FRANCESCO IN THAILANDIA E GIAPPONE (CON QUALCHE NOTA E UN P.S.) – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 29 novembre 2019
Alcuni passi significativi tratti dagli interventi di Jorge Mario Bergoglio (vedi Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede) nel corso del viaggio apostolico in Thailandia e Giappone dal 19 al 26 novembre (compresa la conferenza-stampa aerea nel volo di ritorno Tokyo-Roma). Qualche annotazione puntuale. Con un P.S.
THAILANDIA: IDENTITA’ E CRISTIANESIMO
THAILANDIA - Bangkok, 21 novembre 2019/Incontro con le autorità, con la società civile e il corpo diplomatico (1): Come nazione multiculturale e caratterizzata dalla diversità, la Tailandia riconosce, già da tempo, l’importanza di costruire l’armonia e la coesistenza pacifica tra i suoi numerosi gruppi etnici, mostrando rispetto e apprezzamento per le diverse culture, i gruppi religiosi, le filosofie e le idee. L’epoca attuale è segnata dalla globalizzazione, considerata troppo spesso in termini strettamente economico-finanziari ed incline a cancellare le note essenziali che configurano e generano la bellezza e l’anima dei nostri popoli; invece l’esperienza concreta di un’unità che rispetti e ospiti le differenze serve di ispirazione e di stimolo a tutti coloro che hanno a cuore il mondo così come desideriamo lasciarlo alle generazioni future.
THAILANDIA – Bangkok, 21 novembre 2019/Ibidem (2): Desidero assicurare personalmente tutti gli sforzi della piccola ma vivace comunità cattolica, per mantenere e promuovere le caratteristiche tanto peculiari dei Thai, evocate nel vostro inno nazionale: pacifici e affettuosi, ma non codardi; e col fermo proposito di affrontare tutto ciò che ignori il grido di tanti nostri fratelli e sorelle, i quali anelano ad essere liberati dal giogo della povertà, della violenza e dell’ingiustizia. Questa terra ha per nome “libertà”.
THAILANDIA – Bangkok, 21 novembre 2019/ Visita al patriarca supremo dei buddisti: Alle fonti del buddismo la maggioranza dei tailandesi si sono abbeverati e hanno permeato la loro maniera di venerare la vita e i propri anziani, di condurre uno stile di vita sobrio, basato sulla contemplazione, sul distacco, sul lavoro duro e sulla disciplina, caratteristiche che alimentano quel vostro tratto distintivo così peculiare: essere considerati come il popolo del sorriso.(…) Ringrazio questo popolo, perché, fin dall’arrivo del Cristianesimo in Tailandia, circa quattro secoli e mezzo fa, i cattolici, pur essendo un gruppo minoritario, hanno goduto della libertà nella pratica religiosa e per molti anni hanno vissuto in armonia con i loro fratelli e sorelle buddisti.
THAILANDIA – Bangkok, 21 novembre 2019/Santa Messa, omelia: Senza quell’incontro (NdR: quello dei missionari con i thai) al Cristianesimo sarebbe mancato il vostro volto; sarebbero mancati i canti, le danze che rappresentano il sorriso thai, così tipico in queste terre. Così hanno intravisto meglio il disegno amorevole del Padre, che è molto più grande di tutti i nostri calcoli e previsioni e non si riduce ad un pugno di persone o a un determinato contesto culturale. Il discepolo missionario non è un mercenario della fede né un procacciatore di proseliti, ma un mendicante che riconosce che gli mancano i fratelli, le sorelle e le madri, con cui celebrare e festeggiare il dono irrevocabile della riconciliazione che Gesù dona a tutti noi: il banchetto è pronto, uscite a cercare tutti quelli che incontrate per la strada (NdR: quella del proselitismo è ormai una pietanza immancabile sulla tavola papale. Che ora si aggiunga quella – che suscita perlomeno perplessità - del ‘mendicante’?)
