ENCICLICA, ONU, POLEMICHE: INTERVISTA A MONS. SANCHEZ SORONDO – di GIUSEPPE RUSCONI – su www.rossoporpora.org – 6 luglio 2015
A vivace colloquio con il Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze sullo sviluppo e sui contenuti della Laudato si’, su alcune critiche rivolte al documento papale, sulla polemica derivata dal Convegno di fine aprile cui sono stati invitati il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon e il suo consigliere in materia ecologica Jeffrey Sachs.
Dentro i giardini vaticani, a mezza collina sul lato interno dei Musei, sorge un certo non banale edificio cinquecentesco, la ‘Casina Pio IV’. Nelle sue ampie sale hanno sede la Pontificia Accademia delle Scienze e la Pontificia Accademia delle Scienze sociali. Di ambedue è cancelliere il settantatreenne vescovo e teologo argentino Marcelo Sanchez Sorondo, grande amico di papa Francesco e al centro ultimamente di roventi polemiche (in particolare statunitensi) relative alle tesi sul riscaldamento climatico (che si ritrovano poi nell’enciclica Laudato si’), ma anche a un recente Convegno sulle nuove schiavitù di cui sono stati ospiti d’onore il segretario generale dell’Onu Ban ki-Moon e il controverso economista neo-malthusiano Jeffrey Sachs. Di questo abbiamo chiesto ragione al prelato argentino, che ha difeso con molto vigore, anzi con passione, il suo punto di vista…
Monsignor Sanchez Sorondo, incominciamo dall’enciclica Laudato si’ . La prima stesura del testo è avvenuta ad opera del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, che l’ha consegnata al Papa. Poi, per più d’uno, il Pontificio Consiglio non è più stato direttamente coinvolto e l’enciclica è stata pubblicizzata con una struttura molto diversa da quella iniziale. Si dice che sia stata ‘scippata’ de facto a tale dicastero e affidata in particolare proprio a quella Pontificia Accademie delle Scienze, di cui Lei è cancelliere… Ne sa qualcosa?
Trasvolando a gennaio dallo Sri Lanka alle Filippine il Papa ha risposto a una domanda sull’argomento, constatando che la prima stesura è stata fatta dal Pontificio Consiglio citato, poi lui ci ha lavorato con alcuni collaboratori, in seguito è andata in mano ad alcuni teologi, ancora ne è stata inviata una copia alla Congregazione per la Dottrina della Fede, alla Segreteria di Stato, al teologo della Casa pontificia. Infine il Papa l’ha firmata. Da nessuna parte vedo citata la Pontificia Accademia delle Scienze…
Però ci sono intere parti di natura tecnico-scientifica…
Che si sia attinto ai nostri testi è più che possibile. Le tesi scientifiche dell’enciclica, lo può constatare chiunque, sono quelle che sosteniamo noi. L’enciclica non è un documento scientifico, ma pastorale, che però utilizza i dati offerti dalle scienze naturali e dalle scienze sociali. Quando l’enciclica dice che c’è un problema di clima, è chiaro che lo può aver attinto anche dall’Accademia. Noi siamo stati i primi a sollevare l’argomento, lo stiamo dicendo da vent’anni che c’è un riscaldamento dovuto ad attività umana. E’ una tesi condivisa dal 99% degli scienziati.
Alla presentazione ufficiale dell’enciclica hanno avuto larga parte relazioni scientifiche, ad esempio quella del professor Schellnhuber, ‘guru’ della tesi sul riscaldamento globale e sostenitore della teoria della sopportabilità massima di due gradi in più da parte della Terra a scanso di catastrofi universali. Schellnhuber tra l’altro era stato nominato il giorno prima membro ordinario dell’Accademia: un riconoscimento certo voluto. Nella sua relazione è stato chiaro, incisivo anche grazie alle diapositive usate sull’aumento progressivo di temperatura e inquinamento… Bella lezione universitaria, ma c’è qualcuno che si è chiesto: Ma che c’azzecca con un’enciclica del capo della Chiesa cattolica?
