NATALE: QUALCHE RIFLESSIONE – UNGHERIA, UE, SOROS, PAPA WOJTYLA – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 23 dicembre 2020
Siamo ormai alla vigilia – molto particolare - del Natale 2020: qualche riflessione. In Ungheria l’Assemblea nazionale il 15 dicembre ha approvato emendamenti significativi alla Legge fondamentale. Soros ha criticato duramente il compromesso raggiunto dalla Merkel nella questione del veto ungherese e polacco sul bilancio UE: il Parlamento europeo il 16 dicembre gli ha dato ragione. In Polonia un Appello di 1800 universitari per difendere la memoria di papa Wojtyla.
Confrontati con una situazione sociale che – a motivo delle misure di contrasto al Cinavirus e alle sue varianti internazionali – incide negativamente in misura in ogni caso non irrilevante sulla nostra quotidianità, le tentazioni principali sono quattro: disperarsi, rassegnarsi, rinchiudersi nel nostro ‘mondo piccolo’ considerato come ultimo baluardo difensivo oppure ‘fuggire’ dalla realtà immergendosi nel virtuale o stordendosi con l’uso di droghe o l’abuso di alcool.
Il Natale viene a ricordarci che a tali tentazioni bisogna resistere: la Luce non è spenta, anzi si rinnova anno dopo anno e continua – anche in una società secolarizzata- a offrire l’approdo al porto della Speranza. Non tutto dunque è buio, sebbene le ombre si facciano più lunghe e più dense: ad esempio nelle nostre città, nelle nostre parrocchie la solidarietà concreta verso chi patisce maggiormente le conseguenze già di per sé drammatiche del disastro si è fatta – almeno a noi sembra – più forte e più sentita.
Numerosi anche i giovani impegnati sul campo, a far da positiva contrapposizione a tanti altri giovani che invece hanno accresciuto le loro dipendenze (digitali e/o materiali), privati come sono stati, sono e purtroppo (c’è da prevederlo) saranno di quella fondamentale palestra di apprendimento di conoscenze e di convivenza civile che è la scuola in presenza. A loro sono stati, sono e (c’è da prevederlo) saranno rubati gli anni più preziosi della vita, quelli in cui si impara e si matura con la concretezza dell’esperienza fisica così da prepararsi adeguatamente all’ingresso nella vita adulta.
Intanto nel mondo, oltre che con la malabestia del Cinavirus con le sue varianti internazionali, si è confrontati con l’avanzata della peste ideologica anti-cristiana e dunque anti-umana. Dappertutto o quasi la concezione perversa dell’aborto come ‘diritto umano’ (!!!) tenta di stravolgere le legislazioni (ultimo esempio l’ Argentina, dove la battaglia è ancora in corso), mentre a passi grandi e rapidi l’eutanasia e il suicidio assistito irrompono nelle normative nazionali: tristissima, ma certo non inattesa, la deriva omicida appena approvata dalla maggioranza rossa-rossa del Congresso spagnolo dei deputati, degna erede dei macellai della Repubblica degli Anni Trenta; tristissimo anche il recente pronunciamento ‘aperturista’ della Corte Suprema austriaca in materia. A proposito invece di unioni omosessuali, in Lettonia è addirittura la gerarchia cattolica a chiedere al governo di approvarle (si vergognino questi vescovi-burocrati e i cattolici si rivoltino contro di loro). In Europa ‘tengono’ soprattutto i governi di Polonia e di Ungheria (vedremo più oltre); a loro va il ringraziamento sincero di tutti quei cattolici e di quelle persone di buona volontà che non si rassegnano al dilagare della peste ideologica laicista e rossa.
Occorre resistere a questo dilagare pestilenziale. Anche in Italia: la politica dell’attuale maggioranza rosso-gialla di governo ne è intrisa. Ciò non meraviglia considerando che in essa emerge chi impone un totalitarismo riverniciato alla Boldrini/Cirinnà, -assecondato da saltimbanchi e prostituti politici vari - che mira a impedire all’opposizione di esprimersi: un ennesimo esempio clamoroso lo si è registrato il 18 dicembre con lo strangolamento del dibattito parlamentare sulle norme picconatrici dei decreti sicurezza salviniani. Ora, con il giubilo irresponsabile dei ‘cattofluidi’ di Avvenire e loro compari, a causa delle nuove norme riprenderanno alla grande le attività scafistiche delle Ong, si intensificheranno gli sbarchi di ulteriore manovalanza per i loschi traffici di droga, si accresceranno i morti in mare. Di cui i totalitari per vocazione antica, i saltimbanchi, i prostituti politici e i giubilanti saranno corresponsabili.
IN UNGHERIA VOTATI GLI EMENDAMENTI COSTITUZIONALI SU FAMIGLIA E EDUCAZIONE
Il 15 dicembre 2020 l’Assemblea nazionale ungherese (con 134 sì, 45 no e 5 astensioni) ha emendato la Legge fondamentale in due punti.