THAILANDIA – Bangkok, 22 novembre 2019/Incontro con i sacerdoti, religiosi/e, seminaristi e catechisti: Preparando questo incontro ho potuto leggere, con una certa pena, che per molti la fede cristiana è una fede straniera, è la religione degli stranieri. Questa realtà ci spinge a cercare con coraggio i modi per confessare la fede “in dialetto”, alla maniera in cui una madre canta la ninna nanna al suo bambino. Con tale fiducia darle volto e “carne” tailandese, che è molto di più che fare delle traduzioni. È lasciare che il Vangelo si svesta di vestiti buoni ma stranieri, per risuonare con la musica che a voi è propria in questa terra e far vibrare l’anima dei nostri fratelli con la stessa bellezza che ha incendiato il nostro cuore. (Quel “vestiti buoni ma stranieri”…ma non è un po’ sovranista?Prima i nostri, di vestiti!)
THAILANDIA – Bangkok, 22 novembre 2019/Incontro con i leader cristiani e di altre religioni: Qui in Tailandia, Paese di grande bellezza naturale, desidererei sottolineare una nota distintiva che considero essenziale, e in certa misura, parte delle ricchezze da “esportare” e da condividere con le altre regioni della nostra famiglia umana. Voi apprezzate e avete cura dei vostri anziani – è una grande ricchezza! –, li rispettate e date loro un posto preferenziale, perché vi assicurino le radici necessarie e così il vostro popolo non si corrompa seguendo certi slogan, che finiscono per svuotare e ipotecare l’anima delle nuove generazioni. Con la tendenza crescente a screditare i valori e le culture locali, per imposizione di un modello unico, «assistiamo a una tendenza ad “omogeneizzare” i giovani, a dissolvere le differenze proprie del loro luogo di origine, a trasformarli in soggetti manipolabili fatti in serie. Così si produce una distruzione culturale, che è tanto grave quanto l’estinzione delle specie animali e vegetali» (Esort. ap. postsin. Christus vivit, 186)
GIAPPONE: IDENTITA’ E CRISTIANESIMO, MARTIRI E ARMI NUCLEARI
GIAPPONE – Tokyo, 23 novembre 2019/Incontro con i vescovi (1): Prima di tutto, voglio scusarmi e chiedere perdono perché sono entrato senza salutare nessuno: che maleducati che siamo, noi argentini! Scusatemi per questo. Sono molto contento di essere tra di voi. I giapponesi hanno fama di essere metodici e lavoratori e la prova è questa: il Papa scende dall’aereo e lo fanno lavorare subito! Grazie tante.
GIAPPONE – Tokio, 23 novembre 2019/Ibidem (2): Non so se lo sapete, ma fin da giovane ho provato simpatia e affetto per queste terre. Sono passati molti anni da quell’impulso missionario, la cui realizzazione si è fatta attendere. Oggi il Signore mi offre l’opportunità di essere tra voi come pellegrino missionario sulle orme di grandi testimoni della fede. Si compiono 470 anni dall’arrivo di San Francesco Saverio in Giappone, che segnò l'inizio della diffusione del Cristianesimo in questa terra. (…) Penso ai martiri San Paolo Miki e ai suoi compagni e al Beato Justo Takayama Ukon, che in mezzo a tante prove ha dato testimonianza fino alla morte. Questa offerta di sé per mantenere viva la fede attraverso la persecuzione ha aiutato la piccola comunità cristiana a crescere, a consolidarsi e a portare frutto. Pensiamo anche ai “cristiani nascosti” della regione di Nagasaki, che hanno conservato la fede per generazioni grazie al battesimo, alla preghiera e alla catechesi. Autentiche Chiese domestiche che risplendevano in questa terra, forse senza saperlo, come specchi della Famiglia di Nazaret.
