PAPA: APPELLO UCRAINA -FINE VITA – CIECHI E FARISEI – UDIENZA A GANDOLFINI – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 23 febbraio 2022
La grave situazione in Ucraina al centro delle preoccupazioni della Santa Sede: forte appello del Papa al termine dell’udienza generale del 23 febbraio 2022 – Intervento chiarissimo e tempestivo di Bergoglio in materia di fine vita e in coincidenza con la discussione alla Camera dei deputati – Ciechi e farisei nell’udienza a ‘Voir ensemble’ – Un comunicato del ‘Family Day’ sull’udienza papale del 14 febbraio a Massimo Gandolfini.
INTERVENTI DEL PAPA DAL 26 GENNAIO 2022 SULLA QUESTIONE UCRAINA (CON QUALCHE NOTA)
26 gennaio 2022, aula Paolo VI, udienza generale: E ora, con il Padre Nostro, vi invito a pregare per la pace in Ucraina, e a farlo spesso nel corso di questa giornata: chiediamo con insistenza al Signore che quella terra possa veder fiorire la fraternità e superare ferite, paure e divisioni. Abbiamo parlato dell’Olocausto. Ma pensate che (anche in Ucraina) milioni di persone sono state annientate (1932-1933). E’ un popolo sofferente; ha sofferto la fame, ha sofferto tante crudeltà e merita la pace. Le preghiere e le invocazioni che oggi si levano fino al cielo tocchino le menti e i cuori dei responsabili in terra, perché facciano prevalere il dialogo e il bene di tutti sia anteposto agli interessi di parte. Per favore, mai la guerra. (NdR: L’Holodomor – “sterminio per fame” – uccise almeno tre milioni di contadini ucraini all’inizio degli Anni Trenta. Ha le sue radici nella volontà dell’Unione sovietica di allora guidata da Stalin, di perseguire la collettivizzazione forzata delle campagne. Ai contadini che si erano ribellati al programma fu requisito dallo Stato comunista sovietico ogni chicco di grano e impedito ogni rifornimento).
9 febbraio 2022, aula Paolo VI, udienza generale: Desidero ringraziare tutte le persone e le comunità che il 26 gennaio scorso si sono unite nella preghiera per la pace in Ucraina. Continuiamo a supplicare il Dio della pace, perché le tensioni e le minacce di guerra siano superate attraverso un dialogo serio, e affinché a questo scopo possano contribuire anche i colloqui nel ‘Formato Normandia’. Non dimentichiamo: la guerra è una pazzia! (NdR: il ‘formato Normandia’ consiste in una serie di colloqui, incominciati nel 2014 nel settantesimo dello sbarco alleato in Normandia, che coinvolgono Germania, Russia, Ucraina e Francia e che riguardano la situazione nel Donbass, il territorio che nello stesso 2014 si è dichiarato unilateralmente indipendente dall’Ucraina)
13 febbraio 2022, Angelus: Le notizie che giungono dall’Ucraina sono molto preoccupanti. Affido all’intercessione della Vergine Maria e alla coscienza dei responsabili politici ogni sforzo per la pace. Preghiamo in silenzio.
20 febbraio 2022, Angelus: La forza di amare è lo Spirito Santo, e con lo spirito di Gesù possiamo rispondere al male con il bene. Così fanno i cristiani. Com’è triste, quando persone e popoli fieri di essere cristiani vedono gli altri come nemici e pensano a farsi guerra. E’ molto triste! (Ndr: Prescindendo dalle citazioni papali sopra elencate, sicuramente in questi anni e naturalmente negli ultimi mesi e settimane, la diplomazia pontificia ha cercato e cerca con tenacia di individuare vie di mediazione nello scontro tra Russia e Ucraina. Ricordiamo ad esempio le visite del Segretario di Stato cardinale Parolin in Ucraina nel 2016 e nel 2021 (e a Mosca nel 2017), la telefonata dello stesso del 14 febbraio scorso all’arcivescovo maggiore greco-cattolico Shevchuck per esprimere vicinanza e solidarietà alla popolazione ucraina. Tuttavia la Santa Sede non intende farsi trascinare nel conflitto politico e militare in atto: si preoccupa invece soprattutto dell’assistenza di carattere umanitario alle popolazioni coinvolte. Del resto la problematica è molto complessa anche sul piano religioso, considerata la grave frattura infra-ortodossa tra il patriarcato di Mosca – allineato con Putin - e la maggior parte degli ortodossi ucraini (sostenuti dal Patriarcato di Costantinopoli). Per la Santa Sede si tratta di difendere i greco-cattolici ucraini e nel contempo di non affossare i rapporti ecumenici con il patriarca Kirill (e anche il previsto incontro tra loro, dopo quello storico di sei anni fa a L’Avana): lo spazio di manovra è dunque molto ristretto. In ogni caso la Santa Sede è forse l’unica istituzione internazionale oggi potenzialmente in grado di mediare concretamente in un conflitto particolarmente doloroso per tutti quelli che – come ha osservato papa Bergoglio – si dicono e si sentono cristiani.)
