KOCH E HILARION: A UN ANNO DALL’INCONTRO PAPA-PATRIARCA - di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 11 febbraio 2017
Il 12 febbraio 2016 si incontravano – una storica ‘prima’ – presso l’aeroporto dell’Avana il Papa della Chiesa Cattolica e il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie. Il bilancio a un anno di distanza in un’intervista rilasciata al sito dell’Università cattolica di Friburgo dal cardinale Kurt Koch e dal metropolita Hilarion. Nel pomeriggio di domenica 12 febbraio 2017 l’atto accademico solenne di commemorazione nella sede friburghese.
Nel pontificato di Jorge Mario Bergoglio -che suscita come noto non poche e rilevanti perplessità per certi atti e comportamenti – si riscontrano tuttavia anche aspetti di per sé positivi, come lo stimolo incessante a lottare contro la ‘cultura dello scarto’. E anche altri, espressione dell’innegabile capacità del papa gesuita e argentino di intessere, attraverso incontri personali, relazioni potenzialmente feconde a livello religioso e politico. Sono incontri mirati, frutto di una scelta precisa, razionale, che include alcuni ed esclude altri a dipendenza della valutazione contingente dell’una o l’altra situazione. Gesti che mirano normalmente a rompere immobilismi storici cronici, nella speranza (non sempre fondata) che tali gesti non restino un unicum senza seguito apprezzabile.
In tal senso è risultato assai significativo l’incontro di un anno fa presso l’aeroporto internazionale dell’Avana con il patriarca ortodosso di tutte le Russie Kirill. Un appuntamento storico, prefigurato peraltro da decenni e sempre rinviato, a volte all’ultimo minuto. E’ vero anche che l’incontro del 12 febbraio 2016 tra Francesco e Kirill non è sfuggito a una certa ambiguità di interpretazione, considerato come il primo abbia - già pochi minuti dopo la firma - molto relativizzato l’importanza della lunga e dettagliata ‘Dichiarazione congiunta’ sottoscritta per l’occasione. Dell’incontro e di alcune sue interpretazioni abbiamo riferito ampiamente su questo stesso blog www.rossoporpora.org, ad esempio nell’articolo del 24 settembre 2016 “Dichiarazione Francesco-Kirill: precisazioni cattoliche e ortodosse” (vedi nella rubrica ‘Vaticano’).
Nel pomeriggio di domenica 12 febbraio 2017, l’incontro sarà ricordato solennemente presso l’Università cattolica di Friburgo con un atto accademico aperto da mons. Charles Morerod (presidente della Conferenza dei vescovi svizzeri) e dal metropolita di Svizzera Jérémie. I discorsi principali - che precederanno un momento di spiritualità con musiche da oriente e occidente - saranno tenuti dal cardinale Kurt Koch e dal metropolita Hilarion, ambedue presenti (unici, oltre ai traduttori) al colloquio tra Francesco e Kirill all’Avana . La scelta di Friburgo è venuta su proposta di Hilarion - titolare proprio lì di una cattedra presso la Facoltà di teologia - ed è stata subito accettata con entusiasmo dalla controparte cattolica.
In vista dell’anniversario, il porporato svizzero e il ‘ministro degli esteri’ del Patriarcato di Mosca hanno rilasciato al sito dell’Università di Friburgo un’ampia intervista in francese (titolo: Une année après La Havane – Le dialogue continue, a cura di Farida Khali), di cui abbiamo tradotto in italiano alcuni passi che ci sembrano non irrilevanti.
Sull’incontro dell’Avana :
. cardinale Koch: L’incontro dell’Avana è stato un colloquio intenso, fraterno e aperto di due ore (…) Si è trattato di una riunione storica, che ha certo aperto le porte ad altri incontri e a un approfondimento del dialogo.