Chi si pone questa domanda mostra di non capire niente dell’enciclica…
Giudizio drastico…
Mi spiego. L’approccio fondamentale dell’enciclica è teologico…
Ci sono alcuni che dubitano sia teologico…
E invece è teologico. Il Papa fa una riflessione partendo dalla fede, attraverso la ragione. Accade così in tutte le encicliche. Nel nostro caso papa Francesco ragiona attorno alla terra. Dico terra e non natura, perché la natura è molto più grande della terra… noi siamo un granellino di sabbia nell’universo. Quando noi diciamo di essere custodi della Creazione, è giusto… però per adesso non possiamo custodire neanche la nostra galassia, neanche il sole… siamo arrivati con difficoltà alla Luna, a Marte no. Dunque dobbiamo aver coscienza dei nostri limiti: siamo custodi solo della terra. Lo dice la Bibbia, lo esplicita – direi – anche san Francesco. E pure san Tommaso, quando dice che tutto è creato e redento da Dio…
Con l’uomo anche gli animali, i vegetali?
Sì, tutti, tutti. Ci saranno terra nuova e cieli nuovi. L’idea di san Francesco che parla della Sorella Terra, esplicita questo. A me piace citare la biografia di san Francesco scritta da Chesterton: lo scrittore dice che san Francesco ha fatto capire che la natura è creata da Dio. Dio è presente nell’intera creazione, le tre persone della Trinità hanno fatto il creato come un processo che corrisponde al processo eterno delle manifestazioni divine.
Un’osservazione critica sull’enciclica dice che il Papa per larghi tratti del testo parla di materie che non sono di sua competenza specifica…
Sì, è il rimprovero mosso da qualche candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti. Ma il Papa sa che cos’è la religione…sa che può parlare di tutte le cose in rapporto con Dio e dunque anche della terra in rapporto con Dio: questa è religione! Che cosa dice San Tommaso della Summa teologica? E’ trattare di Dio e di tutte le cose che hanno rapporti con lui.
Allora non è che papa Francesco intenda insegnare la scienza agli scienziati…
No, utilizza i dati della scienza più credibile per descrivere la situazione della terra. Quella terra di cui noi siamo custodi e che siamo tenuti ad accompagnare nel suo progresso. Vigiliamo e assecondiamo lo sviluppo, lo sviluppo sostenibile…
A proposito di sviluppo sostenibile: ha destato vivaci polemiche – in particolare negli Stati Uniti - la partecipazione al Convegno di fine aprile su “proteggere la terra, nobilitare l’umanità: le dimensioni morali del cambiamento climatico e dello sviluppo sostenibile” del segretario generale Ban Ki-moon e del suo consigliere per i cosiddetti obiettivi del Millennio, l’economista Jeffrey Sachs, che è direttore dell’Istituto della terra della Columbia University. Sachs è un economista molto discusso, anche per le sue drastiche terapie neoliberiste suggerite ai governi dell’America latina e per le sue idee sulla ‘sovrappopolazione’ (aborto “a basso prezzo e a basso rischio”). Lei ha ricevuto con tutti gli onori il segretario generale di un organismo per più d’uno assai discreditato e il suo consigliere: ambedue sono favorevoli al controllo delle nascite, all’aborto…
Certi ambienti statunitensi hanno voluto affossare preventivamente l’enciclica, anche perché non credono a una crisi del clima dovuta all’attività umana…
Ma è un’opinione legittima dal punto di vista scientifico?
Per noi no. E difatti non schierano nessuno scienziato importante a difesa delle loro tesi. La comunità scientifica, le accademie scientifiche a livello mondiale la pensano come noi. Lo dice anche il Papa nell’enciclica. A me hanno portato un attacco sproporzionato, con lo scopo di togliere ogni serietà alle nostre conclusioni. Secondo loro, se noi collaboriamo, lavoriamo con persone che non fanno parte del mondo cattolico, le conclusioni cui arriviamo insieme sono anch’esse al di fuori del cattolicesimo.
Le critiche al Convegno riguardano però anche le posizioni abortiste del segretario generale dell’Onu e del suo consigliere…
Ma il Papa, quando ci ha chiesto di organizzare il Convegno, non ci ha detto di farlo sull’aborto! Sa cosa mi ha scritto? “Marcelo: Creo que seria bueno tratar sobre trata de personas y esclavitad moderna. La trata de organos puede tratarse en conexion con la trata de persones. Muchas gracias. Francisco”. Ci hanno attaccato sul falso, invece di giudicarci per quello che abbiamo fatto, un lavoro difficile perché volevamo che tali argomenti fossero inseriti dall’Onu tra gli obiettivi del Millennio…
Avete ottenuto quel che volevate?
