L’ ‘IMPEGNO' A CATANZARO: L’INTERVENTO DI GIUSEPPE RUSCONI AL CONVEGNO DEL 19 SETTEMBRE 2013
Riportiamo la trascrizione dell’intervento a braccio fatto da Giuseppe Rusconi in occasione del Convegno sulle opere di misericordia, svoltosi il 19 settembre 2013 al Teatro Politeama di Catanzaro e promosso dall’arcidiocesi con grande partecipazione di pubblico.
Caro padre Bertolone, signore e signori, venendo per la prima volta in vita mia nella vostra città, l’ho scoperta – arrivavo da Lamezia Terme – accoccolata su alcuni cocuzzoli, quasi vigile sentinella su un’ampia fetta della terra calabra. Sono contento di essere qui, e ringrazio particolarmente padre Bertolone, perché l’essere qui mi dà l’occasione di comunicare anche a voi i risultati di un’indagine che ho raccolto nel libro L’impegno, edito peraltro da una casa editrice calabra come la Rubbettino. Io invece vengo dal Canton Ticino, eh? E dunque... gli estremi si toccano. Felicemente.
“L’impegno”. E voglio cominciare così: “Prima o poi la gente capirà che esseri sono, e magari ripristinerà il Colosseo con i leoni!”; “Ma perché il Papa non prende baracca e burattini e non torna in quel di Avignone?”; “Parassiti sono! Siamo così proni, così pecore che finiremo per pagare noi l’I.M.U. alle case del Vaticano”; “Destra, sinistra, centro, tecnici, non tecnici... alla fine son sempre servi di quattro vecchi pretazzi che mantengono l’Italia nel Medioevo”; “L’Italia... la Chiesa non dovrebbe essere autorizzata ad avere scuole in un Paese civile!”; “Non verserò più l’otto per mille a questa banda di...”; queste espressioni sono vere. Le ho tratte dalla rete, da internet. Qualcuna l’ho sentita anche al bar.
Ora – il libro è uscito a metà febbraio – con l’elezione di papa Francesco forse qualche bollente spirito si è un po’ mitigato, perché papa Francesco ha un carisma che affascina, direi, quasi tutti i non credenti... certo anche moltissimi cattolici. A tutti appare come un Papa rivoluzionario. Certo papa Francesco è rivoluzionario nello stile, è rivoluzionario soprattutto nell’approccio ai problemi e alla singola persona umana – e direi che è un punto fondamentale – anche se non è sicuramente rivoluzionario, come molti si attendono, per quanto riguarda la dottrina sociale della Chiesa. Ne ha dato dimostrazione anche nel messaggio inviato alle Settimane Sociali dei Cattolici a proposito di famiglia: “La prima società naturale, come recepito anche nella Costituzione della Repubblica Italiana, è la famiglia, che rimane il primo e principale soggetto costruttore della società e di un’economia a misura d’uomo. E come tale merita di essere fattivamente sostenuta”. Parole chiare che continuerò a ribadire anch’io insieme con tanti altri, almeno fino a quando non entrerà in vigore – con il testo odierno - questa legge sciagurata che si sta discutendo in Parlamento e a qualche giudice potrà allora saltare il ghiribizzo di incriminare chi dice pubblicamente che il matrimonio è tra uomo e donna ed è teso, se possibile, alla procreazione dei figli (forte applauso).
PERCHE' HO SCRITTO 'L'IMPEGNO'
Allora, veniamo al libro... veniamo al libro. Direi perché l’ho scritto. Correva l’anno 2008, aveva fatto gran clamore l’indagine, il pamphlet di un mio collega di Repubblica, Curzio Maltese, intitolato La questua, dedicato soprattutto all’otto per mille, in cui la Chiesa veniva condannata in partenza, prima ancora che indicata come parassita dello Stato. A questo pamphlet rispose un giornalista di Avvenire, Umberto Folena, con un altro pamphlet dal titolo La vera questua, cercando di ristabilire un po’ la verità delle cose. Io in quei tempi dirigevo il mensile cattolico Il Consulente Re, non avevo tempo di scrivere altro che gli articoli e le interviste per la mia rivista. Però avevo già sentito sorgere in me il desiderio di rispondere, anche perché dopo Curzio Maltese ce ne sono stati altri, e soprattutto grazie ad internet questa cattiva fama di una “Chiesa parassita” si è diffusa molto, non solo tra i giovani, anche tra persone in età più avanzata. Non volevo tuttavia limitarmi all’otto per mille. A poco a poco in me è sorta l’idea di indagare, indagare per cercare di constatare coi miei occhi la dimensione del servizio sociale che la Chiesa, attraverso le sue multiformi organizzazioni, enti, associazioni offre alla società che è in Italia.
