Ricerca

    L'INQUISIZIONE AL TEMPO DELLA MISERICORDIA: IL MANUALE DEL SISMOGRAFO

    L’INQUISIZIONE AL TEMPO DELLA MISERICORDIA: IL MANUALE DEL SISMOGRAFO – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 5 febbraio 2017

     

    In un commento apparso domenica mattina sul noto sito paravaticano “Il Sismografo” il direttore Luis Badilla offre un esempio sublime di caccia alle streghe, applicando tecniche di disinformazione di tipo sovietico. E insinuando infine accuse gravissime…

     

    Guarda un po’ quanta agitazione turiferaria per dei manifesti che richiamano – con veracità romanesca - a papa Bergoglio alcuni fatti poco misericordiosi! Fatti, non opinioni. Che paura per l’ordine pubblico, quali pericoli incombenti sulla Città Eterna da parte degli estensori del manifesto, eredi delle pasquinate di un tempo, che erano espressione di un libero pensiero pubblicamente non esprimibile a scanso di punizioni esemplari. Oggi addirittura sul fatto nefando indaga la Digos…ma non è che ci sia qualcosa di più urgente di cui occuparsi in tempi come i nostri? Del resto, se alcuni romani hanno espresso le loro preoccupazioni su alcune decisioni papali tramite lo strumento dei manifesti non firmati, è evidente che erano consci della pericolosità per loro su esprimerle pubblicamente con nome e cognome. Dovrebbe se non altro inquietare qualsiasi vero cultore del confronto democratico che la ‘pasquinata’ abbia suscitato reazioni così violente: per caso i turiferari non sono un po’ nervosetti di questi tempi?  

     

    UN PREMIO SPECIALE PER ‘AVVENIRE’, IL GIORNALE GALANTINO DI REGIME

    Risparmiano a chi ci legge l’analisi delle invettive turiferarie apparse su carta e sul web. Ma l’‘Avvenire’, quotidiano galantino e dunque di regime, merita almeno il premio della citazione. Infatti, già dal titolo a capopagina 12: Manifesti anonimi contro il Papa a Roma, ma i passanti li strappano via e dal sommario: Sul fatto indaga la Digos. All’esame le registrazioni delle telecamere. In difesa di Francesco insorge il popolo dei ‘social’: ‘Segno che dà fastidio’, qualifica l’azione come spregevole (perché anonima) ed esalta quella che ritiene una sana reazione popolare che – insieme con le doverose indagini della Digos – abbatterà i nemici della Rivoluzione. L’articolo poi non fa altro che ricalcare titolo e sommario con ardore turiferario, giungendo a indicare gli autori dell’iniziativa in “ambienti fortemente minoritari all’insegnamento del Papa, alla sua vigorosa azione di riforma e alla linea di trasparenza voluta da Francesco”. Si noterà il “fortemente minoritari”(ça va sans dire) e anche il resto, degno della Pravda degli anni migliori.

     

    MA “IL SISMOGRAFO” BATTE TUTTI… 

    Veramente esemplare delle tecniche di disinformazione di tipo sovietico (magari in salsa castrista, con un pizzico di condimento allendista) è da parte sua l’invettiva apparsa domenica mattina alle 8.00 (orario privilegiato per i lettori) sul noto blog internazionale di argomento vaticano “il Sismografo”, a firma del direttore Luis Badilla, ex-esule cileno.

    Sotto il titolo di squisita eleganza e di allarme mal celato “Manifesti contro il Papa: una cretinata insidiosa da non sottovalutare”, Badilla – che si può legittimamente presumere abbia studiato approfonditamente le tecniche della disinformazione e dell’inquisizione ai ‘bei tempi’ de “Desde el hondo crisiol de la patria/ se levanta el clamor populare…Venceremos, venceremos…” – così argomenta inizialmente: Ideare, elaborare, far stampare e poi pagare una ditta per affiggere manifesti (abusivi) contro Papa Francesco in una quarantina di punti visibilmente strategici del centro storico di Roma, come è stato raccontato ampiamente ieri, è una delle peggiori cretinate possibile da inventare. Attenzione però poiché non è una cretinata ingenua o goliardica. E' una cretinata malevola e insidiosa. C'è solo da augurarsi che le autorità riescano a far chiarezza presto. Sembra che vi siano buone piste per arrivare ai responsabili poiché gli assoldati dell'affissione hanno lasciato non poche tracce. Da qui si può, si deve, risalire alla tipografia e naturalmente ai committenti. A questo punto l'azione si potrebbe rivelare alla fine un boomerang. Da notare subito l’appello (sicuramente assai singolare per dei ‘cattolici adulti’) al ‘braccio secolare’ perché scovi e metta spalle al muro i committenti dell’affissione.

    Prosegue Luis B. già in preda a delirio grafico: L'operazione svela nella sua totale nudità chi sono veramente gli ispiratori e la manovalanza di questi blitz; manovalanza che, certamente, ha agito per commissione, pagata, assoldata, quali mercenari di ambienti che ogni giorno, in forme diverse, stillano odio, risentimento, menzogne, presunte analisi teologiche e panzane sul ministero e sul magistero di Papa Francesco. Aspettiamo fiduciosi che esponenti di questi ambienti condannino quest'operazione poiché, mentre la critica al Papa è legittima e necessaria, non sono accettabili attacchi personali, per lo più protetti dalla codardia dell'anonimato. Da notare che il direttore del ‘Sismografo’ qui incomincia a dar fondo alla sua collezione di insulti (incrementata nel prosieguo). Non solo: frusta la “codardia dell’anonimato”. E’ lecito qui chiedersi: l’ex-esule cubano Luis B. non sa che l’ anonimato nell’espressione delle proprie opinioni a volte può essere necessario per proteggersi dalle reazioni di chi si attacca?