Il primo, nella sezione L, riguarda famiglia e matrimonio (nostra traduzione dall’inglese): “L’Ungheria protegge l’istituzione del matrimonio come unione tra un uomo e una donna e la famiglia come il fondamento per la sopravvivenza della nazione. La famiglia come istituzione si basa sul matrimonio e sulla relazione tra genitori e figli. La madre è una donna, il padre è un uomo”.
Il secondo, nella sezione riguardante i bambini: “Ogni bambino ha il diritto di ricevere una protezione e assistenza per quanto sia necessario per il suo sviluppo fisico, mentale e morale. L’Ungheria protegge il diritto del bambino a una propria identità fondata sul suo sesso alla nascita e provvede alla sua educazione in accordo con i valori basati sull’identità costituzionale ungherese e sulla cultura cristiana”.
Le proposte di emendamento erano state sottoposte dal Governo al vaglio del Parlamento il 10 novembre con l’intenzione di rendere più incisivi sia la protezione delle famiglie ungheresi che la sicurezza dei loro figli, la cui maturazione non deve essere disturbata dall’imposizione di ideologie ‘fluide’ con il loro carico di drammi sociali.
Sono note le dimensioni della catastrofe demografica in Europa, con la progressiva e rapida crescita del tasso di popolazione anziana rispetto a quella giovanile. E’ lecito allora ricordare che in Ungheria nel 2020 il tasso di fertilità (numero medio di figli per donna) è del 20% in più rispetto al 2010, i matrimoni nel 2019 sono risultati l’84% in più rispetto al 2010, il tasso dell’aborto è diminuito del 33,5% tra il 2010 e il 2018? Come può un cattolico negare che l’Ungheria è un esempio per tutti, in ogni caso nelle politiche per la famiglia?
SOROS CRITICA IL ‘COMPROMESSO’ TRA MERKEL E POLONIA-UNGHERIA. IL PARLAMENTO EUROPEO GLI DA’ RAGIONE
Ci si ricorderà che a metà novembre il veto di Ungheria e Polonia (vedi https://www.rossoporpora.org/rubriche/italia/993-avvenire-il-direttore-risponde-e-si-incarta.html) aveva bloccato l’approvazione del bilancio UE 2021-27 e il Recovery Fund perché, in sintesi, la possibilità di accedere ai fondi europei era stata condizionata al rispetto dei criteri dello ‘Stato di diritto’. Quale ‘Stato di diritto’? Ungheria e Polonia temevano – confortate da indizi rilevanti - ingerenze comunitarie nelle loro politiche nazionali anche in tema di immigrazione, famiglia, educazione. I negoziati tra le parti (condotti per il Consiglio europeo da Angela Merkel) avevano portato a inizio dicembre a un compromesso con cui si confermava sostanzialmente la sovranità dei due Paesi nelle loro politiche, rimandando in ogni caso la decisione definitiva sull’ammissibilità dei versamenti dei fondi alla Corte di giustizia europea.
Dalla sua tribuna di Project Syndicate il 10 dicembre George Soros aveva reagito violentemente al compromesso raggiunto, evidenziando, sotto il titolo eloquente “I costi della resa della Merkel al ricatto ungherese e polacco”, che “l’accordo che la Germania ha fatto con i due Stati canaglia membri dell’UE costituisce il peggiore degli scenari possibili”. Perché? “In primo luogo la dichiarazione altera in sostanza ed intenti il testo del regolamento concordato dalle istituzioni UE il 5 novembre, indebolendo notevolmente la condizionalità dello Stato di diritto. Né la Commissione europea né il Parlamento europeo, per non parlare dei governi nazionali che hanno fatto dell’integrità del regolamento la loro principale preoccupazione nel Consiglio europeo, dovrebbero lasciarsi mettere da parte in questo modo”. Fatte altre riflessioni, Soros infine aveva ammonito: “Tutto quello che posso fare è esprimere l’indignazione morale che devono provare le persone che credevano nell’UE come protettrice di valori europei e universali. Desidero inoltre avvertire che questo compromesso potrebbe intaccare gravemente la fiducia faticosamente raggiunta, acquisita dalle istituzioni dell’Unione con la creazione del Recovery fund”.
