ORDINE MALTA: DELIRIO TURIFERARIO DOPO L’ANSCHLUSS VATICANO – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 29 gennaio 2017
Dopo l’annessione del Sovrano Militare Ordine di Malta alla Santa Sede si prospettano tra l’altro gravi problemi di credibilità internazionale per la diplomazia pontificia. Misericordia argentina e panzer finanziari tedeschi hanno ridotto un Ordine cavalleresco con una fitta rete di ambasciatori presso 106 Stati nel mondo a semplice dépendance della Santa Sede. La gran festa dei turiferari, con il forte auspicio di procedere sulla via della Misericordia argentina.
Sono giorni questi in cui dal mondo cattolico giungono tante notizie sconcertanti.
Per fare solo un esempio quanto accaduto nell’arcidiocesi di Milano, retta dal cardinale Angelo Scola, ha dell’incredibile, non solo per il fatto in sé ma perché è un indizio chiarissimo della confusione regnante in una Chiesa che, stimolante e benedicente Santa Marta, sta diventando un cantiere aperto ormai privo di quella segnaletica che per un paio di millenni è stata la sua fortuna. Siamo insomma alla deriva più insensata che costituisce pietra di scandalo anche per un numero sempre più grande di ‘semplici’, di ‘piccoli’ ovvero della maggior parte dei fedeli.
ARCIDIOCESI DI MILANO: ATTENTI ALLE COPPIE SPOSATE!
Oggi a Milano l’arcidiocesi celebra la tradizionale “Festa della famiglia”. Con una novità: i contenuti del vademecum (destinato ai parroci) elaborato dal “Servizio per la famiglia” guidato dai coniugi Michela Tufigno e diacono Luigi Magni, insieme con il sacerdote don Luciano Andriolo. In tale vademecum, ispirato naturalmente all’interpretazione liberal dell’Amoris laetitia e ancora presente sul sito dell’arcidiocesi al momento in cui scriviamo (home page, a corredo della notizia di apertura) si legge a un certo punto, riguardo ad “alcune attenzioni” da considerare per un proficuo svolgimento della ‘festa’: Per motivi di delicatezza e rispetto, nel condividere la gioia della festa con le tante belle famiglie che oggi si ritroveranno a celebrare insieme l’Eucaristia, è opportuno evitare di far coincidere con questa giornata la celebrazione degli ‘anniversari di matrimonio. E’ una puntualizzazione indegna di un organismo diocesano e segno indubbio di quella ‘cultura della resa’ alla secolarizzazione che Santa Marta de facto propugna, tradotta poi nel concreto da servi tanto zelanti quanto sciocchi che tanto richiamano i compagni cattolici di strada (di non venerata memoria) dei vari partiti comunisti del Novecento.
‘AVVENIRE’: BASTONATE MISERICORDIOSE ANCHE SU TRUMP
Si potrebbe continuare, solo per quanto accaduto negli ultimi giorni, per decine di pagine. Parlando dell’ Avvenire sempre più arcobaleno di ieri, sabato 28 gennaio 2017(buona parte di pagina 19) o dello stesso foglio galantino di oggi, domenica 29 gennaio, che sprizza odio da ogni poro contro Trump, già a partire dalla prima pagina, dalla foto con cupa ombra nera che fa da sfondo al titolo di apertura (“Il signore dei muri”) e dall’editoriale schiumante rabbia del direttore che - sotto il titolo “Infame è il marchio” e l’occhiello “I gesti di Trump, un incubo che ritorna” . paragona il presidente degli Stati Uniti (per il quale – a dispetto di Santa Marta e, incidentalmente, di Galantino – ha votato la maggior parte dei cattolici) al Califfo jihadista. Ambedue fanno scelte “ugualmente devastanti”. Abbiamo l’impressione che il cervello del direttore furioso, come già notato un’altra volta, sia restato (contro ogni speranza) nell’ampolla sulla Luna. E nessuno per il momento riesca a recuperarglielo.
