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    ACCATTOLI-RUSCONI: QUARTO DIBATTITO SU PAPA FRANCESCO

    ACCATTOLI-RUSCONI: QUARTO DIBATTITO SU PAPA FRANCESCO – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 2 maggio 2017

    Due i temi affrontati in particolare nel quarto incontro tra Luigi Accattoli e Giuseppe Rusconi, svoltosi giovedì 27 aprile a Roma, presso il Centro Russia ecumenica: la visita pastorale di papa Francesco il 25 marzo a Milano, accompagnata da una presenza rilevante di folla e il convegno “Fare chiarezza – su Amoris laetitia“, tenutosi il 22 aprile presso l’Hotel Columbus di via della Conciliazione, espressione di un disagio laico diffuso in tutto il mondo.

     

    E’ ormai in cascina da qualche giorno anche il quarto dei dibattiti tra Luigi Accattoli e Giuseppe Rusconi intorno a papa Francesco e al suo magistero. Quello di giovedì 27 aprile è stato un ritorno alla sede d’avvio - il Centro Russia Ecumenica a Borgo Pio – con due argomenti discussi in particolare come si evinceva dalla locandina: “Dalla folla di Milano al Convegno Fare chiarezza”: il primo riferito alla visita pastorale bergogliana del 25 marzo nel capoluogo lombardo; il secondo all’incontro internazionale di laici perplessi sull’Amoris laetitia e su molto altro svoltosi a Roma il 22 aprile e promosso da "la Nuova Bussola Quotidiana" e da "il Timone". Protrattosi per quasi due ore (come di consueto), il dibattito è stato incentrato nella prima parte sulle considerazioni dei duellanti a proposito dei temi scelti, nella seconda dalle domande di un uditorio molto partecipe (anche qui: secondo tradizione) e che avrebbe volentieri continuato a porne.

    L’ora d’inizio (le diciassette) e la giornata piovosa (improvvido l’acquazzone scatenatosi in zona San Pietro un quarto d’ora prima dell’inizio) hanno comportato una presenza inferiore alle altre volte: quindici infatti gli ascoltatori, ma la vivacità e anche la qualità del dibattito non ne hanno sofferto. E’ mancata naturalmente l’ irrequietezza della fremente curva bergogliana di Santa Maria ai Monti, ma ugualmente – anche nell’ambiente rilassato – non sono mancati affondi pungenti da ambo le parti.

    Come è sempre accaduto, sul blog di Accattoli (www.luigiaccattoli.it) chi lo desidera può trovare un’informazione dettagliata sullo svolgimento del dibattito, con tanto di foto, oltre a reazioni di suoi lettori. In questa sede si cercherà di evidenziare alcuni dei punti di maggiore vivacità della serata.

    Dopo il saluto dello slavista Leonardo Paleari - successore di don Sergio Mercanzin come direttore del Centro Russia ecumenica – Giuseppe Rusconi ha sintetizzato i temi del dibattito, avvertendo i presenti di una ‘virtù’ di Accattoli, proclamata dal vaticanista corrierista nel primo dei corposi articoli dedicati (secondo il suo stile) agli incontri e apparsi sullo storico mensile catto-sinistro “Il Regno-Attualità”: “Nulla mi riesce bene quanto fare il tonto”.

    Luigi Accattoli ha poi presentato il primo tema, corredandolo subito con il secondo, nel senso che, se a Milano papa Francesco è stato “contagioso”, a Roma invece si è espresso il “disagio”. Il vaticanista marchigiano ha citato l’entusiasmo dei fedeli, addirittura di alcuni “parenti leghisti” verso Jorge Mario Bergoglio e ha evidenziato come il contatto con il Pontefice abbia fatto cadere le riserve precedenti di molti. Tra questi ultimi anche il cardinale Scola. Insomma a Milano, diocesi tradizionalmente “lenta” a “sintetizzarsi” sull’onda papale, si sono superati dei dubbi, come quello riguardante la capacità “delle persone semplici di capire Francesco”.

    Nella replica Giuseppe Rusconi ha esordito riandando a un episodio vissuto nel bar sotto casa il lunedì dopo la visita del Pontefice a Milano: “Ma hai visto che Papa? E’ proprio uno di noi! E’ entrato nel bagno chimico!”. Il vaticanista ticinese ha colto qui l’occasione per porsi qualche domanda sull’impatto profondo di Jorge Mario Bergoglio su quei cuori che proclama di voler convertire; tanto che si è chiesto se a Milano la folla (in tal caso “pubblico”) non fosse in una parte consistente attirata più dalle emozioni che dalla condivisione quotidiana dell’annuncio bergogliano. Per quanto riguarda i “riposizionamenti” citati – espressi ad esempio dalla “scoperta” di Francesco o dal riconoscimento del “salutare pugno nello stomaco” legato al suo Pontificato – Rusconi ha ventilato il dubbio che si tratti (almeno per alcuni) di scelte di opportunità cui ci hanno abituato alcuni dirigenti di movimenti ecclesiali lombardi, specie dopo la ‘bastonatura’ ricevuta a piazza san Pietro proprio dall’inquilino di Santa Marta. Riguardo poi alla capacità delle “persone semplici” di comprendere Francesco, dipende sempre dalle occasioni: il Papa sa essere molto chiaro su certi argomenti che gli stanno a cuore e sa intrattenere a colloquio le folle usando vari artifizi retorici elementari (regola del tre, ripetitività, dialogo fondato su parole o frasi da ripetere o confermare), ma in altre circostanze – come quando parla a braccio non solo in aereo – dà risposte che non possono che creare grande confusione nelle teste di chi ragiona.

