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    Guardare su? O dove si mettono i piedi?

    blog di Filippo Di Giacomo, Radio Rai, del 16 febbraio 2013


    Il filosofo Talete, racconta Aristotele, la notte aveva l'abitudine di portare i suoi allievi a discettare di principi primi, passeggiando per la campagna e guardando gli astri del cielo. Una sera, mentre camminavano e discutevano con il naso rivolto in alto, non videro una buca e vi caddero tutti dentro. Una donna che passava, una schiava tracia, li apostrofò dicendo: «oh filosofo, perché, prima di guardare le stelle non guardi dove metti i piedi?». Prima di guardare logge e finestre del Vaticano com'è, e come sarà, la terra dove il futuro Vescovo di Roma dovrà necessariamente mettere i piedi? Il giornalista ticinese Giuseppe Rusconi ha raccolto nel suo libro L'Impegno (pubblicato da Rubettino) alcune cifre che riguardano l'Italia, molto improbabile patria del futuro Pontefice. Ogni anno, le parrocchie italiane immettono nel nostro sistema sociale almeno 260 milioni di euro, le mense per i poveri distribuiscono sei milioni di pasti, spendendo 27 milioni, il banco alimentare distribuisce viveri e generi di prima necessità per altri 650 milioni, e le iniziative diocesane di microcredito contro le nuove povertà elargiscono circa 50 milioni di fondi annui ogni dodici mesi. Le scuole cattoliche paritarie (e non private: dopo la riforma D'Alema-Berlinguer le scuole italiane sono tutte pubbliche) fanno risparmiare ai contribuenti italiani una cifra superiore ai 4,5 miliardi, la formazione professionale cattolica integra quella statale per circa 370 milioni, mentre la sanità cattolica aiuta quella pubblica per altri 1,2 miliardi annui. Nella lotta contro la droga, le comunità ecclesiali evitano agli enti statali spese per 800 milioni, mentre sul fronte dell'usura, la Cei eroga oltre 1,2 milioni di euro l'anno alla consulta anti-usura e alle fondazioni ad essa collegate delle conferenze episcopali regionali. Il volontariato cattolico immette nella rete sociale e civile quasi 3 miliardi e sono circa 2 milioni gli euro che ogni anno arrivano realmente in aiuto ai migranti. Per salvaguardare i beni culturali ecclesiastici la Chiesa spende circa 130 milioni di euro l'anno, per aiutare i giovani e chi ha perso il lavoro ad avviare nuove iniziative sostiene il "Prestito della speranza" (30 milioni una tantum) e il "Progetto Policoro (un milione), per la ricostruzione dell'Aquila la Chiesa Italiana è intervenuta con 35 milioni in 3 anni, mentre in quello dell'Emilia ha già erogato 13 milioni in otto mesi. Molto spesso, ha annotato Giuseppe Rusconi alla fine della sua fatica, i dati disponibili sono mancanti o lacunosi. Perciò, se la Chiesa fa fatica con le statistiche quelle dello Stato sono più precise e ci dicono che a fronte di un miliardo (uno) che i contribuenti danno al mondo confessionale cattolico italiano, ne ricevono di ritorno almeno undici (undici) miliardi l'anno. Ripuntiamo il naso verso terra: sicuri che a tutta la gente coinvolta in questo formicolare di opere e di presenze, interessi qualcosa su chi saranno coloro che faranno carriera in Vaticano?

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    La presentazione

    Foto di Romano Siciliani

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