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    STAMPA ESTERA/SINDACO SIENA: UNA SALA COMUNALE PER LE 'SENTINELLE'

    STAMPA ESTERA/SINDACO SIENA: UNA SALA COMUNALE PER LE ‘SENTINELLE’ – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 16 luglio 2014

     

    Mercoledì 16 luglio il sindaco di Siena Bruno Valentini ha illustrato alla Stampa Estera di Roma la candidatura di Siena a capitale europea della cultura per il 2019 – Cultura è anche rispetto per il cittadino e per la sua libertà d’espressione – Da noi interpellato sulla gazzarra che il 21 giugno ha gravemente turbato l’ora di veglia delle ‘Sentinelle in piedi’ contro il disegno di legge Scalfarotto, il sindaco si è detto disposto a concedere alle ‘Sentinelle’la prossima volta  una sala comunale.

     

     

    Siena è una città che abbiamo nel cuore, per il suo Bruco ( vedi anche in questo sito le interviste al ‘capitano’ della vittoria del 16 agosto 1996 Riccardo Pagni e all’ex-sindaco e storico Roberto Barzanti) ma non solo. Negli ultimi anni la città è stata purtroppo messa in ginocchio dalla cattiva finanza in simbiosi con la cattiva politica. Tutti si ricorderanno le penose vicende del Monte dei Paschi (banca ‘rossa’ cui attingevano anche certi noti ‘azzurri’), dei grossi ammanchi in sede universitaria, del commissariamento del Comune e chi più ne ha più ne metta, fino a giungere alle notizie di questi giorni sul fallimento sia del  Siena Calcio che del Siena Basket cui la banca di casa aveva tagliato drasticamente i contributi. Il Palio per fortuna e malgrado tutto resiste e ne abbiamo la prova tutto l’anno attraverso la vita sociale delle contrade che culmina ogni due luglio e sedici agosto nella ‘carriera’ in Piazza del Campo. Quest’anno poi il Palio di luglio è stato splendido, senza incidenti, con un drappellone bellissimo (dipinto per mano dell’artista Rosalba Parrini, disabile)  e una contrada vincente, il Drago, che non ha nemici.

    Per cercare di risalire la china, a Siena hanno pensato di candidare la città a capitale europea della cultura 2019. Non sarà facile vincere la concorrenza, anzitutto italiana e tuttavia Siena ha le carte culturali in regole per trionfare. Lo ha ribadito il sindaco Bruno Valentini sul mezzogiorno di mercoledì 16 luglio a Roma, dove presso la Stampa estera ha illustrato – insieme a diversi collaboratori -  i motivi e alcuni contenuti della candidatura. La concezione di cultura emersa vuole puntare sulla dinamicità, unendo le glorie artistiche della storia a una spinta innovativa che rinnovi l’immagine di Siena, introducendovi l’aspetto di una città in cammino e non solo seduta sui suoi tanti artistici e palieschi allori. 

    E’ evidente però che mostrerebbe una carenza fondamentale una città che puntasse ad essere regina per un anno della cultura europea e non desse nel contempo ai suoi concittadini la libertà di esprimere democraticamente e pacificamente la propria opinione. Purtroppo è quanto è successo alle ‘Sentinelle in piedi’ a Siena già il 20 maggio in Piazza del Campo (continui disturbi della nota  lobby) e, ancora peggio, il 21 giugno in Piazza Salimbeni, dove una masnada schiamazzante ha irriso per l’intera veglia alle ‘Sentinelle’ che leggevano un libro come d’abitudine in silenzio, immobili). Non solo, ma alle ‘Sentinelle’ è stata comminata dai solerti vigili urbani una multa di 100 euro per aver utilizzato il megafono alla fine (in ora ormai proibita perché la manifestazione era potuta incominciare solo con molto ritardo), per leggere un volantino perfettamente compatibile con l’art. 29 della Costituzione italiana (sul matrimonio): eppure era l’unica possibilità di farsi sentire nella gazzarra altrui. Fatto sconcertante e democraticamente inaccettabile: a Siena (come anche a Bergamo, Trento, Perugia, Lecce, Ferrara) l’autorità pubblica non è intervenuta per garantire lo svolgimento tranquillo della ‘veglia’. Ne abbiamo riferito in questo sito (sempre nella rubrica Italia) nella seconda parte dell’articolo del 28 giugno intitolato “Roma: per famiglia e libertà di pensiero vegliano oltre 400 ‘Sentinelle’ “.