GIAPPONE – Tokyo, 23 novembre 2019/Ibidem (3): Siamo consapevoli del fatto che vi sono diversi flagelli che minacciano la vita di alcune persone delle vostre comunità, che sono segnate, per vari motivi, dalla solitudine, dalla disperazione e dall’isolamento. L’aumento del numero di suicidi nelle vostre città, così come il bullismo (ijime) e varie forme di auto-esigenza, stanno creando nuovi tipi di alienazione e disorientamento spirituale. (NdR: da notare l’accenno al tema drammatico dei suicidi e a quello inquietante del bullismo)
GIAPPONE – Nagasaki, 24 novembre 2019/ Discorso sulle armi nucleari: La pace e la stabilità internazionale sono incompatibili con qualsiasi tentativo di costruire sulla paura della reciproca distruzione o su una minaccia di annientamento totale; sono possibili solo a partire da un’etica globale di solidarietà e cooperazione al servizio di un futuro modellato dall’interdipendenza e dalla corresponsabilità nell’intera famiglia umana di oggi e di domani. (…) Nella convinzione che un mondo senza armi nucleari è possibile e necessario, chiedo ai leader politici di non dimenticare che queste non ci difendono dalle minacce alla sicurezza nazionale e internazionale del nostro tempo. Occorre considerare l’impatto catastrofico del loro uso dal punto di vista umanitario e ambientale, rinunciando a rafforzare un clima di paura, diffidenza e ostilità, fomentato dalle dottrine nucleari. Lo stato attuale del nostro pianeta richiede, a sua volta, una seria riflessione su come tutte queste risorse potrebbero essere utilizzate, con riferimento alla complessa e difficile attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, e quindi raggiungere obiettivi come lo sviluppo umano integrale. (NdR: l’Agenda 2030, il quinto Evangelio)
GIAPPONE – Nagasaki, 24 novembre 2019/ Omaggio ai santi martiri: Questo Santuario evoca le immagini e i nomi dei cristiani che sono stati martirizzati molti anni fa, iniziando da Paolo Miki e i suoi compagni, il 5 febbraio 1597, e la moltitudine di altri martiri che hanno consacrato questo terreno con la loro sofferenza e la loro morte. (…)Fratelli, in questo luogo ci uniamo anche ai cristiani che in tante parti del mondo oggi soffrono e vivono il martirio a causa della fede. Martiri del secolo XXI, che ci interpellano con la loro testimonianza affinché prendiamo, con coraggio, la via delle Beatitudini. Preghiamo per loro e con loro, e alziamo la voce perché la libertà religiosa sia garantita a tutti e in ogni angolo del pianeta; e alziamo la voce anche contro ogni manipolazione delle religioni, operata «dalle politiche di integralismo e divisione e dai sistemi di guadagno smodato e dalle tendenze ideologiche odiose, che manipolano le azioni e i destini degli uomini» (Documento sulla fratellanza umana, Abu Dhabi, 4 febbraio 2019)
GIAPPONE –Hiroshima, 24 novembre 2019/ Incontro per la pace: Con convinzione desidero ribadire che l’uso dell’energia atomica per fini di guerra è, oggi più che mai, un crimine, non solo contro l’uomo e la sua dignità, ma contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune. L’uso dell’energia atomica per fini di guerra è immorale, come allo stesso modo è immorale il possesso delle armi atomiche, come ho già detto due anni fa. Saremo giudicati per questo. Le nuove generazioni si alzeranno come giudici della nostra disfatta se abbiamo parlato di pace ma non l’abbiamo realizzata con le nostre azioni tra i popoli della terra. Come possiamo parlare di pace mentre costruiamo nuove e formidabili armi di guerra? Come possiamo parlare di pace mentre giustifichiamo determinate azioni illegittime con discorsi di discriminazione e di odio? (NdR: sull’immoralità del possesso – in funzione deterrente - non mancano i dubbi)
GIAPPONE – Tokyo, 25 novembre 2019/Incontro con le autorità e il corpo diplomatico: Nessun visitatore del Giappone può non ammirare la bellezza naturale di questo Paese, espressa attraverso i secoli dai suoi poeti e artisti, e simboleggiata soprattutto dall’immagine dei fiori di ciliegio. Tuttavia, la delicatezza del fiore di ciliegio ci ricorda la fragilità della nostra casa comune, soggetta non solo ai disastri naturali ma anche all’avidità, allo sfruttamento e alla devastazione per mano dell’uomo. Quando la comunità internazionale ha difficoltà a rispettare i propri impegni per proteggere il creato, sono i giovani che, sempre più, parlano ed esigono decisioni coraggiose. I giovani ci sfidano a considerare il mondo non come un possesso da sfruttare, ma come una preziosa eredità da trasmettere. (NdR: ancora un plauso da Santa Marta a chi scende in piazza per i Fridays for future. Sarà contento l’Avvenire)
GIAPPONE – Tokyo, 26 novembre 2019/ Discorso alla Sophia University: Lo studio e la meditazione fanno parte di ogni cultura, e la vostra cultura giapponese è, in questo senso, orgogliosa del suo antico e ricco patrimonio. Il Giappone è stato in grado di integrare il pensiero e le religioni dell’Asia nel loro insieme e creare una cultura con identità specifica. La Scuola Ashikaga, che tanto impressionò San Francesco Saverio, è un esempio della capacità della cultura giapponese di assorbire e trasmettere la conoscenza.