Naturalmente, per poter fare un lavoro del genere, avrei dovuto avere “luce verde” da parte della Conferenza Episcopale Italiana, poiché a differenza dei miei colleghi d’altra sponda che possono usufruire, hanno potuto usufruire, potranno usufruire dei rendiconti dello Stato, dei Comuni, delle Regioni, precisi fino al centesimo per quanto riguarda le sovvenzioni, io sapevo benissimo, intuivo benissimo, di andare a frugare in un mondo che, in gran parte fatto di volontari, si occupa prima dell’azione concreta, dell’aiuto concreto, e poi dei conti. E sapevo già quel che avrei potuto trovare. Dunque avrei dovuto avere luce verde da parte della C.E.I., in ogni caso, per poter avere quelle informazioni necessarie per poter scrivere il libro e prendere i contatti che mi avrebbero permesso di venire a contatto con determinate realtà. La luce verde c’è stata e allora per tutto il 2012 – ormai chiuso Il Consulente Re per ragioni economiche - mi sono dedicato a questo lavoro. Il titolo: L’impegno. L’impegno, che significa impegno? La parola impegno contiene almeno cinque dimensioni dell’atteggiamento caritativo: comprende l’individuare chi è in difficoltà; comprende il segnalare chi è in difficoltà agli organi competenti dello Stato; comprende il cercare di tamponare, quando necessario, una situazione disperata; comprende il dare speranza a chi è coinvolto; e dare speranza accompagnandolo nel suo percorso. Ecco, tutto questo contiene – e magari altro ancora – la parola “impegno”, che è stata posta come titolo del mio libro. Sottotitolo: Come la Chiesa italiana accompagna - ecco il verbo finale che forse li comprende tutti – la società nella vita di ogni giorno. Non è il libro di un teologo, io non sono un teologo. Non è il libro di un economista, come dice Padre Federico Lombardi, Direttore della Sala Stampa Vaticana, per fortuna... ne abbiamo viste tante da .... È il libro di un giornalista, cattolico si, ma non appartenente a nessun gruppo o movimento ecclesiale, dunque un cattolico senza etichette aggiunte... cerco di essere cattolico, perché definirsi cattolico è difficile. Cerco di essere cattolico. E’ il libro di un giornalista che ha indagato senza preconcetti, senza pregiudizi. Mi sono detto: “Vediamo quello che troviamo”.