    La prima domanda nella conferenza-stampa è stata la nostra: certo inattesa per il sindaco, ma fondata, dato che riguardava un aspetto essenziale per una città che legittimamente ambisce a diventare capitale europea della cultura. Insomma: a Siena c’è forse un problema di libertà d’espressione? Sarebbe inaudito se l’episodio del 21 giugno si ripetesse…

    Il sindaco Valentini, da un anno a capo dell’amministrazione senese, è un uomo di buone maniere, tanto abile quanto affabile. Da questo punto di vista ci ricorda molto un altro toscano, già sindaco di Firenze, cui Valentini si avvicina anche per la convinzione che sparge a piene mani di aver ‘rottamato’ la vecchia mentalità politica senese e di puntare a un futuro in cui l’innovazione si coniughi con l’efficienza. Del resto al recente Palio hanno assistito – pensiamo non a caso – due ministre del governo Renzi: la titolare dell’Istruzione Stefania Giannini (una presenza culturalmente significativa per  Piazza del Campo) e la titolare delle Riforme Maria Elena Boschi, uno dei fiori all’occhiello della compagine, da sempre vicinissima al presidente del Consiglio.

    Che ha risposto Valentini? Dapprima ha evidenziato che in famiglia ha una ‘Sentinella’, un nipote. Non solo: in famiglia ha acquisito anche un noto giornalista cattolico, di toscana veracità. Il sindaco ha confessato che sempre in famiglia “c’è dialogo” su questi temi; pensiamo, conoscendo il cognato, che si tratti più di ardente dibattito che di conversazione al caminetto.

    Questo detto, Valentini ha rilevato come a Siena ora – dopo gli anni del ‘potere immobile’ – ci sia più libertà d’espressione che in precedenza (come ammissione non sembra così banale…). A Siena, poi, “unica città d’Italia”, ci sono state già due manifestazioni delle ‘Sentinelle’: l’abbiamo qui informato che anche in altre città – Roma ad esempio – le ‘Sentinelle’ sono scese in piazza più di una volta. Poi il sindaco ha incominciato a raccontare della preziosità del salotto di Piazza del Campo; gli abbiamo fatto notare che in fin dei conti sembrava più grave la questione degli schiamazzi tollerati che del luogo della manifestazione. Bruno Valentini ha poi affermato che è disposto a concedere alle ‘Sentinelle’ la prossima volta anche una sala comunale: basta che facciano domanda e sarà data. Però è evidente che le ‘Sentinelle’ preferiscono vegliare immobili, in silenzio, davanti ai Palazzi, non dentro. L’offerta del sindaco tuttavia sembra già un atto di buona volontà. Ultima considerazione di Bruno Valentini:  dalle forti reazioni suscitate dal ‘fattaccio’ (con tra l’altro due interpellanze in Consiglio comunale da parte dell’opposizione) hanno secondo lui tratto vantaggio mediatico sia le ‘Sentinelle’ che i contestatori.

    PER IL SINDACO UN'OCCASIONE IMMEDIATA DI RISCATTO

    Intanto il sindaco avrà subito un’occasione di riscattare il buon nome della città: annulli proponendo una delibera apposita la penosa multa di cento euro affibbiata alle ‘Sentinelle’, costrette dalla gazzarra della nota lobby a usare il megafono alla fine della veglia. Ascoltando Bruno Valentini, a noi è parso che desse in cuor suo piena ragione alle proteste – contro il comportamento squadri stico della nota lobby e l’inazione delle autorità – da parte delle ‘Sentinelle’ e di tanti cittadini senesi che hanno a cuore una democrazia sostanziale e non solo formale nella vita della loro città. Poi, per le solite (e ingiustificatamente prevalenti) ragioni politiche ( e che diamine… la lobby è pur sempre la lobby!) il sindaco pensiamo si sia trattenuto dal trasmettere agli astanti il suo vero pensiero, preferendo un po’ di acrobazia verbale alla valutazione chiara e netta. La speranza, crediamo assai fondata, è che a Siena il ‘fattaccio’ non si ripeta più. E la città possa risorgere – in piena legittimità - come ‘regina’ della cultura europea.

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