VOLO TOKYO – ROMA (26 novembre 2019) – CONFERENZA STAMPA
ORIENTE E OCCIDENTE: C’è una cosa che a me ha illuminato tanto, un detto: “Lux ex Oriente, ex Occidente luxus”. La luce viene dall’oriente, il lusso, il consumismo viene dall’Occidente. C’è proprio questa saggezza orientale, che non è saggezza soltanto di conoscenza, è saggezza di tempi, saggezza di contemplazione. Alla società occidentale - troppo di fretta, sempre - aiuta tanto imparare un po’ di contemplazione, fermarsi, guardare anche poeticamente le cose. Sai? Pensando questo - questa è un’opinione personale -, credo che all’Occidente manchi un po’ di poesia. Ce ne sono di cose poetiche bellissime, ma l’Oriente va oltre. L’Oriente è capace di guardare le cose con occhi che vanno oltre; non vorrei usare la parola “trascendente”, perché alcune religioni orientali non fanno accenno alla trascendenza, ma certamente sì ad una visione oltre il limite dell’immanenza, senza dire trascendenza, oltre. Per questo parlo di “poesia”, di ciò che è gratuità, cercare la propria perfezione nel digiuno, nelle penitenze e anche nella lettura della saggezza dei saggi orientali. Credo che a noi occidentali fermarci un po’ e dare tempo alla saggezza farà bene. La cultura della fretta [ha bisogno] della cultura del “fermati un po’”. Fermati. Non so se serve questo per chiarire la differenza e ciò di cui noi avremmo bisogno.
NAGASAKI, HIROSHIMA, MARTIRI, USO E POSSESSO DI ARMI NUCLEARI NEL CATECHISMO: Hiroshima è stata una vera catechesi umana sulla crudeltà. La crudeltà. Non ho potuto vedere il museo di Hiroshima, perché sono stato giusto il tempo [dell’incontro], perché è stata una giornataccia quella, ma dicono che è terribile, terribile: lettere dei Capi di Stato, dei generali che spiegavano come si poteva fare un disastro più grande. Per me è stata un’esperienza molto più toccante di quella di Nagasaki. A Nagasaki è stata quella del martirio: ho visto un po’ il museo – en passant – del martirio; ma quella di Hiroshima, molto toccante. E lì ho ribadito che l’uso delle armi nucleari è immorale – questo deve andare nel Catechismo della Chiesa Cattolica –, e non solo l’uso, anche il possesso, perché un incidente, [a causa] di un possesso, o la pazzia di qualche governante, la pazzia di uno può distruggere l’umanità. Pensiamo a quel detto di Einstein: “La quarta guerra mondiale si farà coi bastoni e con le pietre”. (NdR: per Jorge Mario Bergoglio l’esperienza di Hiroshima è stata molto più toccante di quella di Nagasaki/martiri…un paragone un po’ fuori luogo…o no? I dubbi non mancano nemmeno per l’annunciata messa al bando nel Catechismo dell’immoralità non solo dell’uso ma anche del possesso in funzione di deterrenza delle armi nucleari).
USO DELL’ENERGIA NUCLEARE: Io – ma è un’opinione personale – non userei l’energia nucleare finché non ci sia una totale sicurezza dell’uso. Ma io sono profano in questo e dico un’idea. Alcuni dicono che l’energia nucleare è contraria alla custodia del creato, che lo distruggerà e che si deve fermare. È in discussione. Io mi fermo sulla sicurezza. Non ha la sicurezza per impedire un disastro. Sì, è uno nel mondo in dieci anni, ma poi [incide] sul creato: il disastro della potenza nucleare sul creato, e anche sulla persona. (NdR: quale alternativa più pulita offre papa Francesco, in veste tuttologica?)