    Ma sentiamo ancora il direttore dell’organo paravaticano: Questi manifesti, idioti e volgari, sono pericolosi perché alzano il tiro della solita strategia del "character assassination". Forse il tentativo è quello di rompere un tabù e legittimare, per così dire, espressioni di "dissenso di piazza" contro il Papa, magari immaginando di poter arrivare un giorno fino a Piazza San Pietro all'ora dell'Angelus o dell'Udienza generale. Qui, sputati altri insulti, Luis B. insinua nel lettore l’idea che dai manifesti si potrebbe passare addirittura a un “dissenso di piazza” contro il Papa. E dunque vuole già preavvertire le forze di polizia deputate della vigilanza su Piazza San Pietro. Che Luis B. abbia anche un fondo di mentalità questurina da regime totalitario?

    Il crescendo è impressionante. L’acuto Badilla indica che i mandanti non sono buontemponi e la manovalanza ha eseguito un piano del quale i famigerati manifesti sono il primo scalino. Non è un caso che nella parte scritta del manifesto si riproducano e rilancino le parole d'ordine che da oltre due anni leggiamo in molti website, soprattutto italiani e statunitensi. Le parole sono identiche e le idee che si desidera amplificare sono un copia/incolla di quanto si scrive in modo martellante. Spesso sono parole e ragionamenti che si trovano in diversi testi come, ad esempio, in queste settimane, la parola “confusione”. Questi siti ripetono all’unisono da oltre 15 giorni: "Francesco ha creato nella Chiesa confusione e disorientamento …". Confusione, disorientamento? Parole messe all’indice dal solerte tutore della libertà di parola vaticana… e dunque cercate dei sinonimi (soprattutto: non fatevi ascoltare e leggere dal Badilla di turno).

    Il direttore del ‘Sismografo’ vaticano pubblica poi il testo del manifesto:  “A France’, hai commissariato Congregazioni, rimosso sacerdoti, decapitato l’Ordine di Malta e Francescani dell’Immacolata, ignorato Cardinali… ma n’do sta la tua misericordia?”e così lo commenta: Con una certa simpatia romanesca si vuole far passare l'idea di un Papa autocrate che contraddice la sua proclamata misericordia "decapitando" ogni dissenso o critica. Ed è questo che, costretti dal mestiere, leggiamo in decine di articoli ogni giorno e in alcuni siti, pochi, ma molto attivi, con personale permanente che scrive, anche nei social, le medesime litanie per consolidare i soliti mantra dalla mattina alla sera. E' un gruppo che nelle due sponde dell'Atlantico lavora instancabilmente per far "passare" due idee: da un lato, Francesco (in particolare con l'Amoris laetitia) è fuori dalla dottrina (disorienta e semina confusione!) e dall'altro lato Francesco è un pontefice autoritario che non sopporta le critiche (la sua misericordia ha la forma della ghigliottina!). Ormai Luis B. dà fiato alle sue note teorie cospiratorie (già evidenziato nel periodo sinodale) e a una palese ossessione per alcuni giornali e siti web delle due sponde dell’Atlantico, che danno voce – anche illustre - alle critiche e costituiscono un pericolo. Perché?

    Qui l’ex-esule cileno finalmente raggiunge il suo obiettivo di eccitare turiferari, opportunisti e ingenui alla caccia(ta) dei mandanti. Lanciando l’accusa più grave.

    Leggiamo il delirio conclusivo: Per ora siamo alla valanga di parole ma si sa che le parole sono pericolose come i sassi. Dalle parole irresponsabili spesso uno squilibrato o invasato passa ai fatti. Con i manifesti dunque, attenzione!, c'è qualcosa di sinistro da non sottovalutare. Sicuramente i manifesti sono parti di un'operazione più ampia della quale abbiamo assistito al suo primo capitolo. Che cosa vuole suggerire il direttore del Sismografo paravaticano, acquattato nella sede di Radio Vaticana, considerato molto legato a Santa Marta? Questo: i responsabili perlomeno morali di un eventuale atto inconsulto contro papa Bergoglio andrebbero ricercati tra i critici dell’Amoris laetitia e i critici della Misericordia in versione argentina. Ovvero tra i giornali e i siti italiani e americani che si fanno latori del malessere di tanti cattolici (compresi porporati e vescovi); ricercati anche, ovviamente, tra i cardinali che si sono ‘esposti’ sia firmando la lettera dei 13 sulle procedure sinodali che sottoscrivendo la lettera sui 5 dubia riguardanti l’interpretazione dell’Amoris laetitia (aggiungiamoci anche il card. Műller, la cui recente ampia intervista al ‘Timone’ è stata fin qui censurata  - in spregio a ogni elementare deontologia giornalistica - sia da L’Osservatore Romano che da Avvenire). Ovvero: seguendo la tecnica disinformatoria di tipo sovietico di Luis B. i mandanti di un eventuale atto inconsulto contro papa Bergoglio andrebbero rintracciati in primo luogo a casa del card. Burke, giusto per essere chiari… uno che per di più ha osato parlare un’ora e mezza con il leader della Lega Matteo Salvini. Via, andrebbe inquisito!

    Fino a quando, ci chiediamo, si dovranno leggere su un sito che viene confezionato dentro Radio Vaticana enormità simili e squalificanti in primo luogo per la credibilità di Santa Marta e dintorni?

    Ricerca