23 febbraio 2022, aula Paolo VI, udienza generale, forte appello, Mercoledì delle Ceneri digiuno per la pace: Ho un grande dolore nel cuore per il peggioramento della situazione nell’Ucraina. Nonostante gli sforzi diplomatici delle ultime settimane si stanno aprendo scenari sempre più allarmanti. Come me tanta gente, in tutto il mondo, sta provando angoscia e preoccupazione. Ancora una volta la pace di tutti è minacciata da interessi di parte. Vorrei appellarmi a quanti hanno responsabilità politiche, perché facciano un serio esame di coscienza davanti a Dio, che è Dio della pace e non della guerra; che è Padre di tutti, non solo di qualcuno, che ci vuole fratelli e non nemici.
Prego tutte le parti coinvolte perché si astengano da ogni azione che provochi ancora più sofferenza alle popolazioni, destabilizzando la convivenza tra le nazioni e screditando il diritto internazionale.
E ora vorrei appellarmi a tutti, credenti e non credenti. Gesù ci ha insegnato che all’insensatezza diabolica della violenza si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno.
Invito tutti a fare del prossimo 2 marzo, mercoledì delle Ceneri, una Giornata di digiuno per la pace. Incoraggio in modo speciale i credenti perché in quel giorno si dedichino intensamente alla preghiera e al digiuno. La Regina della pace preservi il mondo dalla follia della guerra.
PAPA BERGOGLIO SUL FINE VITA MENTRE ALLA CAMERA E’ IN CORSO L’ESAME DI UNA LEGGE AD HOC (CON QUALCHE NOTA)
9 febbraio 2022, aula Paolo VI, udienza generale, San Giuseppe patrono della buona morte/1: Due considerazioni per noi cristiani rimangono in piedi. La prima: non possiamo evitare la morte, e proprio per questo, dopo aver fatto tutto quanto è umanamente possibile per curare la persona malata, risulta immorale l’accanimento terapeutico. (…) Quella frase del popolo fedele di Dio, della gente semplice: ‘Lascialo morire in pace’, ‘aiutalo a morire in pace’: quanta saggezza!
9 febbraio, ibidem/2: La seconda considerazione riguarda invece la qualità della morte stessa, la qualità del dolore, della sofferenza, Infatti dobbiamo essere grati per tutto l’aiuto che la medicina si sta sforzando di dare, affinché attraverso le cosiddette ‘cure palliative’, ogni persona che si appresta a vivere l’ultimo tratto di strada della propria vita possa farlo nella maniera più umana possibile. Dobbiamo però stare attenti a non confondere questo aiuto con derive anch’esse inaccettabili che portano a uccidere. Dobbiamo accompagnare alla morte, ma non provocare la morte o aiutare qualsiasi forma di suicidio. (…) La vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata. E questo principio etico riguarda tutti, non solo i cristiani o i credenti. (NdR: le chiarissime considerazioni di papa Bergoglio in materia di fine vita stavolta sono state anche tempestive e hanno sicuramente indotto a qualche ripensamento alcuni dei deputati che stanno esaminando alla Camera italiana la proposta di legge sull’argomento).