GLI AMBITI SOCIALI DEL SERVIZIO CATTOLICO SEGNALATI NEL LIBRO
Devo dire che ho trovato molto. Gli ambiti che sono stati selezionati da me, perché nella realtà son molti di più, gli ambiti su cui ho indagato, son quelli della Chiesa negli oratori; la Chiesa nelle realtà caritative parrocchiali; la Chiesa della mensa dei poveri e dell’aiuto attraverso lo strumento del Banco Alimentare; la Chiesa e i fondi di solidarietà diocesana in genere; la Chiesa e la scuola paritaria cattolica, ingiustamente... come dire, vilipesa, molto spesso; la Chiesa e la formazione professionale; la Chiesa e la sanità... un capitolo molto complesso; la Chiesa e l’aiuto socio-assistenziale; la Chiesa e la lotta contro la droga – mi fa piacere che ci sia qui don Mimmo Battaglia, che è presidente della Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche... io invece sono andato a San Donato Milanese da don Chino Pezzoli, che ha creato la Fondazione di Promozione Umana... mi sono sempre occupato di droga, anche quando ero giornalista parlamentare a Berna, negli anni ’90... ricordo che ero riuscito a portare alcuni parlamentari elvetici da Vincenzo Muccioli, in quella che era la più grande comunità antidroga europea laica... ce ne sono molte altre naturalmente, molte comunità antidroga sono state fondate e sono gestite da preti, religiosi, cattolici a vario titolo che si sporcano le mani... San Patrignano era ed è ancora una grande realtà laica – Mi sono occupato della Chiesa e la lotta contro l’usura, la piovra che strangola l’Italia; una piovra a tre teste direi: la droga, l’usura e il gioco d’azzardo... del gioco d’ azzardo mi occuperò magari in una prossima edizione; la Chiesa e il volontariato; la Chiesa e i migranti; la Chiesa e i beni culturali ecclesiastici; poi ho scritto di alcune iniziative nazionali mirate... la Chiesa e il Prestito della speranza; la Chiesa e l’emergenza del post terremoto in Abruzzo e nell’Italia del Nord; la Chiesa e il Progetto Policoro, che è un progetto nato a Policoro, come voi sapete meglio di me, vicino a Matera nel 1995 dall’idea di mons. Mario Operti che era direttore dell’ufficio della Pastorale.del lavoro della C.E.I. Segue un capitolo sul grande contributo dato dai religiosi in campo sociale nella storia d’Italia. Poi altri due capitoli che sono illustrativi, perché lì io non prendo posizione: il capitolo sull’I.C.I.-I.M.U. – ormai non più I.C.I., è I.M.U. – in cui cerco di fare una cronistoria di quel che è accaduto, e il capitolo a dire la verità non ha ancora una conclusione precisa perché le interpretazioni e i cavilli sono sempre in agguato, eh? Ancora il capitolo sul sostegno economico alla Chiesa, sull’otto per mille... anche qui non prendo posizione. Ci sono pareri diversi sull’otto per mille che non è evidentemente un dogma di fede, ma è frutto di un accordo pragmatico con lo Stato Italiano. Alla fine c’è la tabella riassuntiva dei risparmi annui per lo Stato, grazie al contributo del mondo ecclesiale. La Chiesa non offre solo questi undici miliardi di cui io parlo... poi dirò quale valore si deve dare a questa cifra. E qui non sono considerati gli aiuti che si danno alle missioni, insomma all’estero. Non è compreso poi tutto il valore di per sé non quantificabile: quanto rende alla comunità il trasmettere certi valori? Quanto rende alla comunità l’educare a certi valori? La Chiesa qui ha un patrimonio immenso di valori da trasmettere, però non sono quantificabili. E c’è anche l’altro aspetto delle ricadute economiche per il Paese di avvenimenti ecclesiali. Ad esempio, quanto ha giovato al turismo – per essere proprio pragmatici – non so... il Giubileo? Per esempio, quanto giova al settore economico del turismo il fatto che ci sia un Papa a Roma? Vedete, questi undici miliardi sono una cifra parziale.
Allora, dicevo delle cifre. Evidentemente io ho trovato, per le ragioni dette prima, difficoltà non indifferenti, perché se in alcuni casi, come per esempio nel caso della quantificazione dei beni ecclesiastici culturali ho riscontrato l’esistenza di cifre precise al centesimo, in altri – nella maggior parte dei casi – ho dovuto ragionare, cercare di fare le medie basandomi anche sui dati dei grandi istituti statistici, in modo che uscisse una cifra verosimile. In un caso poi, che è quello che riguarda il capitolo La Chiesa e l’aiuto socio-assistenziale, ho rinunciato a fornire delle cifre finali, per il semplice motivo che l’aiuto socio-assistenziale è comunale, ogni comune fa da sé... neanche l’ISTAT, neanche i grandi istituti di statistica hanno delle tabelle pronte a livello nazionale, da consultare sull’aiuto socio-assistenziale.