Non lo sappiamo. Ma c’è la promessa di Ban Ki-moon, c’è la promessa di Sachs, che è incaricato della nuova redazione del testo degli obiettivi del Millennio. Noi chiediamo che nella parte del documento riguardante l’esclusione sociale si mettano a fuoco le nuove schiavitù, come il lavoro forzato, la prostituzione, la vendita degli organi, magari anche il traffico di droga. Noi dimostriamo di voler difendere la famiglia, come dicono loro. La prostituzione - è l’esempio più clamoroso - attenta gravemente alla vita della famiglia. Così come i cosiddetti viaggi di turismo sessuale. Per questo abbiamo chiesto ai nostri critici di firmare la dichiarazione sulle nuove schiavitù, ma fin qui non l’hanno fatto.
Il perché bisogna chiederlo a loro. Però i critici insistono sulla collaborazione così evidenziata con Ban Ki-Moon e Sachs…
Questi ultimi non si riconoscono nelle descrizioni che sono state fatte…
Però l’ONU usa un certo linguaggio, in verità truffaldino, che copre pratiche come l’aborto: pensi all’espressione “salute riproduttiva”, indubitabilmente inconciliabile con la dottrina sociale della Chiesa…
Anche qui bisogna precisare: l’ONU non ha mai approvato il diritto all’aborto. Sono i nostri nunzi che lo dicono…
Mi ricordo a questo proposito le battaglie alla Conferenza del Cairo del 1994 dell’allora Osservatore permanente presso le Nazioni Unite, oggi cardinale Renato Martino… battaglie vinte non certo grazie agli Stati cosiddetti progressisti occidentali, ma in virtù dell’alleanza con diversi Paesi dell’Est europeo e islamici…
Appunto.
Però, de facto, nella sua attività quotidiana e a dispetto del grande impegno dei diversi nunzi apostolici , l’ONU con le sue agenzie favorisce l’aborto, oltre che – per restare all’attualità drammatica - i cosiddetti ‘matrimoni gay’ e l’ideologia mortifera del gender. Legga un po’ certe Position Paper ad esempio dell’Unicef, il fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia…
Che de facto ci siano burocrati a favore dell’aborto e certi Paesi schierati nella stessa direzione è vero. Ma non è vero che l’ONU sia a favore dell’aborto! E’ falso continuare a dirlo….
Sì, ma il concetto di “salute riproduttiva” utilizzato in molti documenti onusiani, anche se non parla esplicitamente di “aborto”, è ingannevole, nasconde la verità…. Lei sa che cosa ha scritto nel suo recente libro il cardinale africano Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino? E’ sbagliatissimo che la Chiesa si permetta di usare le parole che sono usate nelle Nazioni Unite. Abbiamo un vocabolario per esprimere ciò che crediamo…
Certo l’espressione è ambigua. Però non si può dire che includa il diritto all’aborto, perché l’ONU, grazie al lavoro della nostra diplomazia, non l’ha mai riconosciuto… D’accordo con l’osservazione del cardinal Sarah, ma mi chiedo: Se la Chiesa deve parlare di questo, come fa?
Però quando l’opinione pubblica, specie occidentale, sente parlare di “salute riproduttiva” pensa all’aborto… Lei sa che spesso, nella nostra società massmediaticamente truffaldina, la percezione diventa facilmente più verità della verità stessa…
Ma la Chiesa interpreta diversamente il contenuto dell’espressione “salute riproduttiva”: stando a quanto è stato approvato alle Nazioni Unite, non contiene il diritto all’aborto. Le Nazioni Unite non hanno il diritto all’aborto, non l’hanno! Che i burocrati delle Nazioni Unite siano in favore del diritto all’aborto, è un’altra faccenda…
Ma i burocrati sono le Nazioni Unite!
I burocrati non sono le Nazioni Unite. Ma Lei capisce quanto sono fessi quelli che dicono certe cose negli Stati Uniti? I nostri nunzi hanno sempre ottenuto che non ci fosse il diritto all’aborto! Se noi diciamo che l’Onu riconosce il diritto all’aborto, facciamo una cosa stupida, contro la Santa Sede!
Per concludere sull’argomento, allora le grandi polemiche statunitensi si basano su un colossale malinteso?
Non so quale sia la parola italiana giusta per definire la polemica, ma “malinteso” è troppo poco. Qui si sono volute cambiare le carte in tavola per sminuire le cose che stiamo dicendo soprattutto sul problema del clima. Uno dei critici ha scritto che prega per me. Va bene, lo ringrazio, ma io gli chiedo: Perché non firmi il documento in tre lingue (inglese, spagnolo e italiano) contro le nuove schiavitù che è riportato sul nostro sito?
P.S. Oltre che in originale italiano su www.rossoporpora.org, l’intervista appare in traduzione inglese nel mensile cattolico statunitense ‘Inside the Vatican’.