    Sempre Giuseppe Rusconi ha introdotto il tema dell’incontro “Fare chiarezza-su Amoris laetitia” di sabato 22 aprile al Columbus di via della Conciliazione, sintetizzando quanto già osservato nel commento post-convegno apparso su www.rossoporpora.org . Dunque: incontro e riflessione di laici di tutto il mondo, loro assunzione di una pubblica responsabilità per amore della Chiesa e in nome della conclamata ‘parresia’, niente atto di ammutinamento anti-Bergoglio, niente ultimatum allo stesso, niente atto che potrebbe prefigurare uno scisma. Rusconi ha poi evidenziato come il convegno sia stato considerato con serietà e sostanziale onestà da parte di alcuni grandi media assai bergogliani, per la penna ad esempio di Marco Politi, di Giacomo Galeazzi, di Gianni Gennari (nella sua rubrica su Avvenire), di Luigi Sandri, oltre che da testate straniere come il Times di Londra o la rivista America dei gesuiti statunitensi. Altri turiferari – specie quelli che razzolano nel melmoso sottobosco vaticano – hanno invece sputato sul Convegno, così come sono usi fare con chi, porpora o no, è sospettato di far parte di fantomatiche ‘congiure’ contro Francesco (dev’essere ormai un’ossessione).

    Luigi Accattoli ha condiviso la sintesi del suo interlocutore sul convegno, salvo che su “un punto che non mi convince” e che riguardava la “fretta” dei partecipanti di ricevere una risposta sui ‘dubia’ cardinalizi da parte del Papa. L’incontro, ha annotato Accattoli, è certo stato parte del percorso di ricezione di un documento pontificio. Ma tale percorso è normalmente molto lungo. Addirittura la ricezione dei documenti conciliari dura da decenni.

    Molte le domande poste dall’uditorio. Ad esempio: “Come accompagna il Papa il travaglio” che ha dato origine al Convegno? “Con segnali di scetticismo e di fastidio… forse che non ha la minima voglia di prendere in esame i ‘dubia’”? Accattoli ha risposto che ci sono stati altri casi in cui associazioni o enti hanno chiesto invano a un Papa di rispondere: ad esempio la Fraternità san Pio X. Rusconi ha osservato che i quesiti di tale Fraternità erano molto complessi; nel caso dei ‘dubia’ invece si tratta di rispondere con un sic o un non, al limite con tutti e due (come mirabilmente riportato nella famosa prima pagina del falso ‘Osservatore Romano’, un vero capolavoro di satira intelligente).

    Accattoli ha anche rilevato che “il Papa non può rispondere a ognuno che solleva una domanda”. E Rusconi gli ha replicato che i cardinali non sono “ognuno”, ma i primi collaboratori del Pontefice nel governo della Chiesa. Sinodalità, collegialità a corrente alternata?

    Dall’uditorio c’è poi chi ha osservato che, non rispondendo ai ‘dubia’, papa Francesco “ha già dato un tipo di risposta”. Altri stimoli: si è passati nella storia del Papato dal ‘Dictatus Papae’ (XI secolo, “il Papa non può essere giudicato da nessuno”) al “Chi sono io per giudicare, ecc…” (XXI secolo). Per Accattoli, a proposito di sinodalità e collegialità, ci sono “contraddizioni” in Jorge Mario Bergoglio, ma si deve anche capire che “l’avvio di una riforma” comporta “necessariamente difficoltà”. In ogni caso, per “sbollare” decisioni controverse di predecessori, un Papa “non può convocare un Sinodo, deve deciderlo d’autorità”. Riflessioni ulteriori sono venute sulla pastorale del matrimonio, sull’indissolubilità posta de facto in forse, sull’intervento del professor Pierantoni al convegno ‘Fare chiarezza’. Qualcuno ha chiesto ai duellanti se ritenessero probabile una risposta ai ‘dubia’ da parte del Pontefice regnante: Accattoli pensa di no, Rusconi ha detto di non possedere una sfera di cristallo. Si sono avuti diversi altri interventi, ad esempio sulla lotta contro la povertà da parte di Francesco: e si è messo in rilievo che la povertà contro cui si deve combattere non è solo quella materiale, ma anche quella – devastante – spirituale.

    Il prossimo appuntamento? Rinviato (con dispetto di Accattoli, che in parrocchia si sente a casa) al prossimo anno pastorale quello ‘parrocchiale’ di maggio a Sant’Ippolito per mancanza di serate libere presso il Cinema delle Provincie, si sta cercando un’altra sede per il mese in corso.  

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