GLI OBIETTIVI DE 'L'IMPEGNO'
Gli obiettivi di questo lavoro. Era destinato ed è destinato a chi? In primo luogo a chi si dice cattolico. Ho riscontrato in questo mio giro d’Italia delle presentazioni – ed è stato una conferma – che spesso il cattolico si interessa quasi soltanto del proprio giardino. Chi insegna in una scuola cattolica sa della propria scuola cattolica, un po’ del problema della scuola cattolica, quasi niente delle altre attività sociali. Ed è solo un esempio che vale per tutti gli ambiti. Allora, è giusto che il cattolico conosca, si faccia un’idea della dimensione enorme, enorme del servizio sociale che la Chiesa rende alla comunità che è in Italia. Non dico alla comunità italiana, perché in Italia vivono anche non italiani, immigrati...
Altri destinatari: i non cattolici, gli scettici, gli atei, i critici... ecco: importantissimo questo aspetto, perché se noi restiamo nelle sacrestie evidentemente la situazione non cambierà mai. E allora è giusto che anche i non cattolici si rendano conto dell’enorme dimensione di questo servizio sociale. È anche per questo che il libro – e questa è cosa, ve lo garantisco, contraria al mio carattere – non ha nessuno spunto polemico. Il libro racconta dati e fatti e non è polemico, dunque può farsi leggere da tutti senza che si arrabbino alla prima pagina, lo chiudano e lo ripongano in biblioteca. Lo stile è sobrio, non vi sono tecnicismi, anglismi... a me interessa che il lettore legga e capisca senza troppi sforzi. Le cose devono essere presentate in quella che è la verità, la loro verità. La verità delle cose è quella che conquista, la verità delle cose non ha bisogno di paroloni, anglismi e tecnicismi, in questo caso.
Le cifre finali. Ho detto che la Chiesa, secondo questa indagine che è parziale e dunque non esaustiva – neanche tutti gli ambiti in cui opera il mondo cattolico in campo sociale sono considerati – offre un contributo sociale al Paese di circa undici miliardi di euro l’anno. Ciò in ogni caso basta per far capire che tante discussioni che si fanno sull’I.M.U., sull’otto per mille, dovrebbero essere inquadrate in questi dati. La cifra non è precisa, è approssimativa, e come hanno scritto alcuni è forse approssimativa per difetto. Dall’altra parte noi sappiamo che lo Stato versa annualmente alla Chiesa italiana poco più di un miliardo, derivato dal gettito dell’otto per mille e frutto della scelta di circa l’80 per cento dei contribuenti che appongono la crocetta nell’apposito quadratino della dichiarazione dei redditi. Aggiungiamo a questo poco più di un miliardo annuo un altro paio di miliardi annui di sovvenzioni di enti locali, di sovvenzioni di istituzioni legate comunque allo Stato: arriviamo a 3-4 miliardi. Però il mondo cattolico contribuisce per almeno 11 miliardi annui: come vedete, i piatti della bilancia non pesano nella stessa misura, la bilancia è sbilanciata... questo lo dico con grande, grande piacere. Vuol dire che anche oggi, come nella miglior tradizione ecclesiale, ci sono molti cattolici che sentono come esigenza primaria quella di aiutare gli altri. Non è qualcosa di banale. Da quel che ci passano i media, tanti mass-media, i “giornaloni”, tante tv e radio, sembra che il nostro mondo sia un mondo di malvagi. E però proprio in questi ultimi giorni abbiamo avuto tre notizie di ‘eroismo quotidiano’ – le ricordava Padre Bertolone nella sua prolusione introduttiva – molto consolanti. E significative, perché dimostrano che non tutti siamo come ci dipingono i media, le televisioni e le radio, per fortuna, per fortuna.
ALCUNI RISCONTRI AVUTI DAL 'LIBRO'
I riscontri che ha avuto fin qui questo libro. Devo dire che da parte cattolica c’è stata subito una pagina intera di Avvenire, il quotidiano della C.E.I.... qui voglio dire una parola di lode pubblica ad Avvenire, perché è secondo me il miglior quotidiano italiano, perché è un quotidiano che fa riflettere, che pone le vere priorità nella nostra vita. Quando si legge L’Avvenire – spesso non si fa in tempo a leggerlo tutto – ci si sente più umani, perché si è obbligati a pensare anche agli altri. Non voglio far confronti con gli altri grandi giornali ‘indipendenti’. Poi L’Osservatore Romano, poi le interviste a Radio Vaticana e a Radio Maria, ci sono recensioni su diversi settimanali diocesani, per esempio una lunga intervista a Parola di vita, che è dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, poi sul Messaggero di S.Antonio, su alcuni settimanali o mensili di Congregazioni e associazioni nazionali, sul settimanale Tempi, altre interviste a radio diocesane.
