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    PAPA/UCRAINA - AVVENIRE, KAMALA E TRAVAGLIO - ERASMUS+, LGBT, UE

    PAPA/UCRAINA – AVVENIRE, KAMALA E TRAVAGLIO – ERASMUS+, LGBT, UE -  di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 28 agosto 2024

    Duro richiamo del Papa all’Ucraina in difesa della libertà religiosa. Avvenire freme di entusiasmo per la candidatura di Kamala Harris, al contrario di un frizzante Marco Travaglio. Europarlamento: Paolo Inselvini e confirmatari di Fratelli d’Italia presentano un’interrogazione alla Commissione europea per interrompere il finanziamento da parte del programma Erasmus+ di un progetto di propaganda lgbtqi+ destinato a adolescenti dai 14 ai 17 anni.

     

    FRANCESCO SULLA LEGGE CONTRO LA LIBERTA’ RELIGIOSA IN UCRAINA – UN NUOVO APPELLO CONTRO LA GUERRA

    Papa/1 (Post-Angelus di domenica 25 agosto 2024): Continuo a seguire con dolore i combattimenti in Ucraina e nella Federazione Russa, e pensando alle norme di legge adottate di recente in Ucraina, mi sorge un timore per la libertà di chi prega, perché chi prega veramente prega sempre per tutti. Non si commette il male perché si prega. Se qualcuno commette un male contro il suo popolo, sarà colpevole per questo, ma non può avere commesso il male perché ha pregato. E allora si lasci pregare chi vuole pregare in quella che considera la sua Chiesa. Per favore, non sia abolita direttamente o indirettamente nessuna Chiesa cristiana. le Chiese non si toccano!

    Francesco non ha usato mezzi termini per distanziarsi con forza dalla decisione del Parlamento ucraino (20 agosto 2024, con 265 sì e 25 no… ma ricordiamoci che Zelensky ha messo al bando una lunga serie di partiti di opposizione). La legge “sulla protezione dell’ordine costituzionale nel campo delle attività delle organizzazioni religiose”, voluta dal presidente, proibisce l’attività nel Paese di tutte le associazioni religiose legate ufficialmente al Patriarcato di Mosca. Nel mirino in particolare la Chiesa ortodossa ucraina guidata dal metropolita Onufri - maggioritaria nel Paese– che pure nella primavera del 2022 (in seguito all’invasione russa) si è proclamata autonoma dalla Chiesa presieduta dal patriarca Kirill. Le sono stati concessi nove mesi di tempo per recidere ogni legame con Mosca. Per Zelensky la legge 8371 rafforzerà la sicurezza nazionale e l “indipendenza spirituale” dell’Ucraina. Insomma: un’altra dimostrazione palese della democrazia in salsa ucraina. Ma per i cantori occidentali della lotta del Bene contro il Male (UE in prima fila con le sue propaggini mediatiche) queste sono quisquiglie da passare sotto silenzio.  

    Papa/2 (discorso ai partecipanti all’incontro promosso dall’ International Catholic Legislators Network, sala Clementina, 24 agosto 2024 – tema  “Il mondo in guerra: crisi permanenti e conflitti – Cosa significa per noi?”):  Permettetemi di proporre alcuni spunti alla vostra riflessione. Primo: l’imperativo di rinunciare alla guerra come mezzo per risolvere i conflitti e stabilire la giustizia. Non dimentichiamo che “ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato – questo è sicuro e ne abbiamo l’esperienza –. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male». La resa non è di un Paese nei confronti di un altro, la resa è la guerra stessa. È davvero una sconfitta. In effetti, l’enorme capacità distruttiva degli armamenti contemporanei ha di fatto reso obsoleti i tradizionali criteri di limite della guerra. In molti casi, la distinzione tra obiettivi militari e civili è sempre più inconsistente. Le nostre coscienze non possono non commuoversi per le scene di morte e distruzione che quotidianamente abbiamo davanti agli occhi. Abbiamo bisogno di ascoltare il grido del povero, delle vedove e degli orfani di cui parla la Bibbia, per vedere l’abisso di male che sta nel cuore della guerra e per decidere con ogni possibile mezzo di scegliere la pace. (NdR: gli appelli papali contro la guerra si ripetono incessantemente. Inutili? No, necessari se si guarda all’aggravarsi della situazione nel mondo, a partire dall’estendersi territoriale e dall’appesantirsi dei conflitti in Ucraina (leggi: coinvolgimento del territorio russo con conseguente ulteriore reazione) e nel Medio Oriente (leggi: sempre maggiore coinvolgimento del territorio libanese e della Cisgiordania, che rischia di diventare una seconda Gaza).