LEGITTIMA DIFESA: L’ipotesi della legittima difesa rimane sempre. È un’ipotesi che anche nella teologia morale va contemplata, ma come ultima risorsa. Ultima risorsa, con le armi. La legittima difesa va fatta con la diplomazia, con le mediazioni. Ultima risorsa la legittima difesa con le armi. Ma sottolineo: ultima risorsa! Noi stiamo andando avanti in un progresso etico che a me piace, nel mettere in questione tutte queste cose. Questo è bello: dice che l’umanità va avanti anche per il bene, non solo per il male.
HONG KONG, UNA FRA TANTE: Grazie a Lei. Lei mi chiede è cosa penso [della situazione di Hong Kong]. Ma non è soltanto Hong Kong: pensi al Cile, pensi alla Francia, la democratica Francia: un anno di “gilet gialli”. Pensi al Nicaragua, pensi ad altri Paesi latinoamericani, il Brasile, che hanno problemi del genere, e anche a qualche Paese europeo. È una cosa generale. Che cosa fa la Santa Sede con questo? Chiama al dialogo, alla pace… Ma non è solo Hong Kong, ci sono varie realtà che hanno dei problemi che io in questo momento non sono capace di valutare. Io rispetto la pace e chiedo la pace per tutti questi Paesi che hanno dei problemi. Problemi così ci sono anche in Spagna... Conviene relativizzare le cose e chiamare al dialogo, alla pace, perché si risolvano i problemi. (NdR: suscita ammirazione l’abilità gesuitica di Jorge Mario Bergoglio nel dribblare la domanda su Hong Kong. Che c’entrino i rapporti con la Cina comunista?)
PROBLEMI FINANZIARI VATICANI: Il Promotore di Giustizia ha studiato la cosa, ha fatto le consultazioni e ha visto che c’era uno squilibrio nel bilancio. Poi ha chiesto a me il permesso di fare le perquisizioni. Ho detto: “È chiaro questo suo [studio]?” – “Sì, c’è una presunzione di corruzione e in questi casi io devo fare perquisizioni in questo ufficio, in questo ufficio, in questo ufficio…”. E io ho firmato l’autorizzazione. È stata fatta la perquisizione in cinque uffici e al giorno d’oggi – sebbene ci sia la presunzione di innocenza – ci sono capitali che non sono amministrati bene, anche con corruzione. Credo che in meno di un mese incominceranno gli interrogatori delle cinque persone che sono state bloccate perché c’erano indizi di corruzione. Lei potrà dirmi: questi cinque sono corrotti? No, la presunzione di innocenza è una garanzia, un diritto umano. Ma c’è corruzione, si vede. Con le perquisizioni si vedrà se sono colpevoli o no. (NdR: dire e disdire, dire e disdire… e tuttavia procedere anche per allusioni. Par di capire che per Papa Francesco corruzione vi fu. E naturalmente anche i corruttori/corrotti. Ma allora era proprio necessario destituire il comandante Domenico Giani, privandosi di una persona di comprovata fedeltà e competenza nello svolgimento del suo delicatissimo servizio?)
P.S. Papa Francesco, alla fine dell’udienza generale di mercoledì 27 novembre 2019, ha annunciato un pellegrinaggio a Greccio per domenica primo dicembre (I.a di Avvento). Pregherà nella grotta che vide il primo presepe istituito da san Francesco e successivamente, nella celebrazione che si terrà nella chiesa del Santuario, presenterà una vera e propria Lettera sul presepe (che, come ha evidenziato il vescovo Domenico Pompili, firmerà proprio lì). Sarà un documento a beneficio di “tutto il popolo credente per capire il significato del presepe”. E’ certo un’iniziativa non solo lodevole, ma anche opportuna in tempi come i nostri di secolarizzazione spinta, in cui del Natale si evidenzia spesso quasi solo l’aspetto consumistico. Ci si chiede però se nella Lettera si andrà oltre tale constatazione, magari introducendovi contenuti ‘politicamente corretti’. Insomma, per dirla tutta, speriamo che il documento non si trasformi in uno ‘spot’ anti-‘sovranista’ e pro-politica dei ‘porti aperti’ (del tutto ingiustificato anche perché Maria e Giuseppe non raggiunsero certo Betlemme da migranti, ma da cittadini tenuti al disbrigo delle pratiche del censimento)…