FRANCESCO SOTTO GLI OMBRELLONI DI TERRACINA – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 28 agosto 2013
Piccola indagine agostana senza pretese sull’immagine di papa Francesco tra turisti e terracinesi
In questi ultimi scampoli di estate sotto gli ombrelloni della tanto sottovalutata quanto bella Terracina si parla (per chi ancora fa uso della parola e non si apparta con il suo aggeggio elettronico) come sempre di Roma e Lazio, poi di governo, questioni economiche e ancora – però di meno rispetto agli anni scorsi – di Berlusconi. Un accenno pure alla scuola e agli argomenti locali, con il sequestro di quattro stabilimenti balneari per presunte irregolarità amministrative. Quasi del tutto assente la politica internazionale: l’Egitto sembra lontano, la Siria (un Paese martoriato da una guerra civile cui i vari Obama, Cameron, Hollande intendono porre rimedio con atti sciagurati, riproponendo le scelte fallimentari – e sanguinosissime per i popoli coinvolti - di questi ultimi anni in materia di cosiddetta ‘primavera araba’). E Papa Francesco? Il suo nome fa capolino assai spesso, in genere per brevi commenti che accompagnano manifestazioni del suo stile pastorale. Alla ‘Sirena del mare’, uno degli stabilimenti ‘storici’ centrali, ecco una famiglia napoletana (con il figlio quattordicenne ben versato nell’immortale commedia partenopea). Per il padre, Raffaele, Francesco è un “papa grillino”; per la madre, Anna, invece “accompagna i fedeli nei disagi della società attuale”. La figlia, Marica – liceo classico – vede Francesco come “un Papa che si è spogliato delle sue ricchezze e si è vestito di umiltà”. Restiamo tra i napoletani, tra i quali si nota un lavoratore autonomo detto “Er biondo”, mago dei giochi d’ingegno e di fiammiferi: “Per me il suo compito è molto faticoso. Tanti gli ostacoli. Lui però vuole fare, rinnovare, battersi per chi non ha. E alla fine si vedrà che è lui il più forte”. Da Gerano (in provincia di Roma) viene Angelo, che – come altri – ci tiene a fare una premessa: “Il mio non può essere che un giudizio molto superficiale, derivato in gran parte dalle immagini che ci passano i massmedia, specie la televisione”. Poi prosegue: “La caratteristica che più mi colpisce di papa Francesco è la dolcezza. Con il suo atteggiamento il Papa trasmette serenità e quindi ciò giova a tutti noi, che abbiamo bisogno di qualcuno che ci inviti a essere positivi verso la vita”. Restiamo in tema di mezzi di comunicazione di massa: dietro il bancone ecco la terracinese Maria Giulia, studentessa di architettura con un pallino per antropologia e letteratura classica: “Non capisco perché pare debba esserci un’alternanza tra papi ‘buoni’ e papi’ cattivi’. E’ quanto ci propongono molti massmedia. Papa Ratzinger era considerato un ‘cattivo’, vittima di una propaganda allucinante. Papa Bergoglio invece è glorificato… vedete, non calza Prada, sorride… Ma non sorrideva forse anche papa Ratzinger? Devo dire che per me contano i fatti, non l’apparenza e per me, che sono scettica, i fatti sono sempre gli stessi!”
Il bar Centrale vigila da 115 anni su piazza Garibaldi dominata dall’imponente e superba chiesa neoclassica del Santissimo Salvatore, sotto il monte Sant’Angelo illustrato dal tempio di Giove Anxur. Vi sono passati – quando ancora non esisteva la galleria di circonvallazione della città, che è a metà strada tra Roma e Napoli – Totò e i de Filippo, Anna Magnani e Sofia Loren. Ci accoglie una sorta di simpatica controfigura di un Adriano Celentano dei tempi migliori… solo un poco più massiccio dell’originale, ma la voce è la stessa! E’ Danilo, che vede papa Francesco come “un Papa che è sgorgato dal basso per guidarci tutti”. La sorella, Emanuela, intanto che prepara il caffè, conferma: “E’ il Papa di tutti, che con la sua generosità colpisce le persone nel cuore e vi si insedia”. Accanto a lei Angelo evidenzia un’altra virtù che Francesco gli richiama subito alla mente, “la lealtà”. Fa la spola tra il banco e il giardino Chiara, liceo scientifico e pallavolista di belle speranze: “Papa Francesco mostra un’umiltà che colpisce a prima vista; riesce con l’umiltà a coinvolgere tutte le generazioni e le categorie più diverse di esseri umani. Fa bene a riproporre il valore dell’umiltà, che oggi non è più di moda e invece è un valore vero della vita”. E su tale interessante asserzione di sedicenne chiudiamo questa breve indagine agostana senza pretese.