ORDINE DI MALTA: OFFENSIVA COMBINATA DI MISERICORDIA ARGENTINA E PANZER FINANZIARI TEDESCHI
Non possiamo però evitare di riferire delle reazioni turiferarie a quanto accaduto nel Sovrano Militare Ordine di Malta (SMOM). Cioè, sintetizzando, all’offensiva combinata di Misericordia argentina (altro nome di Santa Marta) e panzer finanziari tedeschi che ha portato all’ Anschluss del glorioso ordine cavalleresco alla Santa Sede. In effetti da qualche giorno Jorge Mario Bergoglio non è più solo vescovo di Roma (e, incidentalmente, papa della Chiesa cattolica), ma - de facto - anche Gran Maestro dello SMOM, ridotto a dépendence di Santa Marta, con un’azione in spregio delle norme più elementari di diritto internazionale. Un’azione che ha provocato sbigottimento in gran parte (anche se in pochi lo dicono pubblicamente) della diplomazia planetaria e che verosimilmente (fatto molto grave, difficilmente misurabile oggi) ha intaccato non poco la fin qui buona immagine della diplomazia della Santa Sede, esecutrice delle direttive superiori.
REAZIONI TURIFERARIE: DA ‘LA STAMPA’….
Veniamo alle reazioni turiferarie. Difficile assegnare l’Oscar a chi si è distinto di più. Certo il Turiferario Maggiore la sua parte l’ha fatta. Sulla prima pagina de La Stampa del 26 gennaio il titolo (di cui a dire il vero è responsabile il titolista di turno) con foto è accattivante, tipo derby Juventus-Torino: “Il Papa vince la sfida con i Cavalieri di Malta” (da notare che in questo titolo si rileva implicitamente – e certo involontariamente - che la maggior parte dell’Ordine sosteneva il Gran Maestro Festing).
Segue, in prima, l’incipit lirico del Turiferario Maggiore. Leggete e ammirate. “Un Gran Maestro in carica a vita, molto british e appassionato di caccia alla volpe (notare le caratteristiche delineate che fanno pensare a un rappresentante dell’Ancien Régime), che si dimette improvvisamente dopo un’udienza con il Papa (un vero raptus da caso clinico… ma non è che il Papa gliele abbia imposte le dimissioni?). Un cardinale ‘patrono’ americano che porta scompiglio (che la difesa della dottrina cattolica sia ormai paragonata a un inopportuno ‘scompiglio’? non al ‘casino’ giovanile auspicato dal Papa) all’interno di una delle costituzioni cavalleresche più antiche, contribuendo a defenestrare il numero due dell’Ordine, il Gran Cancelliere Albrecht Freiherr von Boeselager, membro di un’antica e nobile famiglia tedesca antinazista (questo richiamo ricorrente all’ antinazismo sembra proprio strumentale, pur riconoscendo il ruolo avuto da Philipp von Boeselager nella preparazione dell’attentato a Hitler del luglio 1944… avrebbe dovuto, se l’operazione von Stauffenberg fosse riuscita, raggiungere Berlino arrestando gli altri capi nazisti grazie all’appoggio di truppe di cavalleria stanziate sul fronte orientale… tornò su quel fronte incolume, non essendo emerso il suo nome nelle liste dei cospiratori stilate dalla Gestapo). Continua il turiferario Maggiore nel suo incipit: Una vecchia storia di preservativi distribuiti da un’ong in Myanmar (notare quel vecchia, aggettivo che assume un’accezione negativa….il tutto detto dall’ex-direttore de La Nuova Bussola Quotidiana…).
…A ‘IL MESSAGGERO’…
A far concorrenza al Turiferario Maggiore la turiferaria di casa del ‘Messaggero’. Che, nel numero del 26 gennaio, scrive tra l’altro: La prossima testa destinata a cadere è quella del cardinale americano Raymond Burke. Al quale la turiferaria fa un augurio particolare: A lui le dimissioni da prelato patrono dell’Ordine non sono state chieste ma, al punto in cui è arrivata la crisi interna, sono in molti ad aspettarsi da lui un gesto di responsabilità, per lasciare spazio a un successore. (sublime quel gesto di responsabilità). Anche perché, annota in un altro articolo, sempre del 26 gennaio, la stessa turiferaria, “Burke ha sempre avuto le idee chiare: ‘Ci sono certe idee non conciliabili con la dottrina della Chiesa sulla comunione e sulla indissolubilità del matrimonio’ (…) Pazienza – osserva qui la turiferaria infastidita– le tante spiegazioni di canonisti, vescovi e cardinali, ma le idee dottrinali di Burke non sono mai retrocesse di un millimetro. Insomma, un vero testone, cui “gli scontri non devono far paura. Nemmeno se si tratta di polemizzare direttamente con il pontefice che, con calma olimpica, cerca di non alzare altra polvere”. Qui siamo, con quel ‘calma olimpica’, ai vertici della dottrina turiferaria.
…E C’E’ DELL’ALTRO…
Non è finita. Tanti i concorrenti all’Oscar turiferario. Abbiamo citato i due casi più clamorosi. Ma che dite di quest’altra perla turiferaria tripartita?
