlato più di una volta della situazione in Venezuela.
Che Dio prega? (abbiamo chiesto a padre Sosa che Dio prega… il Dio cattolico, un Dio anche cattolico e in tal caso in quali rapporti starebbe con Allah….): Prego Gesù di Nazaret, il Cristo. Prego lui, davanti a una bellissima immagine del Crocifisso che ho ereditato da un generale santo della Compagnia di Gesù, san Francesco Borgia. Ricordo il prologo del Vangelo di Giovanni: “Dio nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato”. E’ però un Dio di misericordia, che ha rotto il muro che il popolo ebraico aveva eretto attorno a sé. Papa Francesco, quando è venuto nell’ottobre del 2016 alla Congregazione generale ci ha detto di guardare Gesù, Gesù Crocifisso per capire quello che dovevamo fare, per scoprire i bisogni delle persone. Io prego questo Gesù, il Cristo, Crocifisso e Risorto.
MICHELA MURGIA E L’UTERO IN AFFITTO
Questo il ‘lancio’ in pompa magna dell’incontro con la quarantasettenne scrittrice sarda: Scrittrice, intellettuale, attivista, femminista e tra le donne più attaccate della ‘Bestia’ di Matteo Salvini. Incontro con una delle intellettuali più en vogue di questo momento. Scrittrice di bestseller venduti in tutto il mondo come “Accabadora”, “Istruzioni per diventare fascisti”, “Morgana”, Michela Murgia è una voce forte contro i razzismi e contro le politiche di Matteo Salvini, dal quale è stata spesso attaccata sui social. E' una delle fondatrici di Mediterranea Saving Humans, è cattolica e femminista.
Un lancio che è un vero Trompeten-festival. Certo quel ‘cattolica’ ha attirato la nostra attenzione. In effetti Michela Murgia è stata giovane dell’Azione Cattolica (anche referente regionale giovanile sarda), insegnante di religione, è socia onoraria del coordinamento teologhe italiane. Non solo: ha ideato uno spettacolo teatrale allestito durante il Pellegrinaggio dell’Azione cattolica del settembre 2004 a Loreto, presente Giovanni Paolo II.
Cattolica? (le abbiamo chiesto che cattolicesimo è quello di chi si scandalizza per l’esibizione del Rosario da parte di Matteo Salvini e nel contempo non si scandalizza certo per l’utero in affitto…. L’espressione non piace a Michela Murgia): Ll’esibizione del Rosario è un utilizzo strumentale e serve come marcatore identitario. Sull’utero in affitto il dibattito- lo dico da cattolica - deve rimanere aperto. Ritengo sia impensabile chiudere il ragionamento su un tema così aperto. Il tema che emerge è quello della nuova genitorialità. La dottrina cattolica si evolve con la storia. I teologi discutono. Chi fa dottrina si serve anche dei dibattiti di cui sono parte. (NdR: giova ricordare che Michela Murgia, da conduttrice della trasmissione di Rai3 ‘Chakra’, ha invitato il 7 ottobre 2017 sul tema dell’utero in affitto l’ex-governatore della Puglia Nichi Vendola, palesemente approvando il suo agire – Vendola ha pagato 130mila euro per l’acquisto degli ovociti e per l’affitto di un utero negli Stati Uniti).
Michela Murgia, che collabora con il Messaggero di Sant’Antonio, deve piacere molto anche ad Avvenire, dato che è “coordinatrice di terra” della piattaforma Mediterranea (quella di Luca Casarini, recentemente canonizzato dal quotidiano di Tarquinio), che si giova della nave Jonio come taxi del mare. ‘Coordinatrice di terra’ in questo caso vuol dire che cerca di procurarsi i fondi necessari perché i taxi marini continuino a circolare, facendo la spola tra Libia e Italia.
P.S. RISPOSTA A UNA NOSTRA DOMANDA DA PARTE DEL CARDINALE PIETRO PAROLIN, SEGRETARIO DI STATO
Nel ‘Post Scriptum’ dell’ultimo articolo di www.rossoporpora.org (https://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/893-aiuto-aiuto-burke-schneider-mettono-l-avvenire-sotto-choc.html) abbiamo chiesto al cardinale Pietro Parolin delucidazioni sull’utilizzo dell’espressione ‘Maria, Regina delle famiglie’ nel messaggio di sabato 14 ottobre inviato ai partecipanti del pellegrinaggio nazionale per la famiglia al santuario di Pompei. Ricordavamo che l’espressione “Maria, Regina della famiglia” era stata introdotta nelle litanie lauretane su volontà di Giovanni Paolo II. Della famiglia, non ‘delle famiglie’. Ci chiedevamo se quella del cardinale Parolin fosse stata una svista o un adattarsi al politicamente corretto del ‘delle famiglie’, di cui emblema odierno sono le dichiarazioni anche via in interviste e via twitter del neo-ministro della Famiglia del Mostro Rossogiallo, l’akela fluida e renziana Elena Bonetti.
A margine della presentazione di ieri sera, mercoledì 18 settembre, alla Lateranense del pregevole volume “Riflessioni ad alta quota” (a cura di padre Leonardo Sapienza, immagini di Giacomo De Donà e Loris De Barba – foto intensissime di montagna, introdotte da citazioni spesso di papi), il cardinale Parolin ha risposto sorridente alla nostra domanda. “Domanda legittima, ma quel ‘delle famiglie’ non era una scelta ideologica. Era un riferimento alle tante famiglie che partecipavano al pellegrinaggio di Pompei. Dunque …nessuna scelta intenzionale!”. Prendiamo dunque atto che c’è differenza tra il cardinale Parolin, Segretario di Stato vaticano e la neo-ministra Elena Bonetti, akela fluida quant’altri mai, che intenzionalmente utilizza ‘famiglie’ al posto di ‘famiglia’…