. metropolita Hilarion: E’ stato un incontro molto cordiale (…) Il primo tentativo di organizzare un incontro del genere risale a quasi vent’anni fa, nel 1997, quando Giovanni Paolo II e Alessio II avevano previsto di vedersi in Austria. Ma l’incontro è poi stato annullato perché i protagonisti non erano riusciti ad accordarsi sulla sostanza della Dichiarazione comune. (…) Nel caso dell’Avana il contenuto della Dichiarazione è stata preparato in modo strettamente confidenziale (…) Il Patriarcato di Mosca ha sempre insistito sul fatto che un incontro era necessario non solo per stringersi la mano e posare davanti alle telecamere, ma per discutere le nostre sfide comuni.
Perché l’Avana?
. cardinale Koch: Papa Francesco ha dichiarato più volte: Vorrei incontrare il Patriarca Kirill; il Patriarca può dire quando e dove – e io verrò!. Egli ha così accettato la proposta del Patriarca Kirill di incontrarsi all’Avana. Kirill non voleva che il primo incontro si tenesse in Europa, nel continente dove si sono originate le rotture storiche della Chiesa.
. metropolita Hilarion: (…) Kirill non voleva che il primo incontro tra il Pontefice romano e il Patriarca di Mosca fosse oscurato dai ricordi amari dei conflitti tra cattolici e ortodossi che si sono concretizzati su suolo europeo.
I frutti dell’incontro?
cardinale Koch: (…) Da allora le relazioni si sono intensificate. Ciò che è molto importante è che i due capi delle Chiese si siano incontrati di persona. E’ un segnale importante e incoraggiante per i fedeli delle due Chiese, quello che noi abbiamo l’intenzione di avvicinarci.
metropolita Hilarion: Molto è cambiato, poiché l’incontro ha dato un nuovo slancio alle nostre relazioni. Registriamo oggi una cooperazione più stretta, anche ad esempio in relazione a quanto accade nel Medio Oriente. (…) Questo spirito nuovo si riflette in ambiti diversi, in particolare in quello della cultura e dello scambio di studenti.
Da Friburgo parte un messaggio…:
cardinale Koch: Questo primo anniversario vuol mostrare che l’incontro dell’Avana non è stato solo un unicum, appartenente al passato, ma una nuova partenza, orientata verso l’avvenire, una comunione più sentita e relazioni più profonde. Di fronte alle grandi sfide del mondo attuale – crisi dei rifugiati, terrorismo, conflitti armati, persecuzione dei cristiani .- bisogna salutare ogni passo verso una maggiore solidarietà e unità tra i cristiani.
metropolita Hilarion: Non dobbiamo affrettarci a superare le nostre differenze negli ambiti della teologia e della struttura ecclesiale. Sono numerose e devono essere discusse accuratamente dai teologi. In queste discussioni, condotte da commissioni teologiche appropriate, dobbiamo essere onesti, non nascondere le nostre differenze o evitare di parlarne. Questioni penose, come l’uniatismo, devono essere affrontate in relazione al nostro secondo millennio di esistenza comune, durante il quale sono stati commessi molti errori, che hanno ancora delle ripercussioni.
Questa discussione onesta sulle nostre differenze non deve per niente impedirci di agire insieme, per il bene della nostre comunità e del mondo intero, sui numerosi terreni in cui la nostra cooperazione è opportuna e necessaria. Dobbiamo intraprendere ogni sforzo per difendere i cristiani perseguitati nel Medio Oriente, che tentano di restare là dove sono nati e dove il cristianesimo esiste da duemila anni. Possiamo sviluppare tante occasioni di collaborazione e di amicizia, senza essere infedeli alle nostre proprie tradizioni e senza fare concessioni in materia dottrinale ed ecclesiologica.
P.S. IL SECONDO DIBATTITO CONDOTTO DA LUIGI ACCATTOLI E GIUSEPPE RUSCONI ATTORNO A PAPA FRANCESCO SI SVOLGERA’ MERCOLEDI’ 15 FEBBRAIO 2017 PRESSO LA STAMPA ESTERA DI ROMA, VIA DELL’UMILTA’ 83c.
IL DIBATTITO, CHE INCOMINCERA’ ALLE 17.00, E’ RISERVATO AI SOLI SOCI DELLA STAMPA ESTERA. DA MARZO RITORNERANNO INVECE I DIBATTITI PUBBLICI, APERTI A TUTTI.