PAPA BERGOGLIO, IL CIECO GUARITO, SAINT-EXUPERY E I FARISEI (CON QUALCHE NOTA)
19 febbraio 2022, sala Clementina, discorso ai membri dell’Associazione ‘Voir ensemble’/1: La vostra Associazione riunisce numerosi ciechi e ipovedenti che vogliono camminare insieme per vivere in fraternità la gioia del Vangelo. (…) Vorrei condividere con voi una breve riflessione basata sulla Parola di Dio: sull’episodio di Gesù che incontra il cieco nato (…) Gesù arriva alla piscina di Siloe: vede un uomo cieco dalla nascita (…) I discepoli sono fermi allo sguardo che in quel tempo si aveva sulle persone nate cieche, considerate come nate nel peccato, punite da Dio e prigioniere di uno sguardo di esclusione. In una cultura del pregiudizio Gesù rifiuta radicalmente questo modo di vedere (…) Oggi, purtroppo, siamo abituati a percepire solo l’esterno delle cose, l’aspetto più superficiale. La nostra cultura afferma che le persone sono degne di interesse in funzione del loro aspetto fisico, dei loro vestiti, delle loro belle case, delle loro vetture di lusso, della loro posizione sociale, delle loro ricchezze (…)
19 febbraio 2022, ibidem/2: Cristo compie per il cieco ‘le opere di Dio’, donandogli la vista. (…) Il paradosso è questo: quell’uomo cieco, incontrando Colui che è la Luce del mondo, diventa capace di vedere, mentre quelli che ci vedono, pur incontrando Gesù, restano ciechi. Questo paradosso attraversa molto spesso la nostra stessa vita e i nostri modi di credere. Saint-Exupéry, nel suo libro ‘Il piccolo principe’, scriveva: ‘Non si vede bene che con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi’. (…) Noi cristiani non possiamo accontentarci di essere illuminati: dobbiamo anche essere ‘testimoni della luce’. Mentre i capi dei farisei, chiusi nelle loro tradizioni e nella loro rigidità, condannano il cieco come un ‘peccatore’, costui, con una semplicità disarmante, professa la sua fede (…) testimone dell’opera di Dio, opera di misericordia, di amore che dona la vita. (NdR: non c’è nulla da fare… i farisei restano nel mirino di Santa Marta, nonostante tutti gli sforzi esplicativi in materia)
IL 14 FEBBRAIO 2022 FRANCESCO HA RICEVUTO MASSIMO GANDOLFINI: INCONTRO APPARENTEMENTE FECONDO E UN SIGNIFICATIVO COMUNICATO DEL FAMILY DAY
“In un clima di grandissima benevolenza ed accoglienza, la mattina di lunedì 14 febbraio, ho avuto la gioia e l’onore di essere ricevuto in udienza privata da Papa Francesco.
Il Santo Padre ha ascoltato con grande attenzione quanto Gli ho riferito in merito all’attività della nostra Associazione Family Day sui temi della promozione e custodia della vita, della famiglia naturale e della libertà educativa.
Da questo intenso dialogo è emersa una totale condivisione, anche operativa, in ordine alla difesa di questi grandi valori”, riferisce il leader del Family Day Massimo Gandolfini.
“Abbiamo parlato del Family Day – il Santo Padre si ricordava del nostro precedente incontro, qualche anno fa – e ho avuto anche modo di dettagliare le iniziative che stiamo intraprendendo per dare voce e visibilità al grande ‘popolo della vita’ che spesso vive sentimenti di amarezza e delusione.
Ho trasmesso al Santo Padre la nostra ferma volontà di fare di tutto per arginare il male dilagante rappresentato da iniziative legislative che vanno esattamente nel segno della ‘cultura dello scarto’, tante volte condannate esplicitamente dal Papa. Abbiamo, quindi, parlato di aborto, eutanasia, suicidio assistito, utero in affitto, liberalizzazione della droga e colonizzazioni ideologiche che demoliscono l’umano che è in noi.
Ho anticipato al Santo Padre che stiamo organizzando una grande ’manifestazione per la vita’ che si terrà a Roma nel prossimo maggio. Il Papa ha espresso il Suo assenso e assicurato la Sua benedizione”.
“Al termine dell’incontro mi ha ricordato che dobbiamo lottare contro il diavolo – ‘che esiste, anche se il mondo non lo crede, perché con il diavolo non si scende a patti, né si dialoga, o si dialoga solo attraverso la Parola di Dio, come ha fatto Gesù’, sono state le Sue parole.
Alla fine ha chiesto di essere ‘costantemente aggiornato e informato’, ha ringraziato per la nostra ‘opera provvidenziale’ e ha impartito la Sua benedizione sul Family Day e su tutti coloro che lavorano per la vita”.