Là dove ci sono i non cattolici, in partibus infidelium, devo dire che – pur essendo io lontano mille miglia dai radicali – i radicali hanno qualche virtù. Per esempio trasmettono in diretta anche cose che ideologicamente non sono sulla loro linea. Ad esempio la presentazione del libro che è stata fatta a Roma da Luciano Violante, Gaetano Quagliariello, Paola Binetti e Angelo Bandinelli è stata trasmessa da Radio Radicale, così come il dibattito presso la Stampa estera – molto interessante peraltro – tra il direttore di Avvenire Marco Tarquinio e il tesoriere radicale Maurizio Turco, uno dei maggiori critici della cosiddetta debolezza dello Stato verso la Chiesa, colui che ha sollecitato con insistenza l’Unione europea ad aprire una procedura di infrazione contro lo Stato italiano a proposito della questione ‘Ici/Imu e Chiesa’. Sempre in partibus infidelium significativa è stata la recensione apparsa sul Venerdì di Repubblica, oltre ai commenti nei siti degli atei italiani (UAAR). Devo dire anche che il pubblico, cioè chi è venuto alle presentazioni, è sembrato interessato. Infatti spesso ci sono state molte domande, spesso sono venuti a dirmi “Non lo sapevamo”. E di tutto questo, cioè delle recensioni e delle presentazioni c’è ampia traccia nel mio sito che si chiama – non a caso – www.rossoporpora.org : lì c’è anche la voce L’impegno, in cui potete ascoltare le interviste radiofoniche e leggere le recensioni e le presentazioni... parlerò anche della presentazione a Catanzaro in questo bel Teatro Politeama, evidentemente.
Non vorrei poi approfittare della vostra pazienza. Non so se... vediamo se c’è qualcuno di voi che ha qualche domanda. Per me ho detto l’essenziale. Ho visto che ormai siete provati da più di tre ore di relazioni, tutte interessanti, ma voi capite che la capacità di concentrazione dell’essere umano ha dei limiti, e dunque vi ammiro, vi ammiro perché siete ancora qui e siete stati qui ad assistere anche alla relazione di uno che non è di Catanzaro…gioco in trasferta, non gioco in casa. Non so se qualcuno ha una domanda.
D: Ma in questo libro per la misericordia c’è qualche cosa?
Allora, questo libro è sostanzialmente sulla misericordia, nel senso che la misericordia appare in tanti capitoli …se penso a quello sulle mense dei poveri, per esempio. Come tutti i capitoli è diviso in tre parti: una parte iniziale in cui ricordo le parole dei Papi sull’argomento o rievoco un po’ di storia. Per esempio ne ‘La Chiesa e la mensa dei poveri’ sintetizzo in poche righe la storia della carità dai francescani alla Caritas. Nella seconda parte di ogni capitolo c’è un esempio. Siccome io vivo a Roma, è chiaro che Roma qui ha una parte preponderante. Per il nostro capitolo sono andato a visitare la mensa – ci sono anche l’ostello e l’ambulatorio - della Caritas di via Marsala vicino alla Stazione Termini... un’esperienza molto interessante. Nella terza parte c’è – diciamo – la valutazione economica annua nazionale di quello che il volontariato cattolico dà nell’ambito particolare alla comunità che vive in Italia. Ad esempio, per le mense dei poveri, vengono offerti sei milioni di pasti annui per ventisette milioni di euro, in totale: è questa la quantificazione economica di questo aspetto. Mi viene in mente anche il capitolo sulle realtà caritative parrocchiali: qui ho preso come esempio Sant’Ippolito martire, vicino a Piazza Bologna, che l’anno scorso – già era al secondo anno – ha riflettuto proprio sulle opere di misericordia corporale e spirituale, traendo spunto dal versetto di Matteo, più volte ricordato, “Quello che avete fatto al più piccolo tra voi”. Dunque vede che nel libro la misericordia è ben presente.