Il Papa ha già comunicato che a breve nominerà un Delegato Pontificio che si occuperà del governo dell’Ordine di Malta. Un sigillo ulteriore, se ancora ce ne fosse bisogno, della conclamata incapacità del cardinale Raymond Leo Burke, Patrono dell’organismo, a gestire questa realtà che, invece, in perfetta linea proprio con lo stile del porporato, preferisce opporsi al Papa. Non bisogna dimenticare, infatti, che Burke, destituito da Francesco nel novembre 2014 dal vertice del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, ovvero la Cassazione vaticana, e destinato all’incarico onorifico di Patrono dell’Ordine di Malta, è il leader della fronda di porporati che si oppongono alle aperture ai divorziati risposati contenute nell’esortazione apostolica post sinodale Amoris laetitia (NdR: intervenga immediatamente la nuova Inquisizione!!!)
Piuttosto che governare e arginare le derive dell’organismo che gli è stato affidato da Bergoglio, il cardinale statunitense preferisce sottoscrivere “dubia” sul magistero del Papa minacciando “correzioni formali”, non si sa in base a quale diritto divino, nei confronti del vescovo di Roma additandolo perfino come un eretico che induce i fedeli a diventare pubblici peccatori. Burke avrebbe dovuto gestire nel silenzio, come gli aveva chiesto Francesco, la vicenda di Freiherr, e non avrebbe mai dovuto consentire che i vertici dell’Ordine di Malta si opponessero alla commissione vaticana voluta da Bergoglio per indagare sulla rimozione del Gran Cancelliere (NdR: per il turiferario si prospetta forse una cattedra di diritto ecclesiastico in un’università pontificia?)
Una vicenda per certi aspetti grottesca che getta nel ridicolo una nobile istituzione secolare (…) E non è per nulla escluso che presto possa cadere anche quella (la testa) di Burke che da mesi sta sfidando la pazienza di Francesco che, come dimostrato dalle dimissioni di Festing, non è per nulla infinita. Il Papa non può restare inerme sulla croce aspettando che il carnefice di turno, in questo caso il porporato americano, giochi a lanciargli le freccette e a puntargli il dito come un Savonarola contemporaneo (notare il lirismo tra l’infantile e il macabro del turiferario). Non può e non deve anche perché Burke indossa una veste che impone di essere “uniti alla Sede di Pietro con più stretto vincolo”, come recita la formula di creazione dei nuovi cardinali. Ma evidentemente lo sport di usare il Papa come bersaglio delle proprie frustrazioni (notare come i critici vengano considerati dei ‘frustrati’ come nella miglior tradizione sovietica), che purtroppo non è un’esclusiva di Burke, continua a essere molto in voga. “Non taglio teste. Non mi è mai piaciuto farlo. Lo ribadisco: rifiuto il conflitto. I chiodi si rimuovono facendo pressione verso l’alto. Oppure si lasciano da parte per il riposo, quando arriva l’età del pensionamento”. Una filosofia, quella di Francesco, molto saggia ma anche pragmatica.
UN GRAN FINALE
Sono quelli precedenti tre passi apparsi ne “Il faro di Roma” che riflettono mirabilmente pensiero e intenzioni della Misericordia argentina. Concludiamo con altre due citazioni. Sulla Repubblica.it ha osservato un turiferario solitamente prudente: Francesco non si è fatto intimorire dalle risposte piccate da parte dell'Ordine che alla decisione di nominare un Comitato esterno con l'incarico di fare luce aveva risposto che nessuno aveva l'autorità per farlo. E passo dopo passo è arrivato al ribaltamento della situazione iniziale con il reintegro del Gran Cancelliere defenestrato.. E sul Messaggero.it la turiferaria di casa, non paga, ha aggiunto altro incenso: La moral suasion di papa Bergoglio ha avuto l'effetto sperato, e con il voto di oggi pomeriggio, le dimissioni del Gran Maestro sono state confermate”. ‘Non si è fatto intimorire… la moral suasion… belle parole che nascondono una realtà molto diversa, magari – e in parte rilevante – finanziaria: per esempio non è che c’entrino in tutto questo milioni di franchi svizzeri di eredità o anche l’intenzione di far incamerare dalla Santa Sede (vedi Ior) le ricche proprietà immobiliari italiane dell’ ormai (de facto) ex-Sovrano Militare Ordine di Malta? Insomma: questione di indirizzi, ma anche questione (e poteva essere diversamente?)… di grana. Che malinconia.