    I CROCIATI AL CONTRARIO DI AVVENIRE, KAMALA HARRIS E MARCO TRAVAGLIO

    Il prossimo 5 novembre si svolgeranno le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Sarà una lotta – probabilmente serrata – tra Kamala Harris (partito democratico) e Donald Trump (partito repubblicano). Personalmente nessuno dei due ci entusiasma, tutt’altro… nel 2016 (quando scesero in campo Hillary Clinton e lo stesso Trump) scrivemmo di una lotta tra due “peggiori” con l’aggiunta che “per l’Italia (e per l’Europa) sarebbe meglio vincesse Trump contro una Hillary Clinton intenzionata a provocare e umiliare la Russia di Putin” (vedi https://www.rossoporpora.org/rubriche/italia/609-elezioni-usa-lettura-controcorrente-della-lotta-tra-due-peggiori.html ). Se un politico va giudicato per i pulsanti che preme sui temi esistenziali più importanti per noi (e non in primo luogo sui suoi comportamenti privati) è evidente che oggi tra i due ‘peggiori’ saremmo costretti a scegliere Trump (soprattutto nella speranza che ponga fine all’oscena guerra in Ucraina, che sappia pigiare – certo per calcolo politico - i tasti giusti in materia di principi non negoziabili, che difenda la libertà d’espressione molto minacciata in Occidente).

    Dopo la rinuncia di Biden a ripresentarsi, la vicepresidente Kamala Harris ha annunciato la sua candidatura il 21 luglio 2024 ed è stata plebiscitata alla Convention del partito democratico il successivo 2 agosto. Il Pensiero Unico Mediatico (PUM) ha accolto giubilante la candidatura di una che fino a qualche tempo prima era stata definita inetta. Un camaleontismo che trova riscontro anche nella sezione italiana dove il PUM è incarnato dai giornaloni e da tv di varia estrazione (anche pubblica).

    Rileggiamo alcuni titoli di Avvenire, che ha seguito e segue con spiccata simpatia la cavalcata della Harris, che nell’ambito di vita, famiglia, educazione sostiene con baldanza tesi opposte a quella della dottrina cattolica, come certificata anche nel Compendio del 2004.

    23 luglio 2024 (titolo di apertura prima pagina): “Primi sì per Harris” e (a tutta pagina 3). “la prima di Kamala: ‘Grata a Biden’. I democratici cominciano a crederci”. Aggiunta in funzione anti-Trump, di taglio basso:   “L’intoppo nei piani del Cremlino. ‘La vice? Retorica ostile, nessun contributo’.

    25 luglio 2024 (a centro pagina 4): “Harris scommette sulla generazione Z ‘Combattiamo insieme per il futuro’ “. Aggiunta vin funzione anti-Trump, di taglio basso: ”Le manovre nel ‘Pretorio repubblicano’ , un’allerta per le democrazie occidentali”.

    7 agosto 2024 (titolo a tutta pagina 2): “Kamala Harris parte con il vice Tim Walz e sfida la ‘ruggine’ degli Stati in bilico”

    23 agosto 2024 (titolo a tutta pagina 8): “Coach Walz: la squadra è quella giusta. Kamala ha lanciato la sfida alla storia”

    24 agosto 2024 (titolo a tutta pagina 8): “Questa è la nuova strada da seguire nell’America che vuole Kamala Harris”, con accanto un’analisi del turiferario Andrea Lavazza, dal titolo “Toccati i tasi giusti per sfidare The Donald”. Aggiunta in funzione anti-Trump, di taglio basso: “Gli insulti e le promesse di Donad Trump al primo comizio ‘blindato’ “…

    Insomma… per Avvenire la Harris è una sorta di superoina senza macchia e senza paura che combatte anche lei, come i noti Zelensky, Von der Leyen, Macron per il Bene contro il Male.

    Dopo tanti vaneggiamenti cosiddetti progressisti, tipici del PUM, è stavolta ad esempio Marco Travaglio, che dalle colonne de il Fatto Quotidiano il 23 agosto 2024 stila un editoriale frizzante e puntuto come spesso accade dal titolo “Dicesi democrazia” e di cui consigliamo caldamente la lettura ai turiferari di Avvenire, inebriati dalla loro stessa maxidose di incenso.