Della materia si è occupato il 16 dicembre il Parlamento europeo che si è mostrato sensibile al ‘grido di dolore’ di George Soros, respingendo il compromesso voluto dalla Merkel e dunque anche le conclusioni - ritenute “superflue” - del Consiglio europeo dell’11 dicembre 2020 sul rinvio dell’applicazione del meccanismo sullo ‘Stato di diritto’ alla decisione in merito della Corte di Giustizia europea. Nella risoluzione, approvata con 496 sì, 134 no e 65 astensioni, il Parlamento europeo ha sottolineato che il Consiglio europeo non esercita funzioni legislative, che la Commissione europea non può essere vincolata alle decisioni del Consiglio, che il ‘meccanismo’ dello ‘Stato di diritto dovrà essere applicato dal primo gennaio 2021, che secondo il nuovo regolamento i pagamenti del bilancio dell’UE possono essere sospesi per i Paesi UE in cui sono state accertate violazioni dello Stato di diritto contrastanti con i valori su cui si fonda l’UE, che la regola dell’unanimità per le decisioni in seno al Consiglio europeo è obsoleta e controproducente.
IN POLONIA UN APPELLO DI UNIVERSITARI PER DIFENDERE LA M;EMORIA DI GIOVANNI PAOLO II
Segnaliamo infine l’appello perché la memoria di Giovanni Paolo II sia considerata con “verità e rispetto”, lanciato il 22 novembre in Polonia da circa 200 docenti universitari e ricercatori ai loro colleghi. Fin qui l’hanno sottoscritto in 1800, tra i quali Krzysztof Zanussi e Hanna Suchocka.
L’appello è motivato dagli attacchi recenti contro papa Wojtyla, venuti in particolare dagli Stati Uniti e dalla stessa Polonia in cui la Chiesa cattolica vive un momento difficile. A Giovanni Paolo II viene rimproverata una tolleranza inaccettabile verso gli abusi su minori commessi da cardinali, vescovi, sacerdoti, soprattutto in relazione al caso McCarrick e al caso Maciel: perciò ne è stata chiesta anche la ‘de-canonizzazione”.
Qualche passo del testo dell’Appello.
. Esiste un divario tra il favorire uno dei crimini più gravi e prendere decisioni sbagliate sulle persone derivanti da conoscenze incomplete o addirittura da informazioni false. (…) Theodore McCarrick aveva la fiducia di molte persone eminenti, compresi i presidenti degli Stati Uniti, riuscendo così a eclissare il lato oscuro e criminale della sua vita. Tutto ciò fa supporre che le calunnie e gli attacchi infondati alla memoria di Giovanni Paolo II siano motivati da una tesi preconcetta, che riconosciamo con tristezza e profonda ansia. Come scienziati, comprendiamo la necessità di uno studio accurato delle biografie di personaggi storici di spicco. Tuttavia, una riflessione equilibrata e un'analisi approfondita non hanno nulla a che vedere con la distruzione della sua figura per motivi sentimentali, irrazionali o ideologici.
. Giovanni Paolo II ha svolto un ruolo enorme nel processo di liberazione delle nazioni dell'Europa Centrale e Orientale dal dominio dell'Unione Sovietica, è stato il leader spirituale dei polacchi durante il periodo di "Solidarność" e della legge marziale. Molti connazionali hanno riconosciuto la sua grande autorità anche negli anni successivi. L'insegnamento del Papa polacco conteneva idee che molti cittadini della Repubblica Polacca hanno accolto come decisive durante il referendum di conferma dell'adesione della Polonia all'Unione Europea. Grazie a Giovanni Paolo II, la storia e la cultura polacca nelle loro migliori manifestazioni sono state conosciute in tutto il mondo. Ha parlato con forza alle folle e allo stesso tempo ha esercitato un influsso indelebile sulle persone che lo hanno incontrato personalmente. Per i cattolici è stato un esempio di santità di vita, per molti seguaci di altre religioni o non credenti è stato un'ispirazione e un importante punto di riferimento.
. L'elenco straordinariamente lungo di meriti e realizzazioni di Giovanni Paolo II è oggi messo in discussione e cancellato. Per i giovani nati dopo la sua morte, l'immagine deformata, ingannevole e umiliata del Papa può diventare l'unica conosciuta. Facciamo appello a tutte le persone di buona volontà a riflettere. Giovanni Paolo II, come ogni altra persona, merita che di lui si parli onestamente. Calunniando e rigettando Giovanni Paolo II, stiamo facendo un grande danno non a lui, ma a noi stessi. In questo modo dimostriamo di non avere rispetto per i risultati storici e le pagine più luminose della nostra storia moderna. Se tale modo di trattarlo non verrà fermato, rimarranno nella nostra coscienza solo i disastri e i momenti ignobili della Repubblica Polacca, un quadro fondamentalmente falso, ma con tutte le sue conseguenze. E il più serio di questi sarà la convinzione della prossima generazione che non c'è motivo di sostenere una comunità con un simile passato.
P.S. A lettori e lettrici un ringraziamento sincero per la loro fedeltà e l’augurio più sincero perché la Luce di Betlemme illumini tutti – come e più di sempre – e pervada tutti della serenità necessaria per affrontare tempi non facili, suscitando (o rafforzando) anche quel senso di solidarietà così necessario verso chi si è ritrovato tra i deboli.