    “Il faro della democrazia sono gli USA, dove si tiene la Convention del Partito – indovinate un po’? – Democratico. Che, come tale (ma lo fa anche il Repubblicano), affida agli elettori la scelta del candidato alla presidenza con apposite primarie. Quelle repubblicane le ha vinte Trump, dunque il candidato è Trump, che però è anche antidemocratico. Invece quelle democratiche le ha vinte Biden, dunque il candidato alla Casa Bianca è la Harris: che c’è di più democratico? (…)

    Così la Convention democratica incorona la Harris, considerata fino a ieri una mezza pippa. Già a settembre il Washington Post implorava di ritirarsi sia Biden che lei (“non è riuscita a guadagnare terreno nel Paese e neppure nel partito”). Ma ora i giornaloni, tra fiumi di bava e gridolini di giubilo, la trovano improvvisamente geniale. Pazienza se non l’ha scelta un solo elettore: a issarla sul trono provvedono gli Obama e i Clinton, in un tripudio di familismo amorale che fa impallidire il nostro, ma nessuno nota per non turbare il Nuovo Mondo a cuoricini e fiorellini.

    Siccome si chiamano Democratici, si credono democratici: un Democratico non può fare cose antidemocratiche nemmeno se le fa. E tutti esultano per la grande vittoria delle donne, perché Bill e Barack fanno democraticamente parlare Hillary e Michelle. Poi Kamala fa parlare il marito Douglas Emhoff, pure lui avvocato, e i nostri giornaloni si eccitano per la sua storia molto femminista: “Avevo appena risolto il problema importante di un cliente e quello, per ringraziarmi, mi organizzò un appuntamento al buio. Fu così che ebbi il numero di Kamala e la chiamai”. Ma come, una donna in omaggio come un pacco Amazon? E il MeToo che dice? Mentre va in scena il teatrino democratico, il NYT scopre che Biden a marzo ha firmato un piano segreto (chissà cosa ne avrà capito) per puntare nuove e vecchie armi nucleari contro Russia, Corea del Nord e Cina. E’ il suo lascito al successore e a tutti noi: un regalino molto democratico, pure troppo”.

     

    PARLAMENTO UE: INTERROGAZIONE DI PAOLO INSELVINI CON FRATELLI D’ITALIA PER INTERROMPEREIL FINANZIAMENTO DI UN  PROGETTO LGBT+ NEL PROGRAMMA ERASMUS +

    Abbiamo promesso di seguire da vicino l’attività dei nuovi europarlamentari, in particolare di quegli eletti che hanno sottoscritto il Manifesto valoriale di ProVita&Famiglia. Per questo abbiamo appreso con piacere che Paolo Inselvini (Fratelli d’Italia) ha presentato il 27 agosto 2024 un’interrogazione alla Commissione europea per richiedere l’interruzione del progetto DragTivism Jr all’interno del programma Erasmus+ finanziato dall’UE (cioè pure con i nostri soldi) e destinato agli adolescenti dai 14 ai 17 anni. L’interrogazione è stata sottoscritta anche da Nicola Procaccini (co-presidente del gruppo dei conservatori), da Carlo Fidanza (capodelegazione di Fratelli d’Italia) e dagli eurodeputati Sergio Berlato, Stefano Cavedagna, Carlo Ciccioli, Alessandro Ciriani, Giovanni Crosetto, Elena Donazzan, Pietro Fiocchi, Alberico Gambino, Chiara Gemma, Mario Mantovani, Giuseppe Milazzo, Denis Nesci, Michele Picaro, Daniele Polato, Marco Squarta, Francesco Torselli, Francesco Ventola.

    Questo il testo dell’interrogazione.

    “Da quanto si apprende a mezzo stampa, l’UE, attraverso il fondo Erasmus+, avrebbe finanziato un progetto denominato DragTivism Jr, finalizzato alla diffusione della cultura drag. Tale utilizzo di fondi pubblici europei appare quantomeno inappropriato, specie considerando che il progetto mira a coinvolgere minori di età compresa tra i 14 e i 17 anni in attività che promuovono l’ideologia gender e l’attivismo LGBTQI+. Non solo espone giovani vulnerabili a contenuti discutibili, ma rischia di configurarsi come una forma di indottrinamento ideologico. Questo tipo di iniziative, mascherate da progetti educativi, non tiene conto delle diverse sensibilità culturali e familiari degli Stati membri, né della necessità di proteggere i minori da ideologie e materiali inappropriati.

    Si chiede alla Commissione:

    1. Come garantisce che i progetti finanziati da Erasmus+ rispettino pienamente l’integrità e il benessere psicologico dei minori coinvolti?
    2. In che modo verifica il coinvolgimento e il consenso informato dei genitori prima di approvare la partecipazione dei minori a progetti che trattano tematiche così controverse?
    3. Cosa può fare per interrompere il progetto DragTivism Jr , impedendo che fondi pubblici europei siano utilizzati per finanziare progetti che rischiano di imporre ideologie specifiche sui